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ELISABETTA PEDICINI

IL BAROCCO

Il rinascimento sta a Firenze come il Barocco sta a Roma
si sviluppa a Roma all’inizio del Settecento e si diffonde in tutta Europa nella seconda metà del secolo.Roma diventa la culla della diffusione del Barocco. L’origine del termine é ambigua, barocco può dire tante cose ma non vuol dire niente, era in uso nella filosofia medievale per indicare un ragionamento confuso e impuro. Venne quindi usato in maniera dispregiativa, si vedeva quindi la perversione del gusto classico, un’arte bizzarra, spregevole ed eccentrica, andava oltre il classico.
La chiesa nella persona dei papi, da Paolo V a Innocenzo X, utilizzano gli artisti noti come strumento di propaganda politica, per abbellire le chiese, la città (Roma) per dare ai fedeli l’idea di una città potente e soprattutto la forza della chiesa che non esce sconfitta dalle denunce di Lutero. ALTRETTANTO IMPORTANTI: -RICERCA SCIENTIFICA -La chiesa era capace di sostenere una tesi falsa pur di non andare contro i suoi interessi -oltre le cose che pensavamo certe Ad esempio la pianta circolare del rinascimento viene sostituita da quella ellittica; si andava oltre gli schemi definiti del rinascimento. Alla prospettiva geometrica di sostituisce l’illusionismo prospettico, l’effetto teatrale.

IL RATTO DI PROSERPIN''LA MATERIA PRENDE VITA'' Ha tradotto in marmo le metamorfosi di Ovidio e la leggenda del ratto di Proserpina. Quando Plutone la rapisce contro la sua volontà. Il quale creò dolore e sgomento nei suoi genitori Giove e Cerere. Plutone é il fratello di Giove, il quale per non scontentare né Cerere né Plutone, decise Che per sei mesi Proserpina avrebbe vissuto sulla terra con la madre e mentre per gli altri sei agli inferi con Plutone. Questo metaforicamente spiegava la successione delle stagioni: quando Proserpina era sulla terra era il tempo della primavera, quando risiedeva agli inferì quello dell’inverno.

GIAN LORENZO BERNINI

Nasce a Napoli nel 1598. Nel 1606 il padre Pietro trasferisce la famiglia a Roma; qui sulla scia di Annibale Carracci studia i grandi artisti del Rinascimento e la statuaria antica. Si presenta alla critica del tempo come il prediletto del papa, arriva a noi grazie alle sue opere giovanili che lui realizza per il papa cardinal nepote, Scipione Borghese.

cosa molto frequente é la struttura centrifuga. A partire dal corpo centrale del gruppo scultoreo, si hanno delle direzioni verso l’esterno.

APOLLO E DAFNE

Anche qui la traduzione in marmo delle metamorfosi di Ovidio, quando Apollo insegue Dafne perché é innamorato di lei, ma lei anche qui rifiuta l’amore. Il padre Penèo, per salvarla la fa trasformare in un albero di alloro. Nella scultura Apollo é già in atto la trasformazione, ha già i piedi trasformati in tronco e le mani in fronde, rami o foglie. C’è una concomitanza tra superficie liscia e ruvida, quella liscia doveva darci l’idea della pelle vera umana, quella ruvida l’idea del tronco. Bernini immortala il momento saliente della scena. Egli ritrae un Apollo slanciato, leggero e dall’espressività misurata, ispirato a una celebre statua ellenistica delle collezioni papali, l’Apollo del Belvedere.

IL DAVID

Bernini fotografa il momento saliente, quello di Donatello la lotta era già finita, quello di Michelangelo precede l’azione. Qui sta per… É sbilanciato ben oltre i canoni del contrapposto michelangiolesco.

Il gruppo raffigura Enea, Anchise e Ascanio in fuga da Troia in fiamme. Enea sostiene sulle spalle l'anziano padre, che indossa un cappello frigio e con la mano sinistra porta in salvo, poggiata sulla testa di Enea, la statuetta dei Penati, mentre con la destra si sostiene alla spalla del figlio. Questi regge con entrambe le mani la gamba sinistra di Anchise, creando un elegante intreccio con l’altra gamba paterna, che scende libera davanti al suo busto. Dietro di loro, si affaccia timidamente il piccolo Ascanio, con il fuoco di Vesta in mano. Le tre figure, nude, sono parzialmente avvolte in una pelliccia.Nel gruppo è raffigurato anche il tema tradizionale delle tre età dell’uomo, reso attraverso la differenziazione delle epidermidi dei protagonisti: la pelle morbida del bambino, quella tesa a rivestire i muscoli dell’adulto e quella rugosa e avvizzita dell’anziano. La figura di quest’ultimo, con la gamba paralizzata e con la schiena incurvata dall’età, si mette in competizione con alcune immagini realistiche di uomini anziani rappresentati nella pittura contemporanea, come il San Gerolamo di Caravaggio, appartenente anch’esso alla collezione di Scipione. Nella figura di Enea è inoltre citato, in posizione riflessa, il Cristo di Michelangelo nella chiesa romana di S. Maria sopra Minerva

