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Giotto
Architettura
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Transcript
Giotto
La Cappella degli Scrovegni Padova
Virtual tour
Essoumhi Ismail
Innovazione pittorica di Giotto
La vita di Giotto
Cappella degli Scrovegni
Info
Verso il Giudizio Universale
Verso l'Arco Trionfale
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Volta
Storie di Gioacchino e Anna
Storie di Maria
Infanzia e miracoli di Cristo
Storie e Miracoli di Cristo
Arco Trionfale
Passione e Ressurezione di Cristo
Passione di Cristo
Vizi
Virtù
La Volta
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Parete destra
Storie di Gioacchino e Anna
Infanzia e miracoli di Cristo
Passione di Cristo
Virtù
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Parete sinistra
Storie di Maria
Storie e Miracoli di Cristo
Passione e Ressurezione di Cristo
Vizi
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Arco Trionfale
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Giudizio Universale
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La cacciata di Gioacchino dal tempio
Si narra nei Vangeli apocrifi che Gioacchino, recatosi al tempio per offrire l'agnello votivo venisse scacciato dallo scriba Ruben: "Non ti è lecito rimanere qui, tra coloro che offrono sacrifici al Signore, perchè egli non ti ha benedetto e dato prole nel popolo di Israele". (Pseudo Matteo 2, 1). Il ciborio e il pulpito, o bimah per gli ebrei, viene presentato architettonicamente in analogia al Sancta Santorum delle basiliche paleocristiane, visto da Giotto a Roma e qui memorizzato, con un aggiornamento sull'architettura "moderna" di Arnolfo di Cambio.
Gioacchino tra i pastori
Gioacchino si reca tra i suoi pastori in montagna e per cinque mesi la sua consorte Anna non ha più nessuna notizia di lui. La sofferenza di Gioacchino, futuro padre di Maria, viene resa nell'atteggiamento dimesso del corpo con il capo chino e dall'espressione del volto, che contrasta con l'affettuosa vivacità del cagnolino dei pastori che gli viene incontro. Alla chiara espressione dei sentimenti corrisponde la costruzione volumetrica delle figure, ridotte all'essenziale per lasciare spazio al paesaggio boschivo e montuoso. L'attenzione per la natura, già vivamente osservata nelle opere di Giotto ad Assisi, a Padova diventa uno degli elementi dominanti.
L'annuncio della nascita di Maria ad Anna
L'annuncio della nascita di Maria ad Anna Anna, in preghiera nella sua stanza, riceve l'annuncio dell'Angelo che le dice: "Non temere Anna. Dio ha stabilito di esaudire la tua preghiera". La stanza di Anna ha forme classicheggianti, con un timpano in sommità decorato da due putti alati che sorreggono il busto del profeta Isaia, entro una conchiglia. All'interno gli arredi sono di epoca trecentesca: il baule, la panca, il letto con la coperta a righe. Nella quotidianità, la sacralità dell'evento è data dall'immagine di Anna inginocchiata in preghiera e dalla figura dell'Angelo che occupa per intero il vano della finestra da cui di affaccia ponendosi di scorcio. Un'ancella intanto fila seduta sotto il portico, ignara dell'evento miracoloso che si sta compiendo.
Il sacrificio di Gioacchino
L'Angelo annuncia a Gioacchino che Anna partorirà: "Gioacchino che s'era inginocchiato, prese il capretto e lo offrì in sacrificio a Dio". Sull'altare viene rappresentato lo scheletro dell'agnello sacrificale e sopra di lui è lievemente tratteggiata una testa di profilo, quale allegoria della preghiera di Gioacchino che sale al cielo. Sopra l'allegoria viene rappresentata la mano di Dio che la benedice e l'accoglie. I fiori disegnati e dipinti con accuratezza anticipano, e di molto, le pagine miniate degli erbari realizzati a Padova alla fine del secolo XIV dimostrando un interesse scientifico-naturalistico nuovo per gli inizi del Trecento. E' il modo nuovo d'intendere la natura e di goderla in tutti i suoi elementi che Giotto porta a compimento a Padova e che denota attente osservazioni dal vero.
Il sogno di Gioacchino
Gioacchino, addormentandosi, riceve il messaggio dell'Angelo: "Ritorna da Anna perchè siete stati esauditi nelle vostre preghiere". La visione mistica coglie Gioacchino immerso nel sonno, accovacciato e chiuso in se stesso tanto da formare una figura geometrica a piramide. L'azione, cioè l'Angelo, i pastori e le pecore, sono spostati, per quanto più possibile, sul lato sinistro cosicchè lo spazio diventa amplissimo e vuoto al centro, in modo da isolare il protagonista e dargli la giusta importanza. Il pastore in primo piano appoggiato al bastone e la figura di Gioacchino, spesso accostata alle sculture di Nicola Pisano e di Arnolfo di Cambio, sono tra i più bei brani della pittura italiana.
