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MATE FINANZIARIA
Ambassador Elena Cri
Created on February 7, 2025
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fonte: ECONOMIA PER TUTTI Banca d'Italia
elaborazione grafica prof. CRISTINO Elena
Economia per tutti
Tutti per uno
Elena Cristino
Bilancio familiare e risparmio
Strumenti di pagamento
Inflazione e tassi interesse
Legge domanda e offerta
GIOCA
Video
Moneta e tassi di cambio - I
5. Cos'è il credito?
4. Perchè si risparmia?
3. Pagamenti e acquisti
2. Il potere della moneta
1. Reddito e pianificazione
Indice
Entrate e uscite
REDDITO E PIANIFICAZIONE
Reddito e pianificazione
Elena Cristino
il bene comune
cos'è un budget
bisogni e desideri
entrare e uscite in equilibrio
Il reddito
1. Reddito e pianificazione
Elena Cristino
dopo il budget che si fa?
In una buona pianificazione le uscite devono essere inferiori alle entrate e occorre prevedere un accantonamento per le spese impreviste.La mossa successiva è capire se è possibile migliorare le entrate e come.
La pianificazione è un continuo esercizio di previsione e controllo sulle entrate e sulle uscite, e le previsioni vanno fatte con prudenza, evitando cioè di dare troppo spazio alle speranze.Nella vita va bene l’ottimismo ma con i conti bisogna sempre tenere i piedi per terra!
1. Reddito e pianificazione
Elena Cristino
1. Reddito e pianificazione
Elena Cristino
1. Reddito e pianificazione
Elena Cristino
1. Reddito e pianificazione
Elena Cristino
Quanto valgono i soldi
IL POTERE DELLA MONETA
Il potere della moneta
Elena Cristino
clicca sulle scritte per approfondire
Perchè abbiamo bisogno del denaro
C'è valuta e valuta
Una moneta sicura
Cosa c'è in quel paniere
L'invenzione della carta moneta
La deflazione
L'inflazione
I primi scambi
IL POTERE DELLA MONETA
2. Il potere della moneta
Elena Cristino
L'IVA la tassa sui beni comuni
Domanda e offerta
I prezzi cambiano nel tempo
Tutto ha un prezzo
2. Il potere della moneta
Elena Cristino
2. Il potere della moneta
Elena Cristino
2. Il potere della moneta
Elena Cristino
2. Il potere della moneta
Elena Cristino
PAGAMENTI E ACQUISTI
Pagamenti e acquisti
Elena Cristino
clicca sulle scritte per approfondire
CARTA PREPAGATA
CARTE DI CREDITO
CARTE DI DEBITO
CONTO CORRENTE
CONTANTI
BONIFICO
PAGAMENTI E ACQUISTI
3. Pagamenti e acquisti
Elena Cristino
alcune regole da ricordare
ATTENZIONE ALLE TRUFFE !!!
3. Pagamenti e acquisti
Elena Cristino
3. Pagamenti e acquisti
Elena Cristino
3. Pagamenti e acquisti
Elena Cristino
3. Pagamenti e acquisti
Elena Cristino
3. Pagamenti e acquisti
Elena Cristino
3. Pagamenti e acquisti
Elena Cristino
PERCHE' SI RISPARMIA
Perchè si risparmia
Elena Cristino
diversificazione
Sicurezza negli investimenti
investimenti
i prodotti finanziari
motivo del risparmio
Perchè si risparmia
4. Perchè si risparmia
Elena Cristino
4. Perchè si risparmia
Elena Cristino
4. Perchè si risparmia
Elena Cristino
4. Perchè si risparmia
Elena Cristino
4. Perchè si risparmia
Elena Cristino
4. Perchè si risparmia
Elena Cristino
COS'E' IL CREDITO
Cos'è il credito
credito per i progetti
come funziona un credito
quando serve un credito
credito si ma con giudizio
storia del credito
Il credito
5. Cos'è il credito
Elena Cristino
Elena Cristino
5. Cos'è il credito
Elena Cristino
5. Cos'è il credito
Elena Cristino
5. Cos'è il credito
Elena Cristino
5. Cos'è il credito
Elena Cristino
moneta e tassi di cambio - 1
Elena Cristino
Legge domanda e offerta
Elena Cristino
Inflazione e tassi di interesse
Elena Cristino
strumenti di pagamento
Elena Cristino
Bilancio familiare e risparmio
Elena Cristino
Elena Cristino
Sii sempre prudente nell'usare il denaro!!!
RICORDA...
ECONOMIA PER TUTTI
clicca per approfondire
Elena Cristino
Sii sempre prudente nell'usare il denaro!!!
Il reddito si può classificare in:- Redditi da lavoro dipendente: per esempio lo stipendio dell’insegnante.
- Redditi da lavoro autonomo: per esempio il reddito del dentista.
- Redditi d’impresa: come il profitto di un negozio.
- Redditi da capitale: per esempio gli interessi (come vedrai nel capitolo sul risparmio).
- Redditi fondiari: quelli che derivano da terreni e fabbricati, ad esempio l’affitto di una casa.
- Redditi diversi: tutto ciò che non rientra nelle altre categorie, come ad esempio una vincita alla lotteria.
Alcuni tipi di reddito variano nel tempo più di altri: di solito un reddito da lavoro dipendente subisce meno fluttuazioni (verso il basso o verso l'alto) rispetto a uno da lavoro autonomo o da impresa.
Perché si sceglie un credito e cosa implica?
