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Modulo Didattico Storia

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Transcript

LABIALE, DENTALI, GUTTURALI ED ειμι

La 3 declinazione

MAIONE, ANGELILLO, RIZZO, MEDINa, IMPROTA

Pag. XX

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Indice

Introduzione

LABIALE

GUTTURALE

EIMI

INFINITE E DICHIARATIVE

DENTALE

LA TERZA DECLINAZIONE

Introduzione

In greco antico, la terza declinazione dei sostantivi si distingue per i temi fonetici, che possono essere dentali, labiali o gutturali, ognuno dei quali segue specifiche regole di declinazione. Oltre a questo, esploreremo il verbo εἰμί (essere), un verbo irregolare che presenta una coniugazione particolare in vari tempi come l'indicativo presente, l'infinito presente e l'imperativo presente. Infine, analizzeremo anche l'indicativo imperfetto e le forme infinitive e dichiarative, che sono fondamentali per comprendere la costruzione delle frasi in greco antico.

LA 3 DECLINAZIONE

GUTTURALE

I sostantivi della terza declinazione con radici gutturali rappresentano una categoria molto importante della grammatica greca. Come per tutti i sostantivi della terza declinazione, i sostantivi gutturali sono caratterizzati da un ampio grado di variabilità nelle loro forme, che dipendono da modifiche fonetiche.Le consonanti gutturali (κ, γ, χ) . Le modifiche fonetiche nei sostantivi con radice gutturale si verificano principalmente nei casi del genitivo e del dativo singolare. In particolare: La radice in -к (come nel caso di "Aúkos") non subisce modifiche rilevanti, ma la forma del dativo singolare cambia in -. La radice in -y (come in "avnp", "uomo") subisce modifiche morfologiche, in cui la consonante y viene cambiata in o quando segue una desinenza che inizia con una vocale. La radice in -X (come in "nóiS", "città") subisce una modifica simile, con il cambiamento da x a k in alcune forme del genitivo e del dativo. 4. Sostantivi con radice in -y (gamma) Un altro gruppo importante di sostantivi gutturali ha la radice che termina con y. Questi sostantivi presentano una peculiarità nella declinazione del genitivo e del dativo singolare, in cui la y si trasforma in 8 a causa di un fenomeno chiamato gracilitazione. Genitivo singolare: avopós - Si verifica il cambiamento di y in S. • Dativo singolare: avopí - La desinenza in -í viene aggiunta alla radice con la y che cambia in 8. 5. Sostantivi con radice in -x (chi) La radice x è meno comune nella terza declinazione, ma quando si presenta, il fenomeno fonetico che la caratterizza è la velarizzazione, che porta a modifiche quando la radice è seguita da determinate desinenze. • Genitivo singolare: nóMews - La x della radice diventa e per motivi fonetici, ma la desinenza in -ws rimane invariata.

LA 3 DECLINAZIONE

LABIALE

La terza declinazione greca comprende una vasta gamma di nomi caratterizzati da temi terminanti in consonanti. Tra questi, i temi in labiale sono quelli il cui tema termina in una delle consonanti labiali: β, π, φ. Questi temi seguono regole specifiche, soprattutto in relazione ai fenomeni fonetici che si verificano con l’aggiunta delle desinenze.β, π, φ + σ → ψAd esempio, il genitivo singolare di un tema in -π come σωμα, σωματος (corpo) vede la trasformazione: π + σ = ψ. β, π, φ + μ rimangono invariati. Non avvengono fusioni o cambiamenti in questo caso. Ad esempio, nel dativo plurale, le labiali non si alterano prima di -σι(ν). MODELLI DI DECLINAZIONE σωμα, σωματος (n.) – corpo Tema: σώματ- (originario in -π) Rispetto ai temi in gutturale (che terminano in κ, γ, χ) o dentale (δ, τ, θ), i temi in labiale mostrano una particolare interazione con le desinenze inizianti per σ (che producono ψ) ma restano più stabili in altri contesti

