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gaio giulio cesare

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la famiglia

Cesare aveva origini molto importanti, infatti era uno dei discendenti della Gens Iulia, una delle famiglie che contribuì di più alla fondazione di Roma. Queste origini ne influenzarono probabilmente le idee politiche, infatti lui era un sostenitore dei popolari e nel 84 a.C. si sposò con la figlia di Lucio Cornelio Cinna che era un politico importante alleato dei popolari. Per questo orientamento politico, quando Silla prese il potere se ne andò da Roma e prestò servizio militare in Asia

il primo triumvirato

Giulio Cesare mirava a divenire console e per ottenere l'appoggio economico e politico necessario a conquistare la carica nel 60 a.C. stipulò un'alleanza strategica, detta dagli storici primo triumvirato, con due tra i maggiori capi politici dell'epoca: Marco Licinio Crasso, l'uomo più ricco di Roma Gneo Pompeo, il generale che aveva al suo attivo il maggior numero di vittorie della Repubblica che sposò la figlia di Cesare

Questa carica gli conferiva tutto il potere religioso, ed era una carica molto ambita, ma non poteva possedere un esercito

Con questa carica si impegnò nel ripristino dei poteri dei tribuni della plebe che Silla aveva ridimensionato durante il suo governo.

Qui cominciò a dedicarsi alla carriera di avvocato e di politico attaccando gli Ottimati e divenendo un importante rappresentante dei Popolari.

gli esordi in politica

63 a.C.

Fu eletto pontefice massimo

69 a.C

Fu eletto questore e andò in spagna

72 a.C.

Fu elettto tribuno della plebe

78 a.C.

Silla muore e Cesare fa ritorno a Roma

“Non vi sembra che ci sia motivo di addolorarsi se alla mia età Alessandro regnava già su tante persone, mentre io non ho fatto ancora nulla di notevole?”Quando Cesare fu in Spagna come questore, pronunciò questa frase che ci fa capire quanto lui fosse aspirante al potere e inoltre era anche un gran filosofo.

Cesare 69a.C.

congiura di catilina

Tornato a Roma, Giulio Cesare si impegnò per ottenere più potere. Nel 65 a.C. partecipò alla prima congiura organizzata da Catilina, un nobile romano, alla fine della quale Cesare avrebbe dovuto ottenere un ruolo importante e che fallì. Quando nel 63 a. C. la seconda congiura di Catilina fu scoperta dall'avvocato Marco Tullio Cicerone, tra i congiurati comparve anche Cesare che venne scagionato dalle accuse. Nel 62 a.C. Giulio Cesare fu eletto pontefice massimo, carica con la quale diveniva il protettore del diritto e del culto a Roma e nel 61 governatore della provincia di Spagna ulteriore.

Nel 58 a.C. sconfisse gli Elvezi, popolo stanziato lungo il fiume Reno, che si accingeva ad attraversare il territorio romano della Gallia Narbonense. Tra 57 e 55 a.C. Giulio Cesare sbaragliò i Belgi situati nella Gallia del nord e penetrò in Germania e in Britannia per allargare i territori di Roma. Nel 52 a.C. l'ultimo atto della guerra in Gallia fu la rivolta delle tribù galliche guidate dal re degli Arverni Vercingetorige, che Giulio Cesare riuscì a sedare nel 50 a.C., nonostante l'inferiorità numerica dei Romani. La Gallia diveniva una provincia romana: i domini di Roma si erano espansi in modo notevole, comprendendo l'Europa centrale oltre alla Spagna e all'Oriente.

Tra il 58 e il 50 a.C. Giulio Cesare condusse una serie di campagne militari contro le tribù galliche, germaniche e britanne di cui Cesare stesso ci parla nel De bello gallico. Il Senato inviò Giulio Cesare in Gallia per allontanarlo da Roma perché divenuto troppo potente, ma il giovane console aveva intenzione di sfruttare l'occasione a suo favore: promise al Senato di trionfare sulle tribù nemiche dei Romani e prima di partire fece allontanare da Roma due esponenti di spicco dei senatori Ottimati, Cicerone e Catone Uticense, in modo da evitare problemi. Una volta giunto in Gallia, Giulio Cesare iniziò l'opera di totale conquista della regione e di ulteriore espansione dei territori di Roma.

la campagna gallica

curiosità

Il De bello Gallico è l'opera più celebre di Giulio Cesare, si tratta di un commentario diviso in otto libri, i quali narrano gli eventi compresi tra il 58 e il 50 a.C. Nell'opera emerge il confronto tra la civiltà dei romani e quella dei galli. Lo stile di Giulio Cesare è chiaro ed elegante. Solo i primi sette di questi libri sono stati composti da Cesare, l’ottavo è stato scritto dal generale romano Aulo Irzio.

elezione al consolato

Nel 59 a.C. Giulio Cesare fu eletto console e per conquistare il consenso del popolo fece votare delle leggi agrarie con cui venivano assegnate terre di proprietà pubblica. Si fece inoltre conferire il governo delle province romane di Gallia Cisalpina e Narbonense da dove iniziò la guerre per espandere i territori di Roma.