Così come ci sono molti motivi per aver bisogno di un finanziamento, ci sono anche molti prodotti di credito. Per scegliere quello più adatto, bisogna innanzitutto considerare di quanto si ha bisogno e per cosa. Poi bisogna guardare ad alcuni numeri: anzitutto il tasso di interesse di cui abbiamo già parlato nel capitolo 4, cioè quanto, in percentuale, bisogna restituire in più rispetto alla cifra richiesta (più è alto il tasso, più il prestito è costoso). Il tasso può essere fisso o variabile: in un prestito a tasso fisso l’interesse rimane uguale nel tempo, mentre in uno a tasso variabile, come dice la parola, il tasso potrà cambiare in base all’andamento di un parametro. Conta poi la durata del prestito: in quanto tempo dovrete restituirlo, rata dopo rata? Una rata corrisponde a una quota di denaro, spesso a cadenza mensile, da versare a chi ci ha prestato i soldi fino a che il prestito non è “estinto” cioè completamente restituito. Per capire meglio, bisogna analizzare il piano di ammortamento, cioè un dettaglio di quanti soldi si dovranno restituire e di come saranno le diverse rate. Quale prestito, quindi, vi converrà di più? Le domande da porsi sono tante, e bisognerà cercare di rispondere a tutte con oculatezza, insieme all’istituto di credito che vi presta il denaro: preferite un tasso un po’ più alto ma che resterà costante nel tempo, oppure magari uno più basso ma che in futuro potrebbe anche crescere (o diminuire)? Preferite pagare in meno tempo e con rate più alte o viceversa? Ogni quanto volete pagare la vostra rata? Avete confrontato diverse offerte per trovare quella che più fa al caso vostro? E siete sicuri di riuscire a far fronte alla restituzione senza troppi problemi con il vostro reddito? Facciamo l’esempio di un mutuo per l’acquisto di una casa. Al momento di fare il contratto vi sarà proposto un piano di ammortamento, cioè un programma in cui si suddividono le rate nel corso del periodo di tempo stabilito. È importante sapere che, se non rispettate i termini del rimborso, i soldi da restituire aumenteranno. Alla fine i beni che avete acquistato potrebbero anche esservi tolti e passare al finanziatore: la banca infatti, per concedere quel mutuo, verifica che con i vostri redditi futuri siate in grado di rimborsarlo e chiede come garanzia la casa stessa (in questo caso la garanzia si dice ipoteca). Il credito, è vero, aiuta ad anticipare i consumi futuri, ma dovrete considerare anche il fatto che per un po’, mentre restituite il prestito, avrete meno soldi da spendere.
i prezzi perciò salgono; 3. quando i prezzi salgono la moneta perde valore, ne occorre di più per comprare le stesse cose: i lavoratori chiedono aumenti del loro salario e le imprese devono sopportare maggiori costi, così che i prezzi continuano ad aumentare. In questo modo può iniziare una pericolosa rincorsa tra moneta e prezzi. Si può stampare ancora più moneta, ma i prezzi saliranno ulteriormente, e così via: è questo il processo dell’inflazione, che in certi casi può anche mandare in rovina un paese e i suoi abitanti, a cominciare da chi è più povero. L’inflazione può avere anche altre cause, non dipende solo dalle scelte di chi stampa la moneta: è un indicatore dello stato di salute dell'economia che gli Stati devono sempre tenere sotto controllo.
Inflazione
Se ogni Banca centrale può stampare la propria moneta, perché le Banche centrali non ne stampano in quantità immense, in modo da dare i soldi a tutti? Sembrerebbe un’ottima idea e infatti è stata sperimentata tante volte nel corso della storia, ma ha provocato molti più danni che benefici, attraverso un meccanismo insidioso chiamato inflazione. Vediamo in sintesi cosa può succedere: 1. il valore di una moneta dipende dalle cose che può comprare. La Banca centrale può stampare più soldi in pochi giorni, ma purtroppo la quantità dei beni che si possono comprare aumenta in modo molto più lento; 2. nel frattempo le persone possono comprare più beni di prima e questi cominciano a scarseggiare:
Le carte di debito, come ad esempio il bancomat, sono tessere elettroniche collegate a un conto, dotate di un codice segreto (il “PIN”, Personal Identification Number, numero di identità personale), con le quali si possono effettuare pagamenti senza contante o prelevare contante dalle apposite “macchinette”, gli ATM (Automated Teller Machine) che vedete spesso per strada. I bancomat rientrano nella famiglia delle carte di debito, perché i soldi che usiamo o preleviamo vengono subito addebitati (cioè tolti) sul nostro conto. È quindi necessario che sul conto ci siano i soldi per effettuare l’acquisto.
CARTA DI DEBITO
Il fatto che le banconote siano nate come "pezzi di carta" ha reso necessario inventare alcuni stratagemmi per renderle difficili da falsificare. Per evitare che chiunque possa stamparsi da solo i soldi, le Banche centrali adottano diversi elementi anti-contraffazione: nella carta, in filigrana, si introducono materiali particolari, si rendono i disegni difficili da riprodurre, si creano delle strisce olografiche e così via.
Moneta sicura
È solo un esempio, ma spiega come il semplice baratto non sia funzionale, perché serve sempre una doppia coincidenza di bisogni, cioè del fatto che entrambi i contraenti dispongano esattamente di ciò di cui l'altro ha bisogno in quel momento, eventualità molto improbabile. Per questo si è resa necessaria una qualche forma di moneta. Nel corso dei secoli, sono stati utilizzati gli oggetti e i materiali più diversi, perfino alcuni animali: conchiglie, barrette di terracotta, sale (la nostra parola “salario” deriva da questa usanza), buoi, pecore, oro... Si chiamavano monete-merce, perché avevano un valore proprio (non solo simbolico come le nostre banconote) e per funzionare bene dovevano essere trasferibili, divisibili, non deteriorabili.
I PRIMI SCAMBI
Immaginiamo di vivere in un’epoca in cui ancora non esiste la moneta. Siamo dei bravi coltivatori di cipolle e abbiamo nella nostra capanna tantissime cipolle, al punto che il resto del villaggio tende a evitarla. A un certo punto sono così tante che ci serve un carretto per trasportarle. C’è un ottimo costruttore di carretti dalle nostre parti, e abbiamo provato a proporgli un baratto: 1 cipolla per 1 carretto. Lui è un primitivo e non si intende di commercio, perciò rifiuta, ma dopo una trattativa arriviamo a proporre 1000 cipolle per il carretto. Ancora niente da fare: le cipolle non gli servono e non le digerisce, dice, e se ne va. Beh, non sarà per niente facile trovare un carrettaio che accetti cipolle come pagamento.
