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Federico Ruysch

Alessandro Filosi

Created on November 14, 2024

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Transcript

Dialogo tra Federico Ruysch & le sue mummie

Nostra ignuda natura;

In te, morte, si posa

Lieta no, ma sicura

Confusa ricordanza: Tal memoria n'avanza Che fummo? Che fu quel punto acerbo Che di vita ebbe nome? Cosa arcana e stupenda Oggi è la vita al pensier nostro, e tale Qual de' vivi al pensiero L'ignota morte appar. Come da morte Vivendo rifuggia, così rifugge Dalla fiamma vitale Nostra ignuda natura; Lieta no ma sicura; Però ch'esser beato Nega ai mortali e nega a' morti il fato.

Figliuoli, a che giuoco giochiamo? non vi ricordate di essere morti?

Il Dialogo

Scatta la mezzanotte;L"Anno Grande e Matematico" si compie: i pianeti sono allineati e per un quarto d'ora i morti potranno rispondere ai quesiti dei vivi che gli avranno posto delle domande. Con questo avvenimento tutti i morti cantano un inno sublime alla morte e al fato. Le mummie nello studio di Federico Ruysch lo svegliano ed egli, impaurito ma curioso, irrumpe nella stanza rompendo ironicamente il clima di solennità. Avute spiegazioni dai morti, inizia a dialogare con loro, ponendo quesiti esistenziali sulla morte. Lo studioso vede smontare tutte le sue credenze una ad una dai morti finchè il quarto d'ora scade e i morti incombono nel silenzio mentre Federico Ruysch torna nel letto come niente fosse.

Figliuoli, a che giuoco giochiamo? Non viricordate di essere morti?

Nel testo emerge un forte ed equilibrato contrasto tra la solenne sapienza dei morti e la ironica ignoranza dell'intellettuale danese, già dalla sua brusca e goffa entrata in scena.

Se no, avvertite ch'io piglio la stanga dell'uscio, e vi ammazzo tutti.

Domina il ribaltamento, sia della figura dell'intellettuale, che nella sua sapienza in realtà non capisce le leggi della natura, quasi ovvie alle parole dei morti, sia dei vari luoghi comuni riguardo alla morte, che vengono smontati uno ad uno dalle mummie.

Paradosso

forse vi siete insuperbiti per la visita dello Czar, e vi pensate di non essere più soggetti alle leggi di prima?

Metafora
Paradosso

Parlate pure insieme li - beramente; che io me ne starò qui da parte, e vi ascolto, per curiosità, senza disturbarvi

La figura dell'inttellettuale subisce una satirica presa in giro, che diventa un uomo goffo ed ingenuo convinto di falsità ovvie e miti popolari, una persona disattenta e distratta con affermazioni scontate, uscite comiche domande sciocche, quasi come un giullare.

Leggende

Se è vero quel che si dice dei vampiri, e voi siete di quelli, cercate altro sangue da bere;

Questo contrasto ironico esplode nel finale, in cui, dopo che Ruysch ha sprecato il tempo in domande ovvie ed inutili, torna a dormire come se niente fosse chiudendo l'ironia in una struttura chiusa.

Non rispondono. Sarà passato il quarto d'ora. Sono ri - morti ben bene: non è pericolo che mi abbiano da far paura un'altra volta: torniamocene a letto.

Che sentimenti provaste di corpo e d'animo nel punto della morte?

Leopardi affronta temi esistenziali riguardo la morte. In particolare si sofferma sul lato sensibile della morte. Ruysch, chiede alle mummie sensazioni, emozioni e pensieri provati nel momento esatto del perimento. La risposta, seppur lievemente diversa, è sempre la stessa: la morte, essendo alleviamento dei sensi e dei pensieri, non comporta nessun dolore nè piacere, nessuna emozione nè pensiero. oltre a ciò, lo scadere del tempo per le domande può essere interpretabile anche come una metafora dello scorrere del tempo e della caducità della vita. Un ricordo che la morte è latente ma giunge per tutti. Queste domande in particolare si riferiscono a luoghi comuni tradizionali che Leopardi, e quindi le mummie, smontano uno per uno, vanificando secoli di tradizoni filosofiche.

Del punto proprio della morte, io non me ne accorsi, come tu non ti accorgi mai del momento che tu cominci a dormire

che cosa è la morte, se non è dolore?

Che dolore ha da essere quello del quale chi lo prova, non se n'accorge?

Ma l'addormentarsi è cosa naturale

E il morire non ti pare naturale?

Quasi che la morte fosse un sentimento, e non piuttosto il contrariocome può essere che un sentimento vivo abbia luogo nella morte? anzi, che la stessa morte sia per propria qualità un sentimento vivo?

Ma come vi accorgeste in ultimo, che lo spirito era uscito dal corpo? ome conosceste d'esseremorti?

Nell'operetta c'è un grande contrasto stilistico, tra la prima parte, in poesia (unica produzione poetica delle operette morali) e il resto del brano, in prosa, sotto forma di dialogo.

La parte in versi, ennesima dimostrazione di grandissima abilità poetica, rappresenta un inno alla vita e alla morte. Scritto in uno stile estremamente elevato e sublime, riflette il punto di vista, il pensiero e le sensazioni dei morti e rappresenta il dilemma esistenziale tra vita e morte. Il canto mortuale ha come scopo la creazione di un atmosfera estremamente solenne e patetica che viene distrutta con l'apparizione della goffa figura di Ruysch.

La parte in prosa è il dialogo vero e proprio. Lo stile si abbassa precipitosamente rafforzando la carica ironica del personaggio di Ruysch.

Federico Ruysch

Intellettuale olandese, apprezzato e famoso nel campo della biologia e dell'anatomia, viene rappresentato da Leopardi come uomo goffo, agitato, curioso ma anche un po' stolto e ignorante. La figura di intellettuale è ribaltata, passando da colui che sa a colui che non capisce la realtà e crede in falsitè e leggende.

Le mummie

Le mummie fungono il ruolo del sapiente; compensano l'ignoranza dell'intellettuale e dell'uomo. Loro conoscono la reale verità.

Giacomo Leopardi

Leopardi, oltre ad essere l'autore, è metaforalmente il personaggio. Da un punto di vista può essere visto come impersonato in Federico Ruysch, lui contro il fato; da un altro invece come le mummie, che conoscono la verità e la diffondono agli uomini stolti,, gli uomini indegni