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I NEUROSTIMOLATORI

Let's go!

Introduzione

I neurostimolatori sono dispositivi medici impiantabili attivi che agendo sul sistema nervoso attraverso una modulazione elettrica (neurostimolazione) sono in grado di controllare o ridurre i sintomi di diverse patologie croniche che impattano in maniera importante sulla qualità della vita dei pazienti. Esistono diverse tipologie di neurostimolatori che si differenziano sulla base delle caratteristiche tecniche (ricaricabilità, numero di elettrodi supportati …) e delle indicazioni cliniche. Questi impianti sono utilizzati laddove la terapia farmacologica non è da sola in grado di controllare i sintomi gravi legati alla patologia.

recupero motorio

I neurostimolatori sono indicati per il trattamento delle seguenti condizioni cliniche:

morbo di Parkinson avanzato
dolore cronico
epilessia farmacoresistente
incontinenza urinaria e fecale
depressione farmacoresistente

A seconda della destinazione d’uso i neurostimolatori vengono impiantati chirurgicamente in anestesia locale in una tasca sottocutanea praticata sull’addome, sul torace o sul gluteo.

PROGRAMMATORE DEL PAZIENTE: dispositivo portatile per personalizzare la stimolazione.

PROGRAMMATORE DEL MEDICO: computer situato presso l'ambulatorio del medico che permette a quest'ultimo di regolare il sistema di neurostimolazione e di impostare i parametri di stimolazione;

ESTENSIONE (prolunga): cavo sottocutaneo che collega gli elettrocateteri al neurostimolatore;

ELETTROCATETERE/I: un cavo sottile che è composto all'estremità da elettrodi;

GENERATORE D'IMPULSI (neurostimolatore):dispositivo impiantabile multiprogrammabile che genera impulsi elettrici;

Descrizione della tecnologia

Un neurostimolatore, chiamato anche generatore di impulsi impiantabile, è un dispositivo alimentato a batteria progettato per fornire una stimolazione elettrica al sistema nervoso centrale e periferico. Un sistema di neurostimolazione completo è composto dai seguenti elementi:

I neurostimolatori possono essere classificati in non ricaricabili o ricaricabili:

Un neurostimolatore di ultima generazione è rappresentato dal microstimolatore wireless utilizzato per trattare il dolore cronico. Potenzialmente, questo nuovo stimolatore potrebbe essere utile per il trattamento di pazienti che presentano complicanze con i sistemi impiantabili ad oggi in uso.

I neurostimolatori non ricaricabili sono dotati di una batteria la cui durata dipende dal consumo che è strettamente correlato alle prestazioni richieste. Possono essere mono o bicanale a seconda della presenza di un solo o più elettrocateteri per l’erogazione dell’energia. In generale, la durata di un sistema di neurostimolazione varia in base alla longevità della batteria. Tuttavia, la durata di un neurostimolatore non ricaricabile varia indicativamente, a parametri di stimolazione medi, da 18 mesi (tipologia non ricaricabile normale) a 7 anni (tipologia non ricaricabile ad alta capacità). L’esaurimento della batteria rende necessaria la sostituzione del generatore di impulsi mediante l’esecuzione di un nuovo intervento in anestesia locale. I neurostimolatori ricaricabili sono invece dotati di una batteria ricaricabile direttamente dal paziente attraverso un apposito sistema di ricarica esterno e hanno una durata che varia a seconda dei modelli. Comunque in genere, la durata di un neurostimolatore ricaricabile, a paramentri di stimolazione medi, è superiore a 6 anni fino ad un massimo di 10 – 12 anni.

I diversi tipi di neurostimolatori

1) Neurostimolatori per la Stimolazione Cerebrale Profonda o Deep Brain Stimulation (DBS) utilizzati per il trattamento del morbo di Parkinson avanzato, dell’epilessia farmacoresistente e della depressione farmacoresistente. 2) Neurostimolatori per la Stimolazione del Nervo Vago o Vagal Nerve Stimulation (VNS) utilizzati per il trattamento dell’epilessia farmacoresistente e della depressione farmacoresistente. 3) Neurostimolatori per la Stimolazione Spinale o Spinal Cord Stimulation (SCS) utilizzati per la terapia del dolore cronico compresa l’emicrania. 4) Neurostimolatori del rachide sacrale o Sacral Nerve Neuromodulation (SNM) utilizzati per il trattamento dei disturbi cronici intrattabili (funzionali) del pavimento pelvico e del basso tratto urinario ed intestinale. 5) Neurostimolatori per la Stimolazione del Nervo Occipitale o Occipital Nerve Stimulation (ONS) indicati per la gestione del dolore e delle disabilità associate a emicrania refrattaria.

