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Giotto

Alessandra

Created on March 5, 2025

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Transcript

Giotto

La Cappella degli Scrovegni Padova

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Sintesi della vita di Giotto

Sintesi dell'innovazione pittorica di Giotto

Cappella degli Scrovegni

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Arco Trionfale

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Giudizio Universale

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Giustizia

La figura regge in mano la bilancia e pesa la buona azione, a destra, e la cattiva azione a sinistra

Il Battesimo di Cristo

Il testo descrive una scena del Battesimo di Cristo, in cui Gesù, immerso nel Giordano fino a metà del busto, riceve il battesimo da Giovanni Battista. Accanto a lui ci sono un santo anziano e un giovane in attesa di essere battezzati. Quattro angeli tengono i vestiti di Cristo e si preparano a coprirlo. In alto, Dio Padre, con un libro in mano, benedice Cristo da una posizione elevata. Le rocce sullo sfondo, disposte a forma di "V", orientano lo sguardo verso il centro della scena. I volti di Cristo, Giovanni e dei discepoli sono particolarmente curati, mentre la scena presenta una rappresentazione irrazionale delle acque che coprono solo Gesù, un espediente iconografico tradizionale per evitare di mostrare Cristo nudo.

L'annuncio della nascita di Maria ad Anna

Anna, in preghiera nella sua stanza, riceve l'annuncio dell'Angelo che le dice: "Non temere Anna. Dio ha stabilito di esaudire la tua preghiera". La stanza di Anna ha forme classicheggianti, con un timpano in sommità decorato da due putti alati che sorreggono il busto del profeta Isaia, entro una conchiglia. All'interno gli arredi sono di epoca trecentesca: il baule, la panca, il letto con la coperta a righe. Nella quotidianità, la sacralità dell'evento è data dall'immagine di Anna inginocchiata in preghiera e dalla figura dell'Angelo che occupa per intero il vano della finestra da cui di affaccia ponendosi di scorcio. Un'ancella intanto fila seduta sotto il portico, ignara dell'evento miracoloso che si sta compiendo. Cronologia XIV, inizio sec.

La resurrezione di Lazzaro

Gesù, recatosi al sepolcro dove era seppellito il suo amico Lazzaro, chiede di togliere la pietra che chiudeva l'apertura e chiama Lazzaro. "Il morto uscì con i piedi e le mani avvolte in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: - Scioglietelo e lasciatelo andare - ." (Giovanni, 11, 38-44). L'evento miracoloso, commentato con stupore dai discepoli, con devozione dalle sorelle Marta e Maria inginocchiate ai piedi di Cristo, viene sintetizzato emblematicamente nel volto di Lazzaro dalle palpebre e dalla bocca semichisa. La putrefazione del corpo viene espressa dal discepolo a destra che si copre il naso con il mantello, una figura che Giusto de' Menabuoi imiterà nella scena di analogo soggetto nel ciclo degli affreschi del Battistero della Cattedrale di Padova.

Ultima cena

Gesù annuncia che uno degli apostoli lo tradirà e Giovanni "reclinandosi sul petto di Gesù gli disse: - Signore, chi è? - Rispose allora Gesù: - E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò - ". (Giovanni, 13. 21-26). Giuda, seduto in un angolo a sinistra. sta per ricevere il segnale di riconoscimento da Cristo. Gli altri apostoli sono disposti intorno alla tavola imbandita, cinque visti frontalmente, cinque posti in primo piano, di schiena seduti sulla panca posizionata leggermente in diagonale in rapporto alla cornice inferiore del riquadro. A questo lieve scarto "prospettico" corrisponde in alto l'angolo del tetto e del soffitto. Le vesti sono dipinte con colori in piena luce per quelle in primo piano, a tonalità ombrate quelle sulla parete di fondo. La veste dell'apostolo al centro, ornata da una fitta decorazione dorata, è il punto di massima luminosità.

L'Adorazione dei Magi

"I Re Magi vennero dall'Oriente portando doni preziosi [...] Mentre camminavano riapparve loro la stella; e quale guida li precedeva finchè giunsero dove si trovava il bambino. Entrati nella casa videro il bambino Gesù, che sedeva in braccio alla Madre. Aperti i loro tesori offrirono un dono ciascuno: oro, incenso, mirra" (Pseudo Matteo, 16). L'angelo a destra di Maria ha una veste che cade morbida e ampia; le maniche sono strette al polso e larghe al gomito come nelle vesti alla moda di primo Trecento. La caduta del colore, dato a secco, della parasta lignea della capanna, rende ora leggibile il volto dell'angelo posto dietro a Maria. Anche l'azzurrite del manto, in gran parte perduta, permette d'apprezzare il disegno preparatorio.

