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Mercantilismo

Elisa Saccani

Created on November 26, 2024

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Transcript

Rivoluzione Industriale

Fonti

Mercantilismo

Seconda rivoluzione Industriale

Prima rivoluzione Industriale

Argomenti

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  1. Il Commercio
  2. La rivoluzione Agricola
  3. La rivoluzione Demografica

Cause

La Prima Rivoluzione Industriale è un processo storico che ha avuto luogo in Inghilterra tra la fine del 1700 e il 1830, trasformando i settori produttivi, i beni di consumo e la struttura sociale. Questo periodo ha favorito l'urbanizzazione, riducendo il lavoro agricolo e incentivando il trasferimento verso le città.

Prima rivoluzione industriale

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Nel XVIII secolo, il commercio inglese si rafforzò a livello mondiale grazie alla riduzione dei rischi e all’aumento dei profitti. La politica del governo, mirata a limitare il potere delle grandi compagnie, favorì l'ingresso di nuovi imprenditori e la crescita della libera iniziativa. Londra divenne il centro di questi scambi, sviluppando una rete di servizi di credito e assicurativi, consolidandosi come capitale finanziaria d’Europa.

Cause

Il commercio estero, fondamentale per la rivoluzione industriale inglese, garantì l'approvvigionamento economico di cotone grezzo e ampi mercati di vendita, favorendo anche lo sviluppo di imprenditori con spirito innovativo e propensione al rischio.

Il Commercio

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Nel '700, la rivoluzione agricola inglese, guidata da enclosures e privatizzazioni, concentrò la proprietà terriera, introdusse metodi imprenditoriali e creò un ceto di braccianti. Questo favorì l'industrializzazione garantendo cibo per la popolazione crescente, stimolando il mercato interno e fornendo capitali e manodopera per le prime industrie.

La rivoluzione Agricola

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La rivoluzione demografica, con la crescita della popolazione da 6 a 14 milioni tra 1740 e 1830, fornì all'industria manodopera numerosa e a basso costo, dipendente dal mercato. La stabilità politica, il ruolo del Parlamento e una società civile dinamica favorirono innovazione e pragmatismo.

La rivoluzione Demografica

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Principali cambiamenti

Le trasformazioni della società

  • Il lavoro e la fabbrica
  • L'inurbamento e la nascita del proletariato urbano

L'introduzione del sistema di fabbrica, con macchine e vapore, sostituì la produzione a domicilio e artigianale, trasformando i lavoratori in operai specializzati in operazioni parziali, grazie alla crescente divisione del lavoro.

La macchina introdusse una nuova disciplina lavorativa basata sul ritmo meccanico, con operai controllati da sorveglianti. Il sistema di fabbrica trasformò città e campagne, concentrando il lavoro nei centri urbani e favorendo la nascita, lenta e complessa, del proletariato industriale.

Il lavoro e la fabbrica

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Il sistema di fabbrica impose condizioni lavorative dure, con orari estenuanti e sfruttamento di donne e bambini. Gli operai vivevano in precarietà, con sovraffollamento, pessime condizioni igieniche e alimentazione insufficiente. Tuttavia, la vita urbana e i contatti sociali favorirono una crescente consapevolezza collettiva, base per nuove forme di azione politica.

L'inurbamento e la nascita del proletariato urbano

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Seconda rivoluzione industriale: cause, conseguenze, invenzioni e scoperte tecnologiche del periodo compreso tra il 1870 e il 1914

Seconda rivoluzione industriale

La crisi degli anni '70, nota come Grande Depressione, segnò il passaggio al capitalismo organizzato e all'industria di massa e pesante, con un nuovo ritmo di crescita. Cause principali: caduta dei prezzi, concorrenza, guerre doganali e la Seconda Rivoluzione Industriale, che integrò scienza e tecnologia nella produzione, trasformando società, economia e politica fino alla Prima Guerra Mondiale.