La moneta, abbiamo visto, semplifica gli scambi commerciali fra persone, imprese e Stati: oggi i prezzi di tutti i beni e di tutti i servizi sono fissati in moneta. Eppure, questo non significa che le stesse cose abbiano ovunque sempre lo stesso prezzo. Prendi come esempio un bene facile da trovare come una bottiglietta d’acqua: avrai notato che in un supermercato costa molto meno di quanto costi in un bar, mentre su un treno costa ancora di più. Nei canali di vendita all’ingrosso, destinati alle aziende che poi rivendono o trasformano le merci acquistate, i prezzi sono minori che nella vendita al dettaglio, dove andiamo tutti noi consumatori. Appena esce dalla fabbrica il prezzo poi è ancora inferiore, perché i negozianti non vi hanno applicato il “ricarico” necessario a remunerare il proprio lavoro. Ma i prezzi si differenziano anche per altri motivi. Perché Teo nello stesso negozio trova la cioccolata a prezzi diversi? Perché non è la medesima cioccolata: sul prezzo incidono la qualità degli ingredienti e il processo di lavorazione. Per altri beni, come gli smartphone, sul prezzo incide anche il contenuto tecnologico. I prezzi cambiano quindi a seconda della qualità, di dove facciamo un acquisto, cioè a seconda dei punti vendita, o della distanza dal luogo di produzione: tutto ha un prezzo, anche la tua pigrizia.
Tutto ha un prezzo...
Possiamo considerare le banche e le altre imprese che lavorano nel campo della finanza come dei negozi di denaro. Come tutti i negozi la loro finalità è di guadagnare vendendo i propri prodotti. Vediamone alcuni. Obbligazioni: titoli emessi da banche, imprese o Stati per “vendere” il proprio debito garantendo in cambio una remunerazione con interessi a tasso fisso o variabile. In inglese vengono chiamati bond. Titoli di Stato: sono le obbligazioni emesse dallo Stato, un prestito fatto dal cittadino allo Stato comprando titoli come, per esempio, i BOT (Buoni ordinari del Tesoro) e BTP (Buoni del Tesoro Pluriennali). Azioni: titoli rappresentativi del capitale di una società; chi compra un’azione diventa proprietario di una parte di quella società. Il valore delle azioni dipende dall’andamento della società. Alcune di esse sono quotate in Borsa: significa che possono essere vendute e acquistate su un mercato regolamentato
Cos'è un budget?
Budget è una parola inglese e indica la contabilità: a sua volta viene dal francese bougette che significa “borsellino”, “piccola borsa”. Il budget è, nel linguaggio comune, quello che si può spendere, quello che abbiamo “in borsa”: più precisamente il budget è un bilancio di previsione, cioè un documento su cui è scritto quante pensiamo siano le nostre entrate e quanto pensiamo di spendere in un certo periodo di tempo, ad esempio una settimana. In un budget devono comparire le “voci” che descrivono le diverse tipologie possibili di entrata e uscita. Ogni voce va poi riempita con dei numeri, che corrispondono ai flussi di cassa, cioè i movimenti di soldi. Le voci possono essere ordinarie o straordinarie. Quelle ordinarie si ripetono in modo regolare, per esempio, la merenda che compri ogni mattina o la paghetta che ricevi ogni settimana; le straordinarie sono quelle che accadono occasionalmente, una volta sola o raramente, come l’acquisto di uno zaino nuovo o un regalo per una festa a cui si è stati invitati inaspettatamente.
Entrate e uscite in equilibrio
Il reddito dipende sì dalle scelte che facciamo nella vita e nel lavoro, ma non completamente: non abbiamo quasi mai un controllo totale sulle nostre fonti di reddito. Come facciamo allora a essere padroni della nostra situazione economica? Siamo forse in balia degli eventi? Certo che no. Possiamo adattare le nostre spese ai nostri guadagni, perché fare il contrario, cioè cercare di guadagnare di più per far fronte alle spese è molto difficile, più lento e anche rischioso. Quale rischio? Il rischio è di “vivere al di sopra delle proprie possibilità”, per poi ritrovarsi con i debiti!
Teo è entrato in crisi. Ha iniziato a pensare ai soldi, al risparmio, al futuro. Ha scoperto che così come noi cresciamo, anche il denaro cresce, o meglio: c’è bisogno che cresca! Ha un desiderio da realizzare, magari qualcosa da comprare, per cui oggi non ha abbastanza denaro. Ha quindi bisogno di far crescere i suoi soldi. Ma come noi non cresciamo da soli, così anche il denaro non cresce da solo. Quando si parla di soldi, Pinocchio è sempre istruttivo. Anche lui aveva un desiderio e possedeva cinque monete d’oro: ne aveva spesa una all’osteria e, su suggerimento dei suoi nuovi consulenti finanziari, il Gatto e la Volpe, aveva deciso di “investire” le altre quattro piantandole nel Campo dei Miracoli, sicuro che ne sarebbero spuntate molte di più. Come tutti sanno, però, non è finita bene. Non è così che crescono i soldi. Si risparmia mettendo da parte. Il primo modo per far crescere i soldi è non spenderli, ma tenerli da parte. Ma per fare questo dobbiamo fare delle rinunce. Certo, ci piace l’idea di avere un domani tanti soldi; ma nel frattempo è molto più vicina, molto più presente la rinuncia di oggi.
Il conto corrente è un conto di pagamento identificato in maniera univoca da un nome in codice, il cosidetto International Bank Account Number (IBAN); i codici italiani sono formati da 27 caratteri e iniziano con IT. Il conto corrente è uno strumento, bancario o postale, che consente al suo possessore di depositare denaro (o di farlo depositare da altri), prelevarlo quando si vuole, effettuare pagamenti. Inoltre, come vedremo nel prossimo capitolo, il conto corrente permette di accedere alle forme di investimento del risparmio.
