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Arco di Costantino

SARAH RASO

Created on February 25, 2025

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Transcript

Caccia al leone

Caccia al cinghiale

Caccia all'orso

Partenza per la caccia

Al livello inferiore, sui lati principali, sopra i due fornici minori, sono collocate coppie di tondi risalenti all'epoca di Adriano, un tempo incorniciati da lastre di porfido. Sui lati minori allo stesso livello la serie dei tondi adrianei è completata con altri due tondi realizzati in epoca costantiniana.

Al centro dell’attico, posto su una lunga trabeazione, è collocata la storica iscrizione: “All’Imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo, Pio, Felice, Augusto, il Senato e il Popolo Romano, poiché per ispirazione della divinità e per la grandezza del suo spirito con il suo esercito vendicò ad un tempo lo stato su un tiranno e su tutta la sua fazione con giuste armi, dedicarono questo arco insigne per trionfi”. Nella frase “per ispirazione della divinità” si è interpretato un’improbabile riprova della conversione di Costantino al cristianesimo durante la battaglia, ciò in seguito ad una visione della croce associata dalla scritta "in questo segno vincerai" che porterà all’Editto di Milano nell’anno 313.

Nell'attico al centro dei lati maggiori compare un'ampia iscrizione, affiancata da coppie di rilievi dell'epoca di Marco Aurelio, mentre sui lati minori sono collocate lastre pertinenti ad un fregio di epoca traianea. In corrispondenza delle sottostanti colonne sono presenti sculture a tutto tondo dei Daci, in marmo pavonazzetto, sempre di età traianea.

L’arco è a tre fornici, quello centrale è il più grande, largo 6,50 metri per 11,45 di altezza e nell’insieme è alto 25 metri e largo 25,70. L’arco è un accorpamento di sculture e parti architettoniche scaturite da culture e architetture commemorative dissimili, come quelle dell’epoca di Traiano, Adriano e di Marco Aurelio. Questo spiega perché la città, che aveva abbandonato da tempo le peculiarità di capitale in quel periodo, non aveva più scultori per fregiare con arte un monumento così glorioso, simboleggiando così il declino dell’Impero Romano d’occidente.

È probabilmente da considerarsi come il primo esempio di quel sistematico riuso del materiale di spoglio che a Roma durerà per tutto il medioevo e, al tempo stesso, rappresenta una preziosa sintesi di oltre due secoli di arte ufficiale romana.

È il più grande dei tre archi trionfali ancora conservati a Roma, alto circa 25 metri, posto lungo la strada abitualmente percorsa dai trionfi, nel tratto compreso tra il Circo Massimo e l’Arco di Tito.L’arco fu eretto nel 315 d.C. per celebrare la vittoria dell’imperatore Costantino su Massenzio, avvenuta il 28 ottobre del 312 d.C nella battaglia di Ponte Milvio, e fu realizzato riutilizzando in parte materiali ed elementi architettonici provenienti da monumenti imperiali più antichi, appartenuti alle età di Traiano, Adriano e Marco Aurelio. Tutti i volti degli imperatori presenti nei rilievi sono stati rimodellati a somiglianza di Costantino.