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Il sistema periodico, Primo Levi
Elena Bordigoni
Created on November 26, 2024
Uranio, Argento, Vanadio e Uranio
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Transcript
L'Uranio, l'Argento, il Vanadio e il Carbonio
Ballisai Aurora, Bordigoni Elena, Zedda Amati Leonardo
Il sistema periodico
Uranio
"A fare il SAC (Servizio Assistenza Clienti) non si può mandare il primo venuto. E' un lavoro delicato e complesso, non molto diverso da quello dei diplomatici: per esercitarlo con successo occorre infondere fiducia nei clienti, e perciò è indispensabile avere fiducia in noi stessi e nei prodotti che vendiamo; è dunque un esercizio salutare, che aiuta a conoscersi e reinforza carattere"
RING
RING
Levi è tornato a lavorare in una fabbrica di vernici e si occupa del SAC (Servizio Assistenza Clienti). Un giorno viene mandato da Bonino, il caporeparto di un'altra fabbrica che lo riconosce, gli dice di aver letto un suo libro e inizia a raccontargli del suo passato. Levi per portare a termine l'affare è quindi costretto ad ascoltare il racconto, scetticamente e malvolentieri non ritenendo l’altro un buon narratore dato che continua a divagare, non arrivando mai al fulcro. Il racconto si conclude con l'episodio di un gruppo di tedeschi che fuggendo in Svizzera avevano chiesto informazioni a Bonino, dandogli in cambio dell'uranio.
Siccome Levi sembra perplesso, il caporeparto gli promette che gliene farà avere un pezzo. Concluso l'affare l'autore torna a casa e il giorno dopo trova sulla scrivania un blocchetto di metallo. Non convinto che sia uranio lo analizza in laboratorio ritrovando una gioia giovanile nella sperimentazione, e scopre che si tratta di cadmio e che dunque Bonino si era inventato tutto.
Argento
"Una circolare ciclostilata, di norma, si getta nel cestino senza leggerla, ma mi accorsi subito che quella non meritava il comune destino."
Argento
"Una circolare ciclostilata, di norma, si gettanel cestino senza leggerla, ma mi accorsi subito che quella non meritava il comune destino."
In questo capitolo arriva a Levi una lettera, da parte di Cerrato, suo compagno di università, con l’invito per la cena del venticinquesimo anno di laurea. Non è firmata, ma Levi ipotizza che venga da Cerrato, un vecchio collega. Cerrato viene descritto come una figura alta, ossuta e olivastra, con capelli folti e barba ben rasa, il naso il mento e la fronte dice che sono quasi abbozzati; si muoveva con gesti bruschi che gli avevano dato nomea in laboratorio per essere uno rompitore di vetreria. In quell’occasione, il protagonista chiede all’amico se vuole raccontargli una storia, che poi avrebbe inserito nel libro che stava scrivendo sul mestiere di chimico, perché voleva far sapere tutto su come si vive a compiere quel lavoro, e sulla bellezza della chimica, anche a quelle persone che di chimica non se ne intendono.
Cerrato racconta che nel periodo in cui lavorava al reparto di controllo, in cui si fabbricano le carte per radiografia, arrivarono molte lettere di protesta. Tutte le segnalazioni dichiaravano che le carte per radiografia erano cosparse di macchie bianche. Cerrato, grazie alle sue analisi, riuscì a capirne il motivo: le tute che i lavoratori dovevano indossare venivano lavate con l’acqua del fiume, che conteneva bromuro d’argento riversato da una conceria.
"Una vernice è una sostanza instabile per definizione: infatti, a un certo punto della sua carriera, da liquida deve diventare solida."
Vanadio
DING
DING
L’occasione che permise a levi di scrivere questo capitolo fu data da una lettera di protesta scritta da Levi al fornitore tedesco di resina per vernici a nome della fabbrica per cui egli lavorava. La risposta del dottor Müller alla risentita lettera di Levi è che bisognava aggiungere una certa percentuale di naftenato di vanadio. Attraverso questa interazione a Levi ritornano in mente gli orrori del lager ed è sicuro che quel dottor Müller è proprio lo stesso nazista buono che, in quell’inferno dantesco, aveva mostrato riguardo e rispetto per il prigioniero ebreo. A questo punto, Levi gli invia una copia di Se questo è un uomo anche per vedere quale sarebbe stata la reazione dell’uomo dopo tanto tempo. La risposta arriva due mesi dopo e Müller, in tutta onestà, dice di ricordarsi di Levi e che spera di poterlo incontrare al più presto.
La corrispondenza prosegue
anche dopo, sia a livello privato che lavorativo, ma Levi è combattuto:
da una parte non riesce a condannarlo per essere stato un uomo al servizio della spietata ideologia nazista e dall’altra non riesce ad assolverlo dalle sue colpe e responsabilità e vorrebbe non incontrarlo in quanto pensa che Müller lo voglia vedere e parlare con lui soltanto per stare in pace con la sua coscienza piena di rimorsi. Avviene, però, che una sera, inaspettatamente, Müller gli telefona e gli propone un incontro a Finale Ligure. Preso alla sprovvista, Levi acconsente ma, otto giorni dopo, la signora Müller gli annuncia la morte improvvisa del marito…
"Il lettore, a questo punto, si sarà accorto da un pezzo che questo non è un trattato di chimica: la mia presunzione non giunge a tanto. Non è neppure un'autobiografia, se non nei limiti parziali e simbolici in cui è un'autobiografia ogni scritto, anzi, ogni opera umana: ma storia in qualche modo è pure."
Carbonio
Questo capitolo ci racconta la storia di un atomo di carbonio. Levi qui ci spiega il motivo per cui ha deciso di scrivere e concludere in questo modo il proprio libro. Un libro che non è un trattato di chimica ma neppure un’autobiografia. Levi, avrebbe voluto che fosse una microstoria, la storia di un mestiere e delle sue sconfitte, vittorie e miserie, quale ognuno desidera raccontare quando sarà prossimo a chiudersi l’arco della propria carriera. In effetti, qualche chimico, giunto a un certo punto della sua vita, davanti alla tabella del Sistema Periodico, non dovrebbe ravvisarvi sparsi i tristi brandelli, o i trofei, del proprio passato professionale?
Ogni elemento racconta qualcosa a qualcuno, ogni volta una cosa diversa. il carbonio invece dice tutto a tutti, non è specifico. Proprio verso il carbonio levi dice di avere un grosso ho un vecchio debito, contratto in giorni per me risolutivi. Al carbonio, elemento della vita, era rivolto il mio primo sogno letterario, insistentemente sognato in un’ora e in un luogo nei quali egli descrive con la frase "la mia vita non valeva molto". ed ecco che egli ci racconta la vita di un piccolo atomo di Carbonio. Dopo essere stato nella roccia calcarea per milioni di anni sotto forma di CaCO3, l’atomo di carbonio è portato alla superficie da un minatore e poi, passato per una fornace, diventa CO2.
Ca
Il suo viaggio continua come in un eterno presente. Diventa poi glucosio grazie al processo della fotosintesi crolofiliana per cui passerà molte volte. Egli passa nell’uomo, nelle piante e negli animali.