25 novembre
sofia sanseverino
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Transcript
25 novembre
clicca dopo la slide 8
Il 25 novembre è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne e rappresenta un momento importante per riflettere su uno degli aspetti più gravi della nostra società. Nonostante sia un tema che è stato affrontato innumerevoli volte, la violenza sulle donne è un fenomeno che non si arresta, ma che aumenta sempre di più. La causa più importante è la presenza di una società patriarcale che ha accentrato il potere nelle mani dell'uomo, subordinando la donna. La violenza sulle donne nasce anche da fattori culturali, sociali e economici.
Perchè questo giorno?
Il 22 novembre noi alunni della 4 EM abbiamo partecipato a un convegno contro la violenza sulle donne avvenuto nell'aula consiliare del comune di Mugnano. Al convegno alcune donne e uomini del Centro Antiviolenza Kintsugi e della Commissione Toponomastica, hanno spiegato il problema della violenza, in particolare il femminicidio.
kintugi
Una cosa che ci ha colpito molto è stato il nome del centro antiviolenza di mugnano e il suo significato.
Il termine “Kintsugi” (金継ぎ) - traduzione letterale di “aggiustare con l’oro” o “toppa dorata” - si fonda su una tecnica che prevede la riparazione di oggetti di ceramica, ricostruendo la forma dell’oggetto incollando i cocci con lacche mescolate a polveri di metalli preziosi come oro e argento.
L’oggetto viene reso un pezzo unico e inestimabile, facendo crescere di molto il suo valore artistico ed economico: un oggetto riparato tramite l’arte del Kintsugi non avrà mai una replica, poiché non si potranno mai rompere due pezzi in maniera identica.
Il termine Kintsugi è stato scelto per il centro antiviolenza soprattutto per ciò che rappresenta.Infatti, questa tecnica celebra le imperfezioni e le cicatrici. Secondo il pensiero di questa pratica non bisogna nascondere le ferite o vergognarsene, poiché queste sono il risultato delle battaglie affrontate e delle vittorie personali.Essa ci insegna ad accettare e accogliere le nostre ferite anziché rimuoverle, a trasformarle in punti di forza “ricoprendole d’oro”, in quanto, esse sono la testimonianza del nostro passato, delle prove superate, della nostra storia e di quello che siamo.
Il tema principale della giornata è stata la toponomastica, ovvero il mezzo che consente l'assegnazione dei nomi alle strade.Durante il congresso si è ampiamente sottolineato come, anche in questo ambito, ci sia una grande influenza patriarcale. Infatti, camminando per la nostra città, potremmo notare veramente poche strade dedicate a delle donne.Nonostante sia stato considerato da molti come un argomento inutile e poco funzionale, perchè "cambiando il nome alle strade non combatto il femminicidio", noi riteniamo invece che sia uno dei tanti passi da fare per raggiungere la parità di genere.L'obiettivo della toponomastica è anche quello di andare a ricordare personaggi importanti, che hanno fatto la storia o che hanno dato un contributo. Tra questi sono presenti anche tante donne e noi abbiamo il dovere di ricordarle.
Il problema della Toponomastica
Adesso vogliamo ricordarne qualcuna.
Giovanna d’Arco, eroina francese soprannominata "pulzella d'Orleans", fu uno dei principali protagonisti della guerra dei cent’anni.
Rita Levi Montalcini, neurobiologa, è stata una delle più grandi scienziate italiane del XX secolo. E' l'unica italiana a essere stata insignita del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 1986, per la scoperta del Nerve Growth Factor (NGF), ed è stata la prima donna a essere ammessa all'Accademia Pontificia delle scienze.
Marie Curie, l’unica donna al mondo a vincere due Nobel, in due campi diversi: il Nobel per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911.
Rosalind Elsie Franklin fu una grande scienziata che scoprì la struttura a doppia elica del DNA, ma non vinse il premio Nobel (che fu dato a James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins). Una donna straordinaria, per un periodo di tempo dimenticata dal mondo scientifico, privata dei riconoscimenti che invece le erano dovuti.
