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PCTO 24/25 UNIFG - Chiedimi se sono felice

Francesco Gelormini

Created on November 29, 2024

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Transcript

Chiedimi se sono felice

Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'OrientamentoDipartimento di Studi Umanistici - Università degli Studi di Foggia anno 2024/2025

Compilerete un semplice questionario finale di pochi minuti.

Daremo lettura alle impressioni condivise in mattinata e proseguiremo con un approfondimento sulle life skills.

Vedremo dei video di studiosi autorevoli che parlano della felicità e realizzeremo dei brevi video per raccontare il nostro concetto di felicità!

Guarderemo insieme il film "La ricerca della felicità" di Will Smith e ognuno di voi sarà invitato a condividere su un Padlet le proprie riflessioni a partire dai temi del film.

L'educatore eil pedagogista

Il concetto di felicità

La ricerca della felicità

Felicità e Life Skills

01

In questo modulo daremo un po' di informazioni relative all'Università, ai suoi Corsi di Laurea, ci soffermeremo sulle figure dell'educatore e del pedagogista e, infine, svolgeremo un laboratorio per riflettere su noi stessi.

02

03

04

Questionariofinale

05

Importante!

La legge n. 55, del 15 aprile 2024, entrata in vigore l'8 maggio 2024, contenente le disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative, prevede la formazione di Albi e l'istituzione degli Ordini regionali e delle province autonome di pedagogisti ed educatori.

EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO

Quali competenze?

- CAPACITÀ RELAZIONALI E COMUNICATIVE; - CAPACITÀ DI EA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CONFLITTO; - CAPACITÀ PROGETTUALI E ORGANIZZATIVE NEL SETTORE SOCIO-EDUCATIVO; - CONOSCENZE DELLE METODOLOGIE EDUCATIVE; - CAPACITÀ DI ASCOLTO ATTIVO E OSSERVAZIONE; - ATTEGGIAMENTO PROPOSITIVO E POSITIVO; - CAPACITA’ DI PROBLEM SOLVING; - CAPACITÀ E FLESSIBILITÀ NELL'ADATTARSI A CONTESTI DIFFERENTI; - ATTITUDINE AL LAVORO DI GRUPPO.

PEDAGOGISTA

Quali competenze?

- CONOSCENZE PEDAGOGICHE: UN PEDAGOGISTA DEVE ESSERE IN GRADO DI COMPRENDERE E APPLICARE LE TEORIE DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE PER RISPONDERE IN MODO EFFICACE ALLE ESIGENZE DELLE PERSONE;- EMPATIA: IL PEDAGOGISTA DEVE ESSERE IN GRADO DI COMPRENDERE E CONDIVIDERE I SENTIMENTI DEGLI ALTRI PER STABILIRE UNA RELAZIONE DI FIDUCIA; - COMUNICAZIONE EFFICACE: ESSENZIALE PER TRASMETTERE INFORMAZIONI E IDEE IN MODO CHIARO E COMPRENSIBILE; - COMPETENZE DI VALUTAZIONE E ANALISI: PERMETTONO AL PEDAGOGISTA DI MONITORARE E VALUTARE I PROGRESSI DELL'INDIVIDUO E DI ADATTARE I PIANI DI INTERVENTO IN BASE ALLE ESIGENZE; - ADATTABILITÀ E COLLABORAZIONE: ASPETTI FONDAMENTALI IN UN AMBIENTE IN CONTINUO CAMBIAMENTO COME QUELLO DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE; - CONOSCENZA DELLE ESIGENZE SPECIALI: CONSENTE DI RISPONDERE IN MODO ADEGUATO ALLE DIVERSE NECESSITÀ DEGLI INDIVIDUI; - CREATIVITÀ: AIUTA IL PEDAGOGISTA A IDEARE SOLUZIONI INNOVATIVE PER RISOLVERE PROBLEMI O AFFRONTARE SFIDE; ETICA E PROFESSIONALITÀ: ESSENZIALI PER MANTENERE UN COMPORTAMENTO SERIO, RISPETTOSO E ADEGUATO E SEGUIRE I PRINCIPI ETICI DELLA PROFESSIONE.

Per l'educatore professionale socio-pedagogico

Disabilità

Salute mentale/psichiatria

Anziani

Adulti con difficoltà psicosociali

Dipendenze

Minori

Ambiti d'intervento

EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO

Ambiti d'intervento

- NEI SERVIZI DI ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE DI CITTADINI DEI PAESI TERZI RICHIEDENTI ASILO O TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE (ES. EX SPRAR, CAS); - NEI SERVIZI PER VITTIME DELLA TRATTA E DI PROTEZIONE SOCIALE (PROSTITUZIONE, MINORI NON ACCOMPAGNATI); - NEI SERVIZI DI INTEGRAZIONE LAVORATIVA ED INCLUSIONE SOCIALE (ES. SIL); - NEL SISTEMA OSPEDALIERO (ES. REPARTI DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE, REPARTI PSICHIATRICI, REMS, COMUNITÀ TERAPEUTICHE, CENTRI DIURNI); - NEI SERVIZI TERRITORIALI (DSM, SERD, CONSULTORI, ATTIVITÀ ASSISTENZIALI DI DISTRETTO SOCIALE O SOCIO-SANITARIO, CENTRI ANTIVIOLENZA, EDUCATIVA TERRITORIALE O DOMICILIARE, SPAZI NEUTRI, SERVIZI AFFIDO); - NEI SERVIZI RIVOLTI A MINORI O ADULTI SOTTOPOSTI A PROVVEDIMENTI DELL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA (USSM, UEPE, CASE CIRCONDARIALI, CASE DI RECLUSIONE, COMUNITÀ RIABILITATIVE, COMUNITÀ TERAPEUTICHE); - NEI SERVIZI DI PROSSIMITÀ (UNITÀ DI STRADA, ALLOGGI PER SENZA FISSA DIMORA, HOUSING FIRST, SERVIZI DI PRIMA ACCOGLIENZA, SERVIZI PER IL TEMPO LIBERO, EMERGENZA SOCIALE); - NEI SERVIZI DI PREVENZIONE/PROMOZIONE DELLA SALUTE NONCHÉ NELL’AMBITO FORMATIVO UNIVERSITARIO E RICERCA (UNITÀ DI STRADA, PROGETTI DI PREVENZIONE NELLE SCUOLE, SPORTELLI DI ASCOLTO); - NEI SERVIZI DI PREVENZIONE/PROMOZIONE DELLA SALUTE NONCHÉ NELL’AMBITO FORMATIVO UNIVERSITARIO E RICERCA.