Prudenza

La figura reca in mano uno specchio con cui può vedere il passato, raffigurato sul retro della nuca con la testa di vecchio.

La crocifissione

La Crocifissione è intensamente drammatica. La struttura è geometricamente costruita attorno all’immagine centrale della croce, che divide i gruppi delle figure in tre parti: il cerchio superiore degli angeli e i due assembramenti laterali. Il corpo disarticolato di Cristo è coperto in parte da un perizoma trasparente, impreziosito da bordi dorati. Questa nudità, a malapena nascosta, è al centro del quadro a sottolineare la predominanza concettuale del torturato e a farci sentire più partecipi della sua sofferenza umana. Da un punto di vista compositivo è importante un particolare: la tunica rossa di Cristo, vuota crisalide di un corpo la cui anima è già volata in cielo. Attorno a questo simbolo di sangue si concentrano i personaggi coinvolti nell’esecuzione: il centurione, i soldati, le donne dolenti.

Alcuni angeli ruotano intorno alla croce con gesti di disperazione, si stracciano le vesti e allargano le braccia all'indietro, mentre tre di essi raccolgono entro coppe il sangue di Cristo che esce dal costato e dalle mani.

La fuga in Egitto

Un angelo appare a Giuseppe e gli dice di fuggire con Maria e il Bambino in Egitto: " Giuseppe si mise in viaggio, come gli aveva detto l'angelo. Ora tre ragazzi percorrevano la strada con Giuseppe mentre una ragazza accompagnava Maria" (Pseudo Matteo, 17-18). La scena, tra le più note del ciclo pittorico, è tutta racchiusa entro la piramide determinata geometricamente dalla roccia al centro dello sfondo. All'interno di tale definizione geometrico-spaziale, sull'asse centrale, Maria e il Bambino formano, pariteticamente, una composizione piramidale. Sono compresenti, in perfetto equilibrio, il dramma sacro e l'affabilità del narrare. Le quinte montuose e gli alberi sono dipinti in tonalità chiare o scure a seconda delle zone in ombra oppure colpite dalla luce.

La natività di Gesù

La scena della Natività descritta è ambientata in un paesaggio roccioso, con Maria distesa su un declivio sotto una struttura lignea, mentre dà alla luce Gesù e lo depone nella mangiatoia. Un'inserviente la aiuta, mentre il bue e l'asinello sono presenti. Giuseppe, accovacciato e dormiente, ha un'espressione incantata, simbolizzando il suo ruolo non attivo nella procreazione. Il manto azzurro di Maria è quasi completamente scomparso, rivelando una veste rossa sottostante. A destra, due pastori ascoltano l'annuncio dell'angelo che li istruisce, mentre altri angeli pregano sopra la capanna, rivolgendosi al bambino e a Dio nei cieli.

Dannati (a destra) : Le anime dei peccatori sono trascinate all'Inferno da diavoli. Scene di grande drammaticità mostrano il tormento eterno, con Satana al centro che divora le anime. C'è chi viene appeso per i capelli, chi impiccato per la lingua, chi per i genitali (per inciso, mostrati con un realismo sconosciuto alla storia dell’arte sino ad allora). Qualcuno viene impalato in uno spiedo, un altro segato in due, ad un’altra piombo fuso colato in bocca, un altro ancora parti del corpo strappate con le tenaglie.

In basso, verso sinistra, riconosciamo Giuda, impiccato e sventrato, con le viscere colanti. Satana, una grossa bestia mostruosa, mastica un dannato che ancora gli penzola dalla bocca, e con le zampe già ne afferra altri due.

Stoltezza

La figura è un giullare quale simbolo di follia.

Vano prospettico

Una finta architettura, un vano delimitato da un arco gotico in primo piano, bifore gotiche sulla parete di fondo, una volta a crociera fortemente scorciata. Una lampada metallica pende dalla sommità della volta rendendo credibile lo spazio architettonico dipinto (Toesca 1941; Longhi 1952). Questa pittura permette a Giotto di dimostrare la propria abilità nella rappresentazione dello spazio e diventerà un parametro imprescindibile per la futura prospettiva rinascimentale.

