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Cristo Deriso Giuriati
Angelica Giuriati
Created on November 24, 2024
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Transcript
Cristo
deriso
Giotto di Bondone
il confronto
l'analisi
la narrazione
l'introduzione all'opera
-Tipo di opera; affresco- Autore; Giotto di Bondone -Titolo; Cristo Deriso -Datazione; 1303-1305 -Dimensioni; 200x185cm -Luogo di conservazione; È parte del ciclo di affreschi della Cappella degli Scrovegni, a Padova. Si trova nel registro inferiore come parte delle ''Storie della passione di Cristo''
La cartad'identità
Gli affreschi si svolgono, partendo dall’ingresso, da destra verso sinistra e dall’alto in basso e sono suddivisi in tre registri sovrapposti che presentano episodi tratti rispettivamente da le vite di Gioacchino e Anna, della Vergine, e infine, di Cristo. Il ‘’Cristo deriso’’, in particolare, fa parte delle ‘’Storie della passione di Cristo’’, nella parte centrale del registro inferiore, sulla parete di destra guardando verso l’altare.
la cappella degli scrovegni
La Cappella degli Scrovegni, a Padova, commissionata da Enrico Scrovegni, ha pianta ad aula ed è coperta con una volta a botte. Tutte le pareti furono affrescate a opera di Giotto e altri artisti della sua bottega.
giotto di bondone
Giotto di Bondone, nome forse diminutivo di Ambrogio o Angiolo, è stato un pittore e architetto italiano. Non abbiamo grandi informazioni biografiche su di lui; la maggior parte degli studiosi colloca la sua data di nascita nel 1267 e secondo la tradizione Giotto sarebbe stato affidato dai genitori alla bottega di Cimabue. Nella vita di questo personaggio, infatti, aleggiano molte credenze quasi letterarie e aneddoti, come la sua presunta capacità di disegnare una circonferenza perfetta senza l’uso del compasso.
Sappiamo che era un uomo con grandi capacità e che introdusse un nuovo linguaggio e diede inizio a un nuovo capitolo nella storia dell’arte; egli fu infatti il primo a dare una personalità alla sua arte, cosa mai fatta precedentemente. Inoltre abbandona (anche se non completamente) le rappresentazioni con una ricca presenza di significati allegorici e simbolici, di difficile comprensione, a favore di rappresentazioni realistiche, che rappresentano una scena di vita, che sono una ‘’finestra sulla realtà’’, e comprensibili anche da coloro che non erano dotti. Fu molto innovativo anche dal punto di vista imprenditoriale; aprendo infatti una bottega, dove era circondato dai suoi alunni, poteva lasciare a loro le opere secondarie mentre lui si occupava delle composizioni più importanti.
L'affresco ha tema religioso e rappresenta Gesù incoronato di spine che, dopo essere stato arrestato e giudicato, viene deriso e flagellato dai soldati dei sacerdoti. L'episodio si basa sui seguenti versi del Vangelo di Matteo;
la narrazione
''E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo:«Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E' il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.''
Composizione
In quest'opera la composizione è funzionale alla comprensione; l'affresco è impostato sull'orizzontale (infatti la scena avviene nella metà inferiore dell'opera, dove quindi si concentrano i personaggi) e una linea orizzontale che parte da destra, con la mano alzata di Ponzio Pilato, conduce il nostro sguardo verso la figura più importante; Cristo, effetto rinforzato anche dal fatto che la maggior parte delle figure siano rivolte verso di Lui.
Cristo
A sinistra si trova la figura di Cristo, riconoscibile grazie all'aureola. Viene rappresentato in tutta la sua regalità, coperto da un mantello ricamato d'oro, Il suo volto è particolarmente espressivo, e mostra come Lui sembri non essere particolarmente affetto dagli insulti e le violenze che gli vengono inflitti, ma li sopporta con sofferenza e rassegnazione. In questo modo l'artista evidenzia le caratteristiche di Cristo come figura divina ma al contempo umana ed umile.
A sinistra Ponzio Pilato indica la scena conversando coi sacerdoti
A Cristo vengono tirati barba e capelli, viene colpito con le mani e con bastoni
I vari personaggi sono infatti tutti diversi tra loro, svolgono azioni diverse e hanno diverse espressioni a mostrare che provano anche diverse emozioni; ogni figura è quindi unica nel suo genere e non si uniformano come avveniva nelle epoche precedenti. Questo dà inoltre maggiore dinamismo alla scena.
Ogni figura è unica
Una delle grandi innovazioni di Giotto è il fatto che rappresenta delle scene reali, che rende le sue opere delle ''finestre sulla realtà'', che sembri cattura un momento così com'è avvenuto.
Un sacerdote è in ginocchio e quello dietro di lui piegato sula schiena; entrambi guardano soltanto Cristo
I sacerdoti e Ponzio Pilato indicano la scena e dietro di loro un uomo si gira dall'altra parte
Una persona si sta preparando a colpire Cristo con un bastone
Una persona ha la mano alzata, l'altra sta tirando la barba di Cristo
Tutto questo mostra come l'artista stia rappresentando la scena in tutta la sua umanità e realtà. Allo stesso tempo evidenzia le due figure principali per la narazzione; Cristo e Ponzio Pilato, gli unici rappresentati frontalmente.
