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Diritto all'immagine

In Italia, il diritto d'immagine è regolato da diverse fonti giuridiche:-Articolo 10 del Codice Civile-Legge sulla privacy (Codice in materia di protezione dei dati personali - D.lgs. 196/2003 e il GDPR - Regolamento UE 2016/679)-Costituzione Italiana-Legge sul diritto d'autore -L. n. 633/1941

24/11/2024

Articolo 10 Codice Civile (R.D. 16 marzo 1942, n. 262)

La norma tutela l'interesse del soggetto a che la sua immagine non venga diffusa o esposta pubblicamente, nello specifico, impedisce che l'immagine di una persona possa essere esposta, pubblicata o messa in commercio senza consenso di questa

Abuso dell'immagine altrui

Se da un lato permette la riproduzione quando questa risulti giustificata:

  • dalla notorietà
  • dall'ufficio pubblico coperto
  • da necessità di giustizia
  • di polizia
  • da scopi scientifici, didattici e culturali d'altro lato, vieta l'esposizione o la messa in commercio dell'immagine quando ciò rechi pregiudizio:
  • all'onore
  • alla reputazione
  • al decoro della persona ritratta.

Revenge Porn

Info

Il revenge porn è la condivisione di materiale pornografico, come foto e video, attraverso la rete e i social, senza il consenso della persona ritratta e allo scopo di nuocerla, umiliarla o ricattarla. Il revenge porn è un reato in molti paesi, poiché la diffusione di immagini sessuali è considerato una forma di abuso.

L'articolo 612 - ter recita

"Chiunque, senza il consenso della persona rappresentata, diffonde o pubblica, con qualsiasi mezzo, immagini o video che ritraggono un individuo in atteggiamenti sessualmente espliciti, o che rivelano dettagli intimi, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro."

Percentuali e dati sul revenge porn in Italia

2.000.000 (4%)

58.000.000

quasi il 9% degli italiani dichiara di conoscere una vittima.

Dei 2.000.000 circa il 70% donne e il 30% uomini. Il 13% fa parte della comunità LGBQT+

Età media: L’età media delle vittime è di 27 anni

Percezione

50%

50%

1 vittima su 3 crede che il Revenge Porn non sia un reato in Italia. Questo alimenta la percentuale di vittime che non denuncia il fatto alle autorità, infatti solo il 50% sporge denuncia.

42%

75%

Conosciuto

Non c’è «pentimento» tra i “carnefici

10%

13%

solo il 13% dichiara di aver sbagliato, il 10% si giustifica con il non essere a conoscenza che il contenuto non fosse consensuale, ma la maggioranza lo ritiene un fatto divertente o comunque non offensivo.

32% POSSA DIVENTARE DOMINIO PUBBLICO

13%avvisi giudiziari presso la propria abitazione

il 7% no fiducia nel sistema giudiziario

10% teme ripercussioni

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Revenge Porn nel mondo

Il revenge porn è un problema globale, e mentre alcuni paesi hanno adottato leggi avanzate e misure efficaci per contrastarlo, altri sono ancora in fase di adattamento o miglioramento delle politiche.la lotta contro il fenomeno richiede anche un cambiamento culturale, con un supporto continuo alle vittime e un'educazione sulle conseguenze di tale comportamento.Sebbene ci siano importanti progressi, sono ancora necessari sforzi costanti per migliorare l'applicazione delle leggi e garantire che le vittime ricevano il supporto di cui hanno bisogno.

Negli stati...

La storia di Tiziana

Nel maggio 2015, Tiziana Cantone va in procura per fare una denuncia: video e immagini intime che la riguardano sono in Rete. La donna racconta che in periodo di «fragilità e depressione», come si legge nel verbale, aveva intrecciato delle «relazioni virtuali» con quattro uomini, e a loro aveva inviato immagini.