Incontro di Gioacchino e Anna
Gioacchino incontra Anna alle porte di Gerusalemme "Correndogli incontro gli gettò le braccia al collo ringraziando il Signore". Il bacio, quale atto simbolico della procreazione, di matrice classica, perdura, con diverse accezioni, in età medioevale. L'arcone d'accesso alla città, forse tratto sull'esempio dell'arco romano di Rimini, costituisce un'indiretta testimonianza dell'attività di Giotto a Rimini prima del 1305. La donna in nero, con il volto parzialmente coperto, rappresenterebbe simbolicamente la Sinagoga oppure un'allusione alla passata vedovanza di Anna. Le si contrappongono le giovani donne che partecipano al gioioso evento con i capelli raccolti in acconciature a treccia ed abiti alla moda, ritratti femminili vivissimi di eleganti dame del Trecento.
La natività di Gesù
"Maria pose il fanciullo nella mangiatoia e il bue e l'asino lo adorarono" (Psuedo Matteo, 13-14). Lo scorcio con il quale viene dipinto l'asino costituisce una delle invenzioni più innovative della pittura italiana. Analogamente di scorcio sono raffigurati i due pastori, dialoganti con l'angelo in alto a significare l'unità di tempo e di azione, e quindi di partecipazione, all'episodio narrato. L'iconografia di origine bizantina, e ricorrente in età medioevale, si rinnova profondamente per l'umana tensione affettiva delle figure. Giuseppe, accovacciato, così come i due pastori, diverranno modelli figurativi ricorrenti tra i collaboratori di Giotto, presenti anche negli affreschi del transetto destro della Basilica di Assisi.
L'Adorazione dei Magi
"I Re Magi vennero dall'Oriente portando doni preziosi [...] Mentre camminavano riapparve loro la stella; e quale guida li precedeva finchè giunsero dove si trovava il bambino. Entrati nella casa videro il bambino Gesù, che sedeva in braccio alla Madre. Aperti i loro tesori offrirono un dono ciascuno: oro, incenso, mirra" (Pseudo Matteo, 16). L'angelo a destra di Maria ha una veste che cade morbida e ampia; le maniche sono strette al polso e larghe al gomito come nelle vesti alla moda di primo Trecento. La caduta del colore, dato a secco, della parasta lignea della capanna, rende ora leggibile il volto dell'angelo posto dietro a Maria. Anche l'azzurrite del manto, in gran parte perduta, permette d'apprezzare il disegno preparatorio.
La presentazione di Gesù al Tempio
"Simeone prendendo in braccio il bambino e adagiandolo sul pallio esclamò: - Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola. - [...] C'era nel Tempio anche una profetessa, Anna ed anch'ella adorò il Bambino dicendo: - Poichè in lui sarà la redenzione del mondo - ." (Pseudo Matteo, 15, 1-3). Queste parole sono riportate nel cartiglio che Anna reca nella mano, testimonianza chiara della fonte da cui il brano è tratto. La composizione godette di una grande fortuna non solo tra i seguaci di Giotto, ma anche tra gli artisti di tutto il Trecento, anche nelle arti minori, come l'oreficeria.
La fuga in Egitto
Un angelo appare a Giuseppe e gli dice di fuggire con Maria e il Bambino in Egitto: " Giuseppe si mise in viaggio, come gli aveva detto l'angelo. Ora tre ragazzi percorrevano la strada con Giuseppe mentre una ragazza accompagnava Maria" (Pseudo Matteo, 17-18). La scena, tra le più note del ciclo pittorico, è tutta racchiusa entro la piramide determinata geometricamente dalla roccia al centro dello sfondo. All'interno di tale definizione geometrico-spaziale, sull'asse centrale, Maria e il Bambino formano, pariteticamente, una composizione piramidale. Sono compresenti, in perfetto equilibrio, il dramma sacro e l'affabilità del narrare. Le quinte montuose e gli alberi sono dipinti in tonalità chiare o scure a seconda delle zone in ombra oppure colpite dalla luce.
La strage degli Innocenti
Erode, non avendo potuto catturare i Re Magi, invia i soldati a Betlemme e fa uccidere tutti i bambini di età non superiore ai due anni. Re Erode si affaccia da una loggia per assistere all'uccisione dei bambini nella speranza che tra questi vi sia il piccolo Gesù. Il Tempio a pianta ottagonale a destra, forse la rappresentazione della chiesa di San Francesco a Bologna, allude simbolicamente al martirio e al culto dei Santi Innocenti. Infatti il rinvenimento di reliquie riferite ai Santi Innocenti nella Basilica di Santa Giustina a Padova (1053) diffuse in città un culto particolarmente sentito in età medioevale.
