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URBANISTICA

Gli strumenti urbanistici in Italia

URBANISTICA

Da "urbs" = cittàE' una disciplina, sia teorica che pratica, che studia la città e le trasformazioni necessarie a soddisfare i bisogni collettivi e individuali delle persone che vi abitano. Nel tempo l'urbanistica ha esteso il suo campo di azione a tutto il territorio antropizzato.

INDEX

Concetto di urbanistica

Legislazione urbanistica

Organi urbanistici: la pianificazione

PTCR: Piano Territoriale di Coordinamento Regionale

PTPR: Piano Territoriale Paesistico Regionale

PTCP: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

PRG: Piano Regolatore Generale

Programma di Fabbricazione

Piani attuativi (PEEP, PIP, PR)

Regolamento edilizio

Nuovi strumenti di pianificazione urbanistica comunale (PSC, POC, RUE, PUG)

PIANI ATTUATIVI

PIANI OPERATIVI

PIANI SOVRACOMUNALI

PIANI TERRITORIALI

Sistema "gerarchico" per i piani urbanistici

LEGGE n. 1150 del 17 agosto 1942

REGIONE

PROVINCIA

COMUNE

D.M. 14444/68

Legge 1187/68

Legge 765/67

1980-1990

Legge 94/1982Legge 45/1985

2000

Testi Unici

1970

Legge 10/77

1960

Legge 167/62

Dopoguerra

Legge 1402/51

1885

Legge 2392/85

1865

  • Legge 2248/65
  • R.D. 2321/65
  • Legge 2359/65

EVOLUZIONE URBANISTICA IN ITALIA

1935

1942

Legge 2471/35

Legge 1150/42

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO REGIONALE (PTCR)

E' lo strumento di pianificazione regionale, con validità a tempo indeterminato.Obiettivo: definire le linee di sviluppo dei territori della Regione, in relazione agli insediamenti urbani e produttivi e alla rete di servizi.Fornisce indicazioni di massima: i Comuni devono adeguare i PRG alle linee di sviluppo definite dal PTCR (traducono le previsioni).

CONTENUTI

  • Zone di interesse paesaggistico, storico e artistico;
  • Zone sismiche;
  • Zone sottoposte a vincoli idrogeologico e forestale;
  • Zone per attività produttive;
  • Sedi di impianti di importanza;
  • Rete delle principali linee di comunicazione (stradali e ferroviarie)

ELABORATI

  • Relazione contenente gli obiettivi, criteri e priorità per attuare gli interventi previsti dal piano;
  • Elaborati grafici e cartografici in scala e numero adeguati, con rappresentate le zone e le trasformazioni che si intendono apportare;
  • Regolamento di attuazione del piano, con le norme che devono essere applicate.

PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE (PTPR)

Parte tematica del PTCR.Obiettivo: tutela e valorizzazione del territorio. Mira ad individuare le trasformazioni compatibili con i valori paesaggistici, le azioni di recupero e riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposte a tutela e gli interventi di valorizzazione del paesaggio.

CONTENUTI

I piani suddividono il territorio in base al livello di pregio paesistico (da elevato pregio a quelli compromessi o degradati).Per ogni ambito definiscono prescrizioni finalizzate a:

  • conservazione degli elementi costitutivi e morfologie dei beni paesaggistici sottoposti a tutela;
  • riqualificazione aree compromesse o degradate;
  • individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio;
  • salvaguardia dei paesaggi rurali e dei siti inseriti nella lista del patrimonio dell'Unesco

ELABORATI

  • Cartografia che delimitano le aree a cui si applicano le disposizioni;
  • Norme di attuazione del piano

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTPR)

  • E' lo strumento di pianificazione provinciale;
  • Ogni provincia deve predisporre il piano nel rispetto della pianificazione regionale;
  • Definisce le strategie per lo sviluppo territoriale;
  • Individua le linee di azione che costituiscono il riferimento per la pianificazione comunale.

