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Caravaggio
Mattixan 08
Created on November 19, 2024
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Caravaggio fu apprendista nella bottega di Simone Peterzano,un pittore italiano del tardo Rinascimento e uno dei maestri più influenti nella formazione artistica di Caravaggio ed è noto soprattutto per aver dichiarato di essere stato allievo di Tiziano, il grande maestro veneziano, nel tentativo di legittimare il proprio stile e prestigio artistico,a Milano tra il 1584 e il 1588. Durante questo periodo, Peterzano introdusse il giovane all'arte del disegno, alla composizione e alle tecniche pittoriche tipiche del Rinascimento veneziano e lombardo. Questo apprendistato fu fondamentale per Caravaggio per diversi motivi: -Influenza del tonalismo veneziano: La formazione con Peterzano espose Caravaggio al tonalismo veneziano, caratterizzato da un uso raffinato della luce e del colore, derivato dall'insegnamento di Tiziano. Questo stile influenzò la futura maestria di Caravaggio nel chiaroscuro. -Tradizione lombarda: Peterzano operava in un contesto milanese fortemente influenzato dalla tradizione lombarda, che privilegiava un realismo devoto e un'attenzione ai dettagli naturali. Questa sensibilità si sarebbe riflessa nella pittura di Caravaggio, specialmente nel suo approccio realistico ai soggetti. -Tecniche pittoriche: Sotto la guida di Peterzano, Caravaggio apprese i fondamenti della pittura a olio e la preparazione dei supporti, competenze essenziali che avrebbero alimentato la sua successiva rivoluzione artistica. Pur essendo un artista rispettabile e ben radicato nella tradizione manierista, Peterzano non raggiunse mai l'innovazione di Tiziano o di altri contemporanei di primo piano. Tuttavia, la sua bottega rappresenta un punto di contatto tra le influenze manieriste e il nuovo naturalismo che avrebbe definito la pittura barocca. Per Caravaggio, Peterzano fu un trampolino di lancio: un maestro che gli fornì le basi tecniche e culturali necessarie per sviluppare il suo linguaggio pittorico rivoluzionario, pur non avendo egli stesso partecipato a tale trasformazione.
Cena in emmaus
Scudo con testa di Medusa
Nel 1598, il granduca Ferdinando I dei Medici ricevette dal cardinale del Monte un'opera di Caravaggio, destinata alla Galleria degli Uffizi. Caravaggio, astro nascente a Roma, dipinse la testa mozzata della Medusa su uno scudo convesso, creando un'impressionante illusione di concavità grazie all'uso sapiente di luce e ombra. La scena, resa vivida dai dettagli delle serpi e degli occhi sgranati di Medusa, fungeva da monito per i nemici. L'ispirazione classica dell'opera, che richiama le maschere dell'antichità, potrebbe essere stata influenzata anche da un lavoro di Leonardo da Vinci, ora perduto. La rappresentazione di Caravaggio cattura l'istantaneità espressiva di Medusa, trasformando il supporto convesso in un'opera tridimensionale e realistica, contribuendo alla reputazione del pittore come innovatore e maestro del chiaroscuro. L'opera rimane uno dei capolavori più significativi della Galleria degli Uffizi.
Sacrificio di Isacco
É un'opera di Caravaggio, donata da John F. Murray alla Galleria degli Uffizi, che raffigura il momento drammatico in cui Abramo sta per sacrificare Isacco, ma viene fermato da un angelo. Il dipinto è un esempio della capacità di Caravaggio di catturare espressioni estreme, in particolare il terrore di Isacco. La figura di Isacco è modellata su Cecco Boneri, un giovane che fu modello per molti lavori di Caravaggio, e anche l'angelo sarebbe stato ispirato da Cecco, come rivelato da analisi riflettografiche. L'opera potrebbe essere stata commissionata dal cardinale Maffeo Barberini, come testimoniato da documenti storici, con una datazione che varia tra il 1603 e il 1604.
Fanciullo con canestro di frutta
L’opera fu realizzata dal Merisi durante il suo apprendistato a Roma presso il Cavalier D’Arpino, che lo fece spesso operare nella realizzazione di nature morte. Egli arrivò a Roma e si stabilì là definitivamente nel 1592, dove entrò a far parte della corte di Pandolfo Pucci. In precedenza era stato a Milano (dal 1584 circa), da cui faceva avanti e indietro tra il paese natale da cui prese il soprannome, Caravaggio, studiando presso Simone Peterzano. A suo completamento il quadro fu da lui donato ad Arpino e rimase nella sua collezione fino al 1607, anno in cui fu accusato di possesso illegale di armi da Paolo V. In quell’occasione donò l’intero complesso a quest’ultimo, che lo diede sua volta al nipote Scipione Borghese. L’opera è tuttora conservata nella raccolta del Borghese, a Roma. Si tratta di un olio su tela da 70 x 67, di datazione rintracciabile intorno al 1595. L’opera rappresenta un giovane rivolto a sinistra di tre quarti che tiene in mano un cesto di frutta autunnale ( pomi, uva). Tutti i soggetti del quadro, dalla figura di ragazzo alla frutta, sono stati realizzati con grande minuzia di dettagli e realismo, a testimonianza della necessità di rappresentare una realtà concreta, non edulcorata da idealismi estetici. Proprio in funzione di ciò il ragazzo si presenta con un aspetto molto verosimile e non di bellezza eterea e fittizia. La fonte luminosa in alto a sinistra, che taglia diagonalmente lo sfondo, provoca la proiezione dell’ombra dei soggetti sul muro retrostante, dando una resa di dinamismo.