L'ultima cena
Gesù annuncia che uno degli apostoli lo tradirà e Giovanni "reclinandosi sul petto di Gesù gli disse: - Signore, chi è? - Rispose allora Gesù: - E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò - ". (Giovanni, 13. 21-26). Giuda, seduto in un angolo a sinistra. sta per ricevere il segnale di riconoscimento da Cristo. Gli altri apostoli sono disposti intorno alla tavola imbandita, cinque visti frontalmente, cinque posti in primo piano, di schiena seduti sulla panca posizionata leggermente in diagonale in rapporto alla cornice inferiore del riquadro. A questo lieve scarto "prospettico" corrisponde in alto l'angolo del tetto e del soffitto. Le vesti sono dipinte con colori in piena luce per quelle in primo piano, a tonalità ombrate quelle sulla parete di fondo. La veste dell'apostolo al centro, ornata da una fitta decorazione dorata, è il punto di massima luminosità.
Cristo davanti ad Anna e Caifa
Gesù, interrogato dai sacerdoti risponde loro: " - Io ho parlato al mondi apertamente [...] - Aveva appena detto questo che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù dicendo: - Così rispondi al Sommo Sacerdote? - " (Giovanni 18, 12-23). Il soldato a sinistra sta per dare lo schiaffo a Gesù e Caifa si strappa le vesti. Con il procedere del dramma sacro la gestualità diventa sempre più esplicita e carica di emotività. I volti si fanno arcigni e sempre più marcati. Il gesto di Caifa, improntato a un ostentato verismo, parla più delle parole, come pure il volto di Cristo, intenso nello sguardo, ma sofferente nel lieve inarcuarsi delle spalle.
La lavanda dei piedi
Gesù lava e asciuga i piedi agli apostoli. "Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: - Signore tu lavi i piedi a me? - " (Giovanni 13, 2-6). Cristo e Pietro costituiscono il fulcro della narrazione e si guardano con intensità. La figura di San Giovanni con la brocca sostenuta dal braccio allungato in avanti è costruita come se fosse scolpita in un blocco marmoreo e rinvia, nella monumentalità, alle sculture di Arnolfo di Cambio. L'unità di spazio e di temo con la scena precedente viene espressa dall'identità di spazio architettonico.
La cattura di Cristo
Giuda abbraccia e bacia Gesù, rendendolo riconoscibile ai soldati che lo catturano. "Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco" (Giovanni 18. 1-10). L'azione cruenta del taglio dell'orecchio viene dipinto con forte realismo. L'incalzare dei soldati, assiepati dietro il blocco centrale delle figure di Cristo e di Giuda si fa drammatico nell'interpretazione, nell'infittirsi degli elmi, delle lance, delle torce sullo sfondo del cielo notturno. I volti, di un realismo ostentato, dimostrano nell'irregolarità dei lineamenti laggressività dei sentimenti e la colpa.
Cristo deriso
I sacerdoti e Pilato assistono alla scena di Cristo deriso dai soldati che "[...] s'inginocchiavano davanti a lui e lo schernivano: - Salve Re dei Giudei - " (Matteo 27, 27-30). La scena si svolge in un cortile entro il palazzo. Eleganti colonne sorreggono la trabeazione con una decorazione a palmette e a leoncini di gusto classicheggiante, secondo i modelli romani. Il volto di Pilato e quello a destra, forse di un soldato, sono dipinti con una volumetria e una resa naturalistica tanto forte da sembrare veri e propri ritratti. In questa scena la sperimentazione delle forme per masse colorate immerse nella luce raggiunge uno degli esiti più compiuti di tutto il ciclo pittorico.
la volta azzurra a botte, con le stelle a otto punte come simbolo dell’ottavo giorno, alludente all’eternità e alla perfezione. Il cielo stellato si sviluppa proiettando tre fasce decorative e dieci tondi. Nei tre archi Giotto ritrasse patriarchi e re dell'Antico Testamento. Dal cielo blu appaiono la Madonna col Bambino e il Cristo benedicente, otto Profeti, Santi e angeli. Sulla volta stellata il Cristo Pantocratore benedice gli astanti con il gesto della mano, tenendo intrecciati l’indice e il medio. Segno che esprime la doppia natura di Cristo, umana e divina. Il simbolo della Trinità fu simboleggiato unendo altresì il pollice, l’anulare e il mignolo.