CONTO CORRENTE
In quel paniere...
Misurare l’inflazione e la deflazione non è semplice, mica si possono seguire i prezzi di tutto ciò che si può comprare. Per questo gli statistici e gli economisti hanno creato l’indice dei prezzi al consumo, uno strumento che serve a calcolare l’inflazione in un dato momento. In Italia l’ISTAT (Istituto nazionale di statistica) sceglie un paniere contenente alcuni beni e servizi importanti e comuni, che ben rappresenta le scelte di consumo di una famiglia tipo: confrontando il costo del paniere in due momenti diversi si ottiene una misura dell'aumento o della diminuzione del costo della vita.
Esempi di beni contenuti nel paniere sono alimenti come pane, pasta, riso, vino e birra, poi scarpe, smartphone, automobili... Fra i servizi ci sono gli affitti per le abitazioni, le forniture di casa, come l’energia elettrica o l’acqua, servizi di idraulici ed elettricisti, i prezzi delle pizzerie e dei ristoranti, e molti altri.
Contribuire al bene comune
Di sicuro avrai sentito i tuoi genitori parlare delle tasse, magari con un tono di voce non proprio allegro… Infatti tutti i tributi (tasse e imposte) sono soldi in uscita, voci con segno negativo dei bilanci di ogni famiglia e di ogni impresa. Ma si tratta di un sacrificio necessario se si vuole vivere insieme agli altri... e ha una contropartita, come vedremo. Tutti i redditi sono tassati dallo Stato: vuol dire che lo Stato ne preleva una parte, anche per ridistribuirla a favore della collettività, ovvero di ognuno di noi. La grandezza e le modalità di questa ridistribuzione possono variare a seconda delle disponibilità dei bilanci dello Stato e delle volontà politiche dei governi. Coloro che pagano le tasse si chiamano contribuenti. Ma quanto devono pagare? Dipende! L’art. 53 della nostra Costituzione recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Il sistema tributario è basato su criteri di progressività, che significa, in parole povere, che chi ha di più deve pagare in proporzione di più. I tributi sono sempre esistiti; grazie a essi lo Stato finanzia la spesa pubblica fornendo ai cittadini moltissimi servizi: pensiamo alle strade, agli ospedali, a scuole e asili, al mantenimento dei beni artistici e dei musei, ai parchi nazionali, alle spese necessarie in caso di calamità naturali, e poi agli stipendi di medici, infermieri, insegnanti, forze dell’ordine, agli aiuti per le persone che non hanno abbastanza reddito e… Beh, avete capito: pagare le tasse, lì per lì, non fa piacere a nessuno, ma poi tutti ne usufruiamo in qualche misura ed è comunque un dovere previsto dalla nostra Costituzione, fondamentale per vivere in una comunità giusta e funzionante.
Per secoli (e ancora oggi!) sono stati usati i contanti, banconote o monete che fossero, anche se già nel 1300 si cominciarono a usare metodi alternativi, come le “lettere di cambio”, antenate degli attuali assegni (la lettera consentiva a chi la presentava presso una banca concordata di prelevare la somma indicata nella lettera stessa).
CONTANTI
Uno strumento molto utilizzato dai titolari di un conto è il bonifico, il trasferimento di una somma di denaro da un conto su un altro. Oggi è anche possibile farlo online, senza doversi recare allo sportello di una banca, con grande risparmio di tempo. Quando devo fare dei pagamenti periodici, come la bolletta della luce, può essere comodo – invece di fare bonifici a ripetizione – dare un’autorizzazione una volta per tutte per pagare il giorno esatto della scadenza; queste autorizzazioni si chiamano ordini di addebito diretto.
BONIFICO
È solo un esempio, ma spiega come il semplice baratto non sia funzionale, perché serve sempre una doppia coincidenza di bisogni, cioè del fatto che entrambi i contraenti dispongano esattamente di ciò di cui l'altro ha bisogno in quel momento, eventualità molto improbabile. Per questo si è resa necessaria una qualche forma di moneta. Nel corso dei secoli, sono stati utilizzati gli oggetti e i materiali più diversi, perfino alcuni animali: conchiglie, barrette di terracotta, sale (la nostra parola “salario” deriva da questa usanza), buoi, pecore, oro... Si chiamavano monete-merce, perché avevano un valore proprio (non solo simbolico come le nostre banconote) e per funzionare bene dovevano essere trasferibili, divisibili, non deteriorabili.
I primi scambi
Immaginiamo di vivere in un’epoca in cui ancora non esiste la moneta. Siamo dei bravi coltivatori di cipolle e abbiamo nella nostra capanna tantissime cipolle, al punto che il resto del villaggio tende a evitarla. A un certo punto sono così tante che ci serve un carretto per trasportarle. C’è un ottimo costruttore di carretti dalle nostre parti, e abbiamo provato a proporgli un baratto: 1 cipolla per 1 carretto. Lui è un primitivo e non si intende di commercio, perciò rifiuta, ma dopo una trattativa arriviamo a proporre 1000 cipolle per il carretto. Ancora niente da fare: le cipolle non gli servono e non le digerisce, dice, e se ne va. Beh, non sarà per niente facile trovare un carrettaio che accetti cipolle come pagamento.
