Want to create interactive content? It’s easy in Genially!

Get started free

Mostri e demoni nella Divina Commedia

Lucia Cavaliere

Created on November 19, 2024

Start designing with a free template

Discover more than 1500 professional designs like these:

Transcript

MOSTRI E DEMONI NELLA DIVINA COMMEDIA

LA DIVINA COMMEDIA Nella Divina Commedia, Dante attraversa i tre regni dell'oltretomba Inferno, Purgatorio e Paradiso. Nell' Inferno incontra mostri e demoni che hai già conosciuto nella mitologia greca e romana

Dante le colloca a custodia del secondo girone del VII Cerchio dell'Inferno, la selva dei suicidi. Le descrive nel Canto XIII, come mostruosi uccelli dalle grandi ali, colli e volti umani, un grosso ventre piumato e zampe artigliate. Nidificano tra le piante dove sono imprigionate le anime dei suicidi e si cibano delle loro foglie, provocando dolore ai dannati.

LE ARPIE

Personaggio della mitologia classica, figlio dell'Erebo e della notte, traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume dell'Ade Acheronte. Virgilio lo descrive nel libro VI dell'Eneide, durante la discesa agli Inferi di Enea: è un vecchio dall'aspetto squallido, che fa salire sulla sua barca le anime dei defunti ma lascia sulla riva gli insepolti. Il Caronte di Dante è un vecchio coperto di barba bianca, con gli occhi circondati da fiamme, che minaccia severi castighi ai dannati e li fa salire sulla sua barca, battendo col remo le anime che si adagiano sul fondo

CARONTE

Dante lo pone a custodia del III Cerchio (golosi), dove è strumento di punizione in quanto graffia e scuoia gli spiriti con i suoi artigli (Inf., Canto VI). Il mostro è descritto con occhi rossi, i peli del muso sporchi e neri, il ventre largo e le zampe artigliate; emette latrati che assordano i dannati e ciò acuisce il loro tormento. Appena vede i due poeti si avventa contro di loro, ma Virgilio gli getta in gola una manciata di terra che placa la sua fame

CERBERO

Dante la colloca fra i demoni a guardia della città di Dite (Inf., IX, 52 ss.), benché essa non compaia direttamente ma venga solo evocata dalle tre Furie allo scopo di pietrificare Dante. La minaccia è presa sul serio da Virigilio, che obbliga Dante non solo a voltarsi ma a coprirsi gli occhi con le mani proprie e del maestro stesso.

MEDUSA

Dante lo colloca nel Canto V dell'Inferno, quale giudice dei dannati che indica loro a quale Cerchio sono destinati. Minosse è posto all'ingresso del II Cerchio (lussuriosi) e ha caratteri bestiali: ringhia, ha una lunga coda che avvolge attorno al corpo tante volte quanti sono i Cerchi che il dannato (il quale gli confessa tutti i suoi peccati) deve discendere.

MINOSSE

Dante lo colloca a guardia del VII Cerchio dell'Inferno dove sono puniti i violenti e lo introduce all'inizio del Canto XII. Il mostro, non appena vede Dante e Virgilio, si morde dalla rabbia ma il poeta latino lo ammansisce ricordandogli che nessuno dei due è Teseo e che Dante non è lì ammaestrato dalla sorella Arianna, bensì per vedere le pene dei dannati. Il demone a quel punto si allontana saltellando come un toro che ha ricevuto il colpo mortale.

MINOTAURO

Dante lo descrive direttamente nel Canto XXXIV dell'Inferno, come un'enorme e orrida creatura, pelosa, dotata di tre facce su una sola testa e tre paia d'ali di pipistrello. Lucifero è confitto dalla cintola in giù nel ghiaccio di Cocito, quindi emerge solo il lato superiore del mostro; in ognuna delle tre bocche maciulla coi denti un peccatore (Bruto e Cassio ai lati, Giuda al centro, ovvero i tre principali traditori della tradizione biblico-classica), mentre con gli artigli graffia e scuoia la schiena di Giuda.

LUCIFERO