Per il pedagogista

Limitatamente agli aspetti socio-educativi, nonché attività di orientamento scolastico e professionale, di promozione culturale e di consulenza.

Formativo

Penitenziario

Scolastico

Socio-sanitario

Sociale

Educativo

Ambiti d'intervento
  • Scuole ed università;
  • Enti locali;
  • Servizi del Ministero della Giustizia;

IL PEDAGOGISTA, CONSIDERATI I SETTORI DI COMPETENZA, PUÒ SVOLGERE LA SUA PRESTAZIONE PROFESSIONALE COME DIPENDENTE IN:

PEDAGOGISTA

L’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI PEDAGOGISTA COMPRENDE L’USO DI STRUMENTI CONOSCITIVI, METODOLOGICI E DI INTERVENTO PER LA VALUTAZIONE ED IL TRATTAMENTO DEI DISAGI MANIFESTATI DALLE PERSONE NEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO E/O DI FORMAZIONE-EDUCAZIONE. IL PEDAGOGISTA OPERA ALTRESÌ PER LA PROMOZIONE, LA PROGETTAZIONE, LA GESTIONE E LA VERIFICA DI INTERVENTI IN CAMPO EDUCATIVO E FORMATIVO RIVOLTI ALLA PERSONA, ALLA COPPIA, ALLA FAMIGLIA, AL GRUPPO E ALLA COMUNITÀ IN GENERALE.IL PEDAGOGISTA PUÒ SVOLGERE, PRESSO LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, NEI SERVIZI PUBBLICI E PRIVATI E COME LIBERO PROFESSIONISTA, COMPITI E FUNZIONI DI CONSULENZA TECNICO-SCIENTIFICA E ATTIVITÀ DI COORDINAMENTO, DI DIREZIONE, DI MONITORAGGIO E DI SUPERVISIONE DEGLI INTERVENTI A VALENZA EDUCATIVA, FORMATIVA E PEDAGOGICA NEI SETTORI DI COMPETENZA. EGLI PUÒ SVOLGERE ATTIVITÀ DI ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE, ATTIVITÀ DI PROMOZIONE CULTURALE E INTERCULTURALE ANCHE ATTRAVERSO L’ORGANIZZAZIONE D’INIZIATIVE TECNICO-SCIENTIFICHE, LA PRODUZIONE E DIFFUSIONE DI PUBBLICAZIONI, L’ALLESTIMENTO LA CONSULENZA E L’AGGIORNAMENTO DI SITI SPECIALISTICI E LO SVOLGIMENTO DI CONSULENZA ON-LINE.

Ambiti d'intervento
  • Aziende;
  • Imprese;
  • Enti del privato sociale.
Hai ancora dubbi?

La finestra di johari

Non possiamo “comprendere” la nostra personalità, ma solo quello che di lei mostriamo all’esterno. Lo schema di Johari, o Johari Window - dall’inizio dei nomi dei suoi scopritori, Joseph Luft e Harry Ingham - è uno dei modelli più interessanti che descrivono l’interazione umana, spiegando in che modo l’Io si relaziona con sé stesso e con gli altri, attraverso diversi livelli cognitivi e relazionali.
(fai click sui riquadri per aprire la relativa finestra esplicativa)
La finestra si divide in quattro diversi stadi:

La finestra di johari

Le interazioni fra i quattro quadranti determinano quattro tipi di rapporti: comunicazione aperta come, ad esempio, una semplice conversazione; alcune informazioni che trapelano o rivelazioni inconsapevoli, esternate, ad esempio, attraverso il rossore o un tremito; confidenze o sfoghi, quindi, ad esempio, il pianto; contagio emozionale (emulare più o meno involontariamente il comportamento di un’altra persona).

La finestra di johari

La finestra di johari

Conoscersi significa ampliare ed estendere il primo quadrante a danno degli altri tre; ciò vale anche per i gruppi, che siano di amici o di lavoro, all’interno dei quali tende ad aumentare la fiducia reciproca (più mi conosco, più mi faccio conoscere, più conosco gli altri, maggiore è la fiducia). Da ciò si intuisce come questa matrice non sia statica, bensì plastica, in continua evoluzione: i quadranti di ogni “finestra relazionale” mutano al mutare della relazione stessa. Quindi, la zona dell’arena aumenterà se il clima all’interno della relazione o del gruppo sarà sereno, incoraggiante, fiducioso; viceversa, tenderà a ridursi (a favore della facciata) se il clima risulterà più formale, burocratico, diffidente o autoritario. Questo cambiamento non è necessariamente incontrollato: all’interno di un team, l’azione efficace di un buon leader ha la capacità di direzionare il cambiamento della matrice relazionale, estraendo ad esempio i contenuti dall’io ignoto e promuovendo così buoni livelli di consapevolezza e autoconsapevolezza. Autorivelazione e feedback sono, in questo ambito, due dinamiche chiave: l’una per palesare gli aspetti più segreti, l’altra per promuovere la comunicazione e l’ascolto all’interno del gruppo.
(fai click sui riquadri per cominciare le attività)
Adesso tocca a voi!