L'iva la tassa sul consumi
Una voce che invece compare sempre negli scontrini e nelle ricevute è l’IVA, un’imposta che si paga sui consumi: per ogni servizio o prodotto che acquistiamo, lo Stato chiede una quota di pagamento proporzionale alla spesa. Se l’IVA è per esempio al 22%, un idraulico che ci fa una riparazione ci chiederà una certa cifra, più il 22%. Se il costo dell’intervento dell’idraulico è, sempre per esempio, di 100 euro, noi ne dovremo pagare 122, cioè 100 + 22% di 100. Dove finiscono quei 22 euro in più? Vanno a costituire una parte del “gettito fiscale”, cioè finanziano le attività dello Stato. L’IVA è un'imposta sui consumi che va pagata da tutti: quando qualcuno chiede “con IVA o senza?”, non vi sta facendo un favore, ma sta cercando di coinvolgervi nel non pagare un tributo. Si chiama evasione fiscale ed è un reato. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, con i soldi delle tasse lo Stato paga molti servizi necessari per tutti, soprattutto per i più deboli. Pagando l’IVA su un servizio, ci assicuriamo che i soldi che stiamo pagando vengano registrati, e che chi li riceve paghi a sua volta le tasse sui redditi percepiti.
Credito per progetti
L’usura, che abbiamo appena visto, è un cattivo credito, cioè un credito che lentamente distrugge le persone e il territorio. Un buon credito è invece quello che fa girare l’economia e consente la nascita e lo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali, o investimenti in macchinari per imprese che sono già operative. Per le famiglie può servire all’acquisto di una casa, per il finanziamento di studi universitari o per ogni altra spesa importante riguardante il futuro. Le banche e le istituzioni hanno spesso anche delle “linee di credito speciali” per favorire la nascita e lo sviluppo di progetti meritevoli dal punto di vista sociale, culturale, imprenditoriale e così via. Però la banca sceglierà di finanziare solo quelle proposte che ritiene un buon credito; e siccome la banca è un’impresa che opera sul mercato la scelta spetterà solo a lei. Non ci sono solo i prestiti “grossi” e importanti, come quelli per comprare una casa. Se entrate in un negozio per comprare uno smartphone, ad esempio, è probabile che possiate fare un acquisto a rate, per non dover sborsare subito l’intera cifra. La possibilità di pagare “in comode rate mensili”, come spesso viene detto, significa che dobbiamo chiedere un finanziamento. Anche in questo caso dovrete valutare attentamente tutte le condizioni del contratto per capire se vi conviene. Infatti la comodità di non pagare tutto in una volta non è gratis: di solito ci sono da pagare gli interessi e altre spese. Una buona regola è calcolare la differenza tra la somma delle rate e la spesa che dovremmo sostenere pagando in contanti. Il TAEG è un indicatore utile, che riassume il costo complessivo del finanziamento che ci è stato concesso
Dopo un po’ è costretta ad abbassare i prezzi del divano – esattamente come ci aspettavamo che accadesse! – pur di invogliare i consumatori all'acquisto, ma se neanche questo funziona dovrà ridurre i salari dei suoi operai e persino licenziarne qualcuno. Più disoccupati uguale ancora meno consumi, le imprese fanno meno investimenti, e l’economia rallenta e va in crisi. Questo processo, una volta innescato, tende a replicarsi in un circolo vizioso, e può condurre a una spirale deflazionistica che causa spesso una recessione, una depressione dell’economia. Insomma, sia gli eccessi di inflazione che quelli di deflazione producono danni. Per questo le Banche centrali hanno di solito l'obiettivo di mantenere la variazione dei prezzi entro limiti ristretti.
La deflazione
Ci sono casi in cui i prezzi dei beni e dei servizi in un Paese anziché aumentare tendono a diminuire (le cause possono essere varie), si parla allora di deflazione. Per i consumatori questo sembra, si capisce, un fatto positivo: il denaro ha più potere d’acquisto nel tempo. Ma di solito lunghi periodi di deflazione portano a squilibri molto pericolosi per l’economia. Pensiamo a quel bel divano su cui abbiamo messo gli occhi, perfetto per guardarci le partite di campionato di calcio o per la nostra serie preferita. Se pensiamo che forse il suo prezzo diminuirà domani, rimandiamo l’acquisto per risparmiare. Siamo in molti a pensarla così e la fabbrica di divani comincia a venderne meno
I prezzi cambiano nel tempo
Coi prezzi non si può mai rilassarsi, certi cambiano anche a seconda della stagione: succede in particolare con la frutta e la verdura. Perché? Per esempio perché una fragola ha bisogno di caldo per crescere, e quindi è facile trovarla in estate… d’inverno invece la stessa fragola va coltivata in serra (quindi al suo prezzo vanno aggiunti i costi della serra) o va importata da nazioni calde (con costi di trasporto e magazzino) e poi ce ne sono meno (la scarsità di un bene ne aumenta il prezzo). Quindi, di nuovo: tutto ha un prezzo, anche la stagionalità e mangiare frutta fuori stagione.
