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I MALAVOGLIA
Martina Ferro
Created on March 6, 2025
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Transcript
I MALAVOGLIA
Giovanni Verga
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Padron ‘Ntoni: è il capofamiglia, il più anziano. È un uomo caparbio che non rinuncia mai a fare il suo dovere. Amante del mare e quindi del suo mestiere di pescatore. Inizialmente il narratore non descrive in modo dettagliato il personaggio, dice solo che è un vecchi curvo, ma in seguito, quando si ammala, lo descrive con maggiore attenzione, come se attraverso la descrizione fisica emergesse anche il profilo psicologico e affettivo. Padron ‘Ntoni non si oppone alla società del suo tempo, né la subisce, la rispetta, con tutte le sue credenze e tradizioni. Il suo animo sereno nel primo capitolo va cambiando attraverso le disgrazie che dovrà affrontare. Negli ultimi capitoli troviamo un uomo stanco della vita, che, ormai giunto ad una età avanzata, non aspetta che la morte. Bastianazzo: è il figlio di Padron ‘Ntoni, è un uomo di buon cuore e lavoratore. Muore giovane in mare durante una tempesta. Maruzza (la Longa): è la moglie di Bastianazzo. Si dà da fare per contribuire al bilancio familiare. La sua serenità svanisce con la morte prematura del marito, e poi del figlio Luca. Il dolore per le numerose perdite la invecchia precocemente. La sua vita viene spezzata da una grave malattia: il colera. ‘Ntoni: è il figlio maggiore di Bastianazzo e Maruzza. È un ragazzo giudizioso, anche se a volte troppo impulsivo. Col passare degli anni, la sua voglia di lavorare diventa sempre minore dopo che ha fatto il servizio militare, si ribella alla sua condizione di miseria e povertà, in un modo insolito: smette di lavorare e va a cercare guai all’osteria. Questa vita lo porterà a scontare cinque anni di galera. Dopo essere stato rilasciato, lascia il paese d’origine. Mena: è una figlia giudiziosa e riservata. È soprannominata Sant’Agata per il suo assiduo lavoro al telaio. Dopo la morte della madre sa educare la sorella minore Lia e mandare avanti la casa. Le disgrazie e i dispiaceri la invecchiano assai precocemente: a soli ventisei anni le sembra già di essere vecchia. È molto influenzata dalla società del suo tempo, infatti decide di non sposarsi con Alfio Mosca, di cui era innamorata, perché questo avrebbe riportato sulla bocca di tutti la triste sorte della sorella. Luca: “un vero Malavoglia”, giudizioso e di buon cuore, come il padre, muore prematuramente in guerra. Alessi: è un bravo ragazzo, si dà da fare per tirare su la famiglia dopo la morte del nonno, del padre, della madre e la “fuga” di ‘Ntoni . Riesce a riscattare la casa del Nespolo e ricostruisce la famiglia dei Malavoglia. Sposa una brava ragazza, Nunziata. Lia: La più piccola della famiglia Malavoglia. Finisce sulle bocche di tutti dopo il processo del fratello, e per questo lascia Aci Trezza. Nessuno avrà più sue notizie. Solo Alfio Mosca sa la verità.
Personaggi
AUTORE: Giovanni Verga CASA EDITRICE: Feltrinelli ANNO DI PBBLICAZIONE: 1881
I popolani * I Mangiacarrubbe: Sara (Rosaria), la figlia; è innamorata di N’toni. Si sposa con Menico Trenca, un vedovo con sei figli, ma molto ricco Tudda (Agata), la moglie; nel paese non ha buona reputazione * Gli Zuppidda Venera, la moglie. Rissosa, attaccabrighe, maligna, maldicente e curiosa. Odia Tudda, è al corrente di tutto quello che succede in paese e sparla in continuazione del prossimo. Barbara, la figlia, innamorata di ‘Ntoni che contraccambia Mastro Turi (o Bastiano), il marito, di professione calafato. Uno spaccamonti, gestito totalmente dalla moglie * I Piedipapera Agostino (o Tino) Piedipapera, in qualità di sensale, mette d’accordo padron ‘Ntoni e Zio Crocifisso sull’affare dei lupini. Finge di aver acquistato da zio Crocifisso il credito dei lupini. comare Grazia Piedipapera, la moglie.
