Artaban e la Storia del Natale
Scuola dell'Infanzia "D. V. Battilana"
Created on November 19, 2024
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Transcript
Anno Scolastico 2024/2025
Le insegnanti della Scuola dell'Infanzia "Don Vittorio Battilana" sono liete di presentarVi:
Clicca sulla stella splendente e vieni anche tu a conoscerela leggenda di Artaban
"La storia del Natale"
Maria, era una giovane ragazza. Trascorreva la sua vita in semplicità e tranquillità, in quel piccolo villaggio tra le colline della Galilea che si chiama Nazareth. Era fidanzata con Giuseppe, un uomo giusto e un gran lavoratore e viveva con i suoi genitori. Aiutava la sua mamma e il suo papà nei lavori di casa, pregava e sapeva che Dio le voleva bene.
Un giorno, mentre Maria era in casa, accadde qualcosa di incredibile: un angelo apparve davanti a lei. L’angelo si chiamava Gabriele e brillava di una luce bellissima. Con un sorriso, lui le disse: "Salve, Maria! Dio ti vuole tanto bene e ha un dono speciale per te. Presto avrai un bambino e lo chiamerai Gesù. Lui sarà il Figlio di Dio e porterà gioia a tutto il mondo." Maria accettò il dono di Dio con coraggio e fiducia.
Dopo qualche mese, Maria e Giuseppe, che ora erano marito e moglie, si prepararono per un lungo viaggio. L’imperatore aveva ordinato che tutti gli abitanti della Palestina andassero nella loro città di origine per iscriversi in un grande registro. Così Giuseppe e Maria partirono verso Betlemme. Maria era ormai vicina al momento di avere il suo bambino e i due viaggiavano lentamente. Per fortuna avevano un asinello, su cui Maria poteva riposare quando le gambe erano troppo stanche.
Quando finalmente arrivarono a Betlemme, la città era piena di gente. Tutti erano venuti lì per obbedire all’ordine dell’imperatore. Giuseppe cercò una locanda dove lui e Maria potessero dormire, ma ad ogni porta a cui bussava riceveva la stessa risposta: "Mi dispiace, qui non c’è più posto."
Giuseppe e Maria, stanchi per il lungo viaggio, trovarono solo una piccola stalla per riposare . Dentro c'erano una mangiatoia, del fieno e alcuni animali che riposavano tranquilli. Maria, ormai molto affaticata, sentiva che il momento era arrivato: stava per diventare la mamma di Gesù. Fu proprio in quella notte speciale, mentre tutto intorno regnava il silenzio e le stelle brillavano più luminose che mai, che nacque Gesù, il Figlio di Dio. La luce della sua nascita riempì la stalla di una pace indescrivibile. Maria, con mani dolci e amorevoli, prese il suo bambino, lo avvolse in semplici panni e lo tenne vicino al suo cuore, Giuseppe colmo di gioia le stava accanti. Gesù, il Re del mondo, dormiva sereno in quel luogo così umile.
Non lontano dalla città, alcuni pastori dormivano all'aperto, accanto alle loro pecore. Avevano acceso un piccolo fuoco per scaldarsi e si erano stesi sull’erba, stanchi dopo una lunga giornata. Le pecore, radunate in gruppo, riposavano tranquille vicino ai loro padroni. Sulle colline la notte era una come tante altre, fredda e lunga, o almeno così sembrava.
All’improvviso, il cielo sopra la campagna si illuminò di una luce straordinaria. I pastori, spaventati, si svegliarono di colpo. Che meraviglia! Davanti a loro apparve un angelo splendente, con un sorriso pieno di gioia. La luce che lo circondava era calda e rassicurante. L’angelo disse con una voce dolce: "Non abbiate paura! Vi porto una notizia meravigliosa: oggi, a Betlemme, è nato il Salvatore, il Messia che tutti aspettavano. Lo troverete in una stalla, avvolto in fasce con la sua mamma e il suo papà."
I pastori si guardarono tra loro, pieni di meraviglia e felicità. Decisero subito di andare a vedere il bambino. Corsero verso le loro famiglie per raccontare ciò che avevano udito dall'angelo e invitarle ad andare con loro. La notizia si diffuse in un lampo. Da ogni casa e da ogni strada, la gente si metteva in cammino verso la stalla di Betlemme. Ognuno voleva portare qualcosa in dono per il piccolo Gesù: i pastori portarono formaggio, latte fresco e un po’ di pane; alcune donne offrirono panni puliti per coprire il neonato; altri portarono quel poco che avevano, con tutto il cuore. Quando arrivarono alla stalla, trovarono Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù, che dormiva sereno. Tutti si inginocchiarono, pieni di meraviglia, ringraziando Dio per il dono di quel bambino speciale.