Diversificazione
Come si fa a investire riducendo il rischio senza rinunciare al rendimento? Il miglior criterio è cercare di comprare non un solo titolo ma un portafoglio di titoli, cioè un insieme di prodotti diversi tra loro: in questo modo le perdite di alcuni potranno essere compensate dai profitti di altri. Questo principio si chiama diversificazione e ha l’obiettivo di metterci al riparo. Se per esempio investiamo i nostri soldi in aziende di frutta e arriva un inverno gelido, non guadagneremo niente. Se al contrario diversifichiamo, e quindi investiamo sulle aziende di frutta ma anche sui campi da sci, potremo guadagnare sia con un inverno freddo sia con un inverno caldo. La diversificazione può riguardare aziende diverse ma anche paesi diversi. Se per esempio abbiamo comprato azioni di una società di calcio, guadagneremo di più quando questa squadra vince e viceversa. Per essere più tranquilli converrà diversificare i nostri investimenti acquistando anche azioni di squadre concorrenti, per avere più possibilità di guadagno. Spesso, il prezzo da pagare per portarsi a casa i benefici della diversificazione è la riduzione del massimo guadagno possibile: ma è un giusto prezzo da pagare per garantirsi una riduzione della massima perdita! Quindi, al momento di scegliere su cosa investire, la grande domanda da farsi sarà sempre: quanto sono disposto a perdere per avere la probabilità di guadagnare di più
Esistono poi le valute virtuali o criptovalute. Pensate a un gioco online in cui, per potervi partecipare, dovete acquistare dei “gettoni”: sono “gettoni” che valgono però solo in quel mondo virtuale… non li possedete davvero nella vita reale e solo chi gioca in quel mondo virtuale accetterà di scambiarli con voi! Ecco, le cosiddette valute virtuali funzionano più o meno così, ossia possono essere utilizzate solo tra persone disposte ad accettarle. Potete trovare qualcuno disposto ad accettare valute virtuali in cambio di euro o di beni reali, ma nessuno opera per garantire che le vostre valute virtuali mantengano il loro valore nel tempo e che sarete anche in futuro in grado di riconvertirle in moneta. Attenzione quindi perché utilizzare le valute virtuali può essere rischioso: non ci sono tutele o forme di controllo e garanzia delle somme che avete speso per acquistarle
C'è valuta e valuta
La moneta esiste in forme molto differenti. In primo luogo ogni nazione può avere una propria moneta: la moneta specifica di una nazione si chiama valuta e le valute di paesi diversi hanno diverso valore. La nostra valuta è l’euro (€), mentre la valuta statunitense è il dollaro ($) e quella giapponese lo yen (¥). Una seconda differenza da ricordare è quella tra denaro contante e moneta bancaria: il primo lo teniamo nel portafogli, mentre la seconda la usiamo attraverso strumenti di pagamento come le carte (bancomat, carte di credito, carte prepagate,...) o direttamente dal computer e dai dispositivi mobili. In questo modo se abbiamo ad esempio 100 euro in banca, possiamo spenderli o trasferirli senza che ci sia bisogno di avere il denaro fisico in mano.
che richiedevano quantità ingenti di denaro, ingombranti e pesanti: non era pratica da trasportare, né da conservare. A questi problemi si trovò soluzione nel Medioevo, quando si iniziarono a usare delle “monete di carta”, cioè le banconote o note di banco. I primi a inventarle furono i cinesi, come ebbe modo di verificare Marco Polo: a partire dal Trecento, anche in Europa i banchieri iniziarono a rilasciare dei “titoli” di credito che potevano sostituire il denaro. Quando si è passati dalle monete in metallo prezioso alle banconote è aumentata molto la capacità di "creare moneta". In precedenza questa capacità dipendeva dalla quantità di metallo prezioso disponibile: per coniare una moneta d'oro c'è bisogno d'oro, per creare una banconota basta la carta.
Invenzione della carta moneta
Certo una pecora, probabilmente, non era una forma perfetta di moneta (non è esattamente “divisibile“ e non “deteriorabile”). Non sempre le monete-merce erano facili da usare, creavano molti problemi, così si inventarono le monete vere e proprie, cioè leghe metalliche fuse e battute con il simbolo della nazione o del sovrano, il cui “valore”, cioè il contenuto di metallo prezioso, era garantito dallo stesso Stato. Le prime monete risalgono circa al VI secolo a.C., e furono coniate nel regno di Lidia in Anatolia, a cavallo fra il mondo greco e quello persiano. La moneta era molto utile anche nella gestione del risparmio (una moneta non va “a male”), ma non era molto comoda per commerci
LEGGI CON CURA
• Non dare mai dati personali a sconosciuti: numero di telefono, indirizzo ecc.• Non dare mai a nessuno il PIN della tua carta. • Non aprire gli allegati delle e-mail che ti arrivano da sconosciuti. • Sii cauto nell’aprire link “cliccabili” su internet e allegati all'e-mail, soprattutto quando non sai da chi ti arrivano. • Questo significa anche: non cliccare a caso solo per poter andare avanti attraverso schermate di cui non ti importa nulla. Su alcune pubblicità un clic equivale a un acquisto. • Se noti, anche sul telefonino, delle spese che non hai fatto o dei servizi cui sai di non essere abbonato, segnala subito la cosa a un adulto di fiducia. • Non fare acquisti su internet e con le app senza la supervisione di un adulto. • In internet, prima di acquistare qualsiasi cosa o di accettare qualunque offerta, cerca cosa dicono le recensioni di un certo venditore o di un certo oggetto. • Chiedi sempre a un adulto: non c’è niente di cui vergognarsi.
Le carte di credito invece, che per il resto funzionano in modo simile al bancomat, hanno la caratteristica di attingere a un “credito” che viene restituito alla banca di mese in mese anziché di volta in volta: quindi si possono fare acquisti anche se in quel momento sul conto non c’è il denaro necessario. Bisogna perciò stare attenti a tenere le spese sotto controllo e avere i soldi sul conto quando arriva l’addebito! In questo caso la transazione è garantita generalmente dalla firma o da un codice PIN.
CARTA DI CREDITO
La sicurezza degli investimenti
Quando decidiamo di investire i nostri risparmi, non conosciamo con certezza il guadagno che otterremo. Se il guadagno promesso è basso (alto), di solito è basso (alto) anche il rischio di perdere tanto. Possiamo per esempio fare un investimento in azioni, facendo una specie di scommessa su una certa azienda; comprando le azioni dell’azienda Pisquardòz (non la cercate, non esiste, sono lettere a caso per fare un esempio), potremmo guadagnare molto quando la Pisquardòz andrà bene: ma se dovesse andar male, invece, potremmo anche perdere dei soldi. È un rischio. Con i Titoli di Stato il rischio è minore ma così anche il guadagno atteso. ll rischio non è un pericolo. È vero, in finanza si utilizza il termine rischio, ma il rischio in questo caso non è un pericolo, cioè qualcosa che va evitato a ogni costo. Il rischio misura quanto possiamo sbagliare, cioè la possibilità che non si realizzi quello che ci aspettiamo. Ma quali sono questi rischi? Una banca, ad esempio, corre il rischio che un prestito non venga restituito; chi, invece, investe nelle azioni di una società, rischia che gli affari di questa società vadano molto male, facendo diminuire il valore del suo investimento. Tanto più un investimento è rischioso, di solito, tanto più alti sono gli interessi riconosciuti in caso di successo. Questo per invogliare a investire anche su prodotti meno sicuri; oppure, come dicono gli economisti, per compensare il rischio o "come premio per il rischio"
Ci sono molti buoni motivi per risparmiare. Per semplificare possiamo pensare a: • Acquisti futuri: come Teo pensa al suo mezzo e mette da parte i soldi per poterlo comprare, così si possono risparmiare soldi per comprare una casa, per una vacanza, per un computer migliore. • Precauzione: è quando si mettono da parte dei soldi, perché “non si sa mai”, potrebbero cioè esserci delle spese impreviste e improvvise, e allora conviene essere preparati
Credito sì, ma con giudizio Per proteggere entrambe le parti coinvolte, debitore e creditore, la legge controlla i prestiti: da una parte obbliga chi ha ricevuto un credito a restituirlo al creditore nei tempi concordati (il rischio che il debitore non paghi, anche solo in parte, o non paghi nei tempi dovuti ciò che deve restituire si chiama rischio d’insolvenza), dall’altra impone a chi presta soldi di non applicare tassi di interesse oltre una certa soglia. Concedere prestiti a tassi superiori a tale soglia si chiama usura, è una degenerazione del credito ed è anche uno degli strumenti usati dalla criminalità per far fruttare il denaro accumulato e controllare il territorio.
