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Le Quote Rosa
Diana Vedovato
Created on March 4, 2025
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Transcript
Le Quote
Rosa
INDice
01. Cosa sono?
05. Altre problematiche
09. Perchè rosa?
02. In Italia
06.Gender pay gap
03. Altri paesi
07. Testimonianze
08. Ci sono ancora pregiudizi
04. Non sono le prime
Cosa sono?
Le quote rosa sono misure adottate con lo scopo di garantire una maggior rappresentanza femminile in ambiti lavorativi dominati dagli uomini, come la politica, i consigli di amministrazione e i ruoli dirigenziali. Queste quote stabiliscono una percentuale minima obbligatoria di presenza femminile in determinati ruoli o istituzioni, con l'obiettivo finale di promuovere l'uguaglianza di genere e ridurre il divario tra uomini e donne.In politica, le quote sono definite attraverso regole legali legislative o costituzionali e disposizioni interne agli statuti dei partiti che fissano una percentuale minima per ogni genere nella composizione delle liste elettorali.
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IN italia
In Italia, nel 2011, la legge n. 120, chiamata “Legge Golfo-Mosca”, impone che almeno un terzo dei membri dei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e delle società di partecipazione pubblica siano donne.Nel contesto politico, invece, alcuni temi elettorali prevedono quote di genere nelle liste elettorali per garantire una maggiore partecipazione femminile. In italia, dal 2011 in poi, la percentuale di donne nei consigli di amministrazione delle aziende è passata dal 10% a oltre il 35% negli anni successivi. In ambito politico invece, purtroppo, il numero di donne è diminuito dal 2011, nonostante l’elezione della prima premier donna
Altri Paesi
Purtroppo però, la quote rosa non sono state introdotte in tutti i Paesi, nei quali però, alcune aziende , volontariamente, hanno deciso di adottare delle particolari politiche per aumentare la diversità.Questi paesi sono.
- 1. USA, nei quali alcune aziende hanno adottato alcune politiche volontariamente.
- 2. UK, nei quali esistono raccomandazioni per aumentare la presenza femminile.
- 3. GIAPPONE, la rappresentanza femminile è molto bassa.
- 4. SVIZZERA, alcune aziende hanno adottato misure volontarie per aumentare la presenza femminile nei ruoli dirigenziali.
- 5. RUSSIA, la rappresentanza femminile è molto bassa.
- 6. Arabia Saudita, è stata introdotta una quota informale nel 2013.
Si tratta dunque di un primo passo positivo in quanto anche nei pesi che hanno adottato solo norme informali , ci sia stato un incrementodi donne in posizioni apicali.
Le quote rosa non sono le prime
In europa
Prima dell’introduzione delle quote rosa, in Europa erano già state introdotte diverse norme e leggi per tutelare le donne lavoratrici, come ad esempio nel 1950 era stata introdotta la legge per la “tutela fisica” delle madri lavoratrici, che garantiva misure di tutela, assicurando di non perdere il lavoro, per tutto il periodo della gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio, per agevolare le neo-mamme.Mentre nel 1971, venne introdotta una legge per l’astensione facoltativa del lavoro per 6 mesi oltre ai 3 mesi dopo il parto
Altre problematiche
“Glass Ceiling”
Un altro grosso problema che impedisce spesso le donne di ricoprire incarichi di rilievo è il “Glass Ceiling” ossia una “Soffitto di Cristallo” che impedisce in particolare alle donne di avanzare nella loro carriera per problemi spesso legati a discriminazioni culturali e stereotipi. In parte questoproblema viene ammortizzato dal Walfare, un sistema sociale che garantisce a lavoratori e in particolare alle lavoratrici all’acceso ed alcuni servizi e politiche indispensabili.Alcuni stereotipi, che possono essere considerati banali, in realtà hanno spesso influenzato la società discriminando e sottovalutando spesso la figura della donna, associandola e ritenendola degna di ricoprire solo incarichi di minima rilevanza, come ad esempio svolgere attività tra le mura domestiche.Alcuni di essi sono banalmente pubblicità, che ritraggono spesso la donna come “sottomessa” dalla figura maschile o dedita solamente ad attività ad esempio culinarie o ritenute “femminili”
Gender pay gap
Con il termine Gender Pay Gap, tradotto in italiano “divario retributivo di genere”, si intende la differenza nella retribuzione oraria lorda media tra donne e uomini che risulta essere praticamente sempre a svantaggio delle donne. Storicamente, le aspettative di genere hanno portato a una divisione tra lavori femminili e maschili, con i primi meno retribuiti e con minori benefici. In Italia, le donne sono sottorappresentate nei settori tecnico-scientifici e guadagnano meno degli uomini, anche a parità di ruolo, con una differenza salariale media del 21%. Le cause di questa disparità includono: minori opportunità di carriera, il maggiore impegno familiare delle donne e il lavoro part-time. Per ridurre il gender pay gap è necessario un cambiamento culturale. Le azioni pratiche comprendono una legislazione più aggiornata, politiche di conciliazione famiglia-lavoro, sensibilizzazione contro i pregiudizi culturali, e maggiore trasparenza retributiva. L'Unione Europea ha approvato una legislazione sulla trasparenza retributiva, obbligando le imprese con oltre 250 dipendenti a rendere pubbliche le informazioni sul divario salariale di genere. In Italia, la Legge 162/2021 ha introdotto la certificazione della parità di genere, con sgravi fiscali per le aziende che la ottengono. Inoltre, la direttiva UE 2023/970 impone alle imprese di divulgare informazioni sui salari, con scadenza per gli Stati membri nel 2026.
