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Presentazione Storica

Selene

Created on November 27, 2024

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le opere rubate

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FURTI DI OPERE D'ARTE I motivi per cui un'opera d'arte può venire rubata possono essere molteplici: un quadro può essere rubato per “patriottismo” come dichiarerà il ladro della Gioconda, per denaro anche se difficilmente un'opera d'arte famosa può essere venduta, per richiedere un riscatto allo Stato di appartenenza o al museo in quanto le opere sono coperte da assicurazione. Più raro è il furto su commissione richiesto da ricchi collezionisti per poter conservare l'opera nella propria collezione privata. Eppure anche casi come questi si sono verificati. Uno di questi famosi furti si è verificato nella notte tra il 17 e il 18 marzo del 1608 quando la Pala Baglioni venne portata via dalla chiesa di San Francesco al Prato.

perchè le opere vengono rubate?

alcune opere rubate

1. Il ratto di Raffaello a Perogia

2. La Gioconda

3. Il ragazzo con il panciotto

La Deposizione è un quadro complesso, sia come composizione sia come colori, che sembrano smaltati e sono molto forti. La figura che per prima risalta è quella del giovane uomo al centro, quello che, con grande sforzo, sorregge le gambe di Gesù. Probabilmente si tratta del ritratto di Grifonetto il quale, in punto di morte, si è pentito della strage compiuta, mentre la Madonna che sviene rappresenta lo strazio della madre di Grifonetto Atalanta.

la pala baglioni

Il ratto di Raffaello a Perugia Il quadro rubato La Pala Baglioni è un dipinto di Raffaello, olio su tavola, del 1507, che è stato suddiviso. La parte centrale, il trasporto del Cristo morto si trova nella Galleria Borghese a Roma, mentre altri scomparti si trovano in altri musei.

La pala d'altare venne commissionata da Atalanta Baglioni, una nobile signora della celebre famiglia perugina che voleva omaggiare il figlio Grifonetto, assassinato nel corso di alcuni fatti di sangue interni alla stessa famiglia per il dominio di Perugia. Grifonetto aveva infatti ucciso nel sonno con la spada tutti i parenti maschi rivali, in occasione delle nozze "di sangue" di suo cugino Astorre Baglioni con Lavinia Colonna, il 15 luglio. Abbandonato dai suoi stessi familiari, compresa la madre inorridita per l’accaduto, era tornato a Perugia dove Giampaolo Baglioni, miracolosamente scampato alla strage fuggendo per tempo nella vicina Marsciano, lo raggiunse e lo fece uccidere. Poco prima di morire però Grifonetto venne raggiunto dalla madre e dalla moglie, Zenobia, che riuscirono a fargli perdonare i suoi assassini: ormai incapace di parlare, il moribondo toccò la mano della madre in segno di assenso al perdono. I vestiti insanguinati dell'uomo vennero quindi trasportati da Atalanta lungo la via pubblica, e arrivato sui gradini del Duomo ve li lasciò pronunciando solennemente: «Che questo sia l'ultimo sangue che scorre su Perugia».

DA PERUGIA A ROMA

La pala per alcuni anni restò appesa nella chiesa di San Francesco al Prato, ma era destinata ad avere una vita complessa. Tanti avevano ammirato quel quadro e una persona, in particolare, ne rimase affascinata. Era Scipione Borghese, cardinale, uomo colto e appassionato collezionista che, da giovane, aveva studiato a Perugia. Molte volte si era recato alla chiesa di San Francesco. Molte volte aveva ammirato quella tavola e molte volte aveva fatto dei pensieri peccaminosi. Scipione però non era un ammiratore qualsiasi. Suo zio era papa Paolo V Borghese e lui voleva quella pala. Voleva aggiungerla alla sua collezione a Villa Borghese. Non si è mai saputo come sia stato possibile, ma la pala, in una notte buia, nella notte tra il 17 e il 18 marzo del 1608, sparì. I fraticelli della chiesa non si accorsero di niente, o finsero di non accorgersene in quanto complici. Questo furto rischiò di provocare una rivolta cittadina e creò un clima di grande tensione. La pala riapparve a Roma di lì a poco.

Si dice che l’erudito Cesare Crispolti, si sia interessato alla questione e, avendo appreso chi era il mandante del furto, gli abbia mandato una lettera molto accorata e, sempre stando ai racconti, pare che il cardinale Scipione Borghese sia morto di crepacuore dopo pochi giorni. Ma si può impunemente trattenere un bene altrui senza pagarlo e senza avere sanzioni? Si può, se si è nipoti del Papa. Il Papa scrisse una gentile letterina, detta Breve, dove affermò che «La pala resta lì dov’è perché apparteneva al nipote». Era il 1608.

...Il cardinale Scipione Borghese decise di spedire a Perugia una copia...

...dopo la sottrazione,...

La pala era un’opera molto amata dai perugini e,...

...attribuita al Cavalier d’Arpino nel 1609 a titolo di risarcimento.

che riesce a recuperare la maggior parte delle opere d’arte trafugate, tra cui il quadro di Raffaello. La pala, però, non tornerà più a Perugia, la sua casa ormai è la Galleria Borghese e la Deposizione Baglioni è per tutto il mondo la Deposizione Borghese. Ogni anno circa 600.000 persone sostano davanti a quella grande opera.

che porta a Parigi centinaia di opere d'arte italiane, tra cui anche la Pala Baglioni. Napoleone riempie il Louvre con i nostri capolavori, tra cui la Deposizione. Ma, appena giunge il tramonto di Napoleone, il Papa manda in Francia Canova.

Il tempo passa, i secoli scorrono, arriviamo nel XIX secolo, in Italia arriva Napoleone.