Cristo tra i dottori nel Tempio

Maria e Giuseppe, dopo tre giorni di ricerche, trovano Gesù nel Tempio di Gerusalemme seduto tra i Dottori nell'atto di ascoltare e di interrogarli: "Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: - Figlio, perchè ci hai fatto ciò? - Egli rispose: - Perchè mi cercavate? Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio? -". (Luca, 8, 46-49). I dottori sono assiepati sui due lati, lasciando spazio vuoto nella zona centrale dove siede Gesù, in consonanza con il vuoto retrostante del catino absidale che amplifica la scena in profondità.

La cacciata di Gioacchino dal tempio

Nella prima scena, il sacerdote, sulla porta del tempio di Gerusalemme, caccia Gioacchino umiliandolo mentre sta per compiere un sacrificio perché non ha generato figli. Le figure sono monumentali come sculture colorate, i gesti e i sentimenti sono resi con naturalezza.

Incontro di Gioacchino e Anna alla Porta Aurea

Gioacchino incontra Anna alle porte di Gerusalemme "Correndogli incontro gli gettò le braccia al collo ringraziando il Signore". Il bacio, quale atto simbolico della procreazione Assistiamo all’abbraccio dei due sposi davanti alla Porta d’oro di Gerusalemme.

Il compianto sul Cristo morto

Giuseppe di Arimatea e Nicodemo ottengono da Pilato la concessione di trasportare e seppellire il corpo di Gesù in un sepolcro. La scena del Compianto sul Cristo morto, un tema iconografico di tradizione medioevale anche letteraria, come ad esempio nella Lauda di Jacopone da Todi, è uno dei riquadri più intensi per drammaticità e forza espressiva. I due volti di Cristo e della Madre, l'uno irrigidito dalla morte e l'altro dal dolore, raggiungono un pathos di grande emotività. Le due donne accovacciate e viste dal retro, l'una con le mani sollevate a sostenere la testa di Cristo e l'altra la mano destra, Maria Maddalena seduta a terra per reggere la mano sinistra, San Giovanni e le pie donne in gruppo in piedi a sinistra si uniscono, coralmente, come in una lauda, al dolore di Maria. La scena fu spesso imitata quale modello compositivo e formale in tutta la pittura del Trecento.

Maria e i discepoli piangono il corpo di Gesù.

Il tradimento di Giuda

"Satana entrò in Giuda, detto Scariota, che era nel numero dei dodici. Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro." (Luca 22, 1-6). La rappresentazione di Satana come un diavolo ricorre con frequenza nel Medioevo e nella tradizione popolare, motivo iconografico che Giotto usa anche nel Giudizio Universale.

Invidia

La figura è cieca, la lingua è un serpente e brucia ed bruciata da un fuoco.

La strage degli Innocenti

Erode, non avendo potuto catturare i Re Magi, invia i soldati a Betlemme e fa uccidere tutti i bambini di età non superiore ai due anni. Re Erode si affaccia da una loggia per assistere all'uccisione dei bambini nella speranza che tra questi vi sia il piccolo Gesù. Il Tempio a pianta ottagonale a destra, forse la rappresentazione della chiesa di San Francesco a Bologna, allude simbolicamente al martirio e al culto dei Santi Innocenti. Infatti il rinvenimento di reliquie riferite ai Santi Innocenti nella Basilica di Santa Giustina a Padova (1053) diffuse in città un culto particolarmente sentito in età medioevale. Cronologia

Ingiustizia

La figura è un vecchio con spada e lancia. Ai suoi piedi sono rappresentati gli effetti di un cattivo governo: guerre, delitti, spoliazioni.