TttuttoiTy
- la maggior parte delle figure sono rappresentate di lato, alcune quasi di spalle
- un'altra adirittura guarda dall'altra parte e non sembra partecipare alla scena
Le colonne adossate alle partei soreggono una semplice e elegante trabeazione, e la stanza quindi ''a cielo aperto'' lascia così intravere il cielo azzurro di sfondo, anch'esso indice di una rappresentazione che assume un nuovo tipo di realismo.
l'architettura
L'architettura dove è ambientata la scena si costituisce di una stanza sezionata e rappresentata con prospettiva intuitiva.
Attraverso l'uso di una prospettiva intuitiva nella rappresentazione (le linee parallele non convergono precisamente in uno spesso punto, e le dimensioni delle figure più lontane non vengono diminuite secondo un preciso coefficente) delle figure e dell'architettura Giotto rende l'opera più realistica.
prospettiva
profondità
La sovrapposizone delle figure e delle figure rispetto l'architettura da molta profondità all'opera. Inoltre, le figure ai lati vengono tagliate, come se la scena continui oltre l'affresco.
L'uso del chiaroscuro, così come le linee di contorno non ben definite, rendono i volti, sopratutto quelli di Cristo e Ponzio Pilato, così volumetrici e realistici che sembrano dei veri e propri ritratti.
chiaroscuro
Per rendere i volumi, dare maggiore tridimensionalità e realismo all'opera Giotto utilizza il chiaroscuro, sopratutto nei paneggi dei vestiti. Anche le linee di contorno non ben definite aumentano quest'effetto.
Il colore è steso in modo uniforme e, essendo ben conservato, possiamo ancora percepire parte di quella luminosità che lo caratterizzava.
L'opera è satura di colori, sia primi che secondari, e anche in contrsto tra loro. Giotto infatti sperimentò la rapresentazione delle forme per masse colorate, e quest'opera ne costituisce il maggior esempio.
colori
Contrasto tra colori chiari (la tunica del soldato, la parete) e colori scuri (la sua carnagione, il vetro della finestra)
Contrato tra colori caldi (l'abito giallo di Cristo e quello arancione del soldato) e freddi (gli abiti viola e azzurri del soldato)
i contrasti e le masse colorate
Cristo Deriso di Giotto
il confronto
Cristo Deriso di Cimabue
Entrambe le opere rappresentano un'iconografia tipica cristiana; il Cristo Deriso. In particolare il Cristo deriso di Cimabue è un’opera su legno di dimensioni molto piccole (25,8 cm x 20,3 cm), datato al 1280 circa e attualmente conservato al Louvre di Parigi. Faceva probabilmente parte di un altarolo, un dittico o un trittico con piccole storie della vita e della Passione di Cristo di cui risultano sopravvissuti solo altri due pannelli sui forse otto totali.
Il dipinto si trovava appeso alla parete di una cucina in una casa a Compiègne, nei pressi di Parigi. Quando la proprietaria lo fece visionare da una casa d’aste scoprì che si trattava di un autentico Cimabue, successivamente comprato dallo stato francese per le collezioni del museo del Louvre, a cui fa parte soltanto dal 2023.
In Giotto la scena avviene all'interno di un'architettura, rappresentata con prospettiva intuitiva e da cui si intravede il cielo azzurro; si tratta quindi di un'ambientazione realistica.
In Cimabue la scena avviene all'esterno ma l'ambientazione non è particolarmente realistica, infatti, sullo sfondo dorato, tipico dell'arte bizantina, si vedono due torri rappresentate in assonometria.
l'ambientazione
Nell'affresco di Giotto inoltre le figure sono proporzionate tra loro e con l'architettura, ricreando quindi così una scena come la si vedrebbe nella realtà.
Nella tavola di Cimabue invece le figure sono sproporzionate; sono infatti eccessivamente allungate e troppo alte rispetto alle torri sullo sfondo.
proporzioni
Nell'affresco di Giotto una grande profondità è data dalla sovrapposizione delle figure e dalla diminuzione delle misure in funzione della distanza .
In Cimabue, invece, le figure sono sovrapposte ma senza diminuire le dimensioni per le figure più lontane; questo fa si che l'opera non abbia grande profondità.
profondità
Anche nel dipinto di Cimabue ci sono dei panneggi e un certo uso del chiaroscuro, ma non rendono i volumi così bene come nell'opera di Giotto, fatto dovuto anche alle linee di contorno ben definite e nere.
In Giotto i volumi sono ben resi dal chiaroscuro, dai panneggi degli abiti e dalle linee di contorni non ben definite.
chiaroscuro
La composizione dell'opera realizzata da Giotto rende la scena ben chiara e, grazie ai vari movimenti dei personaggi, anche molto dinamica. L'opera di Cimabue è inceve più statica; i soldati infatti, benchè compiano delle azioni, non ne rendono il movimento e anche la simmetria dell'opera contribuisce all'effetto. In entrambe invece le figure tagliate ai lati danno l'idea che l'azione continui oltre ciò che è rappresentato.
statico o dinamico?
in conclusione...
Se in Cimabue vediamo un primo tentativo di realizzare rappresentazioni che si avvicinino di più alla realtà rimane comunque un certo attaccamento alla precedente arte bizantina. Questo verrà abbandonato completamente in Giotto in cui la ricerca della rappresentazione realistica è decisamente più compiuta e rciordata con grande fama nella storia dell'arte.