La moneta, abbiamo visto, semplifica gli scambi commerciali fra persone, imprese e Stati: oggi i prezzi di tutti i beni e di tutti i servizi sono fissati in moneta. Eppure, questo non significa che le stesse cose abbiano ovunque sempre lo stesso prezzo. Prendi come esempio un bene facile da trovare come una bottiglietta d’acqua: avrai notato che in un supermercato costa molto meno di quanto costi in un bar, mentre su un treno costa ancora di più. Nei canali di vendita all’ingrosso, destinati alle aziende che poi rivendono o trasformano le merci acquistate, i prezzi sono minori che nella vendita al dettaglio, dove andiamo tutti noi consumatori. Appena esce dalla fabbrica il prezzo poi è ancora inferiore, perché i negozianti non vi hanno applicato il “ricarico” necessario a remunerare il proprio lavoro. Ma i prezzi si differenziano anche per altri motivi. Perché Teo nello stesso negozio trova la cioccolata a prezzi diversi? Perché non è la medesima cioccolata: sul prezzo incidono la qualità degli ingredienti e il processo di lavorazione. Per altri beni, come gli smartphone, sul prezzo incide anche il contenuto tecnologico. I prezzi cambiano quindi a seconda della qualità, di dove facciamo un acquisto, cioè a seconda dei punti vendita, o della distanza dal luogo di produzione: tutto ha un prezzo, anche la tua pigrizia.
TUTTO HA UNA PREZZO (non sempre lo stesso...)
Come funziona un investimento?
Investire significa impiegare una somma (capitale) con l’obiettivo di farla aumentare in futuro. Per capire come funziona il meccanismo degli investimenti dobbiamo accettare l’idea che anche il denaro possa essere “comprato” e “venduto”. Non è difficile capire perché si voglia comprare del denaro: i soldi fanno sempre comodo, ma di come si fa a comprarli parleremo nel prossimo capitolo. Vediamo, invece, adesso che significa vendere una somma di denaro. Significa semplicemente essere disposti a rinunciare a utilizzarlo per un periodo di tempo in cambio della promessa di riceverne di più in futuro. In altre parole, vendere il nostro denaro significa investirlo in prodotti finanziari. Naturalmente per motivarci a venderlo è necessario che il mercato (cioè le persone che hanno bisogno di un prestito) ci offra un compenso: questo compenso si chiama interesse. In particolare, se vendiamo il nostro denaro si parla di interesse attivo, cioè con il segno più. Ed è proprio questo che fa chi investe dei soldi: se ne priva oggi per averne di più domani. Se invece compriamo da altri del denaro, contraendo un prestito, l’interesse è passivo, cioè ha un segno meno, è quindi un costo.
Bello immaginarsi il futuro, creare una sushilibreriabarspaziale, o qualcosa di ancor più strabiliante. Servono immaginazione, passione, determinazione e anche, a un certo punto, soldi. Fin qui, abbiamo parlato dei soldi che ci sono. A volte però si devono o si vogliono fare delle spese anche quando i soldi non ci sono: in questi casi si ricorre al credito, cioè si chiedono dei soldi in prestito. Se sono pochi puoi provare a chiedere a qualche familiare, ma se devi chiederne molti ti dovrai rivolgere a una banca o a un finanziatore autorizzato. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, dedicato al risparmio, l’interesse è la ricompensa che ci viene corrisposta per aver ceduto una somma del nostro denaro e non averne potuto disporre per un determinato periodo di tempo. Nel credito, come vedremo, la prospettiva è invertita: così chi chiede dei soldi, dovrà restituirli entro un tempo stabilito aggiungendo una cifra in più (gli interessi).
Quando serve un credito?
Un tempo, dunque, i crediti potevano servire per grandi imprese e grandi conquiste: oggi possono servire per avviare un’attività, per aprire un’azienda, ma anche solo per affrontare delle spese importanti come comprare una casa. Avrai forse sentito parlare del mutuo: è un prestito fatto da una banca (o da un altro intermediario finanziario) per permettere un acquisto, una costruzione o una ristrutturazione di un immobile.