Cristo pantocratore
Figura di Cristo pantocratore dipinta dentro un clipeo inserito nel cielo stellato.
Madonna col Bambino
Figura di Madonna col Bambino dipinta dentro un clipeo inserito nel cielo stellato.
Profeta Daniele
Figura del Profeta Daniele dipinta dentro un clipeo inserito nel cielo stellato. Ha in mano un cartiglio che cita il verso 36 del capitolo 3 "Hic est Deus noster et non aestimabitur alius adversus eum" (Egli è il nostro Dio e nessun altro gli può essere paragonato)
San Giovanni Battista
Figura di San Giovanni Battista dipinta dentro un clipeo inserito nel cielo stellato.
Prudenza
La figura reca in mano uno specchio con cui può vedere il passato, raffigurato sul retro della nuca con la testa di vecchio.
Forza
La figura impugna la clava e lo scudo e sulla testa e le spalle è coperta dalla pelle del leone.
Temperanza
La figura tiene in mano una spada fasciata e un morso in bocca quali simbolo della necessità di moderarsi.
Giustizia
La figura regge in mano la bilancia e pesa la buona azione, a destra, e la cattiva azione a sinistra.
Fede
La figura regge la croce e il cartiglio delle sacre scritture e, per contrappasso, calpesta i rotoli e le false scritture.
Carità
La figura offre a Dio il suo cuore e tiene in mano un cesto di fiori e di frutta, simbolo dell'amore. In contrappasso calpesta sacchetti con denaro.
Speranza
Rappresentata da una figura alata in volo che sta per ricevere tra le mani una corona.
La nascita di Maria
Per meglio illustrare l'unità di luogo dei fatti narrati Giotto dipinge la casa di Anna come l'aveva rappresentata nel riquadro precedente con la scena dell'Annunciazione della nascita di Maria. Per evidenziare la profondità della stanza disegna "prospetticamente" il rettangolo costituito dai bastoni che sorreggono le tende e, nella profondità di campo così geometricamente definita, colloca due bellissime figure femminili, l'una che tiene in mano le stoviglie con il cibo e l'altra che porge ad Anna la piccola Maria in fasce. La figura femminile con l'elegante veste azzurra con bordure dorate dimostra un'appartenenza sociale elevata e sembra di poter ipotizzare sia la moglie di Enrico Scrovegni. Anche Giusto de' Menabuoi, negli affreschi del Battistero della Cattedrale, rappresenta la committente Fina Buzzaccarini con le figlie nell'atto di rendere omaggio a Santa Elisabetta nella scena della Nascita di Giovanni Battista.
Follia
La figura è un giullare quale simbolo di follia.
Incostanza
La figura è una giovane donna su una ruota che sta per cadere all'indietro.
Ira
La figura è una donna che si straccia le vesti.
Ingiustizia
La figura è un vecchio con spada e lancia. Ai suoi piedi sono rappresentati gli effetti di un cattivo governo: guerre, delitti, spoliazioni.
Infedeltà
La figura porta un idolo legato al collo e per questo non vede e non ascolta i testi sacri pronunciati dal profeta rappresentato in alto a destra con un cartiglio tra le mani.
Invidia
La figura è cieca, la lingua è un serpente e brucia ed bruciata da un fuoco.
La Pentecoste
"Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire si trovavano tutti insieme nello stesso luogo [...] furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito gli dava loro il potere di esprimenrsi" (Atti degli Apostoli 2, 1-4). Lo Spirito si diffonde a raggera sugli Apostoli, con loro profondo stupore, ed essi guardano verso l'alto o si interrogano tra loro. La ricerca "prospettica" in quest'ultimo riquadro segnala un'ulteriore acquisizione. Le figure poste di spalle, in primo piano, assumono una volumetria ampia e forte, quali blocchi scultorei di colore e di luce. Le vesti degli Apostoli seduti sulla panca della parete di fondo sono, in controparte, densamente ombreggiate per dimostrare le differenti tonalità dei colori in rapporto alla diversa quantità di luce assorbita. La sperimentazione ottica, desunta dal reale, viene trasferita in pittura e sono queste le prime riflessioni che conducono Giotto a sperimentare, come dice Vasari, una pittura "fusa e tanto unita".
L'Ascensione
"Gesù fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo" (Atti degli Apostoli 1, 9-11). La luce emanata da Cristo è tale e tanta che gli Apostoli schermano gli occhi per poter fissare lo sgurado sull'evento miracoloso. Due schiere di Angeli e di Profeti dell'Antico Testamento accompagnano Cristo nel moto ascensionale e sono volti posti frontalmente o di profilo, in alternanza, per dare profondità e articolazione spaziale. Le vesti degli Angeli sono decorate con ricami dorati di gusto geometrico-floreale.