La consegna delle Verghe

"...Esci e raduna tutti i vedovi del popolo. Ognuno porti un bastone: Maria sarà la moglie di colui che il Signore designerà per mezzo di un segno". Gettata l'ascia, Giuseppe uscì per raggiungerli" (Protovangelo di Giacomo 8,3-9,1). Nella scena i giovani consegnano le verghe al sacerdote Abiatar come aveva ricevuto comando da Dio: "...Unisci nel Sancta Santorum i ramoscelli di tutti". Il Tempio è un edificio a navata centrale con soffitto piano e due navate laterali con la calotta absidale che presenta una decorazione geometrica resa "prospetticamente". Questa architettura, come le altre qui dipinte da Giotto, è significativa delle sperimentazioni in continuo sviluppo sulla resa della tridimensionalità compiute dal maestro fiorentino a Padova. Il paliotto dell'altare, ornato da un tessuto a disegni geometrici, allude alla preziosità delle stoffe trecentesche e all'aulicità del luogo.

Cristo davanti ad Anna e Caifa

Gesù, interrogato dai sacerdoti risponde loro: " - Io ho parlato al mondi apertamente [...] - Aveva appena detto questo che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù dicendo: - Così rispondi al Sommo Sacerdote? - " (Giovanni 18, 12-23). Il soldato a sinistra sta per dare lo schiaffo a Gesù e Caifa si strappa le vesti. Con il procedere del dramma sacro la gestualità diventa sempre più esplicita e carica di emotività. I volti si fanno arcigni e sempre più marcati. Il gesto di Caifa, improntato a un ostentato verismo, parla più delle parole, come pure il volto di Cristo, intenso nello sguardo, ma sofferente nel lieve inarcuarsi delle spalle.

La nascita di Maria

Per meglio illustrare l'unità di luogo dei fatti narrati Giotto dipinge la casa di Anna come l'aveva rappresentata nel riquadro precedente con la scena dell'Annunciazione della nascita di Maria. Per evidenziare la profondità della stanza disegna "prospetticamente" il rettangolo costituito dai bastoni che sorreggono le tende e, nella profondità di campo così geometricamente definita, colloca due bellissime figure femminili, l'una che tiene in mano le stoviglie con il cibo e l'altra che porge ad Anna la piccola Maria in fasce. La figura femminile con l'elegante veste azzurra con bordure dorate dimostra un'appartenenza sociale elevata e sembra di poter ipotizzare sia la moglie di Enrico Scrovegni. Anche Giusto de' Menabuoi, negli affreschi del Battistero della Cattedrale, rappresenta la committente Fina Buzzaccarini con le figlie nell'atto di rendere omaggio a Santa Elisabetta nella scena della Nascita di Giovanni Battista.

La presentazione di Gesù al Tempio

"Simeone prendendo in braccio il bambino e adagiandolo sul pallio esclamò: - Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola. - [...] C'era nel Tempio anche una profetessa, Anna ed anch'ella adorò il Bambino dicendo: - Poichè in lui sarà la redenzione del mondo - ." (Pseudo Matteo, 15, 1-3). Queste parole sono riportate nel cartiglio che Anna reca nella mano, testimonianza chiara della fonte da cui il brano è tratto. La composizione godette di una grande fortuna non solo tra i seguaci di Giotto, ma anche tra gli artisti di tutto il Trecento, anche nelle arti minori, come l'oreficeria.

La Pentecoste

"Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire si trovavano tutti insieme nello stesso luogo [...] furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito gli dava loro il potere di esprimenrsi" (Atti degli Apostoli 2, 1-4). Lo Spirito si diffonde a raggera sugli Apostoli, con loro profondo stupore, ed essi guardano verso l'alto o si interrogano tra loro. La ricerca "prospettica" in quest'ultimo riquadro segnala un'ulteriore acquisizione. Le figure poste di spalle, in primo piano, assumono una volumetria ampia e forte, quali blocchi scultorei di colore e di luce. Le vesti degli Apostoli seduti sulla panca della parete di fondo sono, in controparte, densamente ombreggiate per dimostrare le differenti tonalità dei colori in rapporto alla diversa quantità di luce assorbita. La sperimentazione ottica, desunta dal reale, viene trasferita in pittura e sono queste le prime riflessioni che conducono Giotto a sperimentare, come dice Vasari, una pittura "fusa e tanto unita".

