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La venere di milo

BENEDETTA VARESANO

Created on February 20, 2025

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La venere di milo

La Venere di Milo risale al 130 a.C. circa: è dunque un'opera ellenistica, sebbene si tratti di una scultura che fonde i diversi stili dell'arte del periodo classico. Si tratta di una scultura greca di marmo pario alta 202 cm priva delle braccia e del basamento originale, che è conservata al Museo del Louvre di Parigi.

Gli omaggi artistici alla Venere di Milo Dal suo arrivo in Francia, l’Afrodite di Milo riscosse un grande successo sia tra il pubblico che tra gli artisti - un successo destinato a durare fino a oggi. Il primo a realizzare un omaggio alla scultura fu Delacroix, che scelse la Venere come ispirazione per il suo dipinto La Libertà che guida il popolo del 1830 La scultura fu anche modello per pittori come Van Gogh e Paul Cézanne, che ne realizzarono numerosi bozzetti durante i loro studi. Dagli anni Trenta in poi, anche i Surrealisti si interessarono alla figura della Venere di Milo..

Descrizione dell’Afrodite di Milo La Venere di Milo è una statua senza braccia di epoca ellenica che presenta numerose caratteristiche dell’epoca classica. Raffigura Venere col busto nudo e coperta solo dalla vita in giù con una morbida tunica. Ha i capelli raccolti e lo sguardo malinconico e il suo corpo realizza una torsione verso sinistra, che attribuisce all'opera movimento ed equilibrio. Non è chiaro quale sia l’episodio legato alla vita della dea rappresentato nell’opera, ma dai reperti sul luogo del ritrovamento della statua si pensa che possa essere il momento in cui Paride le dona la mela d’oro.

Come mai la Venere di Milo non ha le braccia L’Afrodite di Milo si presenta senza braccia, secondo alcuni mai ritrovate e secondo altri andate perdute durante gli scavi del ritrovamento. La mancanza delle braccia ha portato all’ideazione di numerose teorie sulla posa che aveva la Venere. La più accreditata vede la Venere tenere nella mano destra un pomo dorato, il pomo che secondo il mito la dea ha ricevuto da Paride dopo che lei gli ha promesso di offrirle in dono la donna più bella del mondo, dando così origine alla guerra di Troia.

Tra le versioni più recenti ci sono quelle di Jim Dine degli anni Ottanta e Novanta. Il colore, in tinta unita o a chiazze vivaci, rende questi oggetti quasi astratti, specialmente nelle dimensioni colossali che in alcuni casi assumono.

La storia dell’Afrodite di Milo Sul basamento, andato perduto, l’iscrizione attribuisce l’opera ad Alessandro di Antiochia, che la realizzò nel 130 a.C. Non abbiamo altre notizie legate alla statua fino al suo ritrovamento nel 1820 ad opera di un contadino dell’isola di Milos, Yorgos Kentrotas. Quello che è certo è che la statua fu rinvenuta in frammenti e fu acquistata dai francesi con la speranza di risollevare la patria dopo la fine dell’impero napoleonico e di dimenticare lo smacco di dover restituire le opere italiane confiscate durante le spoliazioni napoleoniche