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emma fabbrini

Created on November 16, 2024

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Transcript

Laicità e simboli religiosi in italia e nel mondo

Brancaccio, Fabbrini, Morieri, Mininni

La laicità

La laicità è la neutralità dello Stato e delle sue istituzioni in materia di religione.Contrariamente a quello che spesso si crede, laicità non è sinonimo di ateismo. La laicità equivale a un rifiuto non della fede ma della pretesa di una religione di essere il metro di misura universale della società e del mondo. La neutralità dello Stato e delle sue istituzioni in fatto di religione e la separazione tra la sfera pubblica della politica e quella privata della religione sono alla base del laicismo e garantiscono una multiculturalità pacifica all'interno di un paese.

Laicità in Italia

Costituzione Italiana:

Articolo 19

Articolo 7

Articolo 8

Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.

Info

L'uso del velo islamico in italia

In Italia non esistono leggi specifiche che limitano l'uso del velo. Secondo varie leggi ogni individuo ha libertà di espressione e diritto ad una privacy personale che può essere limitata solo in casi di:-sicurezza pubblica; -prevenzione dei crimini; -salute; -indagini giudiziarie.

LEGGE 22 maggio 1975, n. 152

(Aggiornamenti in vigore dal 15-6-2019)

Art. 5.E' vietato prendere parte a pubbliche manifestazioni, svolgentisi in luogo pubblico o aperto al pubblico, facendo uso di caschi protettivi o con il volto in tutto o in parte coperto mediante l'impiego di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona. Il contravventore è punito con l'arresto da uno a due anni e con l'ammenda da 1.000 a 2.000 euro.

1924

linea del tempo

2009

Processo storico atttraverso cui siamo arrivati all'attuale disposizione che permette ai dirigenti delle scuole di decidere se esporre il crocifisso nelle aule

2021

E nei tribunali?

Nei pubblici uffici italiani, tra i quali rientrano anche le aule di giustizia, si può esporre solo il simbolo del crocifisso.

Come funziona in altri paesi?

FRANCIA

GERMANIA

AUSTRIA

Una sentenza della Corte Costituzionale del 1995 ha sancito l’incostituzionalità della presenza dei simboli religiosi nelle aule scolastiche. Tale provvedimento riguarda le scuole elementari del solo land della Baviera per cui la presenza del crocifisso è dovuta a una richiesta di genitori, insegnanti e alunni delle diverse scuole.

Una legge del 1949 e il Concordato del 1962 garantiscono la presenza dei crocifissi nelle scuole dove gli studenti cristiani sono la maggioranza.

È vietata espressamente (articolo 28 della Costituzione) l’esposizione di simboli o emblemi religiosi su monumenti e in spazi pubblici, a eccezione di luoghi di culto, cimiteri, musei

francia

COSTITUZIONE FRANCESE ARTICOLO 1. La Francia è una repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale. Essa assicura l'eguaglianza dinanzi alla legge a tutti i cittadini senza distinzione di origine, di razza o di religione. Essa rispetta tutte le convinzioni religiose e filosofiche.La sua organizzazione è decentrata.

Nel primo articolo della costituzione la Francia enuncia il principio di laicità, per il quale pone un'obiettivo educativo prioritario. Nel 2004 la legge 228 vieta a scuola qualsiasi segno religioso "ostentatorio" o rivendicativo dell'appartenenza religiosa. Questo divieto ha lo scopo di rendere la scuola un luogo neutrale in quanto la neutralità è corollario della ugualianza. Per questo motivo oltre al divieto del velo, nel 2023, è stato vietato anche di indossare l'abaya (tunica tradizionale che copre tutto il corpo eccetto testa mani e piede), in quanto ha detto il ministro dell'istruzione francese Gabriel Attal: «Le scuole della Repubblica sono costruite intorno a valori forti, in particolare la laicità. La laicità è una libertà, non una costrizione. Quando si entra in un’aula, non si deve essere in grado di identificare la religione degli alunni guardandoli». Tale questione è emersa anche nel corso delle Olimpiadi di Parigi 2024: alle atlete francesi è stato richiesto di "rispettare i principi di laicità e neutralità, che significa divieto di indossare simboli religiosi esteriori, tra cui l'hijab, e il velo quando agiscono nella loro veste ufficiale e nelle occasioni ufficiali come membri della squadra nazionale francese".

PARTICOLARITA': Sulla stessa scia della Francia il Belgio nel 2011 ha introdotto una normativa antiburqa, ma le due realtà non sono sovrapponibili infatti il Belgio è caratterizzato dalla multiculturalità, poiché è caratterizzato da diversità linguistiche religiose ed identitarie:è suddiviso in regioni distinte: le Fiandre di lingua olandese a nord, la Vallonia francofona a sud e la comunità germanofona a est. La capitale bilingue, Bruxelles. Lingue ufficiali: Olandese, Francese, Tedesco. Inoltre la laicità belga è fortemente volta al rispetto della diversità

