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il trucco

Silvia Giacinti

Created on March 1, 2025

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Transcript

Demetra Bravi, Silvia Giacinti e Giulia Papasidero 2bu
nell'antica Roma

il trucco

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indice

1. Introduzione
2. La cura del viso
3. Sopracciglia
4. Fondotinta
6. Trucco occhi
7. Segreti di bellezza
8. Dove venivano acquistati
5. Belletto e rossetto
9. Curiosità

Introduzione

Le donne dell'antica Roma cercavano di farsi notare durante le occasioni pubbliche, a teatro o durante le passeggiate. Particolare attenzione fu data alla cura della pelle, tanto che essa divenne un'ossessione per le signore romane dei ceti più agiati. Si sviluppò così un'arte del trucco preziosa e raffinata, quasi come quella dei giorni nostri.

43 a.C.
La cura della pelle fu una vera e propria ossessione per le donne aristocrotiche. Tra gli ingredienti utilizzati per le creme troviamo la lanolina, una sostanza cerosa ottenuta dal grasso della lana, amido e ossido di stagno. La lanolina serviva come base per la miscela; l’amido ammorbidiva la pelle, funzione per cui è tuttora utilizzato nei cosmetici; lo stagno era l’elemento che sbiancava la pelle e iniziò a essere impiegato durante l’età imperiale.

La cura del viso

Ovidio, autore che, nel suo libellum di Medicamina faciei feminenae si dedica all'esaltazione della cura e della bellezza femminile

Ovidio ci fornisce anche una ricetta

In quest'opera, Ovidio esalta la bellezza femminile e la cura di essa. Il termine 'medicamina' si riferisce appunto ai prodotti di bellezza, ai trucchi e ai preparati cosmetici che donne e fanciulle devono imparare a confezionare e si fa qui portavoce di una civiltà raffinata e colta, dedita alla cura dell’eleganza e alla ricercatezza delle forme.

Libellum dei Medicamina faciei femineae

Per le donne romane la pelle doveva essere perfetta, e a tal scopo utilizzavano maschere per il viso.Queste maschere erano a base di finocchio, mirra profumata, petali di rosa, incenso, salgemma e succo d'orzo. Inoltre, come citato nell'opera "Naturalis Historia" di Plinio il Vecchio, le donne applicavano una gelatina derivante dall'ebollizione di astragalo per quaranta giorni e quaranta notti.

le maschere

Sopracciglia

Le sopracciglia seguivano la moda greca: modellate grazie all’uso delle pinzette, venivano arrotondate e mantenute vicine fra loro. Venivano inoltre evidenziate con della polvere di carbone per evidenziare la profondità dello sguardo.

Fondotinta

Il guano era un elemento essenziale del fondotinta di allora, insieme a miele e cerussa componeva l'amalgama che, stesa sui volti delle donne aristocratiche, conferiva alla pelle il pallore che le distingueva dai ceti inferiori.

Anche le labbra venivano tinte di rosso, spesso attraverso l'uso di pigmenti vegetali (ad esempio la feccia di vino), mentre tra i pigmenti di origine animale troviamo i Purpureus Murex (i molluschi della porpora) e il sangue di piccione. Talora venivano utilizzati estratti minerali tossici come minio, cinabro e sandracca, rispettivamente a base di mercurio, piombo e arsenico.