PRODUZIONE DI MASSA

Riorganizzazione del capitalismo su tre aspetti:

  • applicazione nuove acquisizioni scientifiche
  • controllo del mercato
  • trasformazione ruolo stato

COME AVVIENE LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE STRUTTURE PRODUTTIVE

Fase dominata da concentrazione industriale e finanziaria, razionalizzazione produttiva e di mercato, intervento statale e burocratizzazione. Si passa dal liberismo al dirigismo, privilegiando la guida organizzata dei processi economici e sociali rispetto alla libera autoregolazione del mercato.

COS'E' IL CAPITALISMO ORGANIZZATO

DAL LIBERO SCAMBIO ALL'IMPERIALISMO

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La crisi del 1873 inizia con il fallimento della banca Cooke a New York, diffondendosi globalmente. L'eccesso di produzione rispetto alla domanda causa crollo dei prezzi, fallimenti e disoccupazione.

GRANDE DEPRESSIONE, UNA CRISI DIVERSA

La sproporzione tra produzione e consumo dipese da tre fattori:

  • progresso tecnico
  • aumento numero paesi industrial
  • imposizione di bassi salari

LA SOVRAPPRODUZIONE

Tra il 1873 e il 1895, i prezzi industriali calano del 40% e quelli agricoli del 50%, portando alla cosiddetta "Grande Depressione". Nonostante brevi riprese (1879-1882, 1886-1890), il periodo è segnato da recessioni frequenti e da una stagnazione economica rispetto alla crescita del 1848-1870.

CRISI DI LUNGA DURATA

LA GRANDE DEPRESSIONE

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Lo sviluppo dei trasporti ha creato un mercato mondiale unificato, con nuovi paesi come USA, Argentina e Australia che emergono come grandi produttori agricoli. La loro maggiore produttività e costi più bassi hanno causato una crisi agraria in Europa, con il crollo dei prezzi agricoli, fallimenti e disoccupazione.

CAUSE DELLA RECESSIONE

  • In Europa occidentale, la piccola proprietà contadina viene soppiantata da grandi aziende agrarie capitalistico, generando conflitto tra capitalismo agrario e braccianti.
  • Nel sud e est Europa, il latifondo e l'industrializzazione insufficiente causarono disoccupazione contadina, portando a massicce emigrazioni verso altre nazioni europee o extraeuropee.

CONSEGUENZE SOCIALI

L’agricoltura mondiale subì un radicale processo di ristrutturazione:

  • Alcuni paesi, come la Gran Bretagna e parte della Germania, si specializzarono nella produzione industriale e soddisfacevano il loro fabbisogno agricolo tramite le importazioni.
  • altri paesi passarono a produzioni pregiate, redditizie e a basso costo abbandonando le colture tradizionali
  • In area centroeuropea, l'agricoltura fu riorganizzata con criteri di concentrazione e modernizzazione per competere con la concorrenza agricola americana.

TRASFORMAZIONI NELL'AGRICOLTURA MONDIALE

CRISI AGRARIA E TRASFORMAZIONI DELL'AGRICOLTURA

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Il principale fattore di riorganizzazione dell’economia fu la Razionalizzazione della Produzione. Il lavoro di fabbrica venne impostato su “basi scientifiche” per abbreviare tempi e costi ed aumentare la produzione.

RAZIONALIZZAZIONE PRODUTTIVA

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La tipologia delle innovazioni:

  • nuovi processi di lavorazione
  • scoperte che danno luogo a nuove attività produttive
  • nuove fonti di energia e nuovi strumenti per l’utilizzazione dell’energia
  • chimica, elettromeccanica, siderurgia

INNOVAZIONE TECNOLOGICA

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Il termine deriva dal latino mercari, «commerciare», derivato dalla radice merx, «merce». Il marchese de Mirabeau fu il primo a usare il termine nel 1763, reso popolare a partire dal 1776 dall'economista Adam Smith.

Etimologia

Il mercantilismo, dominante in Europa tra XVI e XVII secolo, puntava a rafforzare le nazioni tramite un surplus commerciale. Le politiche variavano secondo le specializzazioni economiche (agricoltura, manifattura, commercio) e la concezione di ricchezza (oro, popolazione, bilancia commerciale).