Elsa Morante: è stata una scrittrice, saggista, poetessa e traduttrice italiana, tra le più importanti narratrici del secondo dopoguerra.
e tante altre...
Alda Merini è una scrittrice e poetessa italiana nata nel 1931 a Milano. A soli 15 anni il suo talento in ambito di scrittura e poesia era già venuto a galla, soprattutto per il suo essere particolarmente sensibile nei confronti delle donne, per le quali si dimostra esempio di forza e determinazione.
Nel congresso si è discusso anche sui dati racconti. Ogni tre giorni, in Italia, viene uccisa una donna. Nel 2024, per ora, sono state uccise 99 donne, ma a queste quasi cento vanno aggiunte tante altre che dalla stessa violenza sono sopravvissute riportando cicatrici.
Non dobbiamo dimenticare perciò tutte coloro che hanno subito violenza sotto forma di stalking, attacchi verbali e psicologici o aggressioni fisiche e sessuali. Come emerge dai dati Istat: il 21% (4 milioni 520 mila) ha subito violenza sessuale, il 20,2% (4 milioni 353 mila) violenza fisica.
Durante il congresso noi alunne abbiamo avuto la possibilità di esprimere la nostra opinione attraverso una poesia di Mary Simmerling, una delle tante donne che ha subito una violenza, nel suo caso sessuale. La strofa secondo noi più significativa è l'ultima:
Spiega perfettamente quanto la società in molte situazioni si aggrappi a elementi futili, come il vestiario. Perchè una donna dovrebbe aver paura di vestirsi come vuole ed essere etichettata come "una che se la cerca"? Perchè una donna dovrebbe aver paura di camminare da sola per la propria citta? Perchè non viene mai chiesto all'uomo com'era vestito al momento dell'accaduto?.
Queste sono le domande che donne come noi si pongono e vorremmo che anche gli uomini lo facessero. In questo modo tutti coloro che si ritengono estranei alla violenza perché “non tutti gli uomini sono così” o “io non farei mai del male ad una donna” si renderebbero conto che anche il loro estraniarsi li rende colpevoli. Se tutti ci interessassimo al tema e provassimo a metterci nei panni di una donna, le cose forse cambierebbero.
La nostra opinione?
Ricordo anche che cosa lui stesse indossandoquella notte anche se è vero nessuno me l’ha mai chiesto.
Nonostante i temi importanti che abbiamo affrontato, non condividiamo il luogo e la circostanza in cui sono stati trattati.Oltre alla nostra classe ha partecipato all'incontro anche una terza media e conoscendo il livello d'attenzione degli adolescenti crediamo che sottoporli a lunge ore di discorsi, avvenuti in modo complesso, sia stato controproducente.Crediamo che rispetto ad un monologo sarebbe stato molto meglio coinvolgere gli alunni e aprire un dialogo, dando la possibilità a tutti di esprimersi a riguardo.
critiche
Su cosa bisogna lavorare?
Per far sì che il fenomeno della violenza di genere si arresti, bisogna lavorare sulla mente dei giovani, la generazione che potrebbe cambiare tutto. E’ arrivato il momento di scrivere canzoni che parlino della donna senza descriverla come un oggetto. Che i social come tik tok o instagram trasmettano un messaggio positivo della donna. Possediamo strumenti che hanno un forte impatto sulla società e dovremmo imparare a sfruttarli nel modo migliore, affinché le future generazioni crescano attraverso un giusto messaggio.
C’è sempre bisogno di un femminicidio per attivarsi e reagire, quando invece si dovrebbe fare qualcosa molto prima. È assurdo che la nostra società abbia iniziato a parlare così tanto di questi argomenti solo dopo una successione di casi di violenza, nonostante siano sempre avvenute manifestazioni al riguardo.
Grazie per l'attenzione
Le alunne:Sofia Sanseverino & Martina Crisci
Solo quando ci rompiamo, scopriamo di cosa siamo fatti. Ziad K. Abdelnour