CONTENUTI

  • Destinazioni del territorio;
  • Localizzazione di massima delle maggiori infrastrutture e delle principali linee di comunicazione;
  • Linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica, idraulico-forestale, per il consolidamento del suolo e per la regimazione delle acque;
  • Aree da destinare a parchi o riserve naturali

ELABORATI

  • Relazione contenente gli obiettivi, criteri e indirizzi;
  • Cartografia che rappresenta lo stato di fatto delle caratteristiche geologiche della Provincia e lo stato degli usi in atto del suolo;
  • Cartografia dell'intera Provincia con evidenziate le aree soggette a tutela, a spazi di uso pubblico, la localizzazione degli edifici pubblici, delle opere e degli impianti di interesse pubblico;
  • Norme di attuazione del piano.

PIANO regolatore generale (PRg)

  • E' il principale strumento urbanistico a livello comunale;
  • Ha lo scopo di disciplinare l'assetto e lo sviluppo dell'intero territorio comunale sia per la parte urbana che extraurbana, nel rispetto delle norme di legge statali, regionali e provinciali in materia urbanistica.

Controdeduzioni

Presentazione del Piano all'organo regionale competente

Approvazione

L'organo regionale competente può approvare o rinviare il piano all'Amministrazione comunale per il riesame. Il Consiglio comunale delibera le proposte della Regione (accoglimento o rigetto) e trasmette nuovamente gli atti alla Regione. La Regione approva il piano ed eventualmente introduce d'ufficio le modifiche che ritiene opportune

Con deliberazione della Giunta Regionale. Per entrare in vigore, il PRG deve essere pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione, all'Albo pretorio del Comune e su almeno un quotidiano locale

Il Consiglio comunale adotta una delibera sulla valutazione delle osservazioni e propone l'accoglimento o il rigetto

Il piano viene depositato nella segreteria comunale per 30 giorni, visionabile da chiunque

ITER DI APPROVAZIONE

Redazione tecnica del piano

Entro 30 giorni, associazioni, enti pubblici e cittadini possono presentare le proprie osservazioni

Delibera di adozione del piano

Deposito e pubblicazione del piano

Presentazione delle osservazioni

Uffici comunali o tecnici (ingegneri, architetti o urbanisti)

Il Consiglio Comunale adotta il progetto di piano che diventa un atto amministrativo pubblico. Il piano "convive" con il piano vigente esercitando un' "azione di salvaguardia" (si sospendono le opere che sono in contrasto con il nuovo PRG)

CONTENUTI

  • Rete delle principali vie di comunicazione;
  • Divisione del territorio in Z.T.O. in relazione alla destinazione d’uso, cioè «in che modo posso utilizzare le diverse porzioni di territorio», e agli indici planivolumetrici (standard urbanistici e limiti dimensionali dell’attività edilizia);
  • Aree destinate a spazio di uso pubblico;
  • Aree da riservare a edifici pubblici o di uso pubblico e a opere e impianti di interesse collettivo;
  • Vincoli nelle zone a carattere storico, ambientale, paesistico;
  • Norme per l’attuazione del piano.

ELABORATI

  • Elaborati grafici: tavole solitamente in scala 1:10.000 o 1:5000 (dipende dall’estensione del territorio) in cui il territorio comunale viene suddiviso con la tecnica della zonizzazione in base alla destinazione d’uso, vengono individuati gli standard e le vie di comunicazione;
  • Norme tecniche di attuazione (N.T.A.): contengono le istruzioni per le opere che possono essere realizzate nelle singole zone omogenee definendo indici

massimi di edificabilità, altezza dei fabbricati, distanze da strade e confini, criteri di valutazione e di calcolo delle superfici e dei volumi;

  • Relazione: contiene la descrizione degli obiettivi, ricerche e indagini effettuate utili per comprendere le scelte di piano, delle metodologie adottate e delle scelte di pianificazione operate per raggiungere e soddisfare gli obiettivi del piano

PROGRAMMA DI FABBRICAZIONE (PF)

La L.1150/42 impone a tutti i Comuni che non sono obbligