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Transcript

Dall'ascesa di Gaio Mario alle guerre civili

Alla morte dei Gracchi la situazione sociale era complessa e la nobiltà era divisa tra OTTIMATI E POPOLARI, che si scontravano tra loro.

2. La guerra giugurtina:Dopo la morte di Massinissa, re di Numidia alleato con Roma, prese il potere suo figlio Micipsa. Nel 118 a. C. morì Micipsa e il potere fu diviso fra i figli Ièmpsale e Adèrbale. Entrambi però vennero eliminati dal cugino Giugurta.A seguito del massacro di mercanti italici e romani compiuto a Cirta da Giugurta nel 112 a. C., Roma dovette intervenire.

1. Cimbri e Tèutoni, due tribù germaniche, nel 113 a. C. invasero la Gallia Narbonese.

esplose una grave crisi nel II secolo a. C. a causa di 2 minacce:

"Allora, per la prima volta, si andò contro alla superbia dell' aristocrazia"

Anche se Quinto Cecililo Metello aveva riportato alcuni successi nella guerra giugurtina, che gli valsero l'appellattivo di "Numidico", tuttavia non sembrava riuscire nell'intento di concludere il conflitto. Così nel 107 a. C., a furor di popolo, Gaio Mario assunse la guida della guerra.

gaio mario

Gaio Mario venne rieletto console per cinque volte consecutive, fatto mai accaduto prima

107 A.C.

Vittoria sui Cimbri e i Teutoni

Gaio Mario, nominato console, con l'aiuto di SILLA, suo luogotenente riuscì a catturare Giugurta e a concludere la guerra

approvazione della LEX APPULEIA AGRARIA, che assegnava ai veterani dell'esercito estensioni di terra nelle province. Ottimati VS Popolari

RIFORMA DELL'ESERCITO: arruolamento dei nullatenenti.Esercito di professionisti, quindi uomini addestrati e pagati.

104-100 a.c.

100 a.c.

107-104 a.c.

Vittoria di Silla. Partenza perl'Oriente e sconfitta di Mitridate.

OTTIMATES, che propongono SILLA alla guida dell'esercito

POPULARES, che gli contrappongono Mario

VS

ROMA, guidata da Mario e Silla

VS

LEGA ITALICA, con capitale Corfinium (Abruzzo)

Mitridate VI, re del Ponto (odierna Turchia), si impadronì della provincia d'Asia e della Grecia

Marco Livio Druso, tribuno della plebe, propose l'estensione della cittadinanza romana agli italici. Poco dopo fu ucciso ela sua legge abolita.

GUERRA CIVILE

GUERRA SOCIALE ( dal lat. SOCII= "alleati") alla morte di Druso, le popolazioni italiche insorsero

88 a.c.

83-82 a.c.

91 a. C.

91 -88 a.c.

Sconfitta di Mitridate VI per opera di Pompeo

Timeline

77 - 72 a. c.

Rivolta in Spagna guidata da Quinto Sertorio, ex luogotenente di Mario,. Sertorio è sconfitto da Gneo Pompeo

71 a.c.

Insurrezione di schiavi animata da Spartaco, repressa nel sangue da Marco Licinio Crasso

70 a.c.

Pompeo console con Crasso

69 a.c.:

Imperium maius et infinitum a Pompeo e sconfitta dei pirati cilici

66 a. c. :

63 a. C.:

Congiura di Catilina

60 a. c.

Primo triumvirato

Gli homines novi non erano inizialmente ben visti dalla nobilitas senatoriale, tanto che addirittura non era loro concesso alcun incarico, neanche per merito. La mentalità conservatrice imponeva infatti che chi discendeva dai nobili era da considerarsi nobile per diritto, chi aveva un avo che era stato magistrato poteva diventare magistrato anche lui, chi apparteneva all'esercito da quel gradino sociale non poteva muoversi e così via. Poi però, forse grazie anche all'influenza della cultura greca, gli homines novi poterono avere accesso a tutte le cariche pubbliche, anche alle più alte. Non tutti gli homines novi però furono degli innovatori. Alcuni si limitarono ad appoggiare le tradizioni che avevano governato fino ad allora il popolo romano, anzi alcuni di essi furono tra i più celebri difensori del mos maiorum, contrapposti ad aristocratici novatori come Catone contro Publio Cornelio Scipione, Cicerone contro Catilina e Cesare, ecc.