La resurrezione di Cristo
Maria Maddalena si reca al sepolcro di Cristo e due angeli le dicono: " - Donna perchè piangi? - Lei rispose: - Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto. - [...] Gesù le disse: - Maria! - Essa allora voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: - Rabbunì - che significa Maestro". (Giovanni 20, 11-16). I due momenti sono rappresentati in un'unica scena ed è ancora la roccia sullo sfondo, in diagonale, che conduce lo sguardo verso la figura di Cristo a destra che sta per uscire di scena, come in una sacra rappresentazione, e che tiene in mano il vessillo della resurrezione "VICTOR MORTIS". La scena è ricca di elementi figurativi che saranno iterati a lungo nella pittura del Trecento. Le figure dei soldati immersi nel sonno saranno imitate per le ideazioni bellissime degli scorci e per la capacità di rendere con pochi tratti di contorno la volumetria dei volti.
Il compianto sul Cristo morto
Giuseppe di Arimatea e Nicodemo ottengono da Pilato la concessione di trasportare e seppellire il corpo di Gesù in un sepolcro. La scena del Compianto sul Cristo morto, un tema iconografico di tradizione medioevale anche letteraria, come ad esempio nella Lauda di Jacopone da Todi, è uno dei riquadri più intensi per drammaticità e forza espressiva. I due volti di Cristo e della Madre, l'uno irrigidito dalla morte e l'altro dal dolore, raggiungono un pathos di grande emotività. Le due donne accovacciate e viste dal retro, l'una con le mani sollevate a sostenere la testa di Cristo e l'altra la mano destra, Maria Maddalena seduta a terra per reggere la mano sinistra, San Giovanni e le pie donne in gruppo in piedi a sinistra si uniscono, coralmente, come in una lauda, al dolore di Maria. La scena fu spesso imitata quale modello compositivo e formale in tutta la pittura del Trecento.
La Crocifissione
Alcuni angeli ruotano intorno alla croce con gesti di disperazione, si stracciano le vesti e allargano le braccia all'indietro, mentre tre di essi raccolgono entro coppe il sangue di Cristo che esce dal costato e dalle mani. La reliquia del "Preziosissimo sangue di Cristo" era una delle più venerate del Medioevo. A Venezia tale reliquia nel Tesoro di San Marco era stata portata da Costantinopoli ed era conservata in un reliquiario d'oro finimente decorato. Gli angeli sono rappresentati con scorci da sotto in su o lateriali poichè si vuole rappresentare il loro librarsi nell'aria intorno alla croce. L'ideazione è bellissima nel suo insieme come pure l'esecuzione pittorica. Il corpo di Cristo viene modellato a velature stese molto liquide. Il centurione è rappresentato con l'aureola poichè, nel Medioevo, era considerato un santo.
L'andata di Cristo al Calvario
Cristo, curvo per il peso della grande croce, procede verso il Golgota, ma si volta all'indietro a guardare la Madre che viene cacciata da un soldato. E' tra le immagini più intense della pittura italiana: spazio fisico e commozione di sentimenti sono espressi dagli sguardi dei protagonisti del dramma che è sacro, ma anche umano. Le figure di Cristo e di Maria, quali blocchi scultorei, costituiscono i due fulcri portanti della composizione.
La cacciata dei mercanti dal Tempio
"Gesù entrò nel Tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comperare e a vendere; rovesciò i tavoli del cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe." (Matteo, 21, 12-15). Il tavolo rovesciato, eseguito in parte ad affresco e in parte a secco, viene rappresentato "prospetticamente" così come la facciata del Tempio. I timpani del portico, ad archi a tutto sesto, sono di gusto classicheggiante e nei due cavalli al centro si allude forse ai cavalli posti in facciata della Basilica di San Marco a Venezia. Al gesto irato di Cristo si contrappone il gesto affettuoso del bambino che trattiene tra le mani la colomba. Intensissimo è il gesto di Giovanni che si copre con la mano sinistra, con il mantello, il volto abbassato e con la destra copre, entro il sun manto, il bambino spaventato.
Ingresso a Gerusalemme
"I discepoli andarono e fecero quello che Gesù aveva loro ordinato. Condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami di alberi e li stendevano sulla via." (Matteo, 21, 6-9). Le annotazioni realistiche in questa scena sono vivacemente espresse nell'uomo a destra che sta togliendosi la tunica e nel giovane con la testa e le mani ancora avvolte dalla tunica. L'asina e il puledro sono dipinti con grande efficacia, con un'attenzione lenticolare nel muso dell'asina nel tratteggiare a tratti sottili i peli grigi e bianchi.