I notabili del paese * don Giammaria, il curato, vicario, fanatico, ignorante e sospettoso che ha la cura delle anime di Aci Trezza * Don franco: lo speziale * don Silvestro, il segretario comunale, astuto, intrigante, il bellimbusto del paese * don Michele, il brigadiere delle guardie comunali * donna Rosolina, sorella di Don Giammaria, nubile, si comporta in modo frivolo sia con don Silvestro che con don Michele, stando a quello che dice la Zuppidda * mastro Croce Callà, il sindaco, detto anche Baco da Seta. * Betta, la figlia di mastro Croce Callà, che ha un un gran potere sul padre * dott.Scipioni, l’avvocato. Nonostante l’invio dell’usciere, egli consiglia ai Malavoglia di non pagare il debito a zio Crocifisso. * Don Ciccio, che si intende un po’ di medicine e sa curare le ferite
* Alfio Mosca, innamorato di Mena, carrettiere di professione, umile, riservato, non ricco * Mariano Chinghialenta, carrettiere, sempre ubriaco, ex spasimante di Tudda Mangiacarrubbe. Contrabbandiere * padron Cipolla o Fortunato Cipolla * Brasi (o Biagio), il figlio di padron Cipolla, destinato a sposare la Mena e coccolato da tutte le donne perché il padre possiede vigne ed oliveti. Un po’ babbeo. * Menico (= Domenico) della Locca, un garzone che viene assunto dai pescatori a giornata. Muore nel naufragio della Provvidenza * Zio Crocifisso o Campana di Legno, l’usuraio del paese, vorrebbe sposare La Vespa, sua cugina per entrare in possesso dei suoi beni e stando alle dicerie di paese, la Vespa sembrerebbe d’accordo. Alla fine i due si sposano. * la Vespa, intrigante e sempre pronta al pettegolezzo e a punzecchiare gli altri. Sposa zio Crocifisso * mastro Cirino, ciabattino di professione, ma all’occasione anche sagrestano * la cugina Anna, il cui marito è morto, molto vicina a Mena * Nunziata, il cui marito è emigrato ad Alessandria d’Egitto e non è più ritornato, molto vicina a Mena. * don Franco, lo speziale * Santuzza, gestisce l’osteria del paese. Ricopre il ruolo di superiora delle Figlie di Maria, un’associazione religiosa che accoglie le ragazze vergini. Si dice che abbia una relazione con Filippo l’ortolano, sposato e con figli. È legata con don Michele. * Rocco Spatu, figlio della cugina Anna, su cui, inizialmente, ha messo l’occhio la Mangiacarrubbe. Contrabbandiere. * Vanni Pizzuto, il barbiere del paese e contrabbandiere * zio Santoro, padre di Mariangela la Santuzza, cieco. Fa in modo che la figlia allontani ‘Ntoni dall’osteria e riallacci i legami con don Michele, cosa molto utile per fare il contrabbando * la Locca, madre di Menico della Locca, una donna sempliciotta * il secondo figlio della Locca * zio Cola, capo ciurma, cura gli interessi di padron Cipolla * Barabba, fa parte della ciurma che pesca per conto di padron Cipolla * Filippo l’ortolano. Dai pettegolezzi risulta che abbia una relazione extraconiugale con Santuzza
I Malavoglia erano una famiglia di Aci Trezza, erano brava gente di mare proprio all'opposto del loro nome, infatti si chiamavano Toscano ma li avevano sempre chiamati Malavoglia. Ora il capo era Padron n'Toni e la famiglia aveva la casa del nespolo e la Provvidenza, per spigare questa fortuna il capofamiglia diceva che bisogna che le 5 dita della mano si aiutino a vicenda e ognuno abbia il suo compito: prima c'era lui, poi Bastianazzo che era grande e grosso, La Longa una donna piccina moglie di Bastianazzo e i 5 nipoti: 'Ntoni un brighellone, Luca che aveva più giudizio del grande, Mena soprannominata Sant'Agata perché stava sempre al telaio, Alessi tutto suo nonno e Lia ancora piccola. La casa del nespolo prosperava grazie ai proverbi di padron n'Toni.Ma nel dicembre del 1863 'Ntoni viene chiamato per la leva militare, il nonno non voleva ma non diceva nulla. Il giorno dopo andarono a vedere il convoglio dei coscritti che partivano per la leva: 'Ntoni salutò la mamma, Sara (La longa si era ingelosita); poi il treno partì. Venere Zuppidda cercava di consolare la longa: per 5 anni bisogna fare come se il figlio fosse morto, ma non era così facile e lei diceva sempre "qui ci vorrebbe 'Ntoni.." Arrivò la prima lettera di 'Ntoni da Napoli: parlava della grande città e che gli servivano soldi, ma i soldi mancavano e in più le braccia rimaste a casa non bastavano più perciò bisogna aiutarsi tutti. Per questo il capofamiglia si mise d'accordo con Don Crocifisso per comprare dei lupini; quando la Longa lo scoprì rimase a bocca aperta ma padron 'Ntoni disse che il negozio dei lupini se andava bene li avrebbe aiutati per l'inverno. Prima della partenza, ci sono problemi con i lupini, che si rivelano avariati, zio Crocifisso si dichiara estraneo alla cosa, e dopo una lunga discussione, con l'intervento di compare Agostino Piedipapera, si accordano per un pagamento posticipato a Natale. Dopodiché la Provvidenza, la nave con i lupini, partì il sabata verso sera, nella barca c'erano Bastianazzo e Menico della Locca il quale quando la nave partì disse di dare i soldi alla Locca perché suo fratello è senza lavoro.
Capitolo 1
Il capitolo si apre con il villaggio di Aci Trezza in fermento per il commercio di lupini intrapreso dai Malavoglia. Compare Piedipapera, con la sua andatura zoppicante, si vanta del suo ruolo nell'affare, mentre il figlio della Locca, parente dello zio Crocifisso, spera in un trattamento di favore. La conversazione si sposta rapidamente sui pettegolezzi locali, con Piedipapera che sparla di tutti, dallo zio Crocifisso a Massaro Filippo, con il suo stile schietto e pungente. La discussione si anima quando si parla della vigna di padron Cipolla e delle previsioni meteorologiche. Padron 'Ntoni, con la sua saggezza popolare, interviene con proverbi e osservazioni sul tempo e sul mare, mentre Piedipapera, sempre pronto alla battuta, punzecchia padron Cipolla. La scena si sposta alla bottega dello speziale, dove don Franco, don Giammaria e don Silvestro discutono animatamente di politica e di questioni locali. Don Silvestro, con la sua astuzia, si diverte a provocare gli altri, mentre don Giammaria si infuria per le idee progressiste dello speziale. Nel frattempo, le donne del villaggio si riuniscono sulla strada, e chiacchierano dei fatti del giorno. La Longa, con la piccola Lia in braccio, ascolta i pettegolezzi sulle nozze mancate della figlia della Zuppidda, Barbara, e sulle tresche amorose della Mangiacarrubbe. La Zuppidda, sempre pronta a sparlare, non risparmia nessuno, nemmeno don Giammaria e sua sorella donna Rosolina. La conversazione si sposta poi su Nunziata, una giovane donna che si prende cura dei suoi fratelli orfani. La sua laboriosità e il suo altruismo sono lodati da tutti. La Mena e Nunziata si confidano sul ballatoio, parlando di compar Alfio Mosca e dei suoi progetti per la festa dei Morti. La Zuppidda continua a sparlare dello zio Crocifisso e della sua presunta relazione con la Vespa. La Longa, preoccupata per il debito dei lupini, cambia argomento. Don Giammaria e lo zio Crocifisso passano di lì, e la Zuppidda li saluta. Don Silvestro e lo speziale riprendono la loro disputa, mentre don Giammaria si lamenta dell'avarizia dei parrocchiani.