Bacco Adolescente
Questa opera venne portata all’attenzione dai depositi della Galleria degli Uffizi da Roberto Longhi, il quale riconobbe in Caravaggio questa singolare rappresentazione di Bacco. Si pensa che l’opera, insieme alla “Medusa” siano state donate dal cardinale Del Monte al granduca di Toscana Ferdinando I De’ Medici, il quale lo ha inserito nella collezione della Galleria. Il dipinto è stato eseguito da Caravaggio a Roma sotto la protezione di papa Clemente VIII. Il cardinale Del Monte coltivava diversi interessi tra cui artistici, musicali e scientifici che influenzarono il percorso di Caravaggio. Il cardinale favorì l'affermazione del linguaggio innovativo di Caravaggio, come dimostra la rappresentazione di Bacco, che non appare più trascendente ma ancorato alla transitorietà del tempo. Dettagli come la bacatura della frutta, le foglie secche e le unghie nere nel dipinto riflettono questa visione. L’opera esprime anche un rinnovato interesse per la classicità, visibile sia nel soggetto che nel richiamo ai ritratti marmorei di Antinoo.
La deposizione di Cristo
La Deposizione di Cristo di Caravaggio, realizzata tra il 1602 e il 1604 per la cappella della famiglia Vittrice alla Chiesa Nuova, è un'opera emblematica della sua maturità. Commissionata poco prima del 1602, l'opera rimase nella chiesa fino al 1797, quando fu trasferita a Parigi, per poi tornare nel 1816 e entrare nella Pinacoteca. La scena rappresenta il corpo di Cristo deposto dalla croce, illuminato drammaticamente da una luce che squarcia l'oscurità del sepolcro. Tra i personaggi, l'evangelista Giovanni è facilmente riconoscibile, mentre il terzo uomo è probabilmente Giuseppe d'Arimatea, e non Nicodemo. Le tre Marie sono disposte con grande maestria: la Madonna, avvolta nel velo blu, e le altre due donne, la Maddalena (con i capelli sciolti) e Maria di Cleofa (con i capelli raccolti in trecce). Caravaggio organizza i personaggi in un moto ascendente che riflette l'intensificarsi del dramma, dall'immobilità di Cristo alla disperazione delle donne.
San Girolamo scrivente
Caravaggio, celebre pittore e figura turbolenta della Roma del Seicento, fu coinvolto in numerosi episodi violenti tra il 1600 e il 1605: aggressioni, diffamazioni, ingiurie contro le autorità e ferimenti. Dopo aver ferito il notaio Mariano Pasqualone per questioni amorose, fuggì a Genova per evitare l’arresto, tornando solo grazie all’intercessione del cardinale Scipione Borghese, che negoziò una pace. In segno di gratitudine, Caravaggio dipinse per Borghese il San Girolamo Scrivente.Quest’opera, realizzata tra il 1605 e il 1606, raffigura il santo come un eremita anziano immerso nello studio e nella scrittura. San Girolamo è ritratto con realismo, seduto a un tavolo rudimentale coperto da libri e pochi oggetti essenziali. I libri simboleggiano la sapienza e il ruolo di San Girolamo come traduttore della Bibbia in latino, cioè la Vulgata. Sul tavolo, inoltre, si trova anche un teschio simbolo della vanità terrena e della meditazione sulla morte. Il santo indossa un semplice mantello rosso che spicca nel contrasto con l'oscurità dello sfondo. Il forte chiaroscuro e i dettagli materici dei libri, del legno e del mantello rosso esaltano la drammaticità e il simbolismo religioso dell’opera. La scelta di un modello reale per il santo sottolinea il suo approccio innovativo e naturalistico, che si distacca dalle idealizzazioni classiche. Conservato oggi alla Galleria Borghese, il dipinto è considerato un capolavoro che unisce naturalismo e profondità spirituale.