La resurrezione di Lazzaro
Gesù, recatosi al sepolcro dove era seppellito il suo amico Lazzaro, chiede di togliere la pietra che chiudeva l'apertura e chiama Lazzaro. "Il morto uscì con i piedi e le mani avvolte in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: - Scioglietelo e lasciatelo andare - ." (Giovanni, 11, 38-44). L'evento miracoloso, commentato con stupore dai discepoli, con devozione dalle sorelle Marta e Maria inginocchiate ai piedi di Cristo, viene sintetizzato emblematicamente nel volto di Lazzaro dalle palpebre e dalla bocca semichisa. La putrefazione del corpo viene espressa dal discepolo a destra che si copre il naso con il mantello, una figura che Giusto de' Menabuoi imiterà nella scena di analogo soggetto nel ciclo degli affreschi del Battistero della Cattedrale di Padova.
Le nozze di Cana
"Gesù disse ai suoi servi: - Attingete e portate al maestro di mensa. - Egli come ebbe assaggiato disse allo sposo: - Tu hai conservato fino ad ora il vino buono. -" (Giovanni, 2, 7-11). Giotto narra con grande vivacità il momento in cui il maestro di mensa assaggia il vino, creando una delle figure più realistiche e imitate successivamente nel Trecento. Di grande bellezza è la figura femminile di schiena e di scorcio che sta versando l'acqua con la brocca nelle giare, qui dipinte come come anfore di tipologia classicheggiante. La ricerca costante in Giotto della geometrizzazione delle forme si legge con particolare evidenza in queste sintesi volumetriche che fissano i corpi in movimento colti da particolari angolature. La veste riccamente ornata della sposa, con la corona sul capo, la tovaglia, la stoffa che copre le pareti della stanza, l'anfora sulla loggia in alto, stoviglie e bicchieri sono invece un vivo documento della vita trecentesca.
Il Battesimo di Cristo
Mentre Gesù, immerso nelle acque del fiume Giordano, riceve il battesimo da Giovanni Battista "[...] il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in forma di colomba. E vi fu una voce dal cielo - Tu sei il figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto -" (Luca, 3, 21-22). Il Padre Eterno in alto e in asse verticale con Cristo, allunga la mano in atto benedicente e trattiene nella mano sinistra il libro delle Sacre Scritture. La trasparenza dell'acqua del fiume lascia visibile il corpo di Gesù, le sue gambe e perfino il pesce che gli guizza a lato. Le due quinte rocciose definiscono lo spazio a imbuto entro il quale viene isolata la figura di Gesù. La figura a destra, un discepolo del Battista, è ancora leggibile nel disegno preparatorio, molto rifinito, data la caduta dell'azzurrite.
Cristo tra i dottori nel Tempio
Maria e Giuseppe, dopo tre giorni di ricerche, trovano Gesù nel Tempio di Gerusalemme seduto tra i Dottori nell'atto di ascoltare e di interrogarli: "Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: - Figlio, perchè ci hai fatto ciò? - Egli rispose: - Perchè mi cercavate? Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio? -". (Luca, 8, 46-49). I dottori sono assiepati sui due lati, lasciando spazio vuoto nella zona centrale dove siede Gesù, in consonanza con il vuoto retrostante del catino absidale che amplifica la scena in profondità.
Il corteo nuziale di Maria
La flessuosa eleganza di Maria e delle fanciulle al suo seguito ha indotto ad ipotizzare un viaggio di Giotto in Francia, viaggio peraltro non documentato. Si giustifica questo goticismo in Giotto con l'influsso derivato dalle sculture di Giovanni Pisano e dagli echi francesi che potevano giugere in Italia tramite piccole sculture in avorio, miniature, smalti applicati su suppellettili sacre e profane. Il gruppo dei tre giovani con clarine e vielle costituisce uno dei brani di pittura più belli del ciclo pittorico per il perfetto equilibrio tra naturalezza ed idealizzazione. Il giovane con le gote gonfiate verrà ripreso da Giotto stesso, in variante, nel paliotto per la chiesa di Ognissanti di Firenze.
Le nozze di Maria e Giuseppe
Maria viene affidata a Giuseppe, secondo la volontà divina, e si compie la cerimonia nel Tempio, rappresentato da Giotto identico a quello dipinto nelle scene precedenti. Anche il gruppo di giovani sulla sinistra è in continuità con l'episodio precedente ed uno di questi è colto ancora nell'atto di spezzare con il ginocchio piegato il ramoscello non fiorito. La figura esile di Maria, giovane fanciulla, presenta un gusto gotico nella sua elegante veste candida. La mano di Maria appoggiata sul suo ventre, mentre Giuseppe le infila l'anello al dito, sembra alludere alla maternità, con tenera naturalezza.
