L'organizzazione politica del regno d'Italia (1871-1911))
LEONARDO COVI
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Transcript
1871-1911
1871-1911
LA SITUAZIONE POLITICA DEL NUOVO
REGNO D'ITALIA
INDICE
5. il brigantaggio
4. la questione meridionale
3. la destra storica
2. l'analfabetismo
1. l'organizzazione politica del regno
indice
- Il neonato Regno d'Italia dovette scegliere innanzitutto la propria organizzazione amministrativa -> venne scelto uno STATO CENTRALIZZATO (tutte le decisioni provengono dai palazzi del potere centrale di stato che si trovano nella capitale)
- Lo STATUTO ALBERTINO rimase la Costituzione di stato e l'elezione del Parlamento seguì le regole usate nel Regno di Sardegna
1. L'organizzazione politica del regno
Dalla nascita del regno d'Italia (1861) fino alla conclusione delle Guerre di Indipendenza e la Breccia di Porta Pia (1870) -> Il regno d'Italia rimase molto "piemontese". Perchè?
- Allo Stato faceva comodo avere uno standard comune e di conseguenza estese ciò che funzionava in Piemonte a tutta la Penisola (es. esercito, istruzione, tasse, elezioni, ecc...)
- Il nuovo Regno cercò di creare - anche forzatamente - coesione dove prima non c'era.
- 40 anni dopo la situazione cambiò molto e solo in poche zone la scolarità era inferiore al 50 % degli aventi diritto
- Il Sud era sempre svantaggiato
- I livelli più elevati di alfabetizzazione si raggiunsero al Nord (Piemonte e Lombardia su tutti)
- Al Sud la situazione era molto drammatica
2. L'analfabetismo
1911
1871
3. La destra storica: 1861- 1876
- Nei primi anni di regno il governo fu in mano alla cosiddetta "destra storica".
- Era una parte di Parlamento liberale-moderata che seguì la linea politica di Cavour.
- Ne facevano parte i ceti sociali più elevati.
La destra storica di battè per risolvere alcuni problemi del nuovo Regno tra i quali:
- Il risanamento del bilancio. Lo stato era in debito per le numerose spese militari e doveva trovare velocemente del denaro -> alcune pesanti tasse (es. sul macinato) portarono al pareggio del bilancio nel 1975. Il costo per la popoalzione fu enorme!
- L'esercito. Per renderlo moderno, lo Stato introdusse la leva militare obbligatoria (all'inizio della durata di 5 anni). Tutti i maschi adulti, a 18 anni circa, lasciavano la propria dimora per un addestramento!
- L'analfabetismo.
- La scarsità delle reti ferroviarie. Lo Stato si impegnò sempre di più per aumentare l'estensione si tali reti.
- Al sud sorgevano i latifondi, enormi appezzamenti gestiti da un limitato numero di persone che producevano poco rispetto al potenziale che avevano. Quasi tutti vivevano come braccianti agricoli!
- Le tasse imposte dallo Stato centrale non aiutarono: al Sud crebbe il malcontento e lo Stato venne visto con sfiducia.
4. La questione meridionale
- Le difficoltà economiche e sociali del Sud erano così evidenti che a Roma si cominciò a parlare di "questione meridionale" (che vuol dire a tutti gli effetti il problema/peso del Meridione)
- Le nuove fabbriche sorsero sempre più al nord - anche perché lo Stato investì lì - e il Sud faceva leva sulla sola agricoltura.
5. Il brigantaggio
- Coloro che cavalcarono l'onda di malcontento della popolazione meridionale furono i briganti.
- I briganti erano persone che si ribellavano allo Stato centrale italiano e lo sabotavano tramite rapine, furti, uccioni e altre azioni illegali.
- I briganti erano spesso supportati dalla popolazione del Sud e anche da alcuni simpatizzanti borbonici (la casa nobiliare che governava prima dei Savoia al Sud). Molti briganti erano ex soldati dei Borbone!
- I briganti erano scontenti soprattutto delle tasse e della leva obbligatoria.
- Lo Stato Italiano tra 1861 e 1864 debellò il fenomeno, ma con un enorme dispendio di risorse (furono utilizzati circa 160mila uomini dell'esercito!)
Molte donne si unirono ai briganti!