La finestra di johari

Il concetto di felicità
“La felicità pertanto consiste nella capacità di superare le difficoltà invece che subirle. Spesso gli uomini sono infelici perché non conoscono l’arte di vivere, non sanno cogliere le opportunità che la vita continuamente offre loro. Ogni situazione della vita ha delle possibilità di felicità, persino il dolore quando viene vinto procura felicità” “L’opposto della felicità non è il dolore ma la noia, quando il mondo non ha più significato per noi e una delle cause della noia è che siamo sempre attenti a noi stessi, ripiegati in noi stessi, riducendo tutto ciò che ci offre il mondo a noi. La dimensione della felicità è l’apertura, il guardare nelle cose la loro novità. L’educazione alla felicità è l’educazione alla relazione giusta con le cose, che vuol dire rispettare le cose. La parola chiave è delibare: chi ama il vino lo deliba, non si ubriaca mai, mai da ogni goccia di vino riesce a stillare il suo sapore, e per questo deve avere una competenza. La felicità esige competenza e sapienza, un’educazione alle giuste relazioni con gli altri” “La potenza di credere e riconoscere sé stessi”
Attività di video making: realizzare un breve video attraverso cui raccontare il proprio concetto di felicità.
Il concetto di felicità
Trama Il film visto “la ricerca della felicità” è ispirato alla vita di Chris Gardner, imprenditore milionario, che visse giorni di intensa povertà, con un figlio a carico e senza una casa dove poterlo crescere. Il titolo fa riferimento alla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America, come scritta da Thomas Jefferson (1743–1826), dove sono elencati i diritti inalienabili dell'uomo: la tutela della vita, della libertà e la ricerca della felicità. Il vero Chris Gardner appare nella scena finale del film, in un cameo, mentre attraversa la strada in giacca e cravatta, incrociando lo sguardo con Will Smith.
La ricerca della felicità
RIFLETTIAMO INSIEME Dimostrare le proprie capacità, competenze
La ricerca della felicità
I rapporti con la moglie peggiorano, forse la moglie ha già preso la sua decisione di lasciare Chris e il figlio. Chris incontra Twistel per ricordargli della domanda consegnata alla Dean Witter (ci sa fare con la gente – networking) per il corso da stagista: “facciamo la strada insieme?”. Chris sale in taxi con Twistel e grazie al cubo di Rubik (turning point) dimostra di saperci fare con la matematica…è lo strumento per farsi notare da Twistel e mettersi in evidenza: “Bravo!” Qualcuno ti ha mai detto “bravo” esaltando le tue capacità?
RIFLETTIAMO INSIEME Ricercare
La ricerca della felicità
Chris non può pagare il taxi, scappa e il tassista lo insegue; perde il suo scanner e si dimentica di andare a prendere il figlio a scuola. Chiama al telefono Linda…la moglie ha deciso di andarsene. Dichiarazione di indipendenza di Thomas Jefferson: “Il diritto che abbiamo alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità…che possiamo solo inseguire e forse mai raggiungere” Ti è mai capitato di ricercare così tenacemente come Chris un desiderio pur rischiando di perdere tutto: amici, fidanzato, opinione dei genitori?
RIFLETTIAMO INSIEME Trasloco
La ricerca della felicità
Linda si trasferisce da sola a New York e lascia il figlio con Chris. Intanto Chris e il figlio devono lasciare l’appartamento e quindi devono traslocare in un Motel. E’ sabato, Chris e il figlio vanno a giocare a basket: il comportamento di Chris nei confronti dei sogni del figlio di diventare un professionista del basket “replicano” quello adottato dalla moglie nei suoi confronti. Chris lo capisce e corregge il tiro: “non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa, neanche a me...ok? se hai un sogno tu lo devi proteggere, quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa vai ed inseguila...punto”. A volte sono gli altri, i familiari, gli amici, gli affetti che ci scoraggiano, che ci impediscono di raggiungere i nostri sogni e la felicità, che ci rendono “impotenti” di agire e cambiare. Se dovessi dirlo a te stesso: “non permettere mai a nessuno che non sai fare qualcosa”, cosa ti diresti? Quali sono le cose in cui riesci meglio? Con quali competenze e caratteristiche le affronti?
Chris è disperato, non sa dove andare a dormire e si rivolge ai dormitori pubblici, deve fare ogni giorno code lunghissime per trovare un posto per lui e il figlio…intanto contemporaneamente deve fare lo stage, lavorare, studiare e cercare di aggiustare l’ultimo scanner rimasto. Il regista ci mostra le immagini stridenti di una città americana ricca e povera contemporaneamente. Cos’è, per te, avere fiducia? Hai fiducia negli altri?
RIFLETTIAMO INSIEME "Mi fido di te"
La ricerca della felicità
Chris durante lo stage ha portato ben 31 clienti nuovi ,amici di Ribbon…ha fatto un lavoro fantastico comunque vada. Ribbon viene convocato perché è lui che sarà assunto dalla Dean Witter...Chris ora è felice perché ha raggiunto il suo obiettivo tra mille difficoltà. Esiste la felicità? E in cosa consiste?
RIFLETTIAMO INSIEME Felicità
La ricerca della felicità
"...Le Life Skills sono le competenze che portano a comportamenti positivi e di adattamento che rendono l’individuo capace (enable) di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni. Descritte in questo modo, le competenze che possono rientrare tra le Life Skills sono innumerevoli e la natura e la definizione delle Life Skills si possono differenziare in base alla cultura e al contesto. In ogni caso, analizzando il campo di studio delle Life Skills, emerge l’esistenza di un nucleo fondamentale di abilità che sono alla base delle iniziative di promozione della salute e benessere di bambini e adolescenti."
