Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
CANTORIE
vincisolare
Created on November 22, 2024
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Practical Presentation
View
Smart Presentation
View
Essential Presentation
View
Akihabara Presentation
View
Pastel Color Presentation
View
Modern Presentation
View
Relaxing Presentation
Transcript
Cantoria di Donatello
Cantoria di Luca della Robbia
Cos'è? Si tratta di un imponente balconata in marmo sulla quale si disponevano i coristi per accompagnare le celebrazioni liturgiche. Materia La cantoria, venne realizzata in marmi bianchi e policromi con inserti di vari materiali (pasta vitrea e bronzo). Tecnica Le tecniche usate furono: la scultura, il mosaico, l’intarsio e la fusione.
Tema Il tema dell’opera è il gioioso salmo 150, nel quale tutti sono invitati a lodare Dio con canti, musiche e danze. L’impostazione delle rappresentazioni che l’artista dà alla propria opera è del tutto innovativa, anche se la struttura è di gusto classicheggiante.
Dopo un nuovo ed importante soggiorno a Roma, Donatello venne incaricato per la costruzione di una cantoria, un’opera scolpita per la cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze (Capoluogo della Toscana), collocata nella crociera del Duomo, nella parete sud-est, sopra la Sacrestia dei Canonici. Ad oggi viene conservata nel museo dell’opera del Duomo, davanti all’altra cantoria di Luca della robbia. È considerata un capolavoro del primo Rinascimento fiorentino, fu scolpita tra il 1433 e il 1439 e le sue dimensioni sono: altezza: 348 cm; larghezza: 575 cm; profondità: 98 cm.
Inoltre Donatello aggiunge un’altra pensata. Le coppie di colonnine, non separano le scene l’una dall’altra, in quanto essi sono posti su un piano anteriore rispetto ad esse. In questo modo coprono e scoprono parti del fregio a seconda di come si sposta chi guarda. Ecco che la percezione visiva dei fanciulli danzanti varia in continuazione e al loro movimento apparente si deve aggiungere anche quello dell’osservatore; che per avere un’idea complessiva di ciò che guarda, è costretto a spostarsi, non potendo cogliere l’intero fregio con un solo sguardo né da una sola posizione.
Tra le mensole che sorreggono la cantoria, Donatello ha inserito due vigorose teste di anziani, forse figure di profeti, forse allusioni a quel mondo antico classico che tanto affascinava il 400.
La prima opera della quale si hanno notizie certe dell’artista Luca della Robbia è la monumentale Cantoria in marmo scolpita per la cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze (Capoluogo della Toscana), collocata nella crociera del Duomo, nella parete nord-est, sopra la Sacrestia delle Messe. Ad oggi viene conservata nel Museo dell’opera del Duomo, davanti all’altra cantoria di Donatello. Fu scolpita tra il 1431 e il 1438, quasi contemporaneamente a quella, che anche l'amico Donatello stava realizzando. È alta 348 cm, e larga 560 cm.
Cos'è? Si tratta di un imponente balconata in marmo sulla quale si disponevano i coristi per accompagnare le celebrazioni liturgiche. Materia La cantoria è realizzata in marmo, gesso e pigmenti. Tecnica Le tecniche usate furono: la scultura, la modanatura, il calco e la campitura.
L'impostazione delle due opere, anche se create nello stesso periodo, appaiono però diversissime.
- Nel lavoro donatelliano prevale, la ricerca di innovativi effetti di movimento;
- La realizzazione di Luca si caratterizza per una composizione più statica e classicheggiante.
La grande struttura, realizzata anche con il concorso di aiuti, consiste in una balconata marmorea retta da cinque sottostanti mensoloni ornati con delicati motivi di foglie e girali d'acanto.
Le quattro formelle della balaustra frontale scolpite a rilievo con: fanciulle, giovinetti e putti che cantano, suonano e danzano in lode del Signore, sono ispirate dallo stesso Salmo 150 che poco più tardi avrebbe suggerito i rilievi della cantoria di Donatello e le cui parole, in latino, su tre fasce, in caratteri lapidari, accompagnano le figure rendendo esplicito il carattere sacro dell'opera.
Le formelle sono inquadrate da cinque coppie di piccole lesene corinzie scanalate e rudentate. Le stesse lesene binate, del resto, rinviano al linguaggio brunelleschiano (di cui Luca è fervente ammiratore), mentre anche l'impostazione delle figure è direttamente riconducibile agli originali scultorei greco-romani, che nella prima metà del Quattrocento incominciavano a circolare nelle principali botteghe fiorentine.
I festosi personaggi della Cantoria, compresi quelli dei quattro pannelli inferiori, incastrati fra i massicci mensoloni, e i due delle balaustre laterali, sono realizzati in rilievo nitido e rifinitissimo, mostrando già di possedere quella grazia compositiva e quella dolcezza di espressione che contrassegneranno tutta la successiva produzione robbiana, contribuendo a diffondere presso il grande pubblico le nuove conquiste di naturalismo e verosimiglianza dell'arte rinascimentale.
Nella balaustra, pur partendo da uno spunto di derivazione classica, Donatello inventa uno spazio prospettico nuovo entro il quale muovere i personaggi. Tale spazio è delimitato anteriormente da un agile serie di colonnette binate incrostate di mosaici policromi, e posteriormente dal piano di fondo del bassorilievo, superiormente concavo è anch’esso variamente punteggiato di tessere policrome e dorate.Entro questi due precisi limiti spaziali si svolge lo sfrenato corteo dei putti danzanti, la gioiosa vivacità dei quali, non trova riscontro in nessun'altra rappresentazione scultorea precedente.
La scena nel suo complesso, ha poco di religioso e le ali, che dovrebbero qualificare i putti come esseri spirituali, sono di fatto il particolare meno appariscente, avendo scelto Donatello di avvicinare quanto più possibile la gioia celeste a quella di bimbi innocenti e festosi. Quel che emerge dall’agitarsi di personaggi è pertanto una prorompente e quasi ossessiva voglia di movimento, esaltata anche dal baluginio, luccichio delle tessere a mosaico del fondo. Inoltre ciò è reso ancora più credibile da Donatello, grazie all’artificio tecnico di lasciare alcune figure più in stiacciato appena sbozzate, in modo che, viste da lontano, appaiono sfuocate, quasi come se stessero veramente danzando.