La Madonna dei Palafrenieri
La “Madonna dei Palafrenieri” è un dipinto di Caravaggio realizzato tra il 1605 e il 1606 su commissione della Confraternita dei Palafrenieri per la cappella in San Pietro dedicata a Sant’Anna. L’opera raffigura la Madonna e il Bambino mentre schiacciano un serpente, simbolo del peccato originale e dell’eresia, con Sant’Anna presente sullo sfondo. Caravaggio adotta uno stile realistico e drammatico, distaccandosi dalla tradizione iconografica. La figura di Maria è molto umana e attiva, mentre Gesù appare un bambino naturale e vitale. Tuttavia, l’opera fu rifiutata dalla Confraternita per motivi che potrebbero riguardare la rappresentazione considerata troppo umana e poco decorosa. Successivamente, il dipinto fu acquistato dal cardinale Scipione Borghese per la sua collezione.
Davide con la testa di Golia
Caravaggio, segnato dall’omicidio di Ranuccio Tomassoni nel 1606, riflette il suo tormento interiore nel dipinto di Davide con la testa di Golia. L’artista, cercando redenzione, inserisce nello sguardo di Davide un simbolo di pietà, forse per richiamare la grazia pontificia.Le sue opere, caratterizzate da una brutale realtà e dall’uso simbolico della luce, si allineano agli ideali della Controriforma, ma la sua interpretazione profondamente umana lo rese isolato e criticato. L’iscrizione “Humilitas Occidit Superbiam” sulla spada di Davide enfatizza il tema morale del dipinto.
Martirio di sant'Orsola
Il Martirio di Sant'Orsola è un'opera straordinaria realizzata da Caravaggio nel 1610, poco prima della sua morte. Questo dipinto a olio su tela misura 143 x 180 cm ed è attualmente conservato presso le Gallerie d'Italia a Napoli, all'interno di Palazzo Piacentini, che era storicamente la sede del Banco di Napoli. Il dipinto rappresenta il momento drammatico del martirio di Sant'Orsola, una giovane martire cristiana. Caravaggio, noto per il suo uso innovativo della luce e dell'ombra (chiaroscuro), riesce a catturare l'intensità emotiva della scena. La figura di Sant'Orsola è ritratta in una posa che esprime sia la sofferenza che la dignità, mentre il suo corpo è circondato da elementi simbolici che richiamano la sua storia. Il Martirio di Sant'Orsola è considerato l'ultima opera di Caravaggio e rappresenta un compimento artistico della sua carriera. La sua realizzazione avvenne in un periodo di grande tumulto personale per l'artista, e il dipinto riflette la sua maestria nel rappresentare la condizione umana e la spiritualità. Questa opera non solo è un capolavoro del Barocco, ma offre anche uno sguardo profondo sulla vita e le sfide di Caravaggio, rendendola un pezzo fondamentale della storia dell'arte.
La Decollazione di San Giovanni Battista
La Decollazione di San Giovanni Battista è uno dei capolavori più celebri di Caravaggio, realizzato nel 1600.Questo dipinto, che misura 361 x 520 cm, è un'opera monumentale che si trova attualmente nell'Oratorio della Cattedrale di San Giovanni Battista a La Valletta, Malta. Il dipinto rappresenta il momento drammatico della decollazione di San Giovanni Battista, un evento biblico di grande impatto emotivo. Caravaggio utilizza il suo caratteristico stile di chiaroscuro per accentuare il contrasto tra la luce e l'oscurità, creando un'atmosfera intensa e coinvolgente. La scena è caratterizzata da: -Realismo: Le figure sono rappresentate in modo estremamente realistico, con dettagli che evidenziano la brutalità del momento. - Dinamismo: I movimenti delle figure, in particolare quello del boia, trasmettono un senso di azione e urgenza. - Simbolismo: La presenza di elementi come il sangue e la spada sottolineano il tema della martirizzazione e della fede. La Decollazione di San Giovanni Battista è considerata l'unica opera firmata di Caravaggio, poiché l'artista ha firmato il dipinto con il suo stesso sangue, un gesto che sottolinea l'importanza e la sacralità dell'opera. Questo dipinto non solo rappresenta un momento cruciale della vita di Giovanni Battista, ma riflette anche le sfide personali e artistiche che Caravaggio affronta in quel periodo.
Seppellimento di Santa Lucia
Il "Seppellimento di Santa Lucia della Batia di Siracusa" è una delle ultime opere di Caravaggio, realizzata nel 1608 per la chiesa di Santa Maria della Batia. L'opera raffigura il funerale di Santa Lucia, con il corpo della santa nella tomba e circondato da uomini che compiono il rito. Caravaggio usa la luce per accentuare il dramma emotivo e il realismo della scena. La morbidezza dei corpi e la tensione tra vita e morte esplorano temi di spiritualità e sacrificio. L'opera riflette una visione più intima e realistica della religiosità, lontana dalle rappresentazioni idealizzate, tema ricorrente nelle opere caravaggesche.