Perché le Life Skills?
Felicità e Life Skills
Felicità e Life Skills
Quando ti prendono in giro tu reagisci aggredendo o scappando? Sapresti definire quali sono i tuoi punti forti e punti deboli? Cosa ti succede quando devi affrontare un esame o interrogazione o un compito importante?
Consapevolezza di sé
Felicità e Life Skills
La consapevolezza di sé ha a che fare con conoscere sé stessi. Essere consapevoli significa saper identificare: - i propri punti di forza; - le proprie aree deboli; - il proprio modo di reagire di fronte alle situazioni, le proprie preferenze (es. in quali situazioni sto bene e in quali non mi sento a mio agio?); - i propri desideri; - i propri bisogni; - le proprie emozioni. La consapevolezza emotiva è la base per una buona consapevolezza di sé e consiste nel saper riconoscere i segnali emotivi del proprio corpo e dare un nome alle emozioni che si provano e che ci "informano" sulle nostre preferenze, gusti e bisogni.
Come svilupparla?
Quando ti prendono in giro tu reagisci aggredendo o scappando? Sapresti definire quali sono i tuoi punti forti e punti deboli? Cosa ti succede quando devi affrontare un esame o interrogazione o un compito importante?
Conoscere noi stessi ci permette di prevedere come affronteremo le varie situazioni che la vita ci porrà di fronte, andando incontro alla vita preparati, e quindi capaci di scegliere situazioni, comportamenti e atteggiamenti funzionali in base ai propri obiettivi.
Perché svilupparla?
Felicità e Life Skills
Ascolto profondo, attento e senza giudizio, pertanto in un momento in cui l’intensità delle emozioni è bassa (tranquillità, fastidio, turbamento) non alta (eccitazione, furia, preoccupazione, dolore). Ma per arrivare a questa conoscenza di sé stessi è necessario avere l’opportunità di osservare i propri gusti, i propri bisogni e desideri fin da piccoli, quindi mettiamo i nostri bambini in condizione di esprimere le proprie preferenze e scoprire se stessi.
Sei chiuso ed introverso? Perdi facilmente la calma? Tuo figlio litiga spesso a scuola? Ti vergogni di ballare in gruppo?
Gestione delle emozioni
Felicità e Life Skills
Gestire le proprie emozioni non è controllarle, ma utilizzarle quali strumenti per agire, senza farsi travolgere o trasportare dalle emozioni, cioè re-agire. Gestire le proprie emozioni rende padroni di se stessi, perché ci permette di rimanere lucidi, efficaci, senza perdere la testa: significa scegliere i propri comportamenti, quindi essere intenzionali nelle scelte valutandone gli effetti su noi stessi e sugli altri. Le emozioni contengono informazioni importanti sui nostri valori e saperle gestire ci permette di scegliere le nostre azioni, cioè agire anziché re-agire agli stimoli. Gestire le emozioni: - non è controllarle; - migliora la padronanza di sé; - ci fa essere intenzionali nelle scelte.
Come svilupparla?
Sei chiuso ed introverso? Perdi facilmente la calma? Tuo figlio litiga spesso a scuola? Ti vergogni di ballare in gruppo?
Saper gestire le emozioni ci permette di: - trasformare le emozioni spiacevoli (o non utili al contesto) in emozioni piacevoli; - essere capaci di motivare se stessi; - essere in grado di dominare un'emozione, senza accantonarla ma vivendola finché non se ne comprende il messaggio, il senso e/o il significato. Saper gestire le proprie emozioni ci rende padroni di noi stessi, efficaci e sereni.
Perche svilupparla?
Felicità e Life Skills
Come svilupparla E' possibile trasformare emozioni spiacevoli in emozioni piacevoli, ma solo dopo averle riconosciute. Per questo la consapevolezza di sé è alla base anche di una buona gestione di se stessi.
Senti la pressione delle "richieste" e aspettative degli insegnanti? Come gestisci i ritmi della scuola e delle attività sportive? Quanto tempo dedichi ad attività di rilassamento? Ascolti i segnali del tuo corpo?
Gestione dello stress
Felicità e Life Skills
E' l'abilità di: - riconoscere il proprio stato di stress; - risalire alle cause che provocano le tensioni nella vita quotidiana. Gestire lo stress significa: - tornare ad uno stato di benessere psicofisico; - trovare strategie per modificare l'ambiente oppure noi stessi, ovvero: i pensieri, le emozioni, le reazioni abituali. Per gestire lo stress è necessario riconoscere le cause di tensione e di stress della vita quotidiana e delle situazioni eccezionali che la vita ci pone. Gestire lo stress significa trovare strategie per modificare lo stato in cui ci troviamo, intervenendo sull'ambiente oppure su noi stessi, modificando: i pensieri, le emozioni, le azioni, le nostre reazioni abituali.
Senti la pressione delle "richieste" e aspettative degli insegnanti? Come gestisci i ritmi della scuola e delle attività sportive? Quanto tempo dedichi ad attività di rilassamento? Ascolti i segnali del tuo corpo?
Come svilupparla?
Felicità e Life Skills
UN SEMPLICE STRUMENTO PER GESTIRE LO STRESS L' "Esercizio della calma" Questo è un piccolo esercizio per ritrovare la calma, adatto anche ai bambini. Mantenere la calma aiuta a essere pronti a risolvere i problemi e a gestire quei momenti in cui ci si sente spaventati, infastiditi o agitati. Ecco 4 semplici passi: 1 - Dì a te stesso: "Fermati e guardati intorno" "Stai calmo"; 2 - Inspira profondamente e lentamente dal naso contando fino a 5; 3 - Trattieni il respiro contando fino a 2; 4 - Espira lentamente dalla bocca contando fino a 5. Ripeti tutto fino a quando non ti senti calmo. NB: l'esercizio deve essere praticato e imparato prima che ce ne sia bisogno, non si può imparare quando non si è calmi.