Tema: Il cielo stellatoDescrizione : Uno sfondo blu intenso, costellato da stelle dorate, rappresenta il cielo divino e l'eternità. Il Cristo benedicente e i Quattro medaglioni rappresentano i Tetramorfi, infine ci sono i simboli dei quattro evangelisti: Angelo (Matteo), Leone (Marco), Toro (Luca), Aquila (Giovanni). Angelo (Matteo): Simbolo dell'incarnazione. Leone (Marco): Simbolo della forza e della regalità di Cristo. Toro (Luca): Simbolo del sacrificio e della Passione. Aquila (Giovanni): Simbolo della contemplazione divina. Cristo è raffigurato come il Redentore, con un gesto benedicente e il libro delle Scritture, simboleggiando il suo ruolo di giudice e salvatore dell’umanità. San Giovanni Battista : Riconoscibile dal mantello e dal gesto di indicare Cristo. Giovanni è il precursore e annunciatore del Messia. San Giovanni Evangelista : Raffigurato giovane, senza barba, simbolo della purezza, tiene un libro o un rotolo per rappresentare il Vangelo. San Pietro : Raffigurato con le chiavi del Paradiso, simbolo della sua autorità apostolica.

Temperanza

La figura tiene in mano una spada fasciata e un morso in bocca quali simbolo della necessità di moderarsi.

Cristo Giudice

Raffigura Cristo in una mandorla luminosa, circondato da angeli e serafini, come giudice supremo. Con il gesto della mano separa i beati dai dannati.

Il corteo nuziale di Maria

La flessuosa eleganza di Maria e delle fanciulle al suo seguito ha indotto ad ipotizzare un viaggio di Giotto in Francia, viaggio peraltro non documentato. Si giustifica questo goticismo in Giotto con l'influsso derivato dalle sculture di Giovanni Pisano e dagli echi francesi che potevano giugere in Italia tramite piccole sculture in avorio, miniature, smalti applicati su suppellettili sacre e profane. Il gruppo dei tre giovani con clarine e vielle costituisce uno dei brani di pittura più belli del ciclo pittorico per il perfetto equilibrio tra naturalezza ed idealizzazione. Il giovane con le gote gonfiate verrà ripreso da Giotto stesso, in variante, nel paliotto per la chiesa di Ognissanti di Firenze.

I coretti prospettici sono affrescati ai lati dell'arco trionfale e rappresentano un'illusione ottica innovativa creata da Giotto. Dipinti per simulare degli spazi architettonici reali, sembrano delle cappelle aperte con profondità prospettica. Sono un esempio della maestria di Giotto nell'uso della prospettiva e della sua capacità di unire architettura reale e dipinta

La lavanda dei piedi

Gesù lava e asciuga i piedi agli apostoli. "Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: - Signore tu lavi i piedi a me? - " (Giovanni 13, 2-6). Cristo e Pietro costituiscono il fulcro della narrazione e si guardano con intensità. La figura di San Giovanni con la brocca sostenuta dal braccio allungato in avanti è costruita come se fosse scolpita in un blocco marmoreo e rinvia, nella monumentalità, alle sculture di Arnolfo di Cambio. L'unità di spazio e di temo con la scena precedente viene espressa dall'identità di spazio architettonico.

La visitazione di Maria ad Elisabetta

"Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta" (Luca, 1, 39-74). Elisabetta, futura madre di Giovanni Battista, riconosce in Maria la madre di Gesù, del Salvatore tanto atteso dal popolo ebraico e "il bambinno le sussultò nel grembo". La ripresa di modelli, forse su cartoni, non è da escludersi come prassi operativa anche nel cantiere padovano così come ipotizzato anche per gli affreschi francescani di Assisi.

Le nozze di Cana

"Gesù disse ai suoi servi: - Attingete e portate al maestro di mensa. - Egli come ebbe assaggiato disse allo sposo: - Tu hai conservato fino ad ora il vino buono. -" (Giovanni, 2, 7-11). Giotto narra con grande vivacità il momento in cui il maestro di mensa assaggia il vino, creando una delle figure più realistiche e imitate successivamente nel Trecento. Di grande bellezza è la figura femminile di schiena e di scorcio che sta versando l'acqua con la brocca nelle giare, qui dipinte come come anfore di tipologia classicheggiante. La ricerca costante in Giotto della geometrizzazione delle forme si legge con particolare evidenza in queste sintesi volumetriche che fissano i corpi in movimento colti da particolari angolature. La veste riccamente ornata della sposa, con la corona sul capo, la tovaglia, la stoffa che copre le pareti della stanza, l'anfora sulla loggia in alto, stoviglie e bicchieri sono invece un vivo documento della vita trecentesca.

