Want to create interactive content? It’s easy in Genially!

Get started free

Modulo Didattico Storia

Alessio Ilardo

Created on November 25, 2024

Start designing with a free template

Discover more than 1500 professional designs like these:

Transcript

Giovanni Giolitti

Valutavo il ruolo dell'Italia nelle relazioni internazionali come fondamentale per la stabilità e il progresso del paese, ma cercavo di mantenere una posizione prudente. Durante la mia carriera, l'Italia era una potenza emergente, ancora fragile a livello politico ed economico, e preferivo evitare conflitti diretti con le grandi potenze. Sostenevo una politica di alleanze strategiche, come quella con la Triplice Alleanza, e cercavo di rafforzare l'Italia attraverso il dialogo e il compromesso. Il mio approccio era mirato a evitare conflitti inutili e a garantire il miglior vantaggio possibile per il paese sul piano internazionale.

Come valutavi il ruolo dell'Italia nelle relazioni internazionali durante la tua carriera?

Volevo modernizzare l'Italia per garantire stabilità e crescita economica, rafforzando le istituzioni democratiche. Credevo che il paese dovesse evolversi per affrontare le sfide industriali e sociali del tempo. Puntai a un equilibrio tra le diverse classi sociali, promuovendo riforme economiche e politiche. La mia visione era quella di sviluppare un'Italia più prospera e stabile, evitando conflitti interni e favorendo la coesione sociale. In questo modo, cercai di far avanzare l'Italia verso una vera modernizzazione.

Qual è stata la tua principale motivazione nel voler modernizzare l'Italia durante il tuo governo?

I miei grandi successi furono la modernizzazione economica dell'Italia, attraverso l'industrializzazione e la costruzione di infrastrutture, e la mia capacità di mantenere una certa stabilità politica in un periodo turbolento. Tra le mie realizzazioni ci sarebbero anche le riforme sociali, come la legge sulle pensioni e la protezione del lavoro minorile. Per quanto riguarda i fallimenti, riconoscerei probabilmente di non essere riuscito a risolvere completamente le disuguaglianze sociali e le tensioni tra le classi, e potrei ammettere che la sua politica di conciliacióne con i gruppi di potere non sempre ha portato ai cambiamenti più radicali necessari per una vera giustizia sociale.

Quali ritieni siano stati i tuoi più grandi successi e i tuoi più grandi fallimenti come Primo Ministro?

Pensavo che il crescente movimento operaio fosse una realtà inevitabile in un’Italia in rapida industrializzazione, e riconoscevo la legittimità delle sue richieste di diritti e miglioramenti. Sebbene fosse consapevole delle difficoltà e delle tensioni sociali, cercavo di gestire il movimento con un approccio pragmatico, evitando conflitti aperti. Credevo che le richieste operaie dovessero essere soddisfatte gradualmente, attraverso riforme che bilanciassero l'interesse dei lavoratori con quello dell'ordine pubblico. Promosi alcune leggi per migliorare le condizioni di lavoro, ma cercai di mantenere sempre un equilibrio tra le classi senza dare troppa forza ai movimenti radicali.

Cosa pensavi del crescente movimento operaio e delle sue richieste di diritti e miglioramenti?