La preghiera di Giuseppe e dei giovani al Tempio
Il sacerdote e i giovani si raccolgono in preghiera in attesa del segno divino. I ramoscelli sono posti sulla mensa dell'altare tra due vasi sacri. L'emozione dell'attesa si legge negli sguardi, tutti fissi verso l'altare, nei profili marcati, nell'arcuarsi delle figure inginocchiate. Giuseppe, posto quasi fuori campo ed indicato dall'aureola sul capo, è posto in secondo piano e di scorcio, diventando di fatto l'espressione più sentita della timorosa attensa che così viene descritta nei Vangeli apocrifi: "Giuseppe se ne sta appartato in un angolo".
La consegna delle Verghe
"...Esci e raduna tutti i vedovi del popolo. Ognuno porti un bastone: Maria sarà la moglie di colui che il Signore designerà per mezzo di un segno". Gettata l'ascia, Giuseppe uscì per raggiungerli" (Protovangelo di Giacomo 8,3-9,1). Nella scena i giovani consegnano le verghe al sacerdote Abiatar come aveva ricevuto comando da Dio: "...Unisci nel Sancta Santorum i ramoscelli di tutti". Il Tempio è un edificio a navata centrale con soffitto piano e due navate laterali con la calotta absidale che presenta una decorazione geometrica resa "prospetticamente". Questa architettura, come le altre qui dipinte da Giotto, è significativa delle sperimentazioni in continuo sviluppo sulla resa della tridimensionalità compiute dal maestro fiorentino a Padova. Il paliotto dell'altare, ornato da un tessuto a disegni geometrici, allude alla preziosità delle stoffe trecentesche e all'aulicità del luogo.
La presentazione di Maria al Tempio
La piccola Maria viene condotta da Anna e Gioacchino al Tempio: "...e affida a Dio assieme alla schiera di quelle che già vi dimoravano, lodando Dio". Il Tempio diventa lo spazio architettonico che determina, per diagonali, l'ubicazione dei personaggi: il sacerdote al centro con Maria, due sacerdoti a destra, in basso, Sant'Anna e il giovane con il cesto a sinistra. La scena acquista profondità di campo e su tutte domina l'imponente figura di Anna il cui manto si amplia in una grande macchia di colore. I marmi variegati e le esili colonne sono un ricordo dell'architettura romana conosciuta dall'artista e interpretata attraverso le opere di Arnolfo di Cambio.
Disperazione
La figura è un suicida, un uomo che applica il male estremo e per questo la sua anima viene subito strappata dal corpo da un demonio.
Il tradimento di Giuda
A lato del Tempio di Gerusalemme, simboleggiato da un protiro retto da colonnine marmoree, i sommi sacerdoti, tra i quali lo stesso Caifa, dopo aver assistito perplessi alla Cacciata dei mercanti dal Tempio da parte di Gesù, prendono accordi con Giuda Iscariota per essere aiutati a catturare il Cristo. L'apostolo traditore, ormai posseduto dal diavolo che lo bracca per le spalle, accetta il pagamento, raccogliendo il sacco coi soldi (Luca, 22, 3). Fortemente individuata è la fisionomia di Giuda, con lo sguardo attento e il profilo aguzzo, dotato di baffi e barbetta. Il mantello giallo faciliterà la sua individuazione nelle scene successive, come quella del Bacio di Giuda. Sebbene già posseduto dal demonio Giuda era raffigurato ancora con l'aureola.
Dio Padre circondato dagli angeli
Cristo è raffigurato al centro, in una mandorla luminosa, simbolo della sua divinità e della gloria eterna. È seduto su un trono e veste una tunica ampia, con il gesto benedicente e il libro della legge divina. Gli angeli lo circondano in un cerchio armonioso, suddivisi in gruppi simmetrici. Alcuni suonano strumenti musicali, altri cantano, altri ancora si inchinano in segno di adorazione. Il fondo è di un blu intenso, tipico della tecnica di Giotto, che esalta il senso di profondità e spiritualità.
Annunciazione dell'Arcangelo Gabriele
Gabriele è l'angelo che rivela a Zaccaria che Giovanni Battista nascerà da Elisabetta e che apparirà a Maria per annunciarle il concepimento e la prossima nascita di Gesù, che sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, erediterà il trono di Davide «e il suo regno non avrà fine».