ENEA, ANCHISE E ASCANIO

BERNINI SI MISURA CON LO SPAZIO ARCHITETTONICOIl papa lo incarica di mettere in collegamento ciò che era ipogeo con il vertice della cupola, dalla tomba ipogea di Pietro. Il baldacchino della Cupola di San Pietro, fu realizzato tra il 1624 e il 1633, alto circa 40 metri scolpendo 4 colonne tortili in bronzo dorato che si poggiano su 4 basamenti laterali. Sulle colonne troviamo api, fiori e angeli, che sono i simboli della famiglia del papa.

LA CAPPELLA CORNARO

La cappella cornaro traduce con la scultura e con il marmo il massimo dell’ascetismo. Vicino a Dio in una dimensione spirituale, essere umani ma trovarsi in una dimensione spirituale. Lui racconta l’estasi di Santa Teresa. Ella aveva lasciato nei suoi scritti il racconto di un sogno che aveva fatto durante il quale un angelo arrivò con una freccia infuocata a trafiggerle il torace. In base a questo arrivo dell’angelo lei si avvicina a Dio, l’ESTASI. I raggi di sole che cadono simboleggiano la presenza di Dio e sotto il corpo della Santa su una nuvola. Lateralmente a questa scultura realizza dei palchetti dove fa affacciare le persone, la famiglia Cornaro, la quale gli aveva commissionato l’opera. In questo caso l’opera arriva ad avere un’impostazione teatrale, come se queste persone fossero andate a teatro.

LA FONTANA DELLA BARCACCIA

Si trova in Piazza di Spagna, il progetto, voluto da Urbano VIII, in realtà venne iniziato dal padre, Pietro Bernini, il quale si trovò subito di fronte a una difficoltà. In Piazza di Spagna la pressione dell’acqua era molto bassa, per cui non poté realizzare una fontana fuori terra. Così realizzò una vasca sotto il livello del piano stradale. L’intenzione é sempre quella di superare lo schema del rinascimento, così la fontana ebbe forma ellittica e non come un cerchio.

UN REGISTA DEGLI SPAZI URBANI

Gian Lorenzo Bernini diventa il protagonista dello stile barocco, così il papa lo incaricò di abbellire la città, urbanistica, riqualificare la città con arricchimento di statue, sculture, fontane… Il tema della fontana é un tema molto ricorrente nel Seicento Romano.

LA FONTANA DEL TRITONE

Posta a breve distanza dal palazzo dei Barberini, al centro della quale realizza un gruppo scultoreo. Ha tutti simboli della famiglia papale, le api, la mirra papale, i delfini, i quali formano la pila di sostegno di un bacino conformato come una conchiglia a valve aperte, su questa su erge un muscoloso tritone a due code che sembra soffiare dentro a una buccina (una grossa conchiglia) dalla quale scaturisce, invece del suono, lo zampillo centrale della fontana.

LA FONTANA DEI QUATTRO FIUMI

La cognata del papà Innocenzo X voleva celebrare l’elezione di questo nuovo pontefice in maniera memorabile, ella voleva realizzare un monumento da immortalare durante lo spettacolo pirotecnico svoltosi in piazza Navona per celebrare l’elezione del nuovo pontefice. In quell’occasione i fuochi d’artificio erano stati sparati da una “macchina” decorata da raffigurazioni allegoriche dei quattro contenti allora conosciuti che fornirono lo spunto per la complessa simbologia della fontana: quattro nudi maschili che simboleggiavano le personificazioni dei fiumi di Africa (Nilo), Europa (Danubio), Asia (Gange) e Americhe (Rio de la Plata); i quali sedevano attorno a un finto rOccione centrale che regge un antico obelisco egizio coronato da una colomba. Forse la fontana celebrava anche la fine della Guerra Dei Trent’anni (1648).

Nella scena messa in atto nell'opera, il Danubio indica uno gli stemmi dei Pamphili, emblema dell'autorità religiosa, il Nilo si copre il viso, ricordando per quanto a lungo siano rimaste oscure e nascoste le sue sorgenti, il Gange ha in mano un remo, a testimoniare che si tratta di un fiume navigabile, mentre il Rio de la Plata porta un sacchetto pieno di monete d'argento, dello stesso colore delle sue acque.

