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Mantova

Giacomo Lelli

Created on November 27, 2024

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Lorenzo Conocchioli e Giacomo Lelli

GEOGRAFIA

STORIA

MANTOVA

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Lorenzo Conocchioli e Giacomo Lelli
Le origini dei Bonacolsi
La signoria dei Gonzaga
Stemma dei Bonacolsi
La prima volta che Mantova si trovò governata da una signoria fu nel 1273 quando salì al potere la famiglia Bonacolsi. Questa affermazione però non fu semplice, ma bensì fu la conseguenza di molte battaglie tra le famiglie più ricche di Mantova, tra cui vi erano oltre che i Bonacolsi, anche gli Arlotti e i Casaloldi. Inoltre, prima della signoria, a capo del governo mantovano e della gerarchia cittadina prima vi fu il vescovo fino al 1186, poi vi fu il Podestà forestiero Attone di Pagano e infine dal 1257 al 1273 il potere fu affidato alla figura del Capitano del Popolo. Negli anni precedenti all'ascesa dei Bonacolsi Mantova fu macchiata col sangue di molti uomini per via di un governo centrale poco stabile e incapace a soddisfare i bisogni dei cittadini. I Bonacolsi ebbero il controllo di Mantova per poco tempo, circa mezzo secolo, ma del loro operato restano numerose testimonianze. La signoria fu iniziata da Pinamonte Bonacolsi, che però non apportò radicali cambiamenti alla città. Non si può dire lo stesso per il figlio Guido, che una volta andato al potere tenterà a rafforzare i rapporti con l'imperatore e città importanti dell'epoca. Non a Caso Guido sposerà Costanza della Scala, rinsaldando i legami con la ghibellina Verona. Sembra perciò che la sua signoria, durata 10 anni, sia stata un periodo di pace. Anche il successore di Guido Bonacolsi, Rainaldo, adottò una politica di alleanza per rafforzare l'economia e l'esercito. Infatti egli nel 1309 stipula o rinnova diverse alleanze, soprattutto con Verona, ma anche con Parma, Modena, Brescia e Piacenza. I Bonacolsi nel loro dominio si interessarono anche ad aumentare il prestigio di Mantova costruendo monumenti che rimarranno, come il Palazzo del Capitano che poi diventerà il palazzo ducale. Dopo i Bonacolsi, nel 1328, la famiglia più importante divenne quella dei Gonzaga.

Mantova prima e dopo la signoria dei Bonacolsi

Le origini della loro famiglia sono molto controverse e non si riesce ancora oggi ad identificarne un capostipite. La casata sarebbe riconducibile al modenese, per altri sarebbe derivante da un ramo dei Bonacossi di Ferrara. La prima presenza documentata in Mantova risale al 1168. Da Gandolfo nacque Pinamonte, e con lui la prima signoria mantovana. Nel 1239 Pinamonte figura come “anziano” nel consiglio della Repubblica e partecipa come rappresentante del Comune alla pace con Verona. Col consenso popolare nel 1269 si proclama difensore della città contro gli estensi, che vorrebbero riportare al potere gli esuli guelfi. Nell’intricata situazione comunale l’egemonia è detenuta dai Casalodi (o Casaloldi), conti e feudatari del contado mantovano, inurbati nel comune. Questi rappresentano, con i conti di Riva e i conti di Marcaria la vecchia piccola nobiltà terriera che, inurbandosi tenta di mantenere il potere su un borgo commerciale e produttivo che ormai si è trasformato in città. Pinamonte riesce ad ottenere l’appoggio della borghesia commerciale e artigianale e, tramite l’ inganno, a mettere una famiglia nobile contro l’altra.

