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MOSE' E L'INCONTRO CON DIO - TAPPA 2
Consuelo Maria Brach
Created on November 26, 2024
Con Te! Discepoli - Diocesi di Milano
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Transcript
Deuteronomio e Esodo
Un amico strepitoso
(con audiolettura in modalità manuale)
Mosèe l'incontrocon Dio
Con Te! Discepoli - Tappa 2
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(video)
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1 Mosè e l'incontro con Dio2. Il principe d'Egitto. Mosè incontra Dio 3. Puzzle: Mosè incontra Dio
Indice
Dio aveva un amico strepitoso, un amico prezioso … si chiamava Mosè, e un giorno attirò la sua attenzione …
Mosè e l'incontro con Dio Esodo 3,1-15
Mosè era nato in Egitto … però non era un egiziano, era ebreo quindi apparteneva al popolo di Israele.
Il popolo di Israele era un popolo piccolo, indifeso e Dio lo aveva scelto perché aveva stretto una vera amicizia con Abramo. Gli Ebrei erano schiavi in Egitto in quel tempo, costretti ai lavori forzati, alle dipendenze del faraone, che li maltrattava. Il faraone aveva deciso, affinchè gli Ebrei non diventassero numerosi, di far uccidere ogni bambino appena nato.
Quando Mosè nacque, la sua mamma per salvarlo lo mise in una cesta e lo abbandonò al Nilo con la speranza che qualcuno lo trovasse e lo crescesse. E infatti fu proprio così che andarono le cose …
Mosè finì addirittura nelle mani della figlia del faraone, che lo salvò dalle acque e lo crebbe come fosse suo figlio. Gli anni passarono e Mosè diventò grande senza sapere di essere ebreo.
Si fermò un po’ ad osservarli e dentro di lui crebbe l’indignazione. Come poteva suo padre il Faraone trattare in quel modo quelle persone?
Un giorno, passeggiando per l’impero di suo padre, scoprì che gli Ebrei erano costretti ai lavori forzati.
Ad un tratto, sentì un grido e voltandosi vide un Egiziano che colpiva un Ebreo. Preso dal senso di giustizia, senza chiedere spiegazioni si avventò sull’Egiziano e lo colpì a morte. Poi cominciò a riflettere sul suo gesto.
Mosè era sconvolto, molte erano le domande che gli passavano per la mente: aveva ucciso un uomo! Perché tanta violenza? Era diventato un assassino! … Ma no, aveva agito bene: era intervenuto a difesa di un debole. Sì … ma con tutta quella violenza? Poteva farlo semplicemente arrestare.
Non si dava pace per questo gesto e nei giorni successivi tornò ancora là dove gli Ebrei lavoravano: passava molto tempo ad osservarli e gli capitò anche di assistere ad una discussione tra due Ebrei: ancora una volta sentì dentro un fuoco di giustizia che lo spingeva ad intervenire … ma non poteva uccidere di nuovo!!!
Mosè, in preda al terrore per ciò che provava davanti alle ingiustizie verso gli Ebrei e per il senso di colpa che da giorni sentiva dentro di sé, scappò lontano. Sapeva purtroppo che qualcuno lo aveva visto uccidere l’Egiziano e presto lo avrebbero detto a suo padre, il faraone. Mosè dunque sarebbe stato ucciso per quello che aveva fatto.
Scappò fuori dall’Egitto, in una regione deserta, dove ebbe la fortuna di essere ospitato da un uomo che lo trattò come suo figlio, gli diede in moglie una delle sue figlie e lo tenne a lavorare con lui. Mosè divenne pastore.
Proprio lì Dio andò a cercare il suo amico, per affidargli una missione. Nonostante il faraone fosse morto, anche con il faraone successivo le condizioni degli Ebrei non migliorarono. A gran voce chiedevano aiuto al Signore pur di essere liberati dalla schiavitù. Dio ascoltò il loro grido. Decise che avrebbe mandato loro un aiuto. Aveva bisogno di qualcuno di fidato. Ecco, ci voleva Mosè. Lo cercò nel deserto, là dove era andato a pascolare il suo gregge.
Mosè conosceva a menadito quel posto, andava spesso lì, era nei pressi del monte Sinai. Lì Dio, aspettando Mosè, si nascose in un roveto … trasformandolo in un roveto speciale. Ad un tratto Mosè si accorse che il roveto stava prendendo fuoco.
Quel fuoco però era proprio strano: non bruciava il cespuglio, ma lo trasformava in qualcosa di speciale, e poi avvolgeva anche Mosè quasi a dargli la sua forza, la sua stessa autorità, come per scaldarlo e illuminarlo come un fuoco vero, ma senza distruggerlo, anzi, dandogli un' energia nuova.
Mentre osservava ciò che stava capitando, Mosè udì una voce: era Dio che gli parlava: dapprima invitò Mosè a toccare il fuoco - doveva essere sicuro che il suo amico si fidasse di lui - e poi gli comunicò la sua missione. Quello fu un giorno molto importante per Mosè, forse il giorno più importante della sua vita, perché aveva ricevuto da Dio un compito, una missione, e perché aveva capito che Dio sarebbe stato con lui …
Il suo nome, il nome di Dio, era proprio quello: “Io sono colui che sono”, che vuol dire “Io ci sono, Io ci sarò”, “Io sarò con te!”.
Mosè diventò il condottiero del popolo d’Israele, lo portò fuori dall’Egitto, contro la volontà del faraone, gli fece attraversare addirittura il mare e poi lo condusse nel deserto.
Dio che aveva promesso a Mosè che non lo avrebbe lasciato da solo, accompagnava il suo popolo e lo guidava di notte con un fuoco così caldo, così splendente da illuminare la strada.
Di giorno invece Dio accompagnava il popolo con una nuvola, che lo copriva e lo nascondeva dai nemici, una nuvola della stessa gentilezza e forza di quel fuoco … una nuvola che accarezzava il popolo come un soffio sottile ...
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Mosè e l'incontro con Dio
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PuzzleMosè e l'incontro con Dio
Testo narrativo riscritto da Ileana Bruccoleri (da una drammatizzazione contenuta nel materiale online della Diocesi di Milano - Con Te! Discepoli) Voce narrante : Consuelo M. Brach del PreverIllustrazioni : Con Te! Discepoli - Itl libri - Diocesi di Milano e "Il Principe d'Egitto" - film d'animazione 1998 Montaggio a cura di Consuelo M. Brach del Prever