Bernini era uno scultore dalla forte simbologia, INFATTI ogni personificazione del fiume contiene una metafora

BERNINI ARCHITETTO

PIAZZA SAN PIETROBernini doveva risolvere dei problemi, non doveva costruire una piazza.- il palazzo apostolico era fuori asse, era troppo lontano, non collegato alla chiesa - il fedele, una volta arrivato vicino alla facciata della chiesa non aveva la visione completa della cupola michelangiolesca, era una veduta parziale - si doveva collegare la chiesa con il centro della città - la facciata apparteneva ad un progetto già esistente di Carlo Maderno, il quale oltre a trasformare l’impianto della basilica di San Pietro da croce greca a croce latina, aveva realizzato una facciata ad un unico ordine proprio per lasciare in evidenza la cupola michelangiolesca. Questa facciata rendeva la chiesa sgraziata, la faceva sembrare più bassa e larga e per niente snella e slanciata. Mise in atto allora il progetto utilizzando il trapezio e l’ovale. Il trapezio aveva la base maggiore, la facciata della chiesa, la base minore è il raccordo con l’ovale. Il simbolo dell’ovale sta a significare l’accoglienza, l’abbraccio della chiesa a tutti i fedeli senza distinzione.

Il primo incarico ufficiale giunto a Borromini dalla sede papale risale al 1642 quando, Urbano VIII gli commissiona l’edificazione della cappella annessa all’Università della Sapienza dedicata a Sant’Ivo. Linee concave e convesse nell facciata e inserimento dei due schemi triangolari.

FRANCESCO BORROMINI

Egli era un bravo scultore, ma per jl suo carattere aspro non riesce mai a trovare buone collaborazioni. Nel 1627, inizia a collaborare con Bernini, il quale lo incaricò di realizzare elementi decorativi per il baldacchino e che lo impiegherà successivamente per altri progetti. Ma alla fine siccome lui è spinto dal desiderio di affermarsi si suiciderà.

LA RISTRUTTURAZIONE DELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO

Nel 1646 papa Innocenzo X, in previsione del Giubileo del 1650, decide di mettere mano alla ristrutturazione della basilica. La basilica paleocristiana più antica, il papa affidò a Borromini il progetto di ristrutturarla. In alcune parti è conservativo, altre di sue invenzioni ma non vanno a stravolgere.

PIETRO DA CORTONA

pietro berrettini, detto da corton, fu uno dei principali architetti e pittori italiani. si trasferisce a roma, dove stringe legami con le famiglie piu' colte dell'aristocrazia romana, studiera' anche opere di Michelangelo, caravaggio e raffaello, importante con marcello sacchetti. a roma si contraddistingue per le decorazioni di ampi spazi voltati: la piu' celebre sono le decorazioni di palazzo barberini, fu anche un abile paesaggista e architetto.

IL TRIONFO DELLA DIVINA PROVVIDENZA DI PALAZZO BARBERINI

Affresco della grande volta del salone da ballo di palazzo Barberini. Il compito della ristrutturazione è affidato a Carlo Maderno, alla sua morte il lavoro passa nelle mani di Bernini. Il grande salone da ballo che riporta gli affreschi di Pietro da Cortona si trova sull'asse principale del palazzo, e insieme alla sala ovale, costituisce lo spazio più rappresentativo della residenza.Il programma iconografico è scelto da Francesco Bracciolini a partite dalla sua opera allegorica L'elettione di Urbano papa VIII, sceglie un tema adatto alla celebrazione del ruolo assunto dal pontefice: Il Trionfo dela Divina Provvidenza e il compiersi dei suoi fini sotto il pontificato di Urbano VIII Barberini. Pietro da Cortona deve affrescare una superficie voltata di 600mq. Per rendere unitaria la narrazione rappresenta una finita cornice con medaglioni bronzei angolari circondati da virilli telamoni, attraverso la quale si suddivide lo spazio in 5 zone.
La Divina Provvidenza si trova al centro seduta sulle nubi e avvolta da un alone di luce, ed è circondata da eterne figure femminili, personificazioni delle Virtù. La provvidenza ordina all'immortalità di porgere la corona di stelle allo stemma Barberini.Nella parte inferiore del riquadro Saturno-Crono, personificazione del tempo, provvisto di falce e intento a mangiare i suoi figli è circondato dalle Parche: Cloto, Lachesi, Atropo che dipanano il filo del destino.
sopra le virtu' la personificazione di roma, la quale trasporta la tiara papale, simbolo del potere spirituale. La religione sorregge le chiavi pontificate, immagine del potere temporale
porzione centrale: l'esaltazione del pontificato è rappresentata dalla personificazione delle 3 virtù teologali: Fede, Speranza e Carità, che trasportano una corona di alloro entro cui sono rappresentate le api, simbolo dei Barberini.
Nei 4 settori laterali, sono raffigurati episodi che simboleggiano, in chiave allegorica, gli esiti posivi del pontificato:- Minerva che scaccia i Giganti - Ercole che allontana le Arpie - La pace in trono e il furore incatenato con i ciclopi che forgiano le armi - La religione e la Sapienza trionfanti sulla Lascivia.