Capitolo 2
Il capitolo si apre con una violenta tempesta che infuria su Aci Trezza, tenendo le barche ormeggiate e i pescatori a terra. La preoccupazione è palpabile, soprattutto per la "Provvidenza" e il suo carico di lupini, con Bastianazzo e Menico della Locca a bordo. Padron 'Ntoni, visibilmente angosciato, è l'unico che si aggira sulla riva, mentre gli altri si rifugiano all'osteria o nelle botteghe, dove i pettegolezzi e le speculazioni sulla sorte dei Malavoglia si susseguono. La tempesta diventa il pretesto per mettere in luce le dinamiche sociali del villaggio. All'osteria di suor Mariangela, tra una bevuta e l'altra, si commenta la situazione, non senza una punta di cinismo e di invidia. Zio Santoro, cieco, chiede l'elemosina, mentre i suoi concittadini discutono della disgrazia dei Malavoglia, quasi con compiacimento. In chiesa, le comari, tra una preghiera e l'altra, spettegolano sulla Longa, assente perché preoccupata per il marito in mare (dicono che bisogna andare in Chiesa sennò Dio poi ci castiga). La Zuppidda, in particolare, non perde occasione per criticare la sua vicina, mentre la Vespa e la Santuzza si punzecchiano a vicenda (La Santuzza dice che i chiesa non bisogna sparlare del prossimo). Padron Cipolla disse che nessuno è contento del suo stato e vuole pigliare il cielo a pugni. La tempesta infuria, e con essa l'angoscia della Longa, che con i suoi figli aspetta notizie sulla sciara. Le comari, con fare compassionevole, si avvicinano per darle conforto, ma la loro presenza non fa che accrescere la sua ansia. Infine, la Longa viene riportata a casa, dove la attende un gruppo di vicine con il presagio della tragedia. La notizia del naufragio della "Provvidenza" e della perdita di Bastianazzo si diffonde rapidamente, gettando la famiglia nel lutto e nella disperazione
Capitolo 3
Il capitolo si concentra sulle conseguenze del naufragio della "Provvidenza" e sulla situazione debitoria dei Malavoglia. Lo zio Crocifisso, creditore dei lupini, si mostra inflessibile nel richiedere il pagamento, nonostante il lutto della famiglia, diceva che con l'interezza non c'è amicizia e per questo veniva chiamato Campana di legno. Viene descritto il suo carattere usuraio e la sua abilità nel trarre profitto dalle disgrazie altrui. Durante i funerali di Bastianazzo, l'atmosfera è tesa. I Malavoglia sono affranti dal dolore e preoccupati per il debito. I pettegolezzi e le speculazioni sulla loro situazione finanziaria si diffondono nel villaggio. Don Silvestro, il segretario comunale, introduce il tema della tassa di successione, suscitando risate e commenti sulla situazione economica della famiglia. La visita di condoglianze si trasforma in un'occasione per discutere di tasse, pettegolezzi e problemi economici del villaggio. La Zuppidda critica aspramente don Silvestro e le tasse, mentre altri si lamentano della situazione economica generale. Si discute anche del matrimonio di Mena, la cui dote è ora compromessa. La Santuzza, con il suo fare mellifluo, cerca di confortare Maruzza, ma i suoi commenti vengono percepiti come ipocriti. Si parla anche del telegrafo e della sua presunta influenza sul clima. La situazione finanziaria dei Malavoglia è al centro delle discussioni. Si specula sul valore della casa e dell'orto, e si sottolinea il debito verso lo zio Crocifisso. Padron 'Ntoni, affranto dal dolore, si preoccupa di come ripagare il debito e di mantenere l'onore della famiglia (casa perdeva acqua da tutte le parti) mentre Maruzza è sopraffatta dal dolore e dalla perdita; ma ora dovevano aiutarsi a vicenda. La Locca, madre di Menico, si dispera per la perdita del figlio e chiede la restituzione del suo corpo. La cugina Anna e Nunziata si prendono cura dei bambini Malavoglia, mentre la famiglia affronta il lutto e le difficoltà economiche.
Capitolo 4
Compare Tino, seduto sugli scalini della chiesa, sentenzia sui cambiamenti avvenuti dopo la rivoluzione, mentre padron 'Ntoni e padron Cipolla discutono sulla pesca e sui vapori che spaventano i pesci. Piedipapera zittisce bruscamente il figlio della Locca, che aveva osato interrompere la conversazione. Padron 'Ntoni, sempre preoccupato per la "Provvidenza", osserva il cielo e prevede il tempo. Don Giammaria, di ritorno a casa, saluta Piedipapera e compare Tino, che lo prendono in giro per la sua cena. Don Giammaria, infuriato, si lamenta dei pettegolezzi e dell'avarizia dei paesani. Compare Tino rivela i segreti di don Michele, il brigadiere delle guardie doganali, che si incontra di nascosto con lo zio Santoro all'osteria. La Longa rientra in casa, mentre le comari si disperdono. Mena e Alfio Mosca si scambiano confidenze sul ballatoio, parlando della festa dei Morti e dei sogni. Padron 'Ntoni, prima di chiudere l'uscio, osserva le stelle e mormora un proverbio sul mare. Rocco Spatu, all'osteria, canta a squarciagola, mentre padron 'Ntoni conclude con un proverbio sulla felicità.
