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Crypta Neapolitana
Lollocane2317
Created on March 4, 2025
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Transcript
Struttura
La Crypta Neapolitana è una lunga ed angusta galleria, che si trova a Napoli, di 711 metri, dalla larghezza originaria di m 4,50 e con un’altezza di 5 metri che fu scavata nel tufo nel I secolo a.C. Fu per secoli una strada importante di comunicazione fra Neapolis e Puteoli.
L’ingegnosa e avveniristica struttura della Crypta fa sì che, in occasione degli equinozi, il sole si allinei esattamente tra i due ingressi all’alba e al tramonto e la luce naturale pervade totalmente quel budello oscuro.
Collocazione
La Crypta Neapolitana (o Grotta di Posillipo o Grotta di Virgilio) fu scavata nel tufo della collina di Posillipo, tra Mergellina (salita della Grotta) e Fuorigrotta (via della Grotta Vecchia), a Napoli. Non deve essere confusa con la grotta di Seiano, altra galleria romana che attraversa ancora la collina Posillipo alla sua estrema propaggine. L'ingresso principale della grotta si trova sul lato Mergellina, ubicato all'interno del parco Vergiliano a Piedigrotta, che conserva tra l'altro anche la tomba di Giacomo Leopardi e quella presunta di Virgilio.
Tra storia e leggenda
La Crypta Neapolitana svolse un ruolo significativo non solo nella vita concreta, ma anche nell'immaginario napoletano. La galleria è stata realizzata da Virgilio in una sola notte; questa leggenda fu alimentata dal fatto che nel Medioevo fosse stato attribuito a Virgilio il ruolo di mago e che vicino all'ingresso orientale ci fosse la tomba di Virgilio. In realtà, fu realizzata da Lucio Cocceio Aucto, come parte di una rete di infrastrutture militari. Anche questo fatto storico alimentò una leggenda secondo cui Cocceio avrebbe utilizzato centomila uomini per scavare la galleria in 15 giorni. La grotta nacque per soddisfare scopi militari e, a differenza di altre gallerie flegree, la Crypta Neapolitana continuò a essere utilizzata come infrastruttura civile di collegamento anche dopo il termine della guerra tolemaica.
Nel 1455 il re di Napoli Alfonso V d'Aragona fece abbassare il piano di calpestio di 11 metri dalla parte orientale e di un paio di metri dalla parte occidentale; nel 1548 il vicerè don Pedro di Toledo la fece allargare e pavimentare; nel 1748 fu necessario un consolidamento, fatto eseguire da Carlo di Borbone; nei primi anni dell'Ottocento, Giuseppe Bonaparte ordinò un ulteriore consolidamento e dotò la galleria di un sistema di illuminazione con lampade ad olio. La galleria restò in uso fino alla fine dell'Ottocento, quando fu chiusa per problemi di statica, ma dopo che era già entrata in esercizio la nuova Galleria delle Quattro Giornate.
Culti e Tradizioni
La Crypta Neapolitana ha senz'altro influenzato la cultura e le tradizioni di Napoli. Alla relazione con la galleria si deve l'origine di Piedigrotta e Fuorigrotta. La galleria di Posillipo non ha influito soltanto sull'urbanistica e la toponomastica, ma ha avuto anche un ruolo di spicco nelle credenze, nei riti e nel folclore della città. Secondo Petronio, la crypta nel I secolo era consacrata a Priapo, dio della fertilità; pare anche che in età magno-greca, nella crypta si celebrassero feste in onore di Afrodite. Se la testimonianza di Petronio non ha altri riscontri, durante i lavori eseguiti sotto la dominazione spagnola fu ritrovato un bassorilievo rappresentante Mitra Tauroctono tra il sole e la luna, ora conservato al Museo Archeologico di Napoli; tale ritrovamento lascia supporre che la crypta fosse utilizzata come mitreo.
Come fonte di purificazione, nei pressi della crypta erano presenti dei pozzi e parallelamente alla galleria carrabile correva una seconda galleria che portava l'acqua alle installazioni militari flegree. La galleria poi è orientata in modo tale che, in occasione degli equinozi, il sole fosse perfettamente allineato tra i due ingressi all'alba e al tramonto. Questo fenomeno aumentò il mistero e il carattere ambivalente del tunnel, per cui si riteneva che una sorta di maleficio si abbattesse su chi provasse ad attraversarlo da solo di notte, ma allo stesso tempo compiere l'attraversamento ed uscirne indenni era ritenuto un presagio fausto.
Ben presto i riti misterici legati al culto di Mitra furono sostituiti dai riti del Cristianesimo, ma gli elementi archetipici e il simbolismo non mutarono. Nel Trecento, i registri angioini e le testimonianze di Petrarca riferiscono del culto della Madonna Odigitria, la cui icona si conserva ancora oggi affrescata nella crypta, che divenne oggetto di una straordinaria devozione popolare, fino alla costruzione della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta proprio davanti all'ingresso della crypta. In particolare, Boccaccio, in una lettera del 1339, parla di una "donna di pederocto"; secondo l'interpretazione comune, si riferiva alla Madonna venerata ai piedi della grotta, ma alcuni interpretano il nome come collegato al simbolismo del piede, legato al parto e ai passaggi dentro-fuori, morte-vita. Diversi elementi fanno propendere per quest'ipotesi. Ad esempio, il fatto che il colombario ospitante i resti di Virgilio sembrasse un piede e fosse chiamato "scarpa al monte"; oppure l'esistenza di un talismano a forma di pianella, "lo scarpunciello d'"a Madonna".