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X CANTO
matteo lol
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Transcript
X CANTO
INFERNO
Il Viaggio di Dante nella Commedia
Il Canto X dell’Inferno è ambientato nel Sesto Cerchio, nella città di Dite: qui – dopo aver incontrato le anime punite per i peccati dell’incontinenza – Dante inizia la sua discesa verso i Cerchi dove vengono puniti i peccati più gravi, quelli legati alla malizia. Tra questi troviamo l’eresia, la colpa che viene analizzata in questo Canto, in particolar modo in una delle sue diramazioni: la corrente filosofica dell’epicureismo.
Il percorso di Dante nella Divina Commedia inizia nel 1300, quando Dante aveva 35 anni, ed era così a metà della sua vita(come afferma nel I canto). Questo percorso inizia quindi con lo smarrimento di Dante che inizia a peccare e perdere il suo orientamento religioso-morale e si ritrova quindi nella selva oscura e con l’aiuto di Virgilio(inviato da Beatrice)esce dalla selva e intraprende questo percorso.
Per comprendere meglio questo Canto e l’incontro di Dante con Farinata degli Uberti e Cavalcante dei Cavalcanti bisogna anche sapere che la famiglia di Dante e quella di Farinata degli Uberti erano rivali, in quanto appartenenti a fazioni diverse; bisogna anche sapere che dopo essere stati amici per tutta la vita nel 1300 Dante(con la carica di Priore) vota per l’esilio di Guido Cavalcanti, per mostrarsi imparziale nel rispetto della legge.
FARINATA DEGLI UBERTI
Orgoglio e Disprezzo Politico: Farinata rappresenta l'orgoglio politico ghibellino e il disprezzo per i Guelfi. La sua figura incarna l'arroganza e la determinazione di chi difendeva la propria fazione anche a costo della vita. Questo mette in luce la vanità e la follia delle lotte politiche che sembrano non avere fine. L'inutilità delle Divisioni Terrene: Farinata, pur condannato all'Inferno, continua a preoccuparsi delle questioni terrene e politiche. Il Coraggio e la Determinazione: Nonostante la sua condizione di dannato, Farinata è mostrato come un uomo di coraggio e determinazione. Dante rispetta queste qualità, anche se applicate a una causa sbagliata, evidenziando come il coraggio possa essere una virtù persino tra i peccatori.
CAVALCANTE DEI CAVALCANTI
La Consapevolezza del Peccato: La condizione di Cavalcante e la sua sofferenza sono anche un'allegoria della consapevolezza del peccato e delle sue conseguenze. La sua preoccupazione per il figlio evidenzia come i peccatori siano tormentati non solo dal fuoco infernale ma anche dai rimorsi e dalle preoccupazioni che avevano in vita.
Dolore e Amore Paterno: Cavalcante de' Cavalcanti rappresenta il dolore e la preoccupazione di un padre per il figlio. Chiede ansiosamente notizie di Guido, il suo figlio poeta. Questo dialogo mette in luce l'amore familiare e il legame affettivo che persiste anche nell'aldilà
L'Ignoranza e la Conoscenza Limitata: Cavalcante non comprende perché suo figlio non sia ancora nell'Inferno e ciò riflette l'ignoranza degli eretici, che non hanno una visione completa della realtà e del destino delle anime. Questo rafforza l'idea che la mancanza di fede porta a una conoscenza incompleta e distorta.
ERESIA
INTRODUZIONE DEL PECCATO
VERSI 13-15
è la negazione deliberata delle verità fondamentali della fede cristiana. Non si tratta semplicemente di un dubbio o di un'interpretazione differente, ma di un rifiuto consapevole dei dogmi essenziali della Chiesa.
"Suo cimitero da questa parte hanno con Epicuro tutti suoi seguaci, che l'anima col corpo morta fanno."
LEGGE DEL CONTRAPPASSO
I versi rivelano un'articolata concezione teologica: gli eretici giacciono in sepolcri aperti, simbolo di una condizione intermedia e sospesa. Sono visibili ma immobilizzati, possono vedere ma non agire, metafora di un'intelligenza che si è chiusa alle verità divine.
CONTESTUALIZZAZIONE CONTEMPORANEA
Farinata degli Uberti è fiero e inflessibile sui suoi ideali politici richiamando proprio l'estrema rigidati ceh oggi troviamo in politica. La sua punizione, cioè di essere costretto a vedere il suo futuro incerto, rappresenta proprio l'isolamento di chi si richiude nelle sue convinzioni senza evolversi.
Cavalcante de Cavalcanti rappresenta invece un altro tipo di condanna: il dolore dato dall'eccessivo legame ai familiari. Il canto riesce a risultare ancora attuale proprio perchè anche oggi l' attaccamento eccessivo ai figli è un tema molto comune
In questo canto Dante condanna gli eretici facendo riferimento agli epicurei, coloro che non credevano nell'immortalità dell'anima. Oggi un peccato simile è quello del materialismo estremo, non si crede in alcuna dimensione spirituale privilegiando solo il successo economico, i piaceri terreni o il potere.
Personaggi odierni che ricadono in questo peccato
Biologo e divulgatore scientifico, noto per il suo ateismo militante e per le sue critiche alla religione, in particolare al cristianesimo. Il suo libro L’illusione di Dio ha avuto un enorme impatto nel promuovere il pensiero razionalista e materialista.
Giornalista e scrittore, autore di Dio non è grande, noto per il suo feroce atteggiamento contro la religione e il dogmatismo.
Christopher Hitchens
Richard Dawkins
Terzine(22-33)
"O Tosco che per la città del foco vivo ten vai così parlando onesto, piacciati di restare in questo loco. La tua loquela ti fa manifesto di quella nobil patrïa natio, a la qual forse fui troppo molesto". Subitamente questo suono uscìo d’una de l’arche; però m’accostai, temendo, un poco più al duca mio. Ed el mi disse: "Volgiti! Che fai? Vedi là Farinata che s’è dritto: da la cintola in sù tutto ’l vedrai".
«O Toscano che visiti l'Inferno da vivo parlando [in modo] così degno, ti faccia piacere fermarti [un po'] qui. Il tuo modo di parlare ti svela originario di quella nobile patria, alla quale forse [io] fui troppo gravoso». All'improvviso uscì questo suono da una delle tombe; per cui mi accostai, per il timore, un po' [più] a Virgilio. Ed egli mi disse: «Girati! Che [cosa] fai? Guarda laggiù Farinata che s'è drizzato: lo vedrai tutto [quanto] dalla vita in sù».
Terzine(37-45)
E l'animose man del duca e prontemi pinser tra le sepulture a lui, dicendo:"Le parole tue sien conte". Com'io al piè de la sua tomba fui, guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso, mi dimandò:"Chi fuor li maggior tui?". Io ch'era d'ubidir disideroso, non gliel celai, ma tutto gliel'apersi; ond'ei levò le ciglia un poco in suso;
E le mani leste e risolute della [mia] guida mi spinsero tra le tombe verso Farinata, dicendo[mi]: «fai che le tue parole siano ben misurate». Appena arrivai davanti al suo sepolcro, mi guardò per un po', e poi, quasi sprezzante, mi chiese: «chi furono i tuoi avi?». Io, che ero smanioso di risponder[gli], non glielo nascosi, ma tutto gli rivelai; al che egli sollevò in su un poco le ciglia;