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Villa jovis (mappa)

LEIJA VILLALOBOS KARLA DALI

Created on November 24, 2024

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Faceva parte della villa, anche se staccata dal corpo centrale, una enorme torre quadrangolare che fungeva da faro. Per le comunicazioni era usato un codice, con emissioni di fumo durante il giorno e segnali luminosi, prodotti con l’accensione di fuochi, durante l’oscurità.

Si accede al palazzo tramite rampe che conducono al viale dei mirti, terminando in un vestibolo. Da qui si accede a un atrio tetrastilo con quattro colonne di marmo cipollino, ciascuna su una base di marmo bianco. Gli spazi adiacenti erano destinati al corpo di guardia. Un lungo corridoio con pavimento a mosaico bianco porta a un secondo vestibolo, da cui si accede al piano superiore, a est, dove si trovano il bagno e gli alloggi.

L’impianto del bagno del palazzo si sviluppa lungo un lato ed è composto da cinque ambienti paralleli al corridoio, organizzati attorno a un nucleo centrale con grandi cisterne per raccogliere l’acqua piovana, essenziale data l’assenza di fonti naturali sull’isola. Il calidarium, dedicato ai bagni caldi, aveva un pavimento sopraelevato per il passaggio dell’aria calda proveniente da una sala con forno. Era dotato di due absidi: una con una vasca e l’altra con un bacino di bronzo per le abluzioni. Nella parte meridionale si trovavano le terme, con uno spogliatoio, una sala a temperatura ambiente e il frigidarium,riservato ai bagni con aria fredda.

L’alloggio privato dell’imperatore, situato sulla cima del monte, offriva una vista panoramica verso l’interno dell’isola e il mare. Era dotato di un viale per passeggiate, con ambienti arredati con panchine, pavimenti e decorazioni preziose. L’imperatore vi passeggiava solitario lungo il belvedere, che si affacciava sui golfi di Napoli e Salerno. Nella parte orientale si trovava un ambiente semicircolare, decorato con colonne, statue e bassorilievi. L’alloggio era composto da tre sale: un vestibolo con terrazza, e due stanze con ampie finestre e pavimenti a tarsie marmoree policrome.

Al'antico osservatorio di Trasillo, l'astrologo dell'imperatore Tiberio, anch'egli cultore di tale scienza.