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Il 13 settembre 2016 Tiziana Cantone, 33enne di Mugnano in provincia di Napoli, viene trovata impiccata nella cantina della casa della zia. Si parla di suicidio: Tiziana si sarebbe uccisa legandosi al collo un foulard.Dietro il gesto, la vergogna e la disperazione della giovane donna per la diffusione di alcuni suoi video intimi finiti in Rete a sua insaputa, scambiati e commentati su molti siti porno e sui social network.

15/07/1983

13/09/2016

La procura dispone l’oscuramento dai motori di ricerca di video, immagini e commenti collegati a Cantone. Ma soltanto nei confronti di Facebook, Twitter, Yahoo, Google e YouTube, in virtù della loro funzione di social network, ai quali venne impone l’immediata rimozione di ogni post o pubblicazione con commenti e apprezzamenti riferiti alla donna. Ma è una vittoria parziale. Il giudice precisa che a Tiziana Cantone non può essere accordato il diritto all’oblio. Cantone viene anche condannata a rimborsare le spese legali ai cinque siti citati per un totale di circa 20.000 euro.

Tiziana Cantone

Tiziana sente che la sua vita è distrutta, smette di uscire di casa per paura di essere riconosciuta e derisa, cosa che le è capitata davvero, come racconta sempre nella memoria difensiva. Lascia il lavoro, avvia l’iter per cambiare il suo cognome in Giglio, quello della madre, cambia anche comune di residenza e si trasferisce in Toscana. Ma il dolore e la vergogna la accompagnano sempre, così decide di tornare a casa, dalla madre. Il tragico epilogo di mesi e mesi di angoscia è il suicidio, il 13 settembre 2016.

Il tragico epicologo,1983-2016

La storia di Marta

2019

Marta è stata vittima di revenge porn a 13 anni. Aveva mandato delle foto nuda al suo fidanzato, ma non fu l'unico a vederle. Lei lo denunciò e raccontò tutto alla Repubblica.

Dopo 10 giorni dalla sera in cui lei mandò le foto al ragzzo, un suo amico le mandò degli screenshot di un gruppo Telegram, per avvisarla che le sue foto stavano girando sui cocial; sul primo gruppo oltre alle sue foto c'erano anche quelle di altre ragazze della sua età.La ragazza racconta che è stato difficile parlarne in famiglia, ma è stato necessario quando dopo tre mesi ha dovuto cambiare scuola a causa della situazione creatasi.Il suo ex, che studia Turismo, dice che il suo migliore amico gli ha rubato il telefono e ha condiviso tutto.La ragazza racconta che hanno creato uno sticker con la sua foto nuda da condividere su WhatsApp. Su alcuni profili Facebook e Instagram scrivono: "Se metti like ti faccio un rapporto orale gratis". Dopo tre anni ancora la insultano e le scrivono "vai sulla Salaria" e altri insulti.

Racconta che l'inverno passato tre ragazze di roma la picchiarono perché videro le sue foto sui cellulari dei loro fidanzati. Le foto circolano in base alla volontà della ragazza, questo l'appello che ha lanciato.È UNA COSA CHE NON RIESCO A FERMARE, VI PREGO SMETTETELA, LASCIATEMI IN PACE!

  • RECLUSIONE: fino a 6 anni di carcere
  • MULTE: pagamento di multe salate
  • RIMOZIONE E RISARCIMENTO: rimuovere i contenuti e risarcire la vittima per i danni causati

CONSEGUENZE LEGALI

  • DANNO ALLA REPUTAZIONE: compromette relazioni sociali e carriera
  • DIFFICOLTÀ LAVORATIVE: perdita del lavoro o difficoltà a trovare impiego
  • ISOLAMENTO SOCIALE: ostracizzato dalla propria cerchia di amici e familiari

CONSEGUENZE SOCIALI

In altre parole, Tiziana aveva chiesto che le fosse riconosciuto il diritto all’oblio visto che i video e le notizie che la riguardavano non rispondevano ad alcun interesse pubblico. Una richiesta negata Il motivo? Gli avvocati di Tiziana avevano sbagliato a citare i social network “imputati” e non avevano indicato tutti i link dei contenuti incriminati.