Le origini dei Bonacolsi
Monetazione di Mantova sotto i Gonzaga
Ritratto della famiglia Gonzaga
Prima dei Gonzaga a Mantova c'era come già detto la famiglia Bonacolsi, la quale anche se aveva saputo mantenere la pace, non era riuscita ad apportare cambiamenti significativi alla città, perciò verso la fine del loro dominio ci furono varie rivolte del popolo che indebolirono il potere della famiglia. Perciò, approfittando di questa debolezza dei Bonacolsi, Luigi di Gonzaga organizza una rivolta e nel 16 agosto 1328 ferisce a morte quello che sarà l'ultimo rappresentante della famiglia Bonacolsi, cioè Rinaldo Bonacolsi anche detto Passerino. Ovviamente Luigi di Gonzaga si fece aiutare per questa sua rivolta, infatti era spalleggiato dalla famiglia Della Scala di Verona, la quale sperava di conquistare la città. Iniziò così la dominazione della famiglia più potente della storia della città, che regnerà fino al 1707. Sotto i Gonzaga Mantova visse il suo periodo di massimo splendore e divenne non solo una delle città più in vista d'Italia, ma divenne anche un tra i più importanti centri culturali e artistici di tutta l'Europa. Infatti importanti architetti, scultori e pittori come Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano e Luca Fancelli, lasciarono un'impronta indelebile nell'architettura della città.L’affermazione dei Gonzaga su Mantova ma anche sulla scena politica dell’Italia settentrionale fu possibile soprattutto alle sue ampissime possibilità economiche derivanti da: rendite delle loro proprietà terriere; vittorie nelle condotte militari; rapporti commerciali e finanziari con la Repubblica di Venezia;politiche matrimoniali strategiche con le principali famiglie dell’epoca.

Mantova sotto la famiglia Gonzaga

Nella seconda metà del XV secolo, Mantova intraprese la strada per diventare una delle capitali più prestigiose del Rinascimento italiano. Il fautore principale di questo processo, nonché la figura più importante della famiglia gonzaghesca, fu Ludovico II Gonzaga, detto il Turco (1412-1478). Se, da una parte, ebbe i favori imperiali sposandosi con la principessa Barbara di Brandeburgo (1422-1481), nipote dell’imperatore Sigismondo, dall’altra, Ludovico II si procurò anche dei legami amichevoli con lo Stato Pontificio ospitando presso di sé la Concilio di Mantova del 1459.I Gonzaga in questo periodo non furono solo committenti di opere d’arte: i loro interessi si rivolsero anche verso il collezionismo di ogni tipo: libri, animali esotici, pietre preziose, erbe officinali e arazzi. Importante fu anche il loro allevamento di cavalli sia da parata che da guerra. La maggior parte di queste collezioni iniziò a disperdersi dal 1620. A portare avanti il progetto di affermazione e di prestigio politico e cultura di Mantova furono il marchese Francesco II Gonzaga (1466-1519), assieme alla moglie Isabella d’Este (1474-1539), una delle donne più autorevoli dell’epoca. Oltre a partecipare come condottiero alle solite scorrerie tra Milano e Venezia, Francesco II combatté anche nelle grandi battaglie tra Francia, Spagna e papato. Il suo merito fu sempre quello di servire le potenze che gli potevano offrire, da una parte, i vantaggi economici maggiori e, dall’altra, le sicurezze per il proprio marchesato. Descritta come “suprema tra le donne”, Isabella si affermò come una personalità più notevoli del Rinascimento italiano: non solo per il suo gusto raffinato verso l’arte e la cultura, ma anche per la sua influenza nelle vicende politiche internazionali. Mentre il marito era assente da Mantova, Isabella si mostrò anche un’abile governatrice. Dopo Francesco II il suo successore Federico II mantenne la sua politica apportando radicali cambiamenti. Egli infatti scelse i favori dell'impero e nel 1526 permise ai lanzichenecci di passare per i suoi territori. Per questo suo atteggiamento filoimperiale Federico II di Gonzaga ottenne l'investitura del titolo di duca. Poi Federico II annetterà il marchesato di Monferrato a Mantova sposandosi con Margherita Paleologa.

Ludovico II Gonzaga (1412,1478)