belgio

Il Belgio è formalmente uno stato laico,ovvero che non riconosce nessuna religione come ufficiale e garantisce la libertà religiosa. La Costituzione belga, infatti, garantisce la libertà di culto (Articolo 19) e stabilisce che il governo non possa imporre pratiche religiose o interferire con le credenze individuali. La questione dell'esposizione di simboli religiosi nei luoghi pubblici (come il velo islamico o il crocifisso) è una tematica che ha suscitato numerosi dibattiti in Belgio, la legge belga non vieta esplicitamente l'uso di simboli religiosi, ma ci sono alcune regolazioni che riguardano il loro uso in luoghi pubblici, in particolare in relazione al lavoro e all'istruzione. Nelle scuole pubbliche l'uso di simboli religiosi è regolato. Le scuole pubbliche possono proibire di portare il velo islamico (hijab) o altri simboli religiosi visibili (come crocifissi o kippah) in quanto parte di una politica di neutralità religiosa. Mentre in contesto lavorativo, durante le ore di lavoro è esplicitamente vietato indossare simboli religiosi.

afghanistan

Già dal 2021 i Talebani, attraverso diversi decreti, hanno condizionato radicalmente la vita delle donne, vietando loro di poter lavorare, studiare, uscire senza essere accompagnate e obbligandole a mostrarsi in pubblico completamente coperte attraverso il tradizionale velo del burqa. Se quest'ultima regola fosse infranta, la donna coinvolta dovrebbe subire una pena, che puo essere piu o meno severa e brutale: -arresto o detenzione -violenza fisica: la polizia talebana è infatti nota per l'uso della violenza come strumento di controllo sociale. - sanzioni economiche -persecuzione sociale

Il regime talebano considera quindi il velo un obbligo religioso e morale, e la non osservanza di questa norma è vista come una violazione della legge islamica (sharia). Inizialmente, dopo il ritorno al potere nel 2021, i talebani avevano affermato che avrebbero cercato di attuare una versione "più morbida" della sharia, ma ben presto hanno imposto misure molto dure.

Donne determinate a lottare per i propri diritti

Sebbene il regime talebano abbia imposto severe leggi sul velo e sull'abbigliamento femminile, alcune donne hanno continuato a sfidare queste normative, indossando abiti non conformi o rifiutandosi di indossare il burqa obbligatorio. Tuttavia, le autorità talebane continuano a rispondere con brutalità, cercando di spezzare ogni forma di resistenza.

Alcune di queste proteste:

Info

La cronaca:
  • Kabul, giugno 2022: alcune donne sfilano per Kabul con il volto scoperto
  • Kabul 2023: L'azione simbolica ha visto donne rimuovere i veli di fronte a un gruppo di giornalisti, come gesto di protesta

Inoltre un importante caso di cronaca è quello di Sahar, un giovane ragazza che è stata aggredita e uccisa nel 2022 a Kabul dopo che un capello era stato visto fuori dal suo velo mentre camminava per le strade.

Sentenza di cassazione

Una sentenza di Cassazione del 2021 ha stabilito infine che l'esposizione non è obbligatoria ma nemmeno discriminatoria, che non può essere imposta, però deve essere decisa in autonomia dalla scuola in questione, con un dialogo e un accordo tra le parti coinvolte in nell'eventuale disaccordo

  • Le sentenze della Cassazione non fanno legge, il suo compito è quella di definire la corretta interpretazione di una legge o altra norma

Sentenza caso Lautsi

La Corte europea per i diritti dell'uomo il 3 novembre 2009 con la sentenza del caso Lautsi stabilì che il crocifisso nelle aule è "una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e del diritto degli alunni alla libertà di religione"

  • La Corte europea dei diritti dell'uomo è un organo giurisdizionale internazionale, istituito per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali
I Patti Lateranensi

I Patti Lateranensi sono patti stipulati nel 1929 per i quali la Chiesa riconosce la presenza di uno Stato Italiano Laico. Con questi patti vengono definiti quindi i rapporti tra stato e chiesa mettendo fine alla questione romana : un conflitto iniziato nel periodo risorgimentale tra il movimento nazionale italiano e la chiesa che erano in contrasto per la sovranità su roma .

La cronaca italiana:

Un'alunna di 10 anni si è presentata nella classe di una scuola di Pordenone con il 'niqab', il velo islamico che copre l'intero corpo, lasciando scoperti solo gli occhi. La maestra ha chiesto e ottenuto che la piccola tornasse in classe a volto scoperto, come di fatto è poi avvenuto. Il segretario regionale della Lega del Friuli ha definito "inaccettabile" il niqab in classe, promettendo di portare il caso in Senato a Roma per proporre il divieto del velo integrale nelle scuole e nei luoghi pubblici, "per il rispetto dei diritti delle donne e per la sicurezza pubblica".Il vicesindaco di Pordeone Alberto Parigi ha affermato, "bene ha fatto la maestra a intervenire. Voglio sperare che tutti siano d'accordo sul fatto che nelle nostre scuole non si deve entrare velati"

Articolo 118 del regio decreto 30 aprile del 1924

"Ogni istituto ha la bandiera nazionale; ogni aula l'immagine del crocifisso e il ritratto del re"

  • Il regio decreto è un atto normativo, non più emanabile in quanto fu adottato durante il regno post-unitario dal consiglio dei ministri e firmato dal re