Testimonianze
- Sabrina Banfi, direttrice Lavoro, Giovani e Sport del Comune di Milano «le quote servono perché noi partiamo oggettivamente svantaggiate: il problema non è la qualità o il merito, è che lì ai vertici, in quanto donna, non ci posso proprio arrivare»
- Luisa Quarta, Coordinatrice del Gruppo Donne Manager, «le leggi sulle donne nei Cda e il gender pay gap sono nate per movimentare la situazione, per fare luce sul problema. Avremo vinto solo quando si guarderà al merito e basta, non al genere. Per quello, però, serve un percorso educativo e culturale collettivo».
- Carla Masperi, Ceo SAP Italia: «sono diventata manager a 35 anni e per i primi tempi non si capiva che il capo ero io. Questo perché gli uomini mostrano più sicurezza, più autorevolezza, anche quado le donne sono più competenti. Vedo però, per fortuna, che le nuove generazioni sono più libere dagli stereotipi: il lavoro culturale sta servendo».
Ci sono ancora Pregiudizi?
“Sei incinta o malata? Dimettiti”. La frase schok della consigliera comunale di FdI a Treviglio
Ha lasciato l'incarico la consigliera comunale Silvia Colombo, eletta capogruppo di Fratelli d'Italia a Treviglio, dopo la bufera per il suo intervento durante l'ultimo Consiglio, da cui hanno preso le distanze il suo stesso partito e il sindaco Juri Imeri . "Sei incinta? Dimettiti e lascia il posto ad altri", aveva dichiarato a proposito della collega del Partito Democratico Matilde Tura, che aveva chiesto la possibilità di partecipare alle sedute da remoto per gravidanza a rischio. In seguito ha dichiarato:"Il mio intervento è stato manipolato", puntando il dito anche contro FdI. "È stata pura strumentalizzazione politica, e il mio partito che ha affrontato questa bufera mediatica con troppa leggerezza. Mi dimetto, torno a fare la mamma e la lavoratrice".
Perchè Rosa?
Il colore rosa viene spesso attribuito alle donne perché associato alla delicatezza e alla finezza.Però non è sempre stato attribuito al genere femminile. Infatti, nell’antichità, il colore rosa, essendo simile al colore rosso, veniva attribuiti agli uomini, in quanto ricordava il sangue e quindi la forza. Mentre alle donne veniva associato il colore azzurro, ritenuto più tenue e delicato.Ne sono un esempio le numerosissime raffigurazioni sacre.Tutt’oggi il rosa non è più solo un colore raffigurante la delicatezza delle donne, ma rappresenta anche la loro determinazione e le loro conquiste che hanno permesso loro di avvicinarsi alla parità di genere.
Bibliografia
- https://www.peoplechange360.it/
- https://www.manageritalia.it/societa/donne-finanza-tecnologia-tra-stereotipi-e-quote-rosa/
- https://www.fanpage.it/milano/chi-e-silvia-colombo-la-consigliera-fdi-che-si-e-dimessa-dopo-le-parole-sei-incinta-dimettiti/
- https://tg24.sky.it/cronaca/2025/02/27/treviglio-silvia-colombo-consigliera-fdi-dimissioni
- https://www.venetowelfare.com/evoluzione-colore-rosa-e-colore-azzurro
FIne!
Classe 4E
Presentazione di: Diana Vedovato Giulia Penzolo
In Europa
In Europa, ad esempio, dove le donne impiegate nei consigli di amministrazione erano sempre state sotto il 13%, dal 2022 sono aumentate del 36,4% nei paesi con quote obbligatorie, 30,3% nei pesi con norme informali e 16,6% nei paesi che non hanno introdotto alcun tipo di norma.
Analizziamo..
Prendendo il caso dell’Italia,nel 2010 l’occupazione femminile generale, era del 46%, una tra le più basse dell’Europa, e solo il 10% di donne ricopriva ruoli nei consigli di amministrazione.Nel 2024, invece, l’occupazione generale femminile è aumentata al 52,5% , e la percentuale di donne nei consigli di amministrazione è aumentata al 35%.Nonostante i progressi nei CDA, la percentuale di donne che ricopre ruoli dirigenziali rimane molto bassa. Nel 2024, solo il 4% dei dirigenti di aziende e società in Italia erano donne.