Il massimo splendore dei Gonzaga

Vincenzo I Gonzaga (1562-1612)
Le origini dei Gonzaga

Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, l’attenta amministrazione e diplomazia con i principali potentati d’Europa di Guglielmo e del figlio Vincenzo I Gonzaga (1562-1612) consentirono al ducato di conservare il proprio prestigio. Vincenzo I, per far fronte ai debiti della sua casata, fu costretto a vendere parte della raccolta d'arte della famiglia. Una parte della pinacoteca gonzaghesca fu acquistata dal re d'Inghilterra Carlo I Stuart per una cifra molto bassa. Questa vicenda iniziò lo smembramento delle pregiate collezioni dei Gonzaga. Nonostante fosse dotato di intelletto e di cultura, il duca Ferdinando Gonzaga (1587-1626) non ebbe la stessa qualità politica e umana dei suoi predecessori. Durante i suoi anni di governo egli dovette affrontare gli enormi debiti della famiglia e la complicata questione della successione dinastica. Vincenzo II Gonzaga (1594-1627) non cambiò le sorti della propria casata: è ricordato per la vendita di una parte della collezione d’arte di famiglia e per esser stato l’ultimo discendente gonzaghesco. Morì nel 1627 e con lui si estinse così la linea diretta della stirpe dei Gonzaga. Nonostante questa crisi finale e lo smembramento delle loro prestigiose collezioni, i Gonzaga hanno lasciato tracce indelebili sulla città di Mantova, sia riguardo alla politica sia riguardo all'architettura della città. Essi furono tra i primi mecenati in Europa, secondi solo ai Medici a Firenze. Grazie a loro importanti architetti, scultori e pittori operarono a Mantova, ma anche scrittori come Ludovico Ariosto composero le loro opere in territorio Mantovano. Ed è sempre a loro che si deve il merito della costruzione di edifici che ancora oggi sono simboli della città, come il Palazzo Te e le chiese di San Sebastiano e Sant'Andrea.

Decadimento ed eredità

Stemma dei Gonzaga
Le origini della casata sono molteplici, c'è chi pensa siano di stirpe lombarda, chi merovingia e chi invece pensa che vengano dalla città Gonzaga, da cui il loro cognome. Tra tutte queste ipotesi però nessuna è prevalente per mancanza di prove. Però si può dire che il capostipite dei Gonzaga fu Filippo Corradi, il quale nel XII secolo venne investito delle terre di Gonzaga, che prima appartevano alla famiglia sempre mantovana dei Casalodi. Perciò con il nome di Corradi da Gonzaga si stabilirono a Mantova alla fine del XII secolo, dove occuparono cariche religiose e politiche. I veri e propri signori di Mantova però ebbero origine da Guido Corradi da Gonzaga e dai suoi cinque figli, tra cui c'era anche Luigi che fu il primo Capitano del Popolo e fu colui che mandò via i Bonacolsi. Dal 30 aprile 1335 la famiglia utilizzò solo l'appellativo di Gonzaga, questo perchè l'aggiunta dell'appellativo Corradi risultava sconveniente. Una volta "scelto" l'appellativo giusto i Gonzaga si concentrarono nel creare uno stemma. Il loro armoriale però mutò molte volte prima di trovare il suo aspetto definitivo come in foto. Anche questo ultimo stemma però ha subito varie modifiche nel corso del tempo Con la presa del potere nel 1328, Ludovico I innalzò un semplice stemma a fasce orizzontali nere ed oro. Con la nascita del marchesato, dal 1433 compaiono per la prima volta nello stemma le aquile imperiali a "volo abbassato" e la croce rossa, simbolo dal XII secolo del comune di Mantova, mentre lo scudo originario rimase al centro di dimensione più piccola. Dal 1575 vennero incluse le insegne delle famiglie nobili con le quali si imparentarono.

Le origini dei Gonzaga

Basilica di Sant'Andrea

Leon Battista Alberti

Teatro Bibiena

Castel San Giorgio

Palazzo ducale

Palazzo te

Mantova: collocazione geografica
Sala dei Giganti
Giardino Te

Palazzo Te è una delle opere più celebri del Rinascimento italiano; fu progettato dall'architetto Giulio Romano per il duca Federico II Gonzaga come villa suburbana, dove potesse trascorrere il tempo lontano dalle tensioni politiche della corte.La costruzione iniziò nel 1525 e fu completata negli anni successivi. La sua architettura innovativa e gli affreschi straordinari sono le caratteristiche che lo rendono così famoso. L'edificio è un esempio di villa rinascimentale, con una pianta quadrata, un ampio cortile centrale e una serie di stanze sontuose; la sua struttura si distingue per l'uso di illusioni ottiche e per l'uso di elementi decorativi che riflettono la cultura classica, come il Trionfo di Galatea, rappresentato nella Sala dei Giganti. Le stanze del palazzo sono decorate con affreschi magnifici, realizzati da Giulio Romano e dalla sua bottega, che raffigurano scene mitologiche e storiche. Un altro aspetto interessante di Palazzo Te è l'uso di architettura "giocosa" e di espedienti visivi per stupire e divertire i visitatori, come nel caso della Sala dei Cavalli o della Sala dei Giganti, che sembrano interagire con lo spazio in modo spettacolare.