Da dove viene la parola “credito”? Credito viene dal latino creditum, che a sua volta è una voce del verbo credere, che significa “fidarsi”. Il credito è una somma data “fidandosi” che venga restituita; infatti nel linguaggio bancario viene chiamato anche affidamento o fido. Storia del credito La storia del credito è molto antica: le attività di prestito sono presenti già nelle prime civiltà, in Mesopotamia e in Grecia, dove i templi e i sacerdoti spesso gestivano anche i depositi di denaro e i beni preziosi. Prestiti e crediti sono ben documentati anche nell’antica Roma, dove iniziano a nascere le prime leggi a tutela del prestito. La vera diffusione della gestione del credito avviene però tra il XIV e il XV secolo, quando compaiono le prime banche moderne, che svolgevano contemporaneamente attività di prestito e di deposito di denaro. I banchieri sono figure molto importanti e finanziano intere nazioni; in Italia sono famiglie ricchissime come i Medici, i Peruzzi, i Bardi (a Firenze) ma anche istituzioni come il genovese Banco di San Giorgio, nato nel 1407, la più antica banca del mondo. La gestione dei prestiti e dei crediti è strettamente legata alle grandi opere del Rinascimento così come alle molte esplorazioni: tutte cose che costavano molto e richiedevano finanziamenti.
Bisogni e desideri
Ma allora come si fa a sapere come spendere il proprio denaro? Primo passo essenziale: non confondere i bisogni, ciò di cui non possiamo fare a meno, con i desideri, quello che ci piacerebbe avere. Qualche esempio di bisogni? Il cibo, il riscaldamento, l’istruzione… Esempi di desideri? L’ultimo modello di smartphone, un taglio di capelli alla moda… Questo non significa che si debba rinunciare per forza ai propri desideri, solo che occorre stabilire una gerarchia fra il necessario e ciò che lo è meno, o per niente. Gli eroi dei film hanno ragione: perché un’avventura finisca bene bisogna sempre avere un piano. Con i soldi è lo stesso. Pianificare vuol dire programmare quello che faremo usando prudenza, informazioni attendibili e alcuni strumenti che aiutano a fare i conti. Il più importante di questi strumenti è il budget.
IL REDDITO
Il reddito è l’insieme delle entrate che si ottengono dal proprio lavoro o facendo fruttare i beni che si possiedono. Esistono più fonti di reddito, cioè ci sono diversi modi di guadagnare: c’è chi ha un reddito fisso grazie a uno stipendio, come i lavoratori dipendenti; c’è chi lavora per conto proprio, come gli artigiani, i commercianti o i professionisti (che hanno un reddito variabile, a seconda della loro abilità nel vendere i propri prodotti, ma anche dell’esperienza e di un po’ di... fortuna); c’è chi trae un reddito dal proprio patrimonio, per esempio affittando una casa o riscuotendo degli interessi sugli investimenti effettuati.
La legge della domana e dell'offerta
L’andamento dei prezzi di un bene è determinato da molte componenti. Una delle più importanti è descritta dalla legge economica della domanda e dell’offerta: per ogni bene, in un certo momento, ci sono una quantità disponibile (offerta) e una quantità che le persone vogliono (domanda). L’offerta è più alta quando i prezzi sono più alti, perché a un prezzo più alto un numero maggiore di imprese trova conveniente produrre quel bene; la domanda, invece, è più alta quando i prezzi sono più bassi. Si capisce anche in modo intuitivo che il mercato si trova in equilibrio quando il prezzo rende uguali le quantità domandate e quelle offerte. Ogni prezzo è in realtà una somma di diversi costi: paghiamo cioè la nostra comodità, il prestigio della marca, la qualità dei prodotti (ad esempio, i prodotti migliori richiedono forti investimenti per la ricerca tecnologica), la sicurezza e così via. Molte di queste cose non compariranno nello scontrino fiscale che ci rilasciano al momento dell’acquisto: le paghiamo ma non c’è scritto da nessuna parte. Sta a noi capirlo.
Il denaro ha diverse funzioni. Serve come strumento di pagamento per comprare merci, per pagare il lavoro di chi le produce e vende (nel caso di un libro, i produttori della carta e quelli che fanno gli inchiostri) o per acquistare servizi, cioè pagare il lavoro di chi ha conoscenze e competenze che sono per noi utili (quello del meccanico, del medico che vi visita, del vostro caro insegnante, del programmatore di quel videogame che vi piace tanto...). Inoltre il denaro è un’unità di conto: un riferimento comune perché tutti i prezzi siano espressi nella stessa unità di misura, così da poterli confrontare e poter fare tutti i conti necessari, dall’acquisto di un gelato fino ai bilanci delle grandi aziende o degli Stati. Ma non è finita qui: la moneta tende a conservare il suo valore nel tempo (entro certi limiti, come vedremo poi) e quindi serve come riserva di valore, la puoi mettere da parte e usarla in futuro, confidando che nel frattempo abbia conservato il suo potere d’acquisto, ovvero la capacità di comprare le stesse cose. Quando si mette il proprio denaro in banca si dice che si “deposita”. La parola deposito indica infatti l’accantonamento di denaro. È la base del risparmio.
Perchè abbiamo bisogno di denaro
Che cos’è il denaro? È innanzitutto un oggetto con un valore simbolico, che deriva semplicemente dal fatto che tutti glielo riconosciamo. È un po’ come un pezzo del gioco degli scacchi: la regina, ad esempio, ha il “potere” di muoversi in tutte le direzioni solo perché tutti i giocatori sono d’accordo con questa regola. Anche per far funzionare il denaro è necessario scrivere delle “regole del gioco” che tutti rispettano. Se così non fosse, il denaro non varrebbe niente. Nelle moderne società è lo Stato a stabilire queste regole e a conferire il potere di emettere moneta a una Banca centrale. Come vedremo più avanti, la strada per arrivare a questa moneta fiduciaria è stata lunga. La moneta che oggi utilizziamo ha valore per tutti: è la legge che obbliga le persone ad accettarla come pagamento e per questo l’insieme delle banconote e delle monete metalliche di uno Stato si chiama moneta legale.
Un terzo tipo di carta di pagamento è la carta prepagata: è una carta “caricata” in anticipo con i soldi che si vogliono spendere e consente quindi di tenere sempre sotto controllo la spesa massima che si fa. È uno strumento non collegato a un conto corrente ed è quindi adatto per chi deve abituarsi alla gestione del denaro senza rischiare di spendere più del previsto o per fare acquisti in internet.