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Transcript
LEON BATTISTA ALBERTI
TEMPIO MALATESTIANO - 📍Rimini
Il Tempio Malatestiano di Rimini è stato progettato su commissione di Sigismondo Pandolfo Malatesta per trasformare la chiesa gotica di San Francesco in un monumento che celebrasse la sua grandezza e quella della sua consorte Isotta. I lavori sono iniziati nel 1447, con il completamento del progetto che avrebbe dovuto culminare nel 1453. All'interno, ho mantenuto la struttura gotica, ma l’ho arricchita con elementi classici, come colonne e paraste, per unire il gotico con il linguaggio rinascimentale. L'esterno, invece, si ispira agli archi di trionfo romani, come quello di Augusto a Rimini, con una facciata monumentale sostenuta da un alto basamento e decorata con semicolonne e capitelli compositi. Il progetto originale prevedeva anche una grande cupola emisferica, simile al Pantheon di Roma, ma non fu mai completato. Il Tempio non è solo un luogo di culto, ma anche un monumento celebrativo della potenza di Sigismondo, che voleva essere paragonato agli imperatori romani come Augusto e Traiano. In questo lavoro, ho cercato di fondere la bellezza classica con un'architettura innovativa, creando un edificio che fosse sia simbolico che funzionale.
PALAZZO RUCELLAI - 📍Firenze
Il Palazzo Rucellai a Firenze è stato progettato per Giovanni Rucellai, un ricco mercante, e il mio progetto si basa sull'idea di un palazzo che rifletta l'architettura dell'antica Roma. La facciata è stata concepita come una sovrapposizione di ordini architettonici, un'interpretazione del fronte del Colosseo, con elementi tratti da monumenti romani. Il palazzo inizialmente aveva cinque campate, poi estese a sette, per dare spazio all'espansione futura. Al piano terra, le lesene tuscaniche reggono una trabeazione continua senza triglifi, mentre al primo piano le lesene ioniche con capitelli speciali richiamano i motivi del Mausoleo di Adriano. Sopra, le lesene corinzie semplificate coronano l'edificio, simili a quelle del Colosseo. La cornice superiore è supportata da mensole incastonate nel fregio. Il basamento richiama l'architettura civile fiorentina e l'opus reticulatum, con architravi che ricordano il Pantheon. L'insieme ha un forte rigore geometrico, con il bugnato smaterializzato e la facciata che gioca con le proporzioni, dando un senso di equilibrio e armonia, ma anche di grande maestosità.
FACCIATA DI SANTA MARIA NOVELLA - 📍Firenze
Nel progettare la facciata di Santa Maria Novella, mi sono trovato di fronte a un edificio con una struttura preesistente, in parte gotica, che richiedeva un intervento armonioso. Ho dovuto integrare il vecchio con il nuovo, mantenendo la parte inferiore della facciata, che già presentava portali e archi acuti. Il mio intervento si è concentrato sul portale centrale, inserito in un arco a tutto sesto, incorniciato da semicolonne corinzie su alti piedistalli, ispirato al Pantheon. Ho esteso il mio intervento al resto della facciata, con paraste corinzie rivestite in marmo verde e bianco, e aggiunto un alto attico con decorazioni a quadrati, simili a quelle del Battistero. Nella parte superiore, ho concepito la facciata come un tempio classico tetrastilo, con quattro paraste corinzie che sorreggono una trabeazione e un timpano. La facciata è progettata secondo proporzioni geometriche precise, con una struttura che si inscrive in un quadrato, con rapporti tra le varie parti che creano un'armonia rigorosa. Ogni elemento, dai sottomoduli quadrati agli altri dettagli, risponde a leggi geometriche che assicurano un perfetto equilibrio visivo e strutturale.
CHIESA DI SAN SEBASTIANO - 📍Mantova
Nel 1459, il marchese Ludovico II Gonzaga mi chiamò a Mantova per il rinnovamento urbano della città. In questo contesto, progettai la Chiesa di San Sebastiano, uno dei primi esempi di chiesa rinascimentale a pianta centrale. La pianta è a croce greca, con un pronao preceduto da cinque aperture. Il portale centrale è sormontato da un architrave ornato, sorretto da mensole a voluta, in un richiamo al Palazzo Rucellai. Le scale d'accesso, che immaginavo laterali, erano ispirate al Tempietto del Clitunno. L’edificio è dotato di una cripta sopraelevata, accessibile tramite ampie arcate, progettata per proteggere la struttura dall'umidità. La cripta replica la pianta del piano superiore ed è coperta da robuste volte a crociera, come nel Colosseo. I bracci della croce sono coperti da volte a botte che avrebbero dovuto sostenere una cupola emisferica, poi sostituita da una volta a crociera più semplice. La facciata è caratterizzata da quattro lesene simili a quelle di un tempio tetrastilo, con capitelli semplificati e una massiccia trabeazione che sorregge un frontone spezzato con un arco. Questo elemento architettonico si ispira all'Arco di Orange e alla configurazione dell'abside del Tempietto del Clitunno.
CHIESA DI SANT'ANDREA - 📍Mantova
Nel 1470 progettai la Chiesa di Sant'Andrea a Mantova, un'opera che fusa la grandiosità dell'arco di trionfo romano con la serenità del tempio classico. La pianta è longitudinale, con un transetto immesso, e la facciata è dominata da tre aperture che conducono al pronao, coperto da volte a botte cassettonate. La grande arcata centrale è affiancata da due aperture laterali più piccole, architravate. Quattro lesene corinzie giganti, su alti piedistalli, sorreggono una bassa trabeazione, sormontata da un timpano. Sopra questa trabeazione, sorge una struttura a botte, che ho chiamato l'ombrellone, destinata a convogliare la luce nell'interno e a fungere da cripta soprelevata per la reliquia del Sangue di Cristo. La cripta superiore sarebbe stata accessibile da due scale a chiocciola laterali, che avrebbero dato alla facciata una profondità monumentale. All'interno, un'unica e grandiosa navata accoglieva le masse di pellegrini, affiancata da tre cappelle per lato, tutte coperte da volte a botte cassettonate. L'ispirazione classica si fonde con la potenza imperiale degli edifici termali e della Basilica di Massenzio, richiamando la solennità di un tempio etrusco.
Io sono Leon Battista Alberti, nato a Genova nel 1404, ma trascorsi la maggior parte della mia vita a Firenze. Sono stato architetto, pittore, scultore, matematico e filosofo. Ho studiato a Bologna e a Padova, e ho lavorato per i più grandi mecenati del mio tempo, come i papi e i signori fiorentini. Ho scritto trattati su arte, architettura, e linguistica, cercando di unire la scienza con l'arte. La mia opera più nota, il De re aedificatoria, è un trattato fondamentale per l'architettura del Rinascimento. Ho cercato di riscoprire e valorizzare le idee degli antichi, ma anche di innovare, con una mente sempre aperta alla razionalità e all'armonia.