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Timeline Física

Chiara Cogliandro

Created on November 12, 2024

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Transcript

Faraday scopre l'induzione elettromagnetica

1831

Thomas Young conia il termine "energia"

1807

LA STORIA DELLA FISICA

1642

Muore Galileo e nascita di Isaac Newton

1654

Otto won Guericke inventa la prima pompa da vuoto

1687

Newton pubblica "Principia Mathematica"

1695

Leibniz pubblica " Specinem Dynamicon"

1727

Morte di Isaac Newton

1748

Daniel Bernoulli pubblica il saggio sulle forze vive

1769

James Watt brevetta la macchina a vapore

1800

Alessandro Volta inventa la pila

Isaac Newton pubblicò il Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica nel 1687, un’opera fondamentale nella storia della scienza che ha posto le basi della fisica classica e della comprensione dei fenomeni naturali. Conosciuta semplicemente come Principia, quest’opera introduce le tre leggi del moto di Newton, che descrivono come i corpi si muovono e interagiscono tra loro, oltre alla sua legge di gravitazione universale. Le tre leggi del moto sono: 1. Prima legge del moto (principio di inerzia): Un corpo rimane in stato di quiete o si muove a velocità costante in linea retta finché una forza esterna non agisce su di esso. Questo principio descrive come i corpi tendono a mantenere il loro stato di movimento a meno di una forza che ne modifichi il comportamento. 2. Seconda legge del moto (principio fondamentale della dinamica): La variazione del moto di un corpo è proporzionale alla forza applicata e avviene nella direzione della forza. In formule, è espressa come (forza uguale a massa per accelerazione), dove l’accelerazione di un oggetto dipende dalla sua massa e dall’intensità della forza applicata. 3. Terza legge del moto (principio di azione e reazione): A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Questo significa che se un corpo esercita una forza su un altro, l’altro corpo esercita una forza uguale e opposta sul primo. Nel Principia, Newton presentò anche la legge di gravitazione universale, secondo cui due corpi si attraggono con una forza proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra di esse. Questa legge permise di spiegare i moti planetari descritti da Keplero e numerosi fenomeni terrestri, come la caduta dei corpi e le maree.

Michael Faraday, un importante scienziato inglese autodidatta, scoprì il fenomeno dell’induzione elettromagnetica nel 1831. Questa scoperta fu cruciale per lo sviluppo dell’elettromagnetismo e della tecnologia moderna, gettando le basi per la produzione di corrente elettrica e per l’invenzione dei generatori elettrici.Faraday scoprì l’induzione elettromagnetica attraverso una serie di esperimenti, con l’obiettivo di capire meglio la relazione tra elettricità e magnetismo. Durante uno degli esperimenti più significativi, osservò che quando un magnete veniva avvicinato o allontanato da una bobina di filo conduttore, veniva generata una corrente elettrica nel filo. Questo fenomeno, noto come induzione elettromagnetica, avviene perché il movimento del magnete rispetto alla bobina crea un cambiamento nel campo magnetico attorno al filo, generando una forza elettromotrice che induce una corrente elettrica.Faraday formulò così la legge dell’induzione elettromagnetica (spesso chiamata legge di Faraday), che descrive come la variazione del flusso magnetico attraverso un circuito induca una corrente. In breve, la corrente indotta è proporzionale alla velocità con cui il campo magnetico cambia. Questa legge è espressa con la formula , dove è la forza elettromotrice indotta e è il flusso magnetico. L’esperimento di Faraday dimostrò che l’energia magnetica poteva essere convertita in energia elettrica, portando alla costruzione di generatori e trasformatori. La scoperta dell’induzione elettromagnetica non solo fece avanzare la comprensione scientifica dell’elettromagnetismo, ma diede anche il via all’era dell’elettricità, influenzando profondamente l’industria e la società.

Daniel Bernoulli, matematico e fisico svizzero, pubblicò il suo lavoro Exercitationes quaedam Mathematicae (in italiano, Saggio sulle forze vive) nel 1724. Questo trattato rappresentò un contributo significativo allo studio della dinamica e dell’energia nei sistemi fisici. Nel Saggio sulle forze vive, Bernoulli discusse il concetto di “forza viva” (oggi noto come energia cinetica) e sviluppò alcune delle prime formulazioni matematiche che portarono a una comprensione più profonda delle leggi di conservazione dell’energia. Il concetto di forza viva era già stato trattato da altri studiosi, come Leibniz, ma Bernoulli approfondì la relazione tra la massa e il quadrato della velocità di un corpo in movimento, contribuendo a chiarire la distinzione tra quantità di moto (momentum) ed energia. Inoltre, nel Saggio, Bernoulli iniziò ad applicare le sue teorie dinamiche anche ai fluidi, intuendo alcuni concetti che avrebbe poi sviluppato pienamente nel 1738 in Hydrodynamica, la sua opera più nota. In Hydrodynamica, avrebbe formulato il “principio di Bernoulli”, una legge fondamentale della meccanica dei fluidi che descrive come, in un flusso stazionario, un aumento della velocità del fluido comporti una diminuzione della pressione o dell’energia potenziale del fluido.