Introduzione

Mercantilismo

Unit 03

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Pensiero omogeneo:

  • Empirico, basato su realtà e obiettivi comuni (XVI-XVIII secolo).
Obiettivi principali:
  • Aumentare la produzione.
  • Estendere l'occupazione per integrare poveri e mendicanti (conseguenza delle enclosures).
Ruolo dello Stato:
  • Incoraggiare o avviare manifatture (lana, seta, cotone, metalli).
  • Favorire la sostituzione delle importazioni.
Misure chiave:
  • Incremento demografico.
  • Attrazione di artigiani stranieri per apprendere tecniche.
  • Costruzione di infrastrutture (strade, canali, porti).

Gli obbiettivi comuni

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Origini e Principi:

  • Dominante in Europa dal XVI al XVIII secolo.
  • Antonio Serra (1613) e "Piccolo trattato" pionieri.
  • Enfasi su metalli preziosi (bullionismo) e surplus commerciale.
Evoluzione:
  • In Inghilterra, iniziò con Elisabetta I (1558-1603): Trade and Navigation Acts, flotta mercantile.
  • In Francia, sviluppato da J.-B. Colbert sotto Luigi XIV (1665-1683).
  • Modifiche con Napoleone e resistenza in Germania fino al XIX secolo.
Critiche e Declino:
  • Fisiocratici e Adam Smith (1776, "La ricchezza delle nazioni") sfidano il mercantilismo.
  • Teorie anti-mercantiliste: ricchezza basata su lavoro e produzione, non solo oro e argento.
  • Progressivo abbandono a favore del libero commercio e laissez-faire in Inghilterra; declino più lento in Francia e Germania.

Origini, Sviluppo e Declino

Nel mercantilismo, il mercante agisce razionalmente come commerciante, imprenditore e banchiere, incrementando la ricchezza e il prestigio proprio e dello Stato. Lo Stato, a sua volta, garantisce ordine, stabilità e espansione economica attraverso politiche coloniali, favorendo l'integrazione tra economia e potere statale.

Riflessione politica

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Gli ideali mercantilisti si basavano su queste politiche:

  • protezionismo dell'economia interna;
  • proibizione alle colonie di commerciare con altre nazioni;
  • bando dell'esportazione di oro e argento;
  • sussidi per le esportazioni;
  • promozione delle manifatture e delle industrie nazionali attraverso la ricerca e sussidi diretti;
  • massimizzazione dell'uso delle risorse interne agli stati.

Politiche mercantiliste

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  • Gli italiani Giovanni Botero, Bernardo Davanzati e Antonio Serra; nel XVIII secolo Ferdinando Galiani;
  • I francesi Jean Bodin, Antoine de Montchrétien e Jean-Baptiste Colbert;
  • L'anglo-francese John Law;
  • I britannici Josiah Child, Charles Davenant, Gerard de Malynes, Edward Misselden, Thomas Mun, William Petty; nel XVIII secolo James Steuart;
  • L'anglo-olandese Bernard de Mandeville, autore de La favola delle api;
  • Lo statunitense Alexander Hamilton (nel XVIII secolo).

Politiche mercantiliste

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I maggiori stati a seguire un'ideologia mercantilista furono la Gran Bretagna e la Francia, poi ci furono altri paesi a seguirla

Stati mercantilisti

Il mercantilismo francese, noto come Colbertismo, fiorì nel XVI-XVII secolo sotto Francesco I e Jean-Baptiste Colbert, ministro di Luigi XIV. Fu caratterizzato da protezionismo, regolazione della produzione tramite gilde e monopoli statali, attrazione di artigiani stranieri e sviluppo di infrastrutture. Queste politiche rafforzarono l'economia francese, rendendola una potenza europea.

Mercantilismo in Francia

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In Inghilterra, il mercantilismo raggiunse l'apice con il Long Parliament (1640–1660), con politiche protezioniste e incentivi all'industria interna. Governo e mercanti collaboravano per rafforzare lo Stato e aumentare la ricchezza personale. La Royal Navy fu potenziata per proteggere le colonie e ostacolare i rivali, ma il mercato nero nelle colonie, soprattutto americane, rappresentò una sfida significativa.

Mercantilismo in Gran Bretagna

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tommaso delchiappo

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Grazie delle visione