Il capitolo si apre con Mena che, dopo la morte del padre, si trova a dover affrontare un futuro incerto. La sua dote, ormai perduta con il naufragio della "Provvidenza", rende difficile trovare un marito. In questo contesto, riappare Alfio Mosca, un carrettiere onesto e laborioso, che nutre un sincero affetto per Mena. Alfio si reca alla casa del nespolo per portare conforto alla famiglia e offre il suo aiuto. Durante la visita, Alfio e Mena hanno un breve scambio di parole, lui le dice che ha sentito che si sposerà con Brasi di padron Cipolla e lei diventò rossa e non si fidava. La scena tra Mena e Alfio è intrisa di malinconia e di desiderio inespresso. Entrambi sono consapevoli delle difficoltà che li separano: la perdita della dote di Mena, la differenza di classe sociale, le maldicenze del villaggio. Nonostante ciò, tra i due si percepisce un legame profondo, fatto di stima e di affetto reciproco. La conversazione tra Mena e Alfio viene interrotta dall'arrivo di altri visitatori, e i due sono costretti a separarsi. Tuttavia, il loro incontro lascia intravedere la possibilità di un futuro insieme, nonostante le avversità. Il resto del capitolo è dedicato alle difficoltà economiche dei Malavoglia. Padron 'Ntoni, determinato a ripagare il debito dei lupini, cerca di trovare soluzioni per risollevare la famiglia. Decide di rimettere in sesto la "Provvidenza" e di tornare a pescare. La sua ostinazione e il suo attaccamento ai valori tradizionali si scontrano con la dura realtà della vita, fatta di debiti, pettegolezzi e ingiustizie. La comunità di Aci Trezza osserva con interesse e malizia la disgrazia dei Malavoglia. Le comari sparlano della loro situazione, mentre alcuni cercano di trarre vantaggio dalla loro sfortuna. Lo zio Crocifisso, con la sua avidità e la sua mancanza di scrupoli, rappresenta una minaccia costante per la famiglia. La Longa, ancora sconvolta dalla perdita del marito, si chiude nel suo dolore. La sua preoccupazione principale è il futuro dei suoi figli. Nunziata e la cugina Anna si prendono cura dei bambini e cercano di alleviare le sofferenze della famiglia. Il capitolo si conclude con padron 'Ntoni che, con l'aiuto di Luca, il figlio di Bastianazzo, inizia a rimettere in sesto la "Provvidenza". La sua determinazione a superare le avversità rappresenta un barlume di speranza per la famiglia Malavoglia.
Capitolo 5
Il capitolo si apre con il ritorno di 'Ntoni al paese, un evento che suscita grande curiosità e pettegolezzi. 'Ntoni, reduce dal servizio militare, si aggira per le strade, salutando vecchi amici e conoscenti, mentre le ragazze lo osservano dalle finestre. Tuttavia, la sua gioia è presto smorzata dalla notizia del matrimonio di Sara di comare Tudda con un vedovo con 6 figli ma ricco. Questo evento segna una svolta nella vita di 'Ntoni, che deve fare i conti con la delusione amorosa e con la realtà di un paese dove le dinamiche sociali ed economiche spesso prevalgono sui sentimenti. Inoltre egli si divertì tutta la giornata e diceva che non valeva la pena tornare a casa. Nel frattempo, la situazione economica dei Malavoglia si fa sempre più precaria. La famiglia si impegna in diverse attività per guadagnarsi da vivere: padron 'Ntoni e i nipoti lavorano nella paranza di compar Cipolla, (tranne 'Ntoni che si lamenta) mentre la Longa si dedica alla tessitura e al lavaggio di panni. Nonostante gli sforzi, le entrate sono scarse e le preoccupazioni aumentano, soprattutto a causa del debito contratto con lo zio Crocifisso per l'acquisto dei lupini. Le difficoltà economiche si intrecciano con i pettegolezzi e le maldicenze del paese. Comare Venera e la Mangiacarrubbe, in particolare, sono molto interessate alla vita di 'Ntoni e non perdono occasione per commentare le sue vicende. Le voci che circolano sul debito dei Malavoglia alimentano ulteriormente le preoccupazioni della famiglia. La figura dello zio Crocifisso, soprannominato "Campana di legno", emerge come un personaggio chiave in questo capitolo. La sua insistenza nel richiedere il pagamento del debito dei lupini mette a dura prova la pazienza dei Malavoglia (dice che aspetterà fio a Natale); quindi lo zio Crociffiso vende (forse) il suo debito a Piedipapera. La situazione si complica ulteriormente con l'arrivo dell'usciere e la minaccia di pignoramento. Di fronte a questa emergenza, i Malavoglia cercano aiuto in tutti i modi possibili. Si rivolgono a don Silvestro, il segretario comunale, e all'avvocato Scipioni, il quale gli dice che non devono fare niente perché non può prendergli nulla ne la casa ne la braca, perché erano la dote della Longa. Tuttavia, le loro speranze si infrangono contro la dura realtà: per saldare il debito dei lupini, Maruzza dovrà rinunciare all'ipoteca della dote, un sacrificio che segna un ulteriore passo verso la rovina della famiglia. Il sesto capitolo si conclude con un senso di crescente angoscia e incertezza. Le difficoltà economiche, i pettegolezzi del paese e le pressioni dello zio Crocifisso mettono a dura prova la resistenza dei Malavoglia, che si trovano a fronteggiare un destino sempre più avverso.
