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La Crocifissione Bianca
Achille
Created on January 9, 2025
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Transcript
Marc Chagall
La Crocifissione Bianca
1938, Chicago, Art Institute
Questo quadro è stato realizzato dall'artista ebreo Marc Chagall poco tempo dopo la terribile Notte dei Cristalli, nel 1938. L'opera, un olio su tela, è una delle più significative del Novecento e combina fra loro elementi della religione ebraica e di quella cristiana. Affronta il tema del dolore e dell'oppressione, riflettendo la drammatica situazione storica del periodo, in particolare le persecuzioni sistematiche e gli omicidi di massa perpetrati in Europa sotto il regime nazista. Tuttavia trasmette anche un messaggio di speranza per tutte le persone che soffrono e che sono costrette a fuggire dal loro Paese a causa della guerra. Chagall afferma: "Nonostante tutti i guai del nostro mondo, nel mio cuore non ho mai dato per perso l’amore con cui sono stato allevato o la speranza dell’uomo nell’amore".
Liceo "M. Fanti" - a.s. 2024/2025 - Classe 1B
La menorah
La menorah è il tipico candelabro della religione ebraica. I suoi sette bracci simboleggiano i sette giorni della Creazione del mondo, con il sabato al centro. Osservando l'immagine si può notare che le candele accese sono solo solo sei: una di esse, la sesta (che ricorda il giorno in cui Dio creò l'uomo), è stata spenta dai venti della morte e della distruzione: come a dire che in tempo di guerra la civiltà e l'umanità svaniscono, per lasciare il posto alla barbarie. La settima candela potrebbe essere Gesù, la luce del mondo che non può essere vinta delle tenebre.
I fuggitivi
In questa scena tre ebrei tentano la fuga. L'uomo al centro porta al collo un cartello, in cui in origine c'era scritto: "Ich bin Jude", "Sono un ebreo". Chagall ha cancellato la scritta perché voleva che il suo quadro non si limitasse a rappresentare un preciso evento storico, ma che acquisisse un significato simbolico universale. L'anziano signore a sinistra si asciuga le lacrime, mentre l'uomo barbuto a destra corre con solo una scarpa stringendo tra le braccia i rotoli della Torah, che ha voluto salvare per fare in modo che la fede non andasse distrutta.
Il Crocifisso
Al centro del dipinto troviamo Gesù crocifisso. Una luce che scende dall'alto squarcia le tenebre e illumina la croce, interrompendo il grigiore di fondo del quadro. Il colore bianco, simbolo di purezza e di innocenza, contrasta con il grigio dei fumi che riempiono la scena, portando un messaggio di speranza. Gesù è rappresentato come un ebreo, con un tallit che gli copre i fianchi, una menorah davanti alla croce, la lamentazione di chi volteggia sopra il suo capo, la croce a forma di tau (ultima lettera dell'alfabeto ebraico) e l'iscrizione recante il motivo della condanna in lingua aramaica. Gesù crocifisso rappresenta le sofferenze patite dal popolo ebraico, nel quale si riassume il destino di ogni uomo e di ogni popolo perseguitato e oppresso.
La barca dei profughi in fuga
Alcune persone fuggono su una barca, come se fossero dei profughi in cerca di una riva sicura: è una scena ancora molto attuale, nonostante siano trascorsi quasi novant'anni dal tempo di realizzazione del quadro. La fuga avviene nei pressi della luce che scende sul corpo di Gesù crocifisso, mentre un profugo protende le braccia verso di Lui. La barca però ha un solo remo, sembra muoversi con difficoltà; i rifugiati si sporgono dal lato dell'imbarcazione, cercano il modo per farla muovere, o alzano le mani al cielo invocando salvezza. Che esito potrà avere il loro viaggio?
Il pogrom
Tre case in fiamme cadono e si capovolgono distrutte. Un uomo giace insepolto vicino alle lapidi del cimitero; altri siedono sulla neve con un violino, ma sono troppo desolati per poter suonare. Un caprone veglia una sedia vuota e sembra aspettare un ritorno. Con questa scena desolante Chagall rievoca uno dei tanti pogrom che fin dai tempi antichi hanno colpito le comunità ebraiche. Il colore rosso vivo delle bandiere simboleggia la violenza, da cui non può mai venire nulla di positivo. La capra è simbolo del focolare domestico ma anche della sofferenza del popolo ebraico, che è stato spesso considerato il capro espiatorio dei mali della società.
La sinagoga in fiamme
L'immagine della sinagoga in fiamme fa riferimento ad un episodio realmente accaduto: l'incendio che distrusse il paesino di Vitebsk in seguito a un pogrom, il giorno stesso della nascita di Chagall, quando i Cosacchi dello Zar attaccarono il villaggio e lo misero a ferro e fuoco.La sinagoga in fiamme rievoca un grave episodio di violenza antisemita e simboleggia la perdita delle proprie radici e di un posto sicuro in cui vivere. A proposito della sinagoga, Chagall afferma: "In mezzo alla confusione della mia vita, essa resta l'unico punto fermo in cui posso saldare il mio amore e la mia fede".
L'ebreo errante
L'ebreo perennemente errante, costretto a fuggire dalle persecuzioni, tenta di scappare da questa distruzione globale. Porta il suo sacco sulla schiena e segue una scia di luce o di fumo che esce da un rotolo delle Sacre Scritture abbandonato. L'uomo si sta dirigendo verso un ipotetico altrove, una terra promessa dove il male non possa più mettere radici. La figura dell'ebreo errante ritorna spesso nei quadri di Chagall, come nel famoso dipinto "Sopra Vitebsk".
La scala
L'immagine richiama un passo dell’Antico Testamento in cui si racconta che Giacobbe, durante una sosta notturna lungo il percorso da Bersabea a Carran, sognò una scala che raggiungeva il cielo e sentì la voce di Dio che lo incoraggiava a proseguire il cammino. La scala di Giacobbe, simbolo dell'unione tra l'umano e il divino, qui sta bruciando perché gli uomini quando si fanno guerra tra loro perdono il legame con Dio. Ma la scala è legata anche alla deposizione del condannato: per Chagall non è detto che la vittima debba restare inchiodata alla croce in eterno, il tempo della tribolazione potrebbe avere una fine.
La lamentazione
Sopra il crocifisso tre uomini e una donna, vestiti con abiti tipicamente ebraici, fluttuano nell'aria. Essi si coprono la faccia davanti alla sofferenza che il circonda mentre eseguono una lamentazione: una preghiera che esprime dispiacere e lutto, ma che ha anche il carattere dell'attesa che non si rassegna alla disperazione. Le espressioni di dolore dipinte sul volto dei personaggi e l'uso dei colori viola e nero, che richiamano il lutto e la tristezza della morte, rendono la scena cupa e sinistra.