Palazzo Te

Mantova

Interno palazzo ducale
Palazzo ducale e cattedrale San PIetro

Il Palazzo Ducale di Mantova è un complesso di edifici storici che un tempo era la residenza della famiglia Gonzaga e si estende su una vasta area che comprende cortili, giardini e numerosi edifici. La sua storia risale al XIII secolo, quando venne iniziato dai Gonzaga, ma fu soprattutto sotto il ducato di Ludovico II Gonzaga (fine XV secolo) che assunse la sua forma attuale, con ampliamenti e decorazioni spettacolari. Le caratteristiche principali del Palazzo includono: un'architettura rinascimentale, la quale fu influenzata da architetti come Giulio Romano, che progettò alcune delle sale più note, come la Sala degli Affreschi. Al suo interno ci sono inoltre numerose opere d'arte di grandi maestri, tra cui quelli di Andrea Mantegna, che dipinse le celebri "Camere degli sposi", una serie di affreschi di straordinaria bellezza che decorano una delle stanze principali. Il palazzo è circondato da cortili e giardini, tra cui il giardino delle delizie, che aggiungono un aspetto scenografico alla residenza.Il palazzo è un luogo di notevole interesse anche per la sua storia: fu teatro di eventi politici e culturali cruciali, e ospitò personalità come Leon Battista Alberti e Isaballa d'Este, una delle più colte dame rinascimentali. Dopo il declino della famiglia Gonzaga nel XVIII secolo, il palazzo perse parte della sua funzione di residenza principesca, ma continuò a essere un centro culturale e storico di grande valore. Oggi, il Palazzo Ducale è uno dei principali luoghi di interesse turistico e museale di Mantova, che attira visitatori da tutto il mondo.

Palazzo ducale

Mantova

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| WHAT TO SEE AND DO
Castel San GIorgio

Il Castel San Giorgio è una delle principali strutture del Palazzo Ducale di Mantova ed è strettamente legato alla storia della città e della famiglia Gonzaga.Fu costruito tra il 1395 e il 1406 dal marchese Francesco I Gonzaga come fortificazione per difendere la città e il palazzo, ma anche come residenza ducale. Il castello è caratterizzato da una struttura imponente, con torri angolari e mura robuste, ed è stato ampliato e ristrutturato nel corso dei secoli. Il castello ha una pianta quadrangolare, con torri angolari e una grande corte centrale; la sua architettura medievale fu successivamente modificata con interventi rinascimentali, conferendogli un aspetto più elegante e funzionale. Oltre alla sua funzione difensiva, il castello ospitò diverse importanti cerimonie e momenti di svago per la corte dei Gonzaga, divenne parte integrante del Palazzo Ducale. Al suo interno si trova inoltre La Camera degli Sposi che è una delle sale più celebri e significative del Castel San Giorgio; è famosa per gli affreschi realizzati da Andrea Mantegna nel 1465-1474, su commissione del duca Francesco II Gonzaga. La sala era destinata a essere la camera da letto privata del duca e della duchessa, ma divenne celebre per la sua decorazione artistica, una delle più importanti del Rinascimento italiano.Gli affreschi raffigurano scene di vita della corte dei Gonzaga, tra cui il ritratto del duca Francesco II Gonzaga, della sua famiglia e dei membri della corte. Una delle scene più celebri è quella che rappresenta il duca Francesco II Gonzaga insieme alla sua famiglia, con l'illusione di una finestra che si apre su un paesaggio esterno.

Castel San Giorgio

Mantova

Interni teatro Babiena

Le pareti e il soffitto sono decorati con affreschi e stucchi che arricchiscono l'ambiente di eleganza e grandiosità, tipica del periodo barocco.Il Teatro Bibiena venne realizzato per ospitare eventi teatrali e musicali alla corte dei Gonzaga; la sua acustica perfetta e la sua bellezza architettonica lo resero un luogo di grande prestigio.Il teatro ospitò numerosi concerti, rappresentazioni teatrali e opere, tra cui, un mese dopo l'inaugurazione, uno dei primi concerti del quattordicenne Mozart, diventando uno dei principali centri culturali della città. Oggi il Teatro Bibiena è ancora utilizzato per eventi culturali, concerti e spettacoli

Il Teatro Bibiena è uno dei teatri più celebri di Mantova e un importante esempio di architettura teatrale barocca. Fu progettato dal famoso architetto Francesco Bibiena nel 1769 per il duca Vittorio Amedeo II Gonzaga ed è stato inaugurato nel 1770.Il teatro è un capolavoro del barocco, caratterizzato da un'architettura ricca di ornamenti, con un palcoscenico scenografico e un auditorium su più ordini di logge. Il teatro è famoso per la sua straordinaria illusione prospettica, creata dalla particolare disposizione delle logge e dei palchi, che conferisce un effetto di grande profondità alla sala.