Il triumvirato con Pompeo e Crasso si era sciolto nel 53 a.C. con la morte di quest'ultimo e Pompeo, approfittando dell'assenza di Cesare e grazie all'aiuto del Senato, era divenuto il padrone di Roma. Nel 50 a.C. il Senato ordinò a Cesare di lasciare il comando dell'esercito e di tornare a Roma, ma il conquistatore della Gallia, che mirava a stabilire il suo comando personale e per questo voleva riformare le istituzioni della Repubblica in senso monarchico, decise sì di muoversi verso Roma, ma alla testa dell'esercito a lui fedele. Nel 49 a.C. varcò il fiume Rubicone, che segnava il limite oltre il quale era vietato a un generale di procedere verso Roma seguito dalle sue truppe, dichiarando ufficialmente guerra al Senato e a Pompeo

Guerra civile e il ruolo di giulio cesare

Cesare scontra Pompeo

Iniziata la guerra, Pompeo fuggì in Puglia e poi in Grecia per riorganizzare l'esercito. Occupata Roma e l'Italia, Cesare si recò in Spagna dove sconfisse le legioni di Pompeo prima di volgersi contro lo stesso Pompeo, che in Oriente aveva allestito un grande esercito, sconfiggendolo nel 48 a.C. a Farsalo. Fuggito in Egitto per trovare protezione, Pompeo fu ucciso da Tolomeo XIII, faraone egizio fedele a Cesare. Tra 47 e 46 a.C. Cesare sbarcò in Africa e in Oriente: pose sul trono d'Egitto Cleopatra, una valida alleata per Roma e pronunciò la celebre frase «veni, vidi, vici» dopo la vittoria a Zela. A Tapso sbaragliò i pompeiani rimasti. La guerra civile, raccontata da Cesare nel De bello civili, terminò con la battaglia di Munda del 45 a.C. durante la quale Cesare distrusse le ultime truppe fedeli a Pompeo e alla Repubblica.

Giulio Cesare negli ultimi anni di vita perdeva spesso conoscenza: gli storici ricordano che durante la guerra a Tapso l’imperatore ebbe uno svenimento e fu portato lontano dal campo di battaglia. Gli antichi sostenevano che la causa fosse l’epilessia, considerata un “morbo sacro”, ma analisti e medici hanno ipotizzato che si trattasse invece di leggeri ictus dovuti a problemi circolatori di Cesare che potrebbero aver provocato delle piccole lesioni al cervello.

curiosità

Dictator

Assunta la dittatura, riprese alcune riforme incominciate da silla cinquant'anni prima, estendendo la cittadinanza romana alla Gallia Transpadana tentò di applicare la res publica: aumentò i magistrati e raddoppiò il numero di pretori, questori e dili e aggiunde due magistrati che potevano svolgere attività proconsoli; si diede il diritto di nominare metà dei magistrati; aumentò il numero dei senatori da 600 a 900 con uomini a lui fedeli. Inoltre rinnovò l'organizzazione dei municipi italiani, limitando la durata del mandato dei governatori e allargò il Pomerio. Visto il grosso sforzo economico dato dalle guerre civili, Cesare si dotò di una zecca personale, coniando le monete di cui c'era sempre più bisgno con le riserve auree prese senza autorizzazione dalle casse dello stato, ma portò comunque due grandi innovazioni; fu il primo aconiare delle monete, infatti le monete furono coniate in passato solo temporaneamente e fece imprere il suo ritrato sopra esse.Ciò è servito per salvare la res publica in grossa crisi e visto l'elevato valore delle monete servirono anche per pagare i soldati più facilmente(un aureus, una moneta valeva 35 denari o 100 sesterzi.

Infatti durante la campagna in Gallia, durante l'inverno, dispose le sue truppe in posizioni strategiche in modo da garantire tranqullità ai soldati quando non si poteva intervenire. Creò un cursus honorum per il centuriato, che si basava sui meriti del singolo, tanto che a seguito di particolari gesti di eroismo i soldati potevano venire promossi fino a diventare primus pilus e un primus pilus poteva divenire tribunus militum. Egli inoltre istutuì un premio congedo per i veterani dondoli apprezzamneti di terreno.

POLITICA ESTERA E RIORGANIZZAZIONE MILITARE

Cesare, ispiratosi ad Alessandro Magno, era deciso a intraprendere nuove campagna militati, vendicando la sconfitta di Crasso a Carre contro i Parti e progettando di conquistare l'intera Europa, avviando operazioni militari nella zona danubiana contro i Daci, una in Dalmazia e un'altra contro le popolazioni della Germania libera. Che purtroppo non potè mai realizzare vista la sua morte prematura.

Genio militare

Giulio cesare è considerato il più grande genio militare di sempre, infatti egli seppe stabilire un rapporto di stima e devozioni in modo da poter mnatenere la disciplina ed evitanto sempre di ricorrere alla violenza contro i suoi stessi uomini, ai suoi soldati non gli impedise mai di fare ma bottino ma dovevano sempre aver chiaro l'obbiettivo finale.

Consapevole della situazione disagiata delle sue truppe decise di sua iniziativa di raddoppiarne il salario da 5 a 10 assi al giorno pari a 225 denari annui. Fu il primo a ideare una nuova dislocazione strategica delle truppe, a difesa lungo tutto i confini, in particolare nelle zone a rischio invasione.

Le Idi di marzo, accadute il 15 marzo del 44 a.C., data che ha passato la storia per l'assassinio di Giulio Cesare. Evento che cambiò le sorti di Roma.Ma questa concentrazione di potere preoccupava molti senatori, che temevano volesse abolire la Repubblica e diventare re, cosa inaccettabile per i romani. Il piano fu orchestrato da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, che si ritenevano difensori della libertà della Repubblica. Cesare era stato avvertito di possibili tradimenti, ma ignorò i segnali. Il 15 marzo del 44 a.C., Cesare si recò al Teatro di Pompeo, dove si tenevano le sedute del Senato. Qui fu accerchiato dai congiurati e pugnalato 23 volte. Ciò non riportò la Repubblica al suo antico splendore, come speravano i congiurati. Al contrario, scatenò una serie di guerre civili che culminarono con l'ascesa al potere di Ottaviano Augusto, il primo imperatore romano.

LE IDI DI MARZO E LA MORTE DI GIULIO CESARE

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