Capitolo 6
Il capitolo VII de "I Malavoglia" si apre con un'atmosfera cupa e malinconica. Il Natale è stato difficile per la famiglia, e la partenza di Luca per il servizio militare aggiunge un ulteriore peso alle loro preoccupazioni. La scena della partenza di Luca, con la pioggia che cade sul nespolo e il fardello sotto il braccio, è carica di tristezza e presagio; la famiglia non lo accompagna nemmeno alla stazione per suo volere. Nonostante le difficoltà, i Malavoglia cercano di reagire. La Provvidenza viene rimessa in mare, [compare Zippuddu l'vaveva riparata] simbolo di speranza e di ritorno alla normalità. La scena del varo della barca è descritta con vivacità, con la folla che si accalca e i commenti dei compaesani. La Provvidenza, lucente di pece nuova, sembra rinascere, ma la memoria di Bastianazzo, morto in mare, incombe sui presenti. La vita quotidiana riprende con i suoi ritmi. Padron 'Ntoni si dedica alla pesca, mentre Maruzza e Mena si occupano dei lavori domestici e della tessitura. I dialoghi tra i personaggi rivelano le loro preoccupazioni economiche e i loro timori per il futuro. La figura di Alfio Mosca, che si appresta a lasciare il paese, aggiunge un ulteriore elemento di malinconia al quadro. Le difficoltà economiche dei Malavoglia sono sempre in primo piano. Padron 'Ntoni cerca di far quadrare i conti, pensando alla provvista di sale e al debito con compare Zuppiddu. Maruzza, dal canto suo, cerca di risparmiare e di trovare nuove fonti di guadagno, come la vendita delle uova. Il capitolo continua con un'esplosione di rabbia e di protesta da parte dei compaesani, a causa della notizia dell'aumento del dazio sulla pece. Le donne, in particolare, si scatenano in una serie di invettive contro le autorità e contro don Silvestro, accusato di essere la causa di tutti i mali. La tensione nel paese è palpabile, e si temono disordini e violenze.
Capitolo 7
Il capitolo continua a dipingere un quadro di tensione e fermento nel paese di Aci Trezza. La questione del dazio sulla pece infiamma gli animi, dividendo la comunità tra chi protesta apertamente e chi, come lo zio Crocifisso, preferisce rimanere in disparte, temendo per i propri averi. La Vespa, nipote dello zio Crocifisso, si fa portavoce delle preoccupazioni dello zio, temendo che la folla possa assaltare la sua casa. Nel frattempo, i "pesci grossi" del paese, come padron Cipolla e massaro Filippo, si tengono lontani dalla piazza, lasciando il sindaco, Baco da seta, in balia delle proteste. La figura di don Silvestro emerge come quella di un abile manipolatore, capace di destreggiarsi tra le diverse fazioni e di mantenere il controllo della situazione. Nonostante le accuse e le minacce, don Silvestro continua a muoversi con sicurezza, consapevole del proprio potere. La tensione nel paese raggiunge il culmine durante la seduta del consiglio comunale. La Zuppidda, istigata da don Silvestro, si scaglia contro Piedipapera, accusandolo di essere un usuraio e un traditore. Ne segue una rissa tra i due, che coinvolge anche 'Ntoni. La sera, 'Ntoni dichiara pubblicamente di voler sposare Barbara Zuppidda. La famiglia Malavoglia, tuttavia, non accoglie con favore la notizia. Padron 'Ntoni, fedele alle tradizioni, insiste sul fatto che prima di Barbara debba sposarsi Mena. Ne scaturisce un acceso diverbio tra 'Ntoni e il nonno, che si conclude con la partenza del giovane, amareggiato e frustrato. Il capitolo si chiude con un senso di incertezza e preoccupazione per il futuro dei Malavoglia. Le difficoltà economiche e le tensioni familiari mettono a dura prova la loro resistenza, mentre il paese intero è scosso dalle proteste e dai conflitti.
Padron 'Ntoni, con la sua ostinata determinazione, prosegue nel suo progetto di combinare il matrimonio tra Mena e Brasi Cipolla, vedendo in questa unione la possibilità di risollevare le sorti della famiglia. I preparativi fervono, il corredo di Mena è pronto, e la visita di Brasi e dei suoi familiari ufficializza il fidanzamento. Tuttavia, dietro la facciata di festa, si cela il dolore di Mena, il cui cuore appartiene ad Alfio Mosca. La sua sofferenza è palpabile, ma la ragazza si sottomette al volere del nonno, consapevole del suo ruolo di figlia e della sua responsabilità nei confronti della famiglia. Alfio Mosca, consapevole dell'amore di Mena e del matrimonio imminente, decide di lasciare il paese, scegliendo la dura strada della Bicocca, dove la malaria miete vittime. La sua partenza è un addio straziante, soprattutto per Mena, che vede allontanarsi l'uomo amato. La confessione d'amore di Alfio, prima di partire, è un momento di intensa emozione, che lascia un segno indelebile nel cuore di Mena. La partenza di Alfio lascia un vuoto nel paese, e la sua figura, simbolo di una vita semplice e onesta, si allontana, lasciando spazio a un futuro incerto. Nel frattempo, Aci Trezza è un crocevia di pettegolezzi e intrighi, dove Piedipapera, con i suoi loschi traffici, cerca di trarre vantaggio dalla situazione, alimentando maldicenze e creando tensioni. Don Silvestro, con i suoi piani per conquistare Barbara, aggiunge un tocco di commedia alla vicenda, mentre Vanni Pizzuto, astuto e opportunista, cerca di sfruttare la situazione a suo favore. Don Michele, il brigadiere, è tormentato dalla gelosia per 'Ntoni e Barbara, e la sua presenza aggiunge un elemento di tensione alla narrazione. I pretendenti si uniscono contro 'Ntoni La situazione economica dei Malavoglia rimane precaria, e padron 'Ntoni spera che il matrimonio di Mena possa risolvere i loro problemi. Zio Crocifisso, tuttavia, è determinato a farsi pagare il debito, minacciando di intentare una causa. La casa del nespolo, simbolo della famiglia, è ancora a rischio, e il futuro dei Malavoglia è incerto. La Pasqua si avvicina, e il paese si prepara a festeggiare, ma le tensioni e i drammi personali non si placano. La descrizione del paese, con i suoi colori e i suoi suoni, è un elemento fondamentale del capitolo, e Verga ci immerge nella vita di questa piccola comunità, facendoci sentire parte di essa.