LA 3 DECLINAZIONE

DENTALE

La terza declinazione greca, in particolare i nomi con tema in dentale, segue alcune regole che è importante conoscere. Un esempio chiaro è il nome ο φυλαξ(guardiano), il cui tema è φυλακ. Iniziamo dal nominativo singolare. Qui la dentale del tema, cioè la κ, si incontra con il σ della desinenza. Quando questo accade, la dentale si trasforma in ξ, e il risultato è ο φυλαξ Passiamo al genitivo singolare. In questo caso, la dentale resta, e si aggiunge la desinenza -os: otteniamo quindi toû φυλακος. Al dativo singolare, con la desinenza -ι, il risultato è tώ φύλακι Al plurale, invece, le dentali si comportano diversamente. Nel dativo plurale, per esempio, la desinenza è -σι(v). Qui la dentale cade, e il risultato è toîs φύλαξι(v). Quindi, la regola da ricordare è questa: nei temi in dentale, le dentali come δ, θ, τ spesso scompaiono o si trasformano

LA 3 DECLINAZIONE

EIMI (PRESENTE)

Il greco ha due coniugazioni :* Quella dei verbi che alla la persona singolare escono in -ω è chiamata tematica, perché come sappiamo, fra il tema verbale e la desinenza si inserisce la vocale tematica o/ε. Quella dei verbi che alla 1a persona singolare in -ui è chiamata atematica, perché unisce le desinenze al tema verbale direttamente, senza interporre alcuna vocale tematica. Il verbo eimi "essere" non ha la vocale tematica e ha le desinenze della coniugazione atematica. L' indicativo presente di questo verbo è enclitico in tutte le forme tranne nella seconda persona singolare. Tutte le forme sono accentate quando significano "stare" o "esistere" o quando si trovano all'inizio di proposizione.

LA 3 DECLINAZIONE

EIMI (PRESENTE IMPERATIVO E INFINITO)

EIMI (IMPERFETTO)

l'imperativo presente del verbo sui viene usato principalmente per esortazioni o comandi legati a uno stato o condizione continua. l'infinito presente: * Esprime l'essere in modo generico, senza riferimento a una persona o a un tempo preciso Viene usato in molti contesti, come nelle proposizioni infinitive, per esprimere scopi, o come soggetto di un verbo impersonale

L' imperfetto del verbo, invece esprime uno stato o una condizione continuativa o abituale nel passato. Il tema dell' imperfetto di ειμι è ης

LA 3 DECLINAZIONE

DICHIARATIVE

INFINITIVE

Le proposizioni dichiarative (o oggettive) sono subordinate che esprimono una dichiarazione o un contenuto che completa il significato di un verbo della reggente. • Le proposizioni dichiarative sono subordinate esplicite che servono per esprimere: Una dichiarazione. Un'opinione o un contenuto. Una spiegazione di un fatto. Sono introdotte da óti o ος (che, poiché) e contengono un verbo finito (indicativo.). Le proposizioni dichiarative si usano con: 1. Verbi di dichiarazione: • λέγω (dico), φημί (affermo), ἀγγέλλω (annuncio), ὁμολογέω (confesso). 2. Verbi di percezione (con interpretazione dichiarativa): • αἰσθάνομαι (mi accorgo), γιγνώσκω (comprendo). 3. Verbi di opinione (alternativa alla infinitiva): • νομίζω (penso), πιστεύω (credo).

Le proposizioni infinitive sono subordinate in cui il verbo è espresso all’infinito. Queste proposizioni svolgono spesso la funzione di complemento oggetto o soggetto. Il verbo della proposizione reggente richiede un complemento che può essere espresso da una proposizione infinitiva. La proposizione infinitiva è introdotta implicitamente (senza particelle) e il soggetto è espresso al caso accusativo. Le proposizioni infinitive si usano con: Verbi di opinione o pensiero: πειθοῦμαι (credo), ὀΐομαι (ritengo), νομίζω (penso), Verbi di volontà o desiderio: βούλομαι (voglio), ἐλπίζω (spero), κελεύω (ordino). Verbi impersonali: χρή (è necessario), δεῖ (è opportuno), φαίνεται (appare). Soggetto e infinito: Se il soggetto della reggente e della subordinata coincidono, il soggetto è sottinteso.

LA 3 DECLINAZIONE

LA 3 DECLINAZIONE

Fine