Homo novus

L'homo novus era, nell'antica Roma, colui che proveniva da una famiglia in cui nessuno mai aveva rivestito alcuna carica pubblica (come quelle di console, senatore, pretore, edile o altre magistrature). Ciò non toglie che tale individuo potesse discendere da una gens nobile o che fosse agiato economicamente.

L' Imperium maius et infinitum era un comando straordinario e senza limiti per tre anni su tutto il Mediterraneo e le coste fino a 70 km all’interno. Nessuno aveva mai avuto un potere simile nella res publica. Pompeo, iniziando da occidente, fece fuori le navi che navigavano in acque italiche, procedendo mano mano verso oriente. Catturati i pirati, concesse loro di ritornare a vivere civilmente nei luoghi designati se avessero comunicato dove si trovavano gli altri. Nel giro di pochi mesi riuscì a sradicare la pirateria da tutto il Mediterraneo orientale, specialmente l’isola di Creta e le coste meridionali dell’Anatolia, mentre la Cilicia, covo di pirati, divenne provincia romana. 10.000 pirati furono uccisi e furono catturate 446 navi e 20.000 prigionieri.

"Catilina, nato da nobile famiglia, fu di grande forza sia dell'animo che del corpo, ma di indole malvagia e depravata. A questo fin dalla giovinezza furono gradite le guerre civili, i massacri, le rapine, la discordia civile, e lì esercitò la sua età matura. Il corpo era tollerante alla fame, al freddo, alla veglia, più di quanto possa essere credibile per chiunque. L'animo era temerario, subdolo, incostante, simulatore e dissimulatore di qualsiasi cosa, desideroso dell'altrui, prodigo del proprio, focoso nei desideri; aveva abbastanza eloquenza, ma poca saggezza. L'animo mutevole desiderava sempre cose smoderate e troppo alte. Dopo la dittatura di Silla lo aveva occupato il massimo desiderio di impadronirsi dello stato; e non gli importava per niente con quali mezzi conseguisse questa cosa, pur di procurarsi il regno. Il suo animo impetuoso era agitato sempre di più di giorno in giorno dalla mancanza di patrimonio familiare e dalla consapevolezza dei delitti, entrambe le quali cose egli aveva accresciuto con quelle arti che ho ricordato in precedenza. Inoltre lo incitavano i costumi corrotti della cittadinanza, che i mali peggiori e diversi tra di loro - ovvero l'amore per il lusso e l'avidità - tormentavano." Sallustio, De Catilinae coniuratione, cap.5

Catilina è un nobile politico romano, molto ambizioso ma privo di mezzi. Si avvicina a Crasso e a Cesare aspirando al consolato, ma non riuscendo nell'intento, decide di organizzare un colpo di stato con l'uccisione dei consoli in carica. La sua Congiura però viene sventata da Cicerone, console e autore delle celebri Catilinarie. Catilina è costretto a ripiegare in Etruria e morì combattendo.

grazie alla lex Manilia, proposta dal tribuno della plebe Gaio Manilio e appoggiata politicamente da Cesare e Cicerone, il comando gli affidava essenzialmente la conquista e la riorganizzazione dell'intero Mediterraneo orientale, avendo il potere - illimitato e mai prima d'allora conferito ad alcuno - di proclamare quali fossero i popoli clienti e quali quelli nemici ed attribuendogli tutte le forze militari al di là dei confini dell'Italia romana.