Capitolo 8
Capitolo 9
Mena e Brasi Cipolla si stanno per sposare, ma durante la cerimonia della spartizione dei capelli della sposa giunge la notizia che una nave italiana è affondata durante la battaglia di Lissa Il capitolo prosegue con la crescente angoscia di Maruzza, la Longa, che attende notizie del figlio Luca, imbarcato sulla nave "Re d'Italia", dopo la battaglia di Lissa. La notizia della battaglia si diffonde nel paese, e le vicine si stringono intorno a Maruzza, cercando di confortarla. L'attesa di una lettera da Luca si fa sempre più angosciosa. Padron 'Ntoni, preoccupato, si reca a Catania per cercare informazioni, e lì riceve la conferma della morte di Luca. La notizia getta Maruzza nella disperazione, e la donna si rifugia nella preghiera, identificandosi con la Madonna Addolorata. La perdita di Luca aggrava ulteriormente la già precaria situazione dei Malavoglia. Piedipapera e zio Crocifisso approfittano della situazione per impossessarsi della casa del nespolo. I Malavoglia sono costretti a lasciare la loro casa e a trasferirsi in una misera casupola. Le maldicenze e i pettegolezzi si intensificano nel paese, e i Malavoglia vengono emarginati dalla comunità. La Zuppidda, in particolare, si accanisce contro la famiglia, e 'Ntoni, deluso e amareggiato, si allontana da Barbara. 'Ntoni, deluso e amareggiato, si lascia andare alla disperazione. Il giovane si sente inutile e senza speranza, e si abbandona all'ozio e alla malinconia. 'Ntoni invidia la vita dei carrettieri e dei mendicanti, che gli sembrano più liberi e spensierati della sua. Il capitolo si chiude con un senso di profonda tristezza e rassegnazione. La famiglia Malavoglia, colpita da una serie di disgrazie, sembra destinata alla rovina. 'Ntoni, in particolare, si sente privato di ogni speranza e si abbandona alla deriva. [matrimonio tra Mena e Brasi annullato]
Nel decimo capitolo de "I Malavoglia", la famiglia si dedica alla pesca con la "Provvidenza", affrontando le insidie del mare per guadagnarsi da vivere. Nonostante le difficoltà e i rischi, le giornate di pesca portano prosperità, permettendo loro di riscattare il corredo di Mena e di sperare in un futuro migliore. 'Ntoni, però, cova ancora rancore verso Barbara Zuppidda, desiderando che si penta di averlo respinto. Durante una tempesta, la "Provvidenza" rischia il naufragio e padron 'Ntoni rimane gravemente ferito. L'incidente getta la famiglia nella disperazione, con il vecchio padrone in punto di morte. Le vicine si radunano fuori dalla loro casa, commentando la tragedia e prevedendo la fine dei Malavoglia. Padron 'Ntoni, sul letto di morte, dà i suoi ultimi consigli ai nipoti, raccomandando loro di non vendere la "Provvidenza", di maritare le sorelle e di ricomprare la casa del nespolo. Contro ogni aspettativa, l'uomo si riprende, scatenando reazioni contrastanti tra le comari. In questo capitolo, la vita ad Aci Trezza continua tra pettegolezzi e tentativi di sistemazione personale. Don Michele, dopo aver salvato i Malavoglia durante la tempesta, è visto con occhi nuovi, soprattutto da Barbara Zuppidda, che sembra interessata a lui. Questo scatena le chiacchiere del paese, alimentate da Piedipapera e don Silvestro, con quest'ultimo che scommette sulla possibilità di una relazione tra don Michele e Barbara. La Santuzza, gelosa di don Michele, si confessa e rivela al prete, don Giammaria, le presunte tresche dell'uomo con Barbara. La notizia si diffonde rapidamente, portando la Zuppidda a smentire pubblicamente ogni coinvolgimento della figlia con don Michele, e a scagliarsi contro la Santuzza. Don Silvestro, nel frattempo, cerca di approfittare della situazione, ma si scontra con donna Rosolina, che gli rinfaccia un vecchio debito e lo accusa di essere un imbroglione. I Malavoglia, con padron 'Ntoni in ripresa, si concentrano sulla pesca e sulla vendita delle acciughe, riuscendo a mettere da parte un po' di denaro. Il vecchio Malavoglia sogna di ricomprare la casa del nespolo e di sistemare le nipoti. La vita del paese è scandita dai ritmi della pesca e dai pettegolezzi, con don Franco che si lamenta della mancanza di progresso e della necessità di uomini nuovi per la politica locale.