Beati (a sinistra) : Le anime dei giusti vengono accolte in Paradiso. Sono accompagnate da angeli verso la città celeste, rappresentata in alto come un'architettura ideale.

Enrico Scrovegni : Raffigurato inginocchiato tra i beati, offre la cappella alla Madonna in un atto di devozione ed espiazione.

Nel gruppo, la tradizione identifica un autoritratto dello stesso Giotto, riconoscibile per via della berretta gialla calata sulla testa. Dietro di lui, vestito di giallo e con una corona di alloro in testa, l’amico Dante Alighieri.

Vano prospettico

Una finta architettura, un vano delimitato da un arco gotico in primo piano, bifore gotiche sulla parete di fondo, una volta a crociera fortemente scorciata. Una lampada metallica pende dalla sommità della volta rendendo credibile lo spazio architettonico dipinto (Toesca 1941; Longhi 1952). Questa pittura permette a Giotto di dimostrare la propria abilità nella rappresentazione dello spazio e diventerà un parametro imprescindibile per la futura prospettiva rinascimentale.

Ingresso a Gerusalemme

"I discepoli andarono e fecero quello che Gesù aveva loro ordinato. Condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami di alberi e li stendevano sulla via." (Matteo, 21, 6-9). Le annotazioni realistiche in questa scena sono vivacemente espresse nell'uomo a destra che sta togliendosi la tunica e nel giovane con la testa e le mani ancora avvolte dalla tunica. L'asina e il puledro sono dipinti con grande efficacia, con un'attenzione lenticolare nel muso dell'asina nel tratteggiare a tratti sottili i peli grigi e bianchi.

Fortezza

La figura impugna la clava e lo scudo e sulla testa e le spalle è coperta dalla pelle del leone.

Il sogno di Gioacchino

Gioacchino, addormentandosi, riceve il messaggio dell'Angelo: "Ritorna da Anna perchè siete stati esauditi nelle vostre preghiere". La visione mistica coglie Gioacchino immerso nel sonno, accovacciato e chiuso in se stesso tanto da formare una figura geometrica a piramide. L'azione, cioè l'Angelo, i pastori e le pecore, sono spostati, per quanto più possibile, sul lato sinistro cosicchè lo spazio diventa amplissimo e vuoto al centro, in modo da isolare il protagonista e dargli la giusta importanza. Il pastore in primo piano appoggiato al bastone e la figura di Gioacchino, spesso accostata alle sculture di Nicola Pisano e di Arnolfo di Cambio, sono tra i più bei brani della pittura italiana.

Disperazione

La figura rappresenta un suicidio e l’anima viene subito strappata dal corpo da un demonio.

Ascensione

Gesù ascende al cielo davanti agli apostoli: "Gesù fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo" (Atti degli Apostoli 1, 9-11). La luce emanata da Cristo è tale e tanta che gli Apostoli schermano gli occhi per poter fissare lo sgurado sull'evento miracoloso. Due schiere di Angeli e di Profeti dell'Antico Testamento accompagnano Cristo nel moto ascensionale e sono volti posti frontalmente o di profilo, in alternanza, per dare profondità e articolazione spaziale. Le vesti degli Angeli sono decorate con ricami dorati di gusto geometrico-floreale.

Parola chiave : Prospettiva intuitiva : Creazione di profondità spaziale. Giotto fu tra i primi a introdurre la prospettiva nell'arte medievale. La sua prospettiva è detta “a spina di pesce”, perché le linee di fuga non convergono su di un unico punto, ma su vari punti disposti lungo un'asse. Le sue opere sono caratterizzate da Volume e tridimensionalità : Figure solide con chiaroscuro, Espressività e Volti e gesti realistici. Narrazione visiva : Scene chiare e drammatiche. Centralità dell'uomo : Personaggi più umani e realistici. Innovazione nei colori : Toni caldi e armoniosi e le sfumature. Con Giotto nasce la pittura moderna, influenzando profondamente il Rinascimento.

Carità

La figura offre a Dio il suo cuore e tiene in mano un cesto di fiori e di frutta, simbolo dell'amore. In contrappasso calpesta sacchetti con denaro.