Fai fatica ad esprimere i tuoi bisogni? Sei stufo di sentire le prediche dei genitori? Hai la sensazione che tuo figlio non ti ascolti? Nessuno ti capisce?
Comunicare in modo efficace significa sapersi esprimere in ogni situazione con qualunque interlocutore sia a livello verbale che non verbale (espressioni facciali, la voce e la postura), in modo chiaro e coerente con il proprio stato d'animo. Comunicare in modo efficace significa fare in modo che il messaggio che io (emittente) desidero comunicare all'altro (ricevente) arrivi in modo da poter essere compreso, ricordando che può esserci "rumore di fondo", cioè possono esserci interferenze sia esterne (vero e proprio rumore, linea telefonica disturbata, ecc...) che interne (emozioni, pensieri che interferiscono con o l'espressione o la comprensione del messaggio).
Comunicazione efficace
Felicità e Life Skills
Fai fatica ad esprimere i tuoi bisogni? Sei stufo di sentire le prediche dei genitori? Hai la sensazione che tuo figlio non ti ascolti? Nessuno ti capisce?
Innanzi tutto è fondamentale sforzarsi di fare in modo che il vostro interlocutore comprenda esattamente ciò che desiderate comunicare, in modo semplice e chiaro. Per comunicare efficacemente è molto importante avere chiaro il motivo, l'obiettivo della nostra comunicazione, quindi chiediti sempre: 1. Qual è il vero motivo per cui voglio comunicare ciò che ho in mente? 2. Cosa voglio davvero da questa persona? 3. Cosa desidero che accada dopo che ho comunicato ciò che ho in mente?
Come svilupparla?
Felicità e Life Skills
Tuo figlio non vuole più andare a scuola? Non mi trovo bene in un gruppo o in una classe? In casa si litiga spesso? Non sai con chi confidarti quando hai un problema?
Relazioni efficaci
Felicità e Life Skills
Essere capaci di avere relazioni efficaci significa: - creare e mantenere relazioni importanti, ma anche essere in grado di interrompere relazioni inadeguate; - essere assertivi, cioè capaci di affermare se stessi, dichiarare i propri bisogni e le proprie opinioni nel rispetto degli altri, delle loro idee e dei loro bisogni, senza prevaricazioni o sottomissioni; - saper scegliere e/o creare relazioni in cui:- “Ognuno dei componenti della relazione è consapevole dei propri bisogni, diritti e doveri”.
Tuo figlio non vuole più andare a scuola? Non mi trovo bene in un gruppo o in una classe? In casa si litiga spesso? Non sai con chi confidarti quando hai un problema?
Perché svilupparla?
Felicità e Life Skills
Per avere buone relazioni è importante avere buoni confini con l’altro, cioè una buona consapevolezza di se stessi e dell’altro in modo da distinguere: - i propri bisogni; - le proprie emozioni; - i propri pensieri e da quelli dell’altro. Quando non si hanno buoni confini interpersonali si creano i presupposti per una relazione difficile e spesso faticosa: ci si prendono le responsabilità di altri (figli, colleghi, genitori, ecc.), oppure si erige un “muro” per mantenere l’altro distante per paura che ci possa invadere.
Tuo figlio non vuole più andare a scuola? Non mi trovo bene in un gruppo o in una classe? In casa si litiga spesso? Non sai con chi confidarti quando hai un problema?
Come svilupparla? Riconoscendo il proprio stile comportamentale
Felicità e Life Skills
Tuo figlio non vuole più andare a scuola? Non mi trovo bene in un gruppo o in una classe? In casa si litiga spesso? Non sai con chi confidarti quando hai un problema?
Felicità e Life Skills
Pensi che un maschio che piange sia una femminuccia? Sei sicuro di ascoltare veramente tuo figlio ti parla? Ti è mai capitato di perdere la calma quando tuo figlio fa i capricci? Quando un amico ti confida il suo dolore riesci ad scoltarlo senza dare consigli?
Empatia
Felicità e Life Skills
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri, cioè di riconoscerne e condividerne le emozioni. Utilizzare l’empatia significa comprendere come si sente l’altra persona non solo con la testa, ma anche con il cuore e la pancia. L'ascolto attivo ed interessato è la base per una buona empatia. In sintesi, l'empatia è: - riconoscere e condividere le emozioni degli altri; - l'abilità di mettersi nei panni degli altri senza essere; sopraffatti dalle loro emozioni; - ascolto attivo e interessato dell'altro; - ascolto con il cuore, la pancia e non solo con la testa.
Pensi che un maschio che piange sia una femminuccia? Sei sicuro di ascoltare veramente tuo figlio ti parla? Ti è mai capitato di perdere la calma quando tuo figlio fa i capricci? Quando un amico ti confida il suo dolore riesci ad scoltarlo senza dare consigli?
Perché svilupparla?
Felicità e Life Skills
Sviluppare la propria empatia ci permette di avere buone relazioni con gli altri, anche con chi è molto diverso da noi, non solo come etnia o paese di provenienza, ma anche semplicemente come storia personale e vissuto, come accade tra genitori e figli che appartengono a differenti generazioni. Se guardiamo in faccia il bambino o il ragazzo che abbiamo davanti e ci apriamo all'osservazione e all'ascolto empatico possiamo riconoscere le sue emozioni e possiamo "sentire" come si sente. Allenare l'empatia ci permette, quindi, anche di definire confini chiari con l'altro: questa emozione è mia, questa è di mio figlio, per esempio. Per farlo è necessario uscire dal giudizio e aprirsi ad accettare l'altro così com'è. Pensate al bambino che piange perché si è rotto il bastoncino con cui stava giocando perché adesso "è un cavaliere senza spada!!!". Poco importa che potrà trovare altri 1000 bastoncini, quello di cui ha bisogno adesso è la comprensione della sua tristezza causata dal lutto per la perdita della sua spada.