Bacchino malato
Interrotto il rapporto con il Cavalier d Arpino, il pittore cominciò a dipingere scene di genere a mezze figure. Tra questi il Bacchino malato: il cui titolo fu proposto da Roberto Longhi per l’aspetto sofferente ed il colorito livido che caratterizza l’incarnato del giovane. Il giovanetto romano incoronato di edera, che, appoggiato a un parapetto in pietra, tiene in mano un grappolo d'uva, raffigura il dio del vino e dell'ebbrezza, Bacco. Il quadro è emblematico del verismo di Caravaggio, di una rappresentazione della realtà come mai prima si era vista in un pittore. Se si confronta questa immagine con gli dei e le divinità di Annibale Carracci, si capisce immediatamente fino a che punto il realismo di Caravaggio appare rivoluzionario e sconvolgente. Contro il fondo scuro la figura è ritratta in luce; la posizione del giovane è come rattrappita, il volto attraversato da una smorfia dolorosa, mentre con una mano porta verso la bocca il grappolo d'uva e con l'altra sembra nell'atto di cogliere uno dei chicchi dorati o verdi.
Resurrezione di Lazzaro
Resurrezione di Lazzaro è un dipinto di Caravaggio, in olio su tela (380 x 275 cm), realizzato nel 1609. L'opera è conservata al Museo Regionale di Messina. Caravaggio, fuggito da Malta e arrivato a Messina nel 1609, ricevette l'incarico da Giovanni Battista de' Lazzari di dipingere una pala per la chiesa dei Padri Crociferi. L'opera avrebbe dovuto rappresentare La Resurrezione di Lazzaro, simbolo del casato del committente. Tuttavia, il pittore, offeso dalle critiche, rasoio la tela originale e la sostituì con una nuova versione realizzata in fretta. Si presume che l'episodio della tela rasoiata sia una leggenda inventata dal biografo di pittori messinesi, Francesco Susinno. Nel dipinto, Caravaggio si autoritrae come l'uomo con le mani dietro l'indice di Cristo, in un ambiente realistico e drammatico. La luce, come simbolo della Grazia, svolge un ruolo importante nel dipinto, creando un effetto di maggiore drammaticità rispetto alle opere precedenti dell'artista. Questo dipinto rappresenta la svolta artistica di Caravaggio verso una maggiore sperimentazione sulla luce, che tende a "cancellare" i personaggi nelle sue opere.
Adorazione dei pastori
Adorazione dei pastori è un dipinto del pittore italiano Caravaggio realizzato in olio su tela(314 × 211 cm) nel 1609. È custodito nel Museo Regionale di Messina. L'opera venne eseguita a Messina, in seguito alla sua fuga dalle prigioni di Malta. Caravaggio ricevette dal senato della città l'incarico della realizzazione di una pala d'altare per la chiesa di Santa Maria della Concezione, retta dai padri Cappuccini. In cambio, il senato prometteva all'artista il compenso di mille scudi, una delle più alte cifre della sua carriera. Con quest'opera, il pittore inaugura il cosiddetto genere della Natività Povera, che avrà grandissima fortuna nella pittura sei-settecentesca. La scena è ambientata all'interno di una stalla: Maria, sfinita dal viaggio e dal successivo parto, giace sdraiata per terra, e regge in grembo il bambinello che dorme. Dinanzi a loro, San Giuseppe ed i pastori (uno dei quali si distingue per la spalla scoperta) sono disposti in maniera da formare una croce, mentre sullo sfondo il bue e l'asino fungono quasi da quinta insieme alla mangiatoia.
San Giovanni Battista
L'agnello, personificazione di Gesù, accompagna tradizionalmente san Giovanni. Ma anche l'ariete sta come immagine di Cristo, e le sue corna venivano viste come un "geroglifico" della Croce. Caravaggio sostituendo l'ariete all'immagine più corrente dell'agnello, ha voluto riportare l'attenzione sulle simbologie usate dagli antichi cristiani. Caratteristica innovatrice della sua pittura è la funzione della luce, che fa emergere oggetti e soggetti dall'ombra e costruisce i volumi.
Dopo aver ottenuto la grazia per l'omicidio commesso nel 1606, Caravaggio si preparò a tornare da Napoli a Roma via mare. Durante una sosta a Palo, fu incarcerato per errore e non riuscì a impedire che la sua imbarcazione, con a bordo il dipinto di San Giovanni Battista destinato al cardinale Borghese, proseguisse per Porto Ercole. Rilasciato, Caravaggio, afflitto, morì poco dopo a Porto Ercole. Il dipinto arrivò al cardinale solo nel 1611, un anno dopo la morte dell'artista. Attribuito a Caravaggio da Roberto Longhi nel 1927.