I neurostimolatori variano anche a seconda della sede nervosa che viene stimolata elettricamente, pertanto si possono distinguere i seguenti neurostimolatori:

Neurostimolatori per alleviare i sintomi del morbo di Parkinson

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa ad evoluzione lenta e progressiva che coinvolge alcune funzioni quali il controllo del movimento e dell’equilibrio. Il morbo di Parkinson è la malattia più frequente di un gruppo di patologie definite come “Disordini del Movimento”. Le strutture coinvolte nel morbo di Parkinson si trovano in aree profonde del cervello come i gangli della base che prendono parte alla corretta esecuzione dei movimenti. La malattia di Parkinson si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala in maniera consistente.

"Cos'è il morbo di Parkinson?"

I principali sintomi

I principali sintomi della malattia sono il tremore a riposo, la rigidità, la bradicinesia (lentezza dei movimenti automatici) e, in una fase più avanzata, l'instabilità posturale (perdita di equilibrio); questi sintomi si presentano in modo asimmetrico (un lato del corpo è più interessato dell'altro). Ad oggi non esiste un trattamento risolutivo in grado di migliorare la degenerazione neurologica e arrestare la progressione della malattia e gli interventi terapeutici hanno pertanto un’efficacia sintomatica ossia mirata al controllo dei sintomi senza modificare quindi il decorso della patologia. La terapia del morbo di Parkinson pone in primo piano la terapia farmacologica, tuttavia negli ultimi anni si sono affermate anche varie metodiche chirurgiche quali gli interventi di lesione e gli interventi di DBS.

La DBS (Deep Brain Stimulation-Stimolazione Cerebrale Profonda) è una tecnica di intervento indicata a pazienti affetti da gravi malattie neurologiche. La stimolazione cerebrale profonda (DBS) è in grado di fornire importanti benefici clinici nei pazienti con morbo di Parkinson, tremore essenziale, distonia, dolore cronico (alcune forme), disturbi ossessivi-compulsivi e depressione maggiore. La DBS, essendo un trattamento invasivo, non è mai indicata come prima cura; l’indicazione all’intervento viene posta quando la terapia con farmaci, di solito dopo molti anni, diventa inefficace o gravata da molti effetti collaterali.

Deep Brain Stimulation

Viene, inoltre, valutato il tremore, la rigidità, l'acinesia e i disturbi dell'equilibrio.Il paziente verrà preventivamente sottoposto a specifici esami clinici: gli esami del sangue, l'elettrocardiogramma (ECG) e soprattutto una approfondita RM encefalo.

L'intervento viene indicato solo al 10% dei pazienti affetti dal Morbo di Parkinson, quando le fluttuazioni motorie e discinesie non vengono più mantenute sotto controllo dai farmaci; i pazienti non devono avere più di 70 anni e non devono presentare altri importanti problemi di salute.I pazienti sottoponibili all'intervento devono in ogni caso rispondere positivamente alla cura farmacologica del Morbo di Parkinson (levodopa). Prima di effettuare il trattamento il paziente verrà sottoposto a valutazioni congiunte da parte del neurochirurgo e del neurologo quali lo stato mentale, le attività che si svolgono quotidianamente, le funzioni motorie, le possibili complicazioni che possono insorgere con la terapia, lo stadio e la progressione della malattia.

Deep Brain Stimulation

Deep Brain Stimulation

La DBS consiste nell'inserimento di un elettrodo in una zona specifica del cervello, collegato ad un neurostimolatore (una sorta di pacemaker) posto nella zona superiore del torace o nell’addome. Il pacemaker invierà impulsi elettrici al cervello, finalizzati a ridurre i sintomi della patologia specifica. In funzione esattamente del tipo di patologia, il neurochirurgo deciderà in che area del cervello posizionare l'elettrodo. L'elettrocatetere è impiantato nel nucleo subtalamico nel caso del Morbo di Parkinson, nel nucleo ventrale intermedio se è usato per alleviare il tremore essenziale e nel nucleo del globo pallido per le distonie: stimolando i vari nuclei si bloccano i segnali che provocano i sintomi motori disabilitanti delle malattie.

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Grazie per l'attenzione