Pensi che un maschio che piange sia una femminuccia? Sei sicuro di ascoltare veramente tuo figlio ti parla? Ti è mai capitato di perdere la calma quando tuo figlio fa i capricci? Quando un amico ti confida il suo dolore riesci ad scoltarlo senza dare consigli?
Come svilupparla?
Felicità e Life Skills
Per sviluppare l'empatia, innanzitutto, è necessario dare valore alle emozioni nella comunicazione e nei rapporti con gli altri. L'allenamento consiste nell'osservare le espressioni facciali di chi ci sta raccontando una vicenda, cercando di andare al di là delle parole e concentrandosi su quello che chiamiamo linguaggio non verbale: espressioni facciali, tono della voce e postura. L'empatia si allena anche sentendo cosa provo dentro se mi metto nei suoi panni...la difficoltà è distinguere le proprie emozioni da quelle che ci sta trasmettendo l'altra persona. L'allenamento più divertente è l'osservazione: sul treno, in aereo, in coda alla posta, ecc...divertiti ad osservare le espressioni facciali delle persone che hai intorno (meglio partire con degli sconosciuti perché siamo certi di non essere coinvolti emotivamente tanto da giudicare le azioni e le emozioni degli altri...quindi non farlo con il tizio che ti è appena passato davanti mentre sei in fila. Sei troppo coinvolto!). Un'altra opportunità è la visione di film; possiamo osservare senza essere coinvolti.
Giochi sempre con gli stessi giochi ? Studi senza risultati soddisfacenti? Sei più attento a non sbagliare che a provare, sperimentare nuove strade?
Pensiero creativo
Felicità e Life Skills
Molti tendono ad associare il pensiero creativo ad artisti, bambini e coloro i quali "si possono permettere di sognare o fantasticare". Nella realtà di tutti noi il pensiero creativo serve per pensare ad alternative possibili, avere idee originali per trovare soluzioni, uscire da situazioni difficili o da schemi comportamentali che ci bloccano. In questo contesto, la creatività diventa sinonimo di: - abilità nel trovare alternative; - curiosità; - idee originali; - autorevolezza e personalità; - varietà di interessi. Così definito, il pensiero creativo è molto utile nella soluzione dei problemi, nella presa di decisioni, permette di trovare alternative originali nelle situazioni difficili e può rappresentare un ottimo antidoto allo stress.
Come svilupparlo?
Giochi sempre con gli stessi giochi ? Studi senza risultati soddisfacenti? Sei più attento a non sbagliare che a provare, sperimentare nuove strade?
Perché svilupparlo Il pensiero creativo influisce sulla capacità di prendere decisioni e sulla capacità di risolvere problemi. Ci permette di immaginare alternative a situazioni complesse e difficili, per questo è un ottimo antidoto contro lo stress. Allenare il pensiero creativo sarà utile quando dovrò uscire da situazioni difficili nella vita, situazioni nelle quali mi sento in un vicolo cieco, ad esempio: studio molto ma prendo sempre insufficienze, ripeto continuamente la stessa cosa a mio figlio, ma non mi ascolta, non so più come insegnare le proprietà delle potenze a questa classe.
Perché svilupparlo?
Felicità e Life Skills
Per allenare il pensiero creativo un buon esercizio è la tecnica del brainstorming, letteralmente "tempesta di cervello", che consiste nell'inventare a ruota libera il maggior numero di soluzioni possibili ad un problema.
Frequenteresti un ragazzo che ti dicono sia antipatico ma che sai avere i tuoi stessi interessi? Hai mai pensato che è colpa dei professori se tuo figlio/a ha problemi con i voti? Tendi a scaricare la responsabilità sugli altri quando le cose vanno male?
Pensiero critico
Felicità e Life Skills
Il pensiero critico consiste nel saper analizzare informazioni, situazioni ed esperienze in modo oggettivo, distinguendo la realtà dalle proprie impressioni soggettive e i propri pregiudizi, significa riconoscere i fattori che influenzano pensieri e comportamenti propri ed altrui e per questo aiuta a rimanere lucidi nelle scelte. È "la capacità di esaminare una situazione... e di assumere una posizione personale in merito. Tale capacità costituisce il fondamento di un atteggiamento responsabile nei confronti delle esperienze e relativamente autonomo rispetto ai condizionamenti ambientali" (Galimberti, 1992). In sintesi, il pensiero critico consente di: - analizzare informazioni e situazioni in modo oggettivo, valutando vantaggi e svantaggi; - distinguere la realtà dei fatti dalle proprie impressioni soggettive e i propri pregiudizi e interpretazioni personali; - riconoscere i fattori esterni che influenzano pensieri e comportamenti propri ed altrui.
Frequenteresti un ragazzo che ti dicono sia antipatico ma che sai avere i tuoi stessi interessi? Hai mai pensato che è colpa dei professori se tuo figlio/a ha problemi con i voti? Tendi a scaricare la responsabilità sugli altri quando le cose vanno male?
Come svilupparlo?
Felicità e Life Skills
Anche il pensiero critico, come la consapevolezza di sé, la gestione delle emozioni e dello stress, va coltivato quando si è in uno stato emotivo tranquillo, di bassa intensità. Prova a fare pratica seguendo questi 5 passi: 1. scegli una situazione o una persona da analizzare; 2. fai domande sull'argomento a chi pensi possa avere informazioni; 3. raccogli tu stesso informazioni per trovare risposte alle tue domande; 4. ricontrolla le informazioni; 5. scegli il modo in cui agire e la tua opinione sulla faccenda. L'obiettivo e far diventare questa procedura la modalità abituale, prima di tutto la ricerca di informazioni, senza fermarsi alla prima idea che ci viene proposta...approccio fondamentale con i mass media!
