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Flessibilità
Giorgia La Civita
Created on November 27, 2024
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Transcript
Giorgia La Civita, Sofia Zampa, Maya Cela e Viola Bugionovi
LA FLESSIBILITÀ O MOBILITÀ ARTICOLARE
FLESSIBILITÀ O MOBILITÀ ARTICOLARE
UNA SEDUTA DI ALLENAMENTO
IL PNF
I PRINCIPI DI ALLENAMENTO
L'IMPORTANZA E GLI EFFETTI
FATTORI CHE INFLUENZANO
LO STRETCHING
CLASSIFICAZIONE
DEFINIZIONE
La flessibilità o mobilità articolare è una delle capacità condizionali e consiste nella capacità di un muscolo o di un’articolazione di compiere movimenti di grande ampiezza nell’ambito della loro totale estensione di movimento (Range of motion ROM)(sfruttando al massimo l'escursione fisiologica consentita dalle articolazioni) Due concetti fondamentali: ARTICOLARITà: l'efficienza delle varie articolazioni ESTENSIONE: la capacità di allungamento dei vari tessuti molli (muscoli, tendini, guaine muscolari) che influenzano i movimenti delle articolazioni
DEFINIZIONE
FLESSIBILITà ATTIVA: Massima ampiezza dei movimenti raggiunta con le proprie forze, tramite la tensione dei muscoli agonisti e l’allungamento dei muscoli antagonisti Statica: mantenimento per un lasso di tempo prolungato della posizione di ampiezza massima Dinamica: alternanza tra aumento e riduzione dell’ampiezza massima del movimento Diverso dall'ALLENAMENTO BALISTICO: massima ampiezza raggiunta tramite oscillazioni
CLASSIFICAZIONE
FLESSIBILITà PASSIVA: Massima ampiezza dei movimenti raggiunta tramite l’ausilio di forze esterne (forza di gravità, attrezzi, aiuto compagni) Statica Dinamica
CLASSIFICAZIONE
Allungamento passivo che migliora la flessibilità: consiste nell’assunzione di una posizione che al tempo stesso mantiene in allungamento e cerca di rilassare un gruppo muscolareLe 3 fasi:1. RICERCA DELLA POSIZIONE DI ALLUNGAMENTO (6-8 s) 2. TENUTA DELLA POSIZIONE DI ALLUNGAMENTO (20-30s): evitando irrigidimento muscolare, senza superare la soglia del dolore e avvertendo un miglioramento della tensione nel tempo 3. RITORNO ALLA POSIZIONE DI PARTENZA (6-8s) Per un corretto allungamento eseguire le fasi 3-4 volte per ciascun gruppo muscolare
LO STRETCHING
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Per una migliore flessibilità, privilegiare gli allungamenti statici, prolungati nel tempo, per permettere l'intervento del riflesso miotatico inverso
per evitare infortuni come strappi muscolari o tendinei, intervengono:
LO STRETCHING
RIFLESSO MIOTATICO INVERSO
A seguito di una tensione eccessiva dei tendini, gli organi tendinei di Golgi vengono attivati e inibiscono l’azione dei motoneuroni alfa e così si ha il l'allungamento del muscolo.. Esempio: Da seduto con le gambe distese toccare le punte dei piedi e mantenere la posizione per circa 30 sec., questo attiva il riflesso miotatico.