Teatro Bibiena

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Leon Battista Alberti

Leon Battista Alberti (1404-1472) è stato un grande umanista, architetto, pittore e teorico dell'arte italiano, uno dei principali intellettuali del Rinascimento. Nato a Genova in una famiglia nobile, trascorse gran parte della sua vita tra Firenze, Roma e altre città italiane. Alberti studiò a Bologna e a Padova, approfondendo filosofia, matematica e diritto, ma la sua vera passione fu l'arte, infatti oltre ad essere un teorico dell'arte, si dedicò anche all'architettura, alla scrittura e alla progettazione di opere pratiche. La sua carriera è segnata da una continua ricerca di armonia tra arte, scienza e filosofia. Alberti fu in contatto con molti artisti e intellettuali del suo tempo, come Donatello e Brunelleschi La sua influenza si estese anche a Roma, dove lavorò per la Chiesa e progettò diverse opere importanti. Le suo opere più famose sono: "De Pictura" (1435) un trattato che discute la prospettiva, la composizione e l'uso della luce, influenzando profondamente i pittori del suo tempo; "De Re Aedificatoria" (1452): Un altro trattato che riguarda l'architettura. In questo libro, Alberti esplora le teorie sulla costruzione di edifici, introducendo il concetto di proporzione e simmetria nell'architettura, ispirandosi ai modelli dell'antichità classica. La chiesa di Sant'Andrea a Mantova (1472), uno dei suoi capolavori architettonici, commissionato dal duca Ludovico II Gonzaga. Alberti progettò la facciata della chiesa, ispirandosi ai modelli dell'antica Roma, con una grande armonia di proporzioni e simmetria. Palazzo Rucellai a Firenze (1455-1460): un'altra delle sue opere architettoniche più celebri.

Leon Battista Alberti

Mantova

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Interni della basilica di Sant'Andrea

La facciata è composta da un grande portale centrale, sormontato da una nicchia, che ospita la statua di Sant'Andrea, e da una serie di colonne corinzie che dividono il piano superiore in più sezioni. L'interno della chiesa è a pianta basilicale, con tre navate. La navata centrale è più alta e più larga rispetto alle navate laterali, dando un senso di grandezza e spazialità. Il soffitto a volta a botte è decorato con motivi che richiamano l'arte romana. La cupola della chiesa, progettata da Alberti, è imponente e rappresenta un elemento di grande innovazione nell'architettura rinascimentale. La struttura è sostenuta da una serie di archi e pilastri che creano un gioco di luce e ombre, accentuando l'effetto di vastità e maestosità. Il Calice Santo, custodito in un monumentale altare, conferisce alla chiesa una grande importanza religiosa e spirituale.L'interno della chiesa è arricchito da numerosi affreschi e opere d'arte, mentre l'altare maggiore e le cappelle laterali sono arricchiti da sculture e pitture che evidenziano il prestigio e la devozione della famiglia Gonzaga.

La Chiesa di Sant'Andrea è uno degli esempi più significativi di architettura rinascimentale in Italia e una delle opere principali progettate da Leon Battista Alberti. La costruzione iniziò nel 1472 e proseguì per molti anni, ma fu completata solo nel corso del Cinquecento, con alcuni interventi successivi. La chiesa di Sant'Andrea venne costruita per ospitare una reliquia molto venerata: la coppa che si riteneva fosse stata utilizzata da Gesù nell'Ultima Cena, conosciuta come il Calice Santo. La chiesa divenne il centro spirituale della famiglia Gonzaga e un importante luogo di culto della città. Le sue principali caratteristiche sono la facciata: progettata da Alberti, è un capolavoro dell'architettura rinascimentale. Si ispira ai modelli dell'antica Roma, con un grande arco trionfale che ricorda quelli romani, simbolo della potenza divina e del potere della famiglia Gonzaga.

Basilica di Sant'Andrea

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