Cosa fai se un tuo collaboratore non ti ha consegnato il lavoro in tempo? Cosa fai se un ragazzo più grande ti ha dato una spinta e ti ha fatto cadere? Gli amici ti invitano a provare a fumare marijuana con loro: cosa fai?
Prendere decisioni
Felicità e Life Skills
Prendiamo una decisione quando valutiamo le diverse possibilità che abbiamo e le conseguenze che ne possono derivare. Una decisione non è mai buona in assoluto, ma lo è rispetto ad uno specifico contesto e a se stessi. Una buona decisione tiene conto della complessità dell’essere umano, di se stessi con: - le proprie priorità; - i propri obiettivi; - i propri punti di forza e debolezza; - i propri valori; - la propria cultura; - le proprie emozioni. E del contesto: - le persone coi propri obiettivi, valori, bisogni; - le relazioni tra le persone ed il clima emotivo; - l’ambiente: oggetti, spazi, clima atmosferico, ecc… - la cultura. Per questo per prendere buone decisioni è importante avere una buona consapevolezza di sé e un buon senso critico.
Come svilupparlo?
Cosa fai se un tuo collaboratore non ti ha consegnato il lavoro in tempo? Cosa fai se un ragazzo più grande ti ha dato una spinta e ti ha fatto cadere? Gli amici ti invitano a provare a fumare marijuana con loro: cosa fai?
Saper prendere buone decisioni significa agire e non re-agire a qualcosa che accade, in questo modo siamo intenzionali e creiamo la nostra vita. Se viviamo in reazione lasciamo la nostra vita in mano agli altri, se siamo intenzionali siamo noi stessi alla guida della nostra vita.
Perché svilupparlo?
Felicità e Life Skills
Come sempre l'allenamento è importante che avvenga in situazioni semplici: "Cosa mangio a colazione?", solo più tardi si arriverà ad allenarsi in situazioni più complesse ed importanti della vita: "Cambio lavoro?" Si può partire dai classici pro e contro, cioè cosa succede di buono se prendo questa decisione e cosa succede di male? Ma aggiungiamo alla lista i pro e contro emotivi: quali sono le conseguenze emotive gradevoli e sgradevoli alle quali vado incontro?
Come posso raggiungere la sufficienza in italiano? Come posso affrontare una crisi in famiglia? Come posso dire di no a mio figlio senza sentirmi in colpa? Come posso portare a termine tutte le scadenze di questo mese?
Risolvere problemi
Felicità e Life Skills
Risolvere i problemi significa individuare soluzioni efficaci ad una situazione problematica tenendo presente il contesto e le persone coinvolte, compreso se stessi. Risolvere i problemi in modo efficace significa soddisfare sia i bisogni razionali e pratici che quelli relazionali ed emotivi. Per poter trovare una soluzione è necessario avere compreso con esattezza il problema, quindi avere utilizzato il proprio senso critico e successivamente utilizzare la propria creatività. Chi riesce a risolvere problemi in modo efficace: - comprende il problema; - individua più soluzioni. Sceglie la soluzione più efficace rispetto a: - contesto (persone, ambiente, ecc...); - propri bisogni, razionali, relazionali o emotivi.
Come posso raggiungere la sufficienza in italiano? Come posso affrontare una crisi in famiglia? Come posso dire di no a mio figlio senza sentirmi in colpa? Come posso portare a termine tutte le scadenze di questo mese?
Perché svilupparla?
Felicità e Life Skills
Prima di tutto, va sfatato il luogo comune secondo cui questa competenza sia rilevante solo per gli adulti o gli adolescenti. In realtà tutti, anche i bambini, si confrontano quotidianamente con la soluzione di problemi per loro importanti. Questa competenza sta nello sviluppo di un metodo, o di metodi, per affrontare i problemi; la soluzione ai problemi consegue al metodo (vedi "Come svilupparla?"). Tutte le volte che ci troviamo nella condizione di desiderare uno stato di cose diverso da quello in cui siamo, abbiamo bisogno di un processo cognitivo, una riflessione, una progettazione che ci aiuti a muoverci verso lo stato desiderato. Aver sviluppato ed allenato la capacità di risolvere problemi ci aiuta ad individuare la strada da intraprendere per una soluzione adeguata. Chi non è capace ad affrontare i problemi con metodo rischia di accumulare tossine emotive e relazionali che possono rendere problematica la gestione delle emozioni, la comunicazione o la gestione delle relazioni; l'incapacità di risolvere problemi aumenta lo stress.
Come posso raggiungere la sufficienza in italiano? Come posso affrontare una crisi in famiglia? Come posso dire di no a mio figlio senza sentirmi in colpa? Come posso portare a termine tutte le scadenze di questo mese?
Come svilupparla?
Felicità e Life Skills
Utilizza questa scaletta: 1. Definisci il problema: di cosa si tratta? 2. Valuta le idee emerse: quali idee posso mettere in campo? 3. Scegli: a. Quale soluzione vuoi provare (mettere alla prova)? b. Quali azioni farai esattamente per mettere in pratica il tuo piano? c. In quanto tempo riuscirai a risolvere i problema? 4. Verifica i risultati: decidi la data in cui fare questa verifica.
Attività di disegno o fotografia: A partire dallo stimolo ricevuto nel film: “se hai un sogno tu lo devi proteggere [...] se vuoi qualcosa inseguila”. Qual è il tuo sogno di felicità? Come lo insegui? Quali ostacoli o limiti impediscono di farlo? Descrivilo e raccontalo attraverso la realizzazione e/o produzione di un fumetto, di una foto che dia concretezza e voce al tuo “sogno di felicità”.
Felicità e Life Skills
Io ignoto:

alcune pagine della nostra vita non le conosciamo né noi né gli altri. Noi siamo più complessi e sfaccettati di quanto crediamo. Di tanto in tanto giunge in superficie qualcosa di questo nostro lato inconsapevole, per esempio attraverso un sogno. Questo settore viene definito anche blind spot, punto cieco. E’ l’ignoto, ciò che né noi né gli altri conosciamo di noi stessi, ovvero il subconscio. Questo Io può emergere in situazioni molto particolari, come un atto di estremo coraggio, e potrebbe cogliere alla sprovvista sia chi ci conosce sia noi stessi.

Questionario finale

Io aperto:

il campo descrive le proprietà e le esperienze di cui noi stessi siamo consapevoli e parliamo volentieri. Questa zona è denominata “arena”, ed è la zona ottimale di relazione, nella quale noi sappiamo ciò che siamo, ciò che vogliamo, ciò che mostriamo di noi, e non ci tratteniamo dal mostrarlo agli altri, che condivideranno così questo insieme di conoscenze su noi stessi. In questa zona avvengono i rapporti più razionali.

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La ricerca della felicità
Il termine di Life Skills viene generalmente riferito ad una gamma di abilità cognitive, emotive e relazionali di base, che consentono alle persone di operare con competenza sia sul piano individuale che su quello sociale. In altre parole, sono abilità e capacità che ci permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo, grazie al quale possiamo affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana.
Il significato di life skills
Felicità e Life Skills
Io ignoto:

alcune pagine della nostra vita non le conosciamo né noi né gli altri. Noi siamo più complessi e sfaccettati di quanto crediamo. Di tanto in tanto giunge in superficie qualcosa di questo nostro lato inconsapevole, per esempio attraverso un sogno. Questo settore viene definito anche blind spot, punto cieco. E’ l’ignoto, ciò che né noi né gli altri conosciamo di noi stessi, ovvero il subconscio. Questo Io può emergere in situazioni molto particolari, come un atto di estremo coraggio, e potrebbe cogliere alla sprovvista sia chi ci conosce sia noi stessi.

Io aperto:

il campo descrive le proprietà e le esperienze di cui noi stessi siamo consapevoli e parliamo volentieri. Questa zona è denominata “arena”, ed è la zona ottimale di relazione, nella quale noi sappiamo ciò che siamo, ciò che vogliamo, ciò che mostriamo di noi, e non ci tratteniamo dal mostrarlo agli altri, che condivideranno così questo insieme di conoscenze su noi stessi. In questa zona avvengono i rapporti più razionali.

Io cieco:

ci sono cose che non sappiamo di noi stessi, ma che gli altri vedono chiaramente. E ci sono cose che crediamo di esprimere in maniera netta, e invece sono percepite in modo totalmente diverso. In questo caso lo scambio di informazioni reciproco può essere illuminante, ma anche doloroso. Corrisponde a tutti quei tratti e quelle caratteristiche che ci appartengono ma di cui non siamo a conoscenza, mentre chi ci circonda li distingue e sa riconoscere. L’Io inconscio si palesa con forti emozioni quali l’amore, la paura o la rabbia.

15:00

Io aperto:

il campo descrive le proprietà e le esperienze di cui noi stessi siamo consapevoli e parliamo volentieri. Questa zona è denominata “arena”, ed è la zona ottimale di relazione, nella quale noi sappiamo ciò che siamo, ciò che vogliamo, ciò che mostriamo di noi, e non ci tratteniamo dal mostrarlo agli altri, che condivideranno così questo insieme di conoscenze su noi stessi. In questa zona avvengono i rapporti più razionali.

15:00

Io segreto:

il campo “nascosto” descrive delle cose che sappiamo di noi ma che non riveliamo a nessuno. Diventa sempre più ristretto a mano a mano che abbiamo più fiducia negli altri. E’ la facciata, ovvero ciò che noi mostriamo agli altri (la nostra maschera, direbbe Pirandello), ma che non corrisponde esattamente alla realtà, e ciò che volontariamente nascondiamo, celiamo e cerchiamo di camuffare; in altri termini, è la zona della truffa, dell’inganno, della desiderabilità sociale. Particolari della facciata sono i rapporti manipolatori.

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Io cieco:

ci sono cose che non sappiamo di noi stessi, ma che gli altri vedono chiaramente. E ci sono cose che crediamo di esprimere in maniera netta, e invece sono percepite in modo totalmente diverso. In questo caso lo scambio di informazioni reciproco può essere illuminante, ma anche doloroso. Corrisponde a tutti quei tratti e quelle caratteristiche che ci appartengono ma di cui non siamo a conoscenza, mentre chi ci circonda li distingue e sa riconoscere. L’Io inconscio si palesa con forti emozioni quali l’amore, la paura o la rabbia.

Io cieco:

ci sono cose che non sappiamo di noi stessi, ma che gli altri vedono chiaramente. E ci sono cose che crediamo di esprimere in maniera netta, e invece sono percepite in modo totalmente diverso. In questo caso lo scambio di informazioni reciproco può essere illuminante, ma anche doloroso. Corrisponde a tutti quei tratti e quelle caratteristiche che ci appartengono ma di cui non siamo a conoscenza, mentre chi ci circonda li distingue e sa riconoscere. L’Io inconscio si palesa con forti emozioni quali l’amore, la paura o la rabbia.

Io segreto:

il campo “nascosto” descrive delle cose che sappiamo di noi ma che non riveliamo a nessuno. Diventa sempre più ristretto a mano a mano che abbiamo più fiducia negli altri. E’ la facciata, ovvero ciò che noi mostriamo agli altri (la nostra maschera, direbbe Pirandello), ma che non corrisponde esattamente alla realtà, e ciò che volontariamente nascondiamo, celiamo e cerchiamo di camuffare; in altri termini, è la zona della truffa, dell’inganno, della desiderabilità sociale. Particolari della facciata sono i rapporti manipolatori.

15:00

Io ignoto:

alcune pagine della nostra vita non le conosciamo né noi né gli altri. Noi siamo più complessi e sfaccettati di quanto crediamo. Di tanto in tanto giunge in superficie qualcosa di questo nostro lato inconsapevole, per esempio attraverso un sogno. Questo settore viene definito anche blind spot, punto cieco. E’ l’ignoto, ciò che né noi né gli altri conosciamo di noi stessi, ovvero il subconscio. Questo Io può emergere in situazioni molto particolari, come un atto di estremo coraggio, e potrebbe cogliere alla sprovvista sia chi ci conosce sia noi stessi.

Il concetto di felicità

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Io segreto:

il campo “nascosto” descrive delle cose che sappiamo di noi ma che non riveliamo a nessuno. Diventa sempre più ristretto a mano a mano che abbiamo più fiducia negli altri. E’ la facciata, ovvero ciò che noi mostriamo agli altri (la nostra maschera, direbbe Pirandello), ma che non corrisponde esattamente alla realtà, e ciò che volontariamente nascondiamo, celiamo e cerchiamo di camuffare; in altri termini, è la zona della truffa, dell’inganno, della desiderabilità sociale. Particolari della facciata sono i rapporti manipolatori.