Belletto e rossetto

Le donne romane erano solite applicare terre rosse, henné o cinabro sugli zigomi, poiché averli colorati era segno di buona salute.Inoltre, si usava risaltare le vene delle tempie con del pigmento blu

Secondo l’ideale di bellezza romana, la donna doveva possedere grandi occhi e lunghe ciglia. Con un piccolo strumento arrotondato in avorio, vetro, osso o legno, che veniva prima immerso in olio o in acqua, si applicava l’eye-liner, ottenuto con galena, fuliggine o polvere di antimonio.Gli occhi venivano bordati di nero, sia sulla rima superiore che inferiore, per mezzo di polvere di fuliggine o nerofumo di datteri.

trucco occhi

I colori degli ombretti potevano spaziare dal grigio fino a pigmenti molto vivaci, come il giallo zafferano, il verde malachite o l’azzurro/indaco di malachite e azzurrite. Più raramente era usato il khal egizio oppure il nero di seppia.

gli ombretti

specchio

Applicatore per il trucco occhi e labbra

Per conservare o applicare il trucco troviamo strumenti come:

  • Scrigni per riporre i cosmetici;
  • Recipienti preziosi di terracotta e ceramica ;
  • Specchi in bronzo o vetro;
  • Applicatori, ad esempio bastoncini;
  • Vaso di vetro che contenevano oli e pomate.

Segreti di bellezza

I cosmetici venivano acquistati nei mercati. Quelli liquidi erano conservati in piccoli recipienti di terracotta, in vasi di vetro verde e azzurro o in piccoli contenitori realizzati con diversi materiali; il collo del recipiente era chiuso in modo che il prodotto di bellezza potesse essere versato goccia a goccia.

DOVE LI ACQUISTANO

Curiosità

Tra le curiosità invece troviamo :

  • La depilazione unisex
  • Le parrucche
  • Concorsi di bellezza
  • Manicure

La depilazione unisex

La depilazione corporea pare fosse un'usanza unisex. Radersi il viso era obbligatorio per quasi tutte le classi sociali e i giovani romani celebravano l'entrata nel mondo adulto con il taglio della barba, che veniva poi conservata in appositi contenitori come ricordo di giovinezza. Nella sua Vita dei Cesari, Svetonio narra che Cesare teneva particolarmente alla rasatura meticolosa di volto e corpo e che anche Domiziano, usava depilare personalmente le sue concubine, mentre Augusto si preoccupava di rendere lisce le proprie gambe con l'utilizzo di gusci di noce roventi.

Come mostrato da diversi ritratti di imperatrici romane, in molte indossavano parrucche. Messalina, moglie dell'imperatore Claudio, e l'imperatrice Faustina ne possedevano a centinaia, molte delle quali di colore flavus (biondo), spesso ricce e con trecce. Per schiarire i capelli, invece, ci si affidava al succo di limone e all'acqua distillata di fiori di ligustro. Ovidio, nell'Ars amandi, consigliava di tingere i capelli o di "portare i capelli di un'altra". Lo stereotipo per cui gli uomini preferiscono le bionde, e che viene solitamente fatto risalire agli Anni '50 del Novecento, pare proprio avere origini ben più antiche.

LE PARRUCCHE

Acconciature romane

Per comprendere a fondo quanto l'aspetto contasse, basti pensare che proprio in quest'epoca sono documentate procedure molto simili ai moderni concorsi di bellezza per scegliere la sposa dell'imperatore. Pare che gli addetti a questo delicato compito (spesso inviati dalla futura suocera) misurassero l'altezza e le gambe delle fanciulle per accertare ogni compatibilità con quelle dello sposo, portandosi dietro una sagoma dell'imperatore per accostarlo alla candidata.

CONCORSI DI BELLEZZA

MANICURE

Fu nell'Antica Roma che fece la sua comparsa la prima manicure simile a quella di oggi. Le donne patrizie, infatti, erano abituate a curare le mani immergendole in oli essenziali e infusi profumati a base di piante e fiori; e le matrone tendevano a tingere le unghie con l’henné o con misture di grasso e sangue di pecora.

•1/3 di libbra di incenso•1/3 di libbra di nitro •un dado di mirra resinosa •un piccolo dado di gomma di corteccia •pestatura, vegliatura •miele per addensare
Ricetta n.3 per una pelle profondamente detersa:
Nell'opera Ovidio ci fornisce alcune ricette di bellezza e noi ve ne riportiamo una.