"Si dice che fosse di alta statura, di carnagione bianca, ben fatto di membra, di viso forse un po' troppo pieno, di occhi neri e vivaci, di fibra robusta, benché negli ultimi tempi andasse soggetto ad improvvisi svenimenti e fosse ossessionato da incubi che lo svegliavano nel sonno. Fu anche colto, in pieno lavoro, da due attacchi di epilessia. Un po' ricercato nella cura del corpo, non si limitava a farsi tagliare i capelli e a radersi con meticolosità, ma si faceva anche depilare, tanto che alcuni lo rimproveravano per questo. Non sopportava l'idea di essere calvo, soprattutto perché si era accorto più di una volta che suscitava le canzonature dei suoi denigratori. Per questo aveva preso l'abitudine di riportare in avanti i pochi capelli che aveva e di tutti gli onori che il Senato e il popolo gli avevano decretato, nessuno preferì o accettò più volentieri del diritto di tenere perennemente sul capo la corona di lauro. Dicono anche che fosse elegante nel vestire: indossava un laticlavio guarnito di frange che arrivavano fino alle mani e su di esso portava la sua cintura, per altro allentata: da questa abitudine è venuta la battuta che Silla andava ripetendo agli ottimati di «fare attenzione a quel giovane che portava male la cintura. In principio abitò in una modesta casa della Suburra; dopo il massimo pontificato si trasferì in un palazzo pubblico sulla via Sacra. Molti riferiscono che fosse avido del lusso e della sontuosità. Avrebbe fatto abbattere una villa nel bosco Nemorense, iniziata dalle fondamenta e con grande impiego di soldi, perché non corrispondeva completamente ai suoi desideri, e ciò benché fosse ancora povero e pieno di debiti. Durante le sue spedizioni avrebbe importato pavimenti di marmo fatti a mosaico."Svetonio, Cesare, 44-46

A Capua, in Campania, scoppiò una violenta rivolta di gladiatori, guidati da Spartaco, uno schiavo originario della Tracia. La maggior parte dei rivoltosi era costituito da schiavi traci, galli e germani, molti dei quali erano impiegati come manodopera nelle aziende agricole. Spartaco e i suoi seguaci puntarono prima verso Nord, nella speranza di valicare le Alpi e di tornare liberi nei paesi d'origine. Temendo di non farcela per via di terra, le bande di Spartaco scesero nuovamente a Sud, tra saccheggi e violenze, sperando di potersi imbarcare su navi fornite da pirati, che però non si fecero vedere. A Spartaco, allora, non restò che la guerriglia per evitare l'accerchiamento da parte delle truppe romane. Deciso a stroncare la rivolta, il senato inviò contro i ribelli un esercito di otto legioni, guidato da Marco Licinio Crasso, che, dopo aver a lungo braccato i rivoltosi, inflisse loro una definitiva sconfitta presso Brindisi nel 71 a. C. I superstiti in fuga furono intercettati dalle truppe di Gneo Pompeo, che tornava dalla Spagna, e annientati. Seimila prigionieri furono crocifissi lungo la via Appia, che da Capua giungeva a Roma. Il cadavere di Spartaco, caduto in battaglia non fu mai riconosciuto.

Pompeo è ostacolato dal senato, che, dopo le campagne di Oriente, viene percepito come un potenziale nemico della Repubblica. Deluso da questo trattamento, si allea con due rivali politici, i più importanti: Cesare e Crasso.

Quinto Sertorio, un seguace di Mario, aveva realizzato in Spagna uno stato autonomo, con ordinamento democratico e fortemente sostenuto dalle principali tribù iberiche. Il Senato preoccupato che Sertorio potesse organizzare una nuova marcia su Roma (come ai tempi di Annibale), gli mandò contro un esercito consolare, che però fu più volte battuto. La situazione si capovolse solo quando fu inviato in Spagna Gneo Pompeo, un giovane e ambizioso generale, che contribuì all'eliminazione fisica di Sertorio, assassinato nel 72 a.C.