Capitolo 10
Nel capitolo XI de "I Malavoglia", il ritorno di due giovani benestanti da un viaggio all'estero suscita l'invidia di 'Ntoni, che sogna una vita di agi. La sera, a casa, mentre la famiglia è intenta a salare le acciughe, 'Ntoni esprime il desiderio di partire per fare fortuna, proprio come il nonno di padron Cipolla. Padron 'Ntoni, però, lo mette in guardia sui pericoli dell'allontanarsi dalla propria terra. La vita dei Malavoglia è scandita dal lavoro e dai racconti serali, ma 'Ntoni è sempre più insoddisfatto e desidera una vita diversa. Il suo malcontento preoccupa Maruzza, che teme di perderlo come ha perso il marito e il figlio. Padron 'Ntoni cerca di farlo ragionare, ricordandogli l'importanza della famiglia e delle tradizioni, ma 'Ntoni è deciso a partire. Nel frattempo, a Catania scoppia un'epidemia di colera, che si diffonde rapidamente anche ad Aci Trezza. La paura del contagio porta alla fuga dei forestieri e alla chiusura delle attività commerciali. Maruzza, nonostante le precauzioni, contrae il colera e muore, lasciando la famiglia nella disperazione. La morte di Maruzza segna profondamente i Malavoglia, che si ritrovano soli e senza risorse. 'Ntoni, sentendosi responsabile della situazione, decide di partire per cercare fortuna e aiutare la famiglia. La sua partenza è un momento di grande tristezza per tutti, soprattutto per Mena, che lo vede allontanarsi con il cuore spezzato.
Capitolo 11
Nel capitolo XII de "I Malavoglia", la famiglia, provata dalla morte di Maruzza e dalla partenza di 'Ntoni, si trova in gravi difficoltà economiche. La pesca è scarsa e le spese superano i guadagni, costringendo Mena a intaccare i risparmi per la casa del nespolo. La soluzione più logica sembra vendere la "Provvidenza", ormai vecchia e poco redditizia. Padron 'Ntoni si rivolge a Piedipapera per trovare un acquirente, ma la vendita si rivela difficile. Alla fine, lo zio Crocifisso accetta di comprare la barca e gli attrezzi, ma a un prezzo stracciato. I Malavoglia, senza più la "Provvidenza", si trovano costretti a lavorare a giornata per padron Cipolla. Nel frattempo, la vita del paese continua con i suoi pettegolezzi e le sue storie. Brasi Cipolla è conteso tra la Vespa e la Mangiacarrubbe, mentre don Michele continua a corteggiare Barbara Zuppidda. Mena, rimasta sola con la sorellina, si occupa della casa e lavora per mantenere la famiglia. La sera, i Malavoglia si ritrovano sulla porta di casa con i vicini, Nunziata e la cugina Anna, a chiacchierare e a ricordare i tempi passati. Alessi e Nunziata, ancora bambini, parlano di matrimonio e di progetti per il futuro, sognando di ricomprare la casa del nespolo. Inaspettatamente, 'Ntoni fa ritorno al paese, ma non è affatto ricco come sperato. Al contrario, è lacero e senza scarpe, suscitando le risate e i commenti ironici dei compaesani. Nonostante ciò, la famiglia lo accoglie con gioia, felice di averlo di nuovo a casa. 'Ntoni, però, si mostra insofferente verso la vita di stenti e di lavoro duro. Ha aperto gli occhi sul mondo e ha visto che ci sono persone che vivono nell'agiatezza senza fare nulla, mentre altri si spezzano la schiena per guadagnarsi da vivere. Questa ingiustizia lo indigna e lo porta a criticare il sistema sociale.
Capitolo 12
'Ntoni trascorre le sue giornate a chiacchierare con gli altri uomini del paese, come Rocco Spatu, Vanni Pizzuto e Piedipapera, condividendo le sue riflessioni sulla vita e sul mondo. Critica i ricchi e i potenti, come don Silvestro, lo zio Crocifisso e padron Cipolla, che si arricchiscono sfruttando i poveri. Esprime anche il suo disprezzo per le donne che cercano un marito solo per farsi mantenere. 'Ntoni trova un alleato nello speziale, don Franco, che condivide le sue idee sulla necessità di cambiare il mondo. Don Franco critica il sistema politico e sociale, denunciando la corruzione e l'ingiustizia. 'Ntoni, influenzato dalle idee dello speziale, inizia a desiderare una vita diversa, una vita in cui non debba faticare per sopravvivere. Il capitolo si conclude con 'Ntoni che esprime il desiderio di diventare guardia doganale, un lavoro che gli permetterebbe di guadagnare senza fare troppa fatica. Questo desiderio riflette la sua aspirazione a una vita più facile e agiata, ma anche la sua disillusione nei confronti del lavoro onesto e faticoso.