Contrazione involontaria del muscolo se questo viene allungato troppo rapidamente. A seguito di un allungamento rapido, i fusi neuromuscolari intorno al muscolo, che percepiscono il cambiamento, inviano segnali al midollo spinale attraverso interneuroni e in questo modo si attivano i motoneuroni alfa che stimolano le fibre muscolari a contrarsi. Ciò provoca un limite all’allungamento del muscolo
RIFLESSO MIOTATICO
IL PNF
Un altro tipo di allungamento statico passivo che migliora la flessibilità in quanto stimola l’azione del riflesso miotatico inverso è il PNF (Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation) che consiste nella successione stiramento-contrazione-rilassamento-allungamento del muscolo: 1. Allungamento del muscolo (6-8s) 2. Contrazione isometrica del muscolo (6-8s) 3. Rilassamento del muscolo tramite il riflesso miotatico inverso (2-4s) 4. Nuovo allungamento progressivo del muscolo, maggiore rispetto a quello iniziale (6-8s) 5. Mantenimento dell’ allungamento (10-20s) 6. Lento ritorno alla posizione di partenza (6-8s)
- Età
- Sesso
- Coordinazione inter e intramuscolare
- Temperatura corporea
- Volume massa muscolare e adiposa
- Struttura ed elasticità articolare
- Stato del muscolo
- Temperatura esterna
- Ora del giorno
FATTORI CHE INFLUENZANO LA FLESSIBILITÀ
INTERNI
ESTERNI
INTERNI
- Età: bambini maggiore flessibilità in quanto le strutture articolari e muscolari sono più elastiche e si adattano meglio agli allungamenti. Il periodo migliore per allenarla è tra gli 11 e i 14 anni anche per la ridotta massa muscolare. Con l’avanzare dell’età diminuisce ma la diminuzione può essere rallentata con l’esercizio regolare
- Coordinazione intermuscolare: la coordinazione tra azione di contrazione dei muscoli agonisti e rilassamento di quelli antagonisti permette una migliore flessibilità. Coordinazione intramuscolare: permette migliore adattamento all’allungamento e maggiore facilità nel rilassamento ed evita maggiormente i crampi.
- Sesso: donne maggiore flessibilità degli uomini, perché maggiore elasticità dei legamenti e minore massa muscolare
FATTORI CHE INFLUENZANO LA FLESSIBILITÀ
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ESTERNI
- Ora del giorno: migliore flessibilità durante il pomeriggio/sera perché con il passare delle ore aumenta il flusso sanguigno e la mobilità delle articolazioni, entrambe diminuite nel corso della notte
- Temperatura esterna: il calore permette una maggiore estensione muscolare mentre le basse temperature aumentano la rigidità muscolare e diminuiscono la circolazione sanguigna.
INTERNI
FATTORI CHE INFLUENZANO LA FLESSIBILITÀ
4. Temperatura corporea: una maggiore temperatura interna rende i muscoli più flessibili e stimola anche una maggiore produzione di liquido sinoviale che migliora la mobilità delle articolazioni
L'IMPORTANZA E GLI EFFETTI DELLA FLESSIBILITÀ
- Miglioramento delle capacità condizionali: impatta in modo positivo anche sulle altre capacità, rendendo le esecuzioni più vantaggiose attraverso un minore dispendio di energie
- Miglioramento delle capacità coordinative: influisce anche sull’equilibrio e sul ritmo
- Prevenzione infortuni: aiuta ad evitare e limitare infortuni, riducendo la tensione muscolare e favorendo il recupero dalla fatica
- Facilitazione del processo di apprendimento motorio:
- Miglioramento della consapevolezza del proprio copro e del rilassamento generale
Per ottenere risultati, è importante e necessario:
- Riscaldarsi bene prima di eseguire gli esercizi
- Avere conoscenza della posizione iniziale, dell'esecuzione del movimento, della struttura e della meccanica delle articolazioni implicate
- Prolungare lo stiramento in un arco di tempo abbastanza lungo
- Non superare la soglia del dolore (soggettiva)
- Non entrare in competizione con gli altri
- Concentrarsi al massimo
- Inspirare ed espirare profondamente
- Adattare gli esercizi alle condizioni fisiche: in situazioni di particolare stanchezza eseguire allungamenti in modo più leggero, in quanto si ha una maggiore sensibilità nell’attivazione dei fusi neuromuscolari
- Ripetere gli allungamenti per almeno 3 volte a settimana
I PRINCIPI DI ALLENAMENTO DELLA FLESSIBILITÀ
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