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I NO-GLOBAL

Martina Ragusi

Created on November 26, 2024

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I NO-GLOBAL

I NO-GLOBAL

Il movimento no-global o movimento anti-globalizzazione indica organizzazioni di singoli individui relativamente eterogenei dal punto di vista politico e accomunati dalla critica alla globalizzazione, soprattutto in ambito economico. E' quindi un movimento di contestazione del processo di globalizzazione, considerato come fonte di inaccettabili iniquità tra Nord e Sud del mondo e all’interno delle singole società nazionali. I suoi militanti pongono in particolare sotto accusa il potere delle multinazionali, incolpate di aver ridotto i paesi già arretrati in condizioni ancora più vergognose tramite pratiche quali lo sfruttamento minorile e il favoreggiamento di guerre, e le politiche seguite dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) e dalla WTO (World Trade Organization).

QUANDO E DOVE NASCE?

Il movimento è diventato famoso in tutto il mondo, per la prima volta, in occasione delle manifestazioni (e degli scontri) di Seattle del 1999, nei giorni dell’assemblea dei Paesi membri della Wto (un' organizzazione mondiale di commercio). In questo periodo si incontrarono migliaia di persone per discutere gli stessi temi della Wto ma con un'attenzione o obiettivi molto diversi. Si cominciò così a parlare di popolo di Seattle a cui non è mai stata data una denominazione unica, data l'enorme varietà e complessità delle organizzazioni che a Seattle si sono incontrate. In altri paesi infatti non si è dato un nome unico a un tale insieme di elementi di natura tanto eterogenea. Nel gennaio 2001 a Porto Alegre, in Brasile, il movimento dà vita al primo Forum sociale mondiale (Fsm) in contrapposizione al World economic forum dei potenti della Terra. Lo stesso anno, dal 19 al 22 luglio, la rete è protagonista di un’ampia mobilitazione contro la riunione del G8 di Genova, poi soffocata da una violentissima repressione da parte delle forze dell’ordine. Il movimento sorge quindi alla fine degli anni novanta in parte come risposta a tensioni che si sono accumulate dalla fine della guerra fredda, con la crisi dello stato sociale, la crisi dei partiti politici di massa, la caduta delle barriere economiche tra gli stati, la delocalizzazione dei comparti produttivi delle imprese, lo sfruttamento della manodopera nel terzo mondo, il rafforzamento dei monopoli e del potere delle multinazionali, la progressiva perdita di controllo politico da parte dei cittadini sul mondo economico finanziario. Inoltre nel 2002, dopo l'attentato alle torri gemelle e la successiva guerra in Afghanistan, il movimento confluisce in un più ampio movimento pacifista.

CHE POLITICA SEGUONO I NO-GLOBAL?

Il movimento no global fa riferimento a gruppi e movimenti estranei al mondo politico tradizionale; esso contiene moltissime istanze della società civile, che spesso si esprimono politicamente e operano in ambiti limitati e con caratteristiche peculiari. Vuole di fatto essere un momento di rinascita della società civile, promuove la democrazia diretta e partecipativa, promuove il consumo critico e lo sviluppo sostenibile, è pacifista, ambientalista e antiproibizionista. Che cosa contesta in particolare e qual è la sua soluzione? La critica principale come già detto si rivolge alle multinazionali che volendo guadagnare di più spostano le loro grandi aziende in paesi più poveri dove sia le norme sull'ambiente e sulla stessa sicurezza del lavoratore sono ridotte. Ecco perché è stato creato questo movimento che vorrebbe, tramite delle manifestazioni, promuovere i diritti dei lavoratori soprattutto quelli del sud del mondo che vengono sfruttati e inoltre garantire una più equa distribuzione del denaro tra il sud e il nord del mondo. Inoltre vorrebbe proteggere l'ambiente e fare avere ad ogni paese più povero un' indipendenza dalle multinazionali. Infine un altro problema è sicuramente quello del fallimento di operatori economici del luogo che vengono sovrastati da queste enormi multinazionali che producendo a prezzi inferiori sono preferite dalle persone.