Vergine annunciata
La Madonna è turbata dall’annuncio dell’arcangelo poiché ha fatto voto di verginità, ma Gabriele le spiega il mistero dell’Incarnazione per opera dello Spirito Santo. Maria, allora, accetta umilmente la volontà del Signore. L’evento ha luogo a Nazaret, nella casa di Maria, e la data è convenzionalmente fissata al 25 marzo, nove mesi esatti prima del Natale, in quanto l’annunciazione coincide con il concepimento miracoloso di Gesù.
La visitazione
Con visitazione s’intende la visita che Maria rese alla cugina Elisabetta dopo aver saputo che questa sarebbe diventata madre (del futuro Giovanni Battista) malgrado l’età avanzata. È lo stesso arcangelo Gabriele, annunciando a Maria il concepimento di Gesù per opera dello Spirito Santo, a parlarle di Elisabetta: «Anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio» (Luca 1,36-37). Il grado di parentela fra Maria ed Elisabetta, soltanto accennato da Luca, è precisato dalla tradizione apocrifa, secondo la quale erano cugine prime: Maria era figlia di Anna (anche lei rimasta incinta quando ormai veniva considerata sterile), la quale aveva una sorella, Ismeria, madre di Elisabetta.
Giotto di Bondone (1267 ca. – 1337) è stato un pittore e architetto fiorentino, considerato il padre della pittura moderna.
- Formazione : Probabilmente allievo di Cimabue, supera lo stile bizantino.
- Principali opere : Cappella degli Scrovegni a Padova (1303-1305), Basilica di San Francesco ad Assisi, affreschi a Firenze.
- Innovazione : Introduce prospettiva, volume e naturalismo, trasformando l'arte medievale.
- Ultimi anni : Nominato capomastro del Duomo di Firenze nel 1334.
Prospettiva intuitiva : Creazione di profondità spaziale. Giotto fu tra i primi a introdurre la prospettiva nell'arte medievale. La sua prospettiva è detta “a spina di pesce”, perché le linee di fuga convergono su vari punti disposti lungo un'asse. Volume e tridimensionalità : Figure solide con chiaroscuro. Espressività : Volti e gesti realistici. Narrazione visiva : Scene chiare e drammatiche. Centralità dell'uomo : Personaggi più umani e realistici. Innovazione nei colori : Toni caldi e armoniosi e le sfumature. Con Giotto nasce la pittura moderna, influenzando profondamente il Rinascimento.
I coretti prospettici sono affrescati ai lati dell'arco trionfale e rappresentano un'illusione ottica innovativa creata da Giotto. Dipinti per simulare degli spazi architettonici reali, sembrano delle cappelle aperte con profondità prospettica. Sono un esempio della maestria di Giotto nell'uso della prospettiva e della sua capacità di unire architettura reale e dipinta
Enrico Scrovegni
Raffigurato inginocchiato tra i beati, offre la cappella alla Madonna in un atto di devozione ed espiazione.
Giotto e Alighieri
Nel gruppo, la tradizione identifica un autoritratto dello stesso Giotto, riconoscibile per via della berretta gialla calata sulla testa. Dietro di lui, vestito di giallo e con una corona di alloro in testa, l’amico Dante Alighieri.
Il dannato era: appeso per i capelli, chi impiccato per la lingua, chi per i genitali (per inciso, mostrati con un realismo sconosciuto alla storia dell’arte sino ad allora). Qualcuno viene impalato in uno spiedo, un altro segato in due, ad un’altra piombo fuso colato in bocca, un altro ancora parti del corpo strappate con le tenaglie. In basso, verso sinistra, riconosciamo Giuda, impiccato e sventrato, con le viscere colanti.
Satana, una grossa bestia mostruosa, mastica un dannato che ancora gli penzola dalla bocca, e con le zampe già ne afferra altri due.
Beati :
Le anime dei giusti vengono accolte in Paradiso. Sono accompagnate da angeli verso la città celeste, rappresentata in alto come un'architettura ideale.
Schiere angeliche
Posizionati ai lati di Cristo, annunciano la fine dei tempi e la resurrezione dei morti.
Schiere angeliche
Posizionati ai lati di Cristo, annunciano la fine dei tempi e la resurrezione dei morti.
Cristo Giudice
Raffigura Cristo in una mandorla luminosa, circondato da angeli e serafini, come giudice supremo. Con il gesto della mano separa i beati dai dannati.
la croce in cui fu giustiziato divide Paradiso e Inferno
Profeta Michea
Figura del Profeta Michea dipinta entro un clipeo inserito nel cielo stellato.
Profeta Ezechiele
Figura del Profeta Ezechiele dipinta dentro un clipeo inserito nel cielo stellato.