La preghiera di Giuseppe e dei giovani al Tempio

Il sacerdote e i giovani si raccolgono in preghiera in attesa del segno divino. I ramoscelli sono posti sulla mensa dell'altare tra due vasi sacri. L'emozione dell'attesa si legge negli sguardi, tutti fissi verso l'altare, nei profili marcati, nell'arcuarsi delle figure inginocchiate. Giuseppe, posto quasi fuori campo ed indicato dall'aureola sul capo, è posto in secondo piano e di scorcio, diventando di fatto l'espressione più sentita della timorosa attensa che così viene descritta nei Vangeli apocrifi: "Giuseppe se ne sta appartato in un angolo".

La presentazione di Maria al Tempio

La piccola Maria viene condotta da Anna e Gioacchino al Tempio: "...e affida a Dio assieme alla schiera di quelle che già vi dimoravano, lodando Dio". Il Tempio diventa lo spazio architettonico che determina, per diagonali, l'ubicazione dei personaggi: il sacerdote al centro con Maria, due sacerdoti a destra, in basso, Sant'Anna e il giovane con il cesto a sinistra. La scena acquista profondità di campo e su tutte domina l'imponente figura di Anna il cui manto si amplia in una grande macchia di colore. I marmi variegati e le esili colonne sono un ricordo dell'architettura romana conosciuta dall'artista e interpretata attraverso le opere di Arnolfo di Cambio.

La cacciata dei mercanti dal Tempio

"Gesù entrò nel Tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comperare e a vendere; rovesciò i tavoli del cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe." (Matteo, 21, 12-15). Il tavolo rovesciato, eseguito in parte ad affresco e in parte a secco, viene rappresentato "prospetticamente" così come la facciata del Tempio. I timpani del portico, ad archi a tutto sesto, sono di gusto classicheggiante e nei due cavalli al centro si allude forse ai cavalli posti in facciata della Basilica di San Marco a Venezia. Al gesto irato di Cristo si contrappone il gesto affettuoso del bambino che trattiene tra le mani la colomba. Intensissimo è il gesto di Giovanni che si copre con la mano sinistra, con il mantello, il volto abbassato e con la destra copre, entro il sun manto, il bambino spaventato.

Cristo deriso

I sacerdoti e Pilato assistono alla scena di Cristo deriso dai soldati che "[...] s'inginocchiavano davanti a lui e lo schernivano: - Salve Re dei Giudei - " (Matteo 27, 27-30). La scena si svolge in un cortile entro il palazzo. Eleganti colonne sorreggono la trabeazione con una decorazione a palmette e a leoncini di gusto classicheggiante, secondo i modelli romani. Il volto di Pilato e quello a destra, forse di un soldato, sono dipinti con una volumetria e una resa naturalistica tanto forte da sembrare veri e propri ritratti. In questa scena la sperimentazione delle forme per masse colorate immerse nella luce raggiunge uno degli esiti più compiuti di tutto il ciclo pittorico.

Idolatria

La figura porta un idolo legato al collo e per questo non vede e non ascolta i testi sacri pronunciati dal profeta rappresentato in alto a destra con un cartiglio tra le mani.

Ira

La figura è una donna che si straccia le vesti.

Vergine annunciata :

L'annuncio a Maria della nascita di Gesù

Annunciazione: Arcangelo Gabriele
Speranza

Rappresentata da una figura alata in volo che sta per ricevere tra le mani una corona.

Giotto di Bondone (1267 ca. – 1337) è stato un pittore e architetto fiorentino, considerato il padre della pittura moderna. Formazione : Probabilmente allievo di Cimabue, supera lo stile bizantino. Principali opere : Cappella degli Scrovegni a Padova (1303-1305), Basilica di San Francesco ad Assisi, affreschi a Firenze. Innovazione : Introduce prospettiva, volume e naturalismo, trasformando l'arte medievale. Ultimi anni : Nominato capomastro del Duomo di Firenze nel 1334.

Fede

La figura regge la croce e il cartiglio delle sacre scritture e, per contrappasso, calpesta i rotoli e le false scritture.

Incostanza

La figura è una giovane donna su una ruota che sta per cadere all'indietro.

L'andata di Cristo al Calvario

Cristo, curvo per il peso della grande croce, procede verso il Golgota, ma si volta all'indietro a guardare la Madre che viene cacciata da un soldato. E' tra le immagini più intense della pittura italiana: spazio fisico e commozione di sentimenti sono espressi dagli sguardi dei protagonisti del dramma che è sacro, ma anche umano. Le figure di Cristo e di Maria, quali blocchi scultorei, costituiscono i due fulcri portanti della composizione.

