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GIOVANNI PASCOLI
Cristina Pietra
Created on March 4, 2025
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Transcript
(SAN MAURO DI ROMAGNA, 1855 -bOLOGNA, 1912)
GIOVANNI PASCOLI
X agosto
E tu, Cielo, dall'alto dei mondisereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!
- Stampata per la prima volta nel 1891, si amplia fino all'edizione del 1901 (156 poesie). L'edizione del 1911 presenta la struttura definitiva. E' la raccolta di una vita.
- Dedicata al padre Ruggero Pascoli
- Titolo latino (nome di una pianta):
- omaggio alle Bucoliche di Virgilio, da cui trae l'oggetto privilegiato, cioè la natura: esaltazione della vita rurale, la celbrazione della piccola proprietà terriera, della vita agricola
- dichiarazione di umiltà
- Mondo della campagna e della natura: molte poesie prendono spunto dall'osservazione attenta della natura, turbata in cui ogni cosa parla con una voce misteriosa che sembra accordarsi con quella del poeta. Tra il poeta e le cose di stabiliscono richiami e analogie
- Di fronte alla vita l'uomo prova un senso di inquietudine, di sgomento. La percezione del mistero, soprattutto di quello ossessivo della morte, spinge il poeta a cercare un rifugio, una difesa nel piccolo mondo degli affetti familiari e dell'infanzia, che è presente nella sua memoria come un tempo felice, non toccato dal male e aperto alla realtà.
MYRICAE
IMPRESSIONISMO
ESPRESSIONISMO
ELIO GIOANOLA
I temporali pascoliani non si risolvono mai in pioggia perchè sono temporali "psicologici", non reali: riflettono più una turbata condizione interiore che una situazione vera.
- Età dell'infanzia vs età adulta: approccio intuitivo, immediato (= non mediato) vs approccio razionale
- È presente potenzialmente in ogni uomo, ma solo il poeta ha la capacità di farlo rivivere --> poeta = fanciullino con quella parte infantile degli adulti che tende ad essere soffocata: ruolo marginale del poeta vs privilegio conoscitivo
- Vede ciò che passa inosservato, attraverso vie intuitive e irrazionali
- Individua accordo segreti tra le cose, stabilendo legami inediti e inconsueti (cfr. coglie nella realtà quei simboli che lasciano intravedere una verità nascosta --> tuono: mistero inquietante, c’è una realtà che incombe e minaccia l’uomo)
- Rovescia le proporzioni classiche, si sottrae alla logica ordinaria (pensiero alogico, analogia, simbolismo)
- Poesia come consolazione e possibilità di pacificazione delle tensioni sociali
IL FANCIULLINO
- Riuniti in un volume nel 1903 e arricchiti fino a un totale di 59 testi (l'ultima versione controllata da Pascoli è del 1912).
- Dedicati alla madre
- In continuità con Myricae perchè in apertura ripropone l'incipit di Virgilio, anche se poi accosta alle tamerici primaverili del passato a quelle autinnali del presente
- Myricae è il libro del nido infranto, i Canti è il libro del nido ritrovato (Castelvecchio).
- Tema dominante: tema funebre, giustificato come risarcimento contro il destino crudele --> la poesia ha una funzione riparatrice perchè scrivere dei defunti significa richiamarli in vita
CANTI DI CASTELVECCHIO
- Celebrano la vita contadina basata sui ritmo naturali e sulla piccola proprietà (che previene la fame e l'immigrazione stigmatizzata in italy) e riflettono sulla morte come destino comune e sul mistero che sovrasta l'uomo
- Il mondo contadino cantato è armonico e idillico, arcaico e patriarcale, lontano dalla realtà di sfruttamento e di ingiustizie sociali del verismo
- La prima edizione dei Poemetti viene ampliata a sdoppiata nei Primi Poemetti (1904) e Nuovi Poemetti (1909)
- Dedicati alla sorella Maria: ribadisce l'intento di mettere in risalto la fedeltà al nido, alle memorie, agli affetti della famiglia
- Sono accomunati dall'epigrafe "paulo maiora" (cose un po' più grandi) ripresa dallo stesso verso delle Bucoliche di Virgilio da cui è presa l'epigrafe "(on omnes) arbusta iuvant humilesque myricae".
- Temi dominanti: mondo della campagna, motivo funebre, affetti familiari
- Cambiamenti: stile meno lirico-simbolico e più narrativo-descrittico, uso della terzina dantesca, linguaggio più aulico
- I testi formano un "romanzo georgico" (celebrazione della vita dei contadini) che racconta la vita di una famiglia della Garfagnana dall'autunno all'estate