Sopra la stalla dove Maria e Giuseppe si erano rifugiati, brillava una stella straordinaria. Era più grande e più luminosa di tutte le altre e lasciava una lunga scia dorata nel cielo. Sembrava quasi voler indicare quel luogo speciale, come un segno mandato da Dio per guidare tutti verso il Bambino appena nato.
Anche molto lontano, nelle terre d’Oriente, tre saggi chiamati Magi scrutavano il cielo stellato. Erano uomini sapienti, che studiavano gli astri e i loro messaggi. Una notte, videro una stella diversa da tutte le altre: era grandissima, luminosa e aveva una lunga scia splendente. I Magi capirono subito che quella stella indicava qualcosa di straordinario. Senza perdere tempo, i Magi decisero di mettersi in viaggio. Prepararono i loro doni più preziosi per il Bambino Re: oro, simbolo della regalità; incenso, simbolo della divinità; e mirra, simbolo del sacrificio e dell’amore. Poi salirono sui loro cammelli e iniziarono il lungo cammino, seguendo sempre la stella cometa. Attraversarono deserti, montagne e fiumi, guidati dalla luce brillante. Nonostante il viaggio fosse faticoso, i loro cuori erano pieni di gioia e speranza, perché sapevano che stavano andando incontro a qualcosa di meraviglioso.
Tra i saggi dell’Oriente, c’era anche un giovane principe di nome Artaban. Come i Magi, anche lui desiderava incontrare il Salvatore del mondo. Artaban preparò quindi due doni preziosi per Gesù: un vasetto di olio profumato, capace di guarire le ferite, e una morbida pelliccia, per riscaldare il neonato. Mentre si affrettava nel deserto per raggiungere i suoi compagni di viaggio, Artaban incontrò un uomo in difficoltà: un poveretto che era stato aggredito e ferito lungo la strada. Artaban sapeva che fermandosi avrebbe perso l’occasione di partire con gli altri, ma il suo cuore non gli permise di ignorare quel bisogno. Si fermò, curò le ferite dell’uomo con il suo prezioso olio e lo aiutò a riprendersi. Quando finalmente arrivò al luogo dell’appuntamento, i Magi erano già partiti. Artaban non si scoraggiò e decise di seguire da solo la stella cometa, fiducioso che lo avrebbe guidato fino a Betlemme.
Lungo il suo viaggio verso Betlemme, Artaban vide un giovane mendicante infreddolito lungo la strada. Il poveretto tremava per il freddo che aveva patito durante la notte in montagna e Artaban, mosso da compassione, decise di donargli l’unico dono che gli era rimasto: la sua preziosa pelliccia. Il mendicante lo ringraziò con lacrime agli occhi e Artaban riprese il suo cammino.
La notte era buia e il vento gelido soffiava tra le dune del deserto, ma la luce della lampada di Artaban brillava con tenacia, come il fuoco di speranza che ardeva nel suo cuore. Ogni passo era faticoso e il giovane principe sentiva il peso della stanchezza. La stella cometa continuava a brillare nel cielo, alta e luminosa, come una guida silenziosa che gli indicava la via. La strada era ricca di pietre che ostacolavano il cammino e le ombre sembravano danzare al debole chiarore della lampada. Ma Artaban non si fermò. Ogni tanto alzava gli occhi al cielo, cercando conforto nella luce della stella e si sentiva parte di un grande disegno, un’avventura più grande di lui.
Quando finalmente giunse alla stalla di Betlemme, Artaban vide il Bambino Gesù in braccio a Maria con Giuseppe accanto. Il giovane principe si sentiva triste: non aveva più doni da offrire. Era stanco, affamato e pensava di aver fallito il suo compito. In quel momento, un angelo apparve accanto al Bambino e gli disse con voce amorevole: "Artaban, tu non hai fallito. Hai donato i tuoi regali più preziosi a chi aveva bisogno lungo il tuo cammino. Così facendo, sei stato il primo a incontrare il Signore, perché ogni volta che hai aiutato i più piccoli, lo hai fatto per Lui." Le parole dell’angelo riempirono il cuore di Artaban di pace e gioia. I pastori che erano nella grotta lo accolsero, condivisero il loro pane e insieme cantarono un inno festoso per celebrare la nascita di Gesù. Artaban comprese allora che il vero dono non era l’olio o la pelliccia, ma l’amore e la compassione che aveva dimostrato nel suo viaggio. Così, quella notte, l’umile stalla di Betlemme risuonò di canti e di gioia, sotto la luce della stella cometa. ❤️