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LAVORO LATINO
Mattia Deco
Created on November 12, 2024
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Transcript
LE VIRTU' SECONDO LIVIO
LA PRUDENTIA
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La prudentia (prudenza) è una delle virtù fondamentali della tradizione filosofica e morale romana, ed è molto presente nelle opere di Tito Livio, uno degli storici più noti dell'antica Roma, in particolare nel suo capolavoro Ab urbe condita. Livio vede la prudenza come una qualità cruciale per la prosperità e la salvezza di Roma, specialmente nell'ambito delle scelte politiche e militari.
Secondo Livio la prudentia consiste nel non lasciar mai nulla al caso e nel posporre sempre al bene comune, con una valutazione accorta delle circostanze, lambizione o il desiderio di gloria personale.
Nella sua narrazione storica, Livio mette in evidenza che i grandi leader e gli uomini di Stato romani più efficaci sono quelli che sanno applicare la prudentia nei momenti di crisi, come nelle guerre o nei confronti delle sfide politiche interne. Tito Livio non ha un'opera specificamente dedicata alla trattazione delle virtù, ma la prudentia emerge in vari punti nel corso della sua storicizzazione dei fatti di Roma. Questa emerge nel brano Quinto Fabio massimo espone la sua tattica (dal libro XXII) e ora ne citeremo alcuni passi.
Quinto Fabio Massimo il "Temporeggiatore"
Dopo la sconfitta del Trasimeno (217 a.C.), a Roma è nominato dittatore Quinto Fabio Massimo, detto il "Temporeggiatore" perché adotta una tattica consistente nell'evitare lo scontro diretto con Annibale, inizialmente la scelta si rivela efficace ma allla fine non si riesce a evitare la devastazione dell'Italia. Fabio Massimo invita il console Lucio Emilio Paolo a proseguire con tale strategia e a non cedere alle pressioni del collega Gaio Terenzio Varrone, che vorrebbe invece passare all'offensiva (scelta che porterà al disastro di Canne).
LIST/PROCESSES
Tito Livio citationes...
Nec eventus modo hoc docet – stultorum iste magister est- sed eadem ratio. E non è solo il successo che insegna – il successo è il maestro degli stolti – ma anche la strategia razionale. (citato in Tito Livio, XXII, 39; 1997)
"Neque enim qui quaerunt, ubi vincant, bene vincunt; sed ubi id sit, quod vincere possint, ibi certet, ubi victoria est certa, non ubi audaciae aut virtuti locus sit. Viximus antea, adversus potentiores hostes, quibus fides, cuique nomen, caeteri tamen incolumes, bello potius, quam armis tuendis, cunctatione et moderamine temporis."
(Ab urbe condita, XXI, 6)
+traduzione
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Domenico Tornesello
Mattia De Conno
LAVORO REALIZZATO DA
"Infatti, chi cerca il luogo dove vincere, non vince bene; ma deve combattere dove è possibile vincere, dove la vittoria è certa, non dove ci sia spazio per l'audacia o la virtù. Prima, quando ci siamo trovati contro nemici più potenti, abbiamo sopravvissuto non tanto grazie alla forza delle armi, quanto alla prudenza e alla gestione del tempo."