Il sacrificio di Gioacchino Affresco

L'Angelo annuncia a Gioacchino che Anna partorirà: "Gioacchino che s'era inginocchiato, prese il capretto e lo offrì in sacrificio a Dio". Sull'altare viene rappresentato lo scheletro dell'agnello sacrificale e sopra di lui è lievemente tratteggiata una testa di profilo, quale allegoria della preghiera di Gioacchino che sale al cielo. Sopra l'allegoria viene rappresentata la mano di Dio che la benedice e l'accoglie. I fiori disegnati e dipinti con accuratezza anticipano, e di molto, le pagine miniate degli erbari realizzati a Padova alla fine del secolo XIV dimostrando un interesse scientifico-naturalistico nuovo per gli inizi del Trecento. E' il modo nuovo d'intendere la natura e di goderla in tutti i suoi elementi che Giotto porta a compimento a Padova e che denota attente osservazioni dal vero.

Il bacio di Giuda

La Cattura di Cristo Giuda abbraccia e bacia Gesù, rendendolo riconoscibile ai soldati che lo catturano. lo sguardo di Cristo, così intenso e nobile da oltrepassare la storia; immondo lo sguardo e anche l’aspetto di Giuda: fronte bassa, occhi incavati e piccoli, barba incolta, testa incassata in un corpo senza collo. L’incontro dei due volti nella scena del tradimento esprime la tragicità del gesto di Giuda, amplificato dagli altri personaggi: a sinistra l’atto violento di Pietro, che taglia l’orecchio a Malco, il servo di Caifa; a destra, l’esagitata folla ebrea dei nemici. La concitazione è accresciuta dall’incrociarsi, sopra le teste dei soldati, di lance, torce e bastoni e dal balenio di luci che illuminano la notte, riflettendosi sui metalli delle armature.

Noli me tangere. La resurrezione di Cristo

Maria Maddalena si reca al sepolcro di Cristo e due angeli le dicono: " - Donna perchè piangi? - Lei rispose: - Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto. - [...] Gesù le disse: - Maria! - Essa allora voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: - Rabbunì - che significa Maestro". (Giovanni 20, 11-16). I due momenti sono rappresentati in un'unica scena ed è ancora la roccia sullo sfondo, in diagonale, che conduce lo sguardo verso la figura di Cristo a destra che sta per uscire di scena, come in una sacra rappresentazione, e che tiene in mano il vessillo della resurrezione "VICTOR MORTIS". La scena è ricca di elementi figurativi che saranno iterati a lungo nella pittura del Trecento. Le figure dei soldati immersi nel sonno saranno imitate per le ideazioni bellissime degli scorci e per la capacità di rendere con pochi tratti di contorno la volumetria dei volti.

Dio Padre circondato dagli angeli

Al centro dell'arco trionfale, Dio Padre è rappresentato con un gesto benedicente, circondato da angeli che enfatizzano la sua maestosità e il suo ruolo nella storia della salvezza.

Gioacchino tra i pastori

Gioacchino si reca tra i suoi pastori in montagna e per cinque mesi la sua consorte Anna non ha più nessuna notizia di lui. La sofferenza di Gioacchino, futuro padre di Maria, viene resa nell'atteggiamento dimesso del corpo con il capo chino e dall'espressione del volto, che contrasta con l'affettuosa vivacità del cagnolino dei pastori che gli viene incontro. Alla chiara espressione dei sentimenti corrisponde la costruzione volumetrica delle figure, ridotte all'essenziale per lasciare spazio al paesaggio boschivo e montuoso. L'attenzione per la natura, già vivamente osservata nelle opere di Giotto ad Assisi, a Padova diventa uno degli elementi dominanti. Cronologia XIV, inizio sec.

Le nozze di Maria e Giuseppe

Giuseppe sta infilando l’anello all’amata. Il sommo sacerdote tiene la mano di Maria e consacra l’unione. Giuseppe tiene in mano il bastone fiorito, segno di essere stato scelto da Dio come sposo di Maria. Alle spalle di Giuseppe, un giovane spezza con il ginocchio il bastone rimasto secco, mentre un altro giovane solleva la mano destra: è il testimone chiamato a legittimare lo sposo.