Nel capitolo XIII de "I Malavoglia", il ritorno di 'Ntoni ha portato scompiglio nella famiglia. Il giovane, trascorrendo le serate all'osteria, torna spesso ubriaco, suscitando la vergogna di padron 'Ntoni e l'indifferenza dei fratelli. Il nonno tenta invano di farlo ragionare, ricordandogli l'importanza della famiglia e le sofferenze passate, ma 'Ntoni sembra aver perso ogni legame con il suo passato (torna a lavorare per poco) La sua condotta suscita pettegolezzi nel paese, e i Malavoglia, un tempo rispettati, sono ora oggetto di scherno. 'Ntoni, invece di lavorare, passa le giornate all'osteria, mantenuto dalla Santuzza, e si unisce a figure poco raccomandabili come Rocco Spatu. La situazione in casa Malavoglia è tesa. Padron 'Ntoni, affranto, non osa più uscire di casa per la vergogna, mentre Mena e Lia cercano di mantenere un minimo di dignità. Lia, in particolare, sembra attratta dalle attenzioni di don Michele, che la corteggia con promesse di una vita agiata in città. La famiglia è divisa: padron 'Ntoni e i nipoti cercano di sbarcare il lunario con la pesca e altri lavori umili, mentre 'Ntoni vive di espedienti e non si cura del futuro. la situazione per i Malavoglia peggiora ulteriormente. 'Ntoni, ormai dedito all'ozio e alla frequentazione di cattive compagnie, si trova coinvolto in attività sospette, probabilmente contrabbando, con Rocco Spatu e Cinghialenta. Don Michele, il brigadiere, mette in guardia Mena sui rischi che corre il fratello, cercando di instillare paura e preoccupazione nella famiglia. La tensione aumenta quando 'Ntoni, sempre più emarginato e provocato, decide di affrontare don Michele all'osteria. La lite degenera in una rissa violenta, durante la quale 'Ntoni viene malmenato. L'episodio segna un punto di non ritorno per 'Ntoni, che si sente sempre più escluso e desideroso di vendetta. Nel frattempo, la situazione economica della famiglia è precaria. Padron 'Ntoni, affranto, cerca di recuperare la casa del nespolo, ma lo zio Crocifisso, ormai sposato con la Vespa, si dimostra avido e inaffidabile. Lia, sempre più vanitosa, continua a desiderare una vita agiata, mentre Mena si preoccupa per il futuro della famiglia e per la sorte del fratello. Il capitolo si conclude con 'Ntoni che, umiliato e rabbioso, giura vendetta contro don Michele, alimentando la spirale di violenza e disperazione che sembra avvolgere i Malavoglia.
Capitolo 13
Nel capitolo XIV de "I Malavoglia", la tensione tra 'Ntoni e don Michele raggiunge il culmine. Una notte tempestosa, mentre 'Ntoni e i suoi compagni si apprestano a compiere un'azione illegale (probabilmente contrabbando) sulla sciara, si imbattono in don Michele. Ne segue uno scontro violento: 'Ntoni, accecato dalla rabbia, accoltella don Michele, ferendolo gravemente. 'Ntoni tenta la fuga, ma viene catturato dalle guardie, insieme al figlio della Locca. Gli altri complici riescono a scappare. L'arresto di 'Ntoni getta la famiglia Malavoglia nella disperazione. Mena e Lia, che avevano cercato di avvertire il fratello del pericolo, sono sopraffatte dal dolore. La notizia dell'aggressione si diffonde rapidamente nel paese, alimentando pettegolezzi e giudizi negativi sulla famiglia. Padron 'Ntoni, già provato dalle disgrazie, è ulteriormente umiliato dalla condotta del nipote (usa i suoi denari per un avvocato). La reputazione dei Malavoglia è ormai compromessa, e il loro futuro appare incerto. Il paese intero è in subbuglio, e tutti accorrono al tribunale per assistere al processo. 'Ntoni è condannato a cinque anni di carcere, e la famiglia Malavoglia è ulteriormente colpita dalla disgrazia. Durante il processo, l'avvocato difensore di 'Ntoni, nel tentativo di scagionarlo, getta discredito su Lia, insinuando una relazione con don Michele ('Ntoni stava cercando di difendere l'onore di Lia). Padron 'Ntoni, già provato dalla condanna del nipote, viene colto da un malore. Lia, sentendosi umiliata e disonorata, fugge di casa, scomparendo nel nulla. La sua fuga rappresenta un ulteriore colpo per la famiglia, già duramente provata dalle avversità.
Capitolo 14
In questo capitolo, la famiglia Malavoglia è ormai allo stremo. Lia è fuggita, e padron 'Ntoni, provato dalle disgrazie, è diventato un'ombra di sé stesso. Alessi, l'unico rimasto a prendersi cura del nonno e di Mena, cerca di mantenere la famiglia unita, ma la situazione è disperata. Padron 'Ntoni, consapevole di essere un peso per i nipoti, decide di farsi ricoverare all'ospedale. La sua partenza segna la fine di un'era per i Malavoglia, un simbolo della loro disgregazione e della sconfitta di fronte alle avversità della vita. Nel frattempo, nel paese, continuano i pettegolezzi e i giudizi sulla famiglia. La Santuzza, ormai lontana da don Michele, si mostra virtuosa e giudica aspramente gli altri. La vita continua, tra matrimoni, pettegolezzi e piccole meschinità, mentre i Malavoglia cercano di sopravvivere alla loro tragedia. In questo capitolo, la famiglia Malavoglia è ormai ridotta al nucleo di Alessi, Mena e Nunziata. Padron 'Ntoni, ricoverato in ospedale, muore, lasciando un vuoto incolmabile. 'Ntoni, dopo aver scontato la pena, torna a trovare i suoi cari, ma si sente un estraneo e decide di andarsene nuovamente. La casa del nespolo, simbolo del focolare domestico, viene riscattata da Alessi, che si sposa con Nunziata. Mena, invece, rinuncia al matrimonio e si dedica alla cura dei nipoti. La vita nel paese continua, tra matrimoni, pettegolezzi e la dura lotta per la sopravvivenza. 'Ntoni, sentendosi estraneo e portatore di disgrazie, decide di lasciare per sempre Aci Trezza. Prima di andarsene, visita la casa del nespolo, dove tutto gli ricorda il passato felice e la sua famiglia. La sua partenza all'alba, mentre il paese si risveglia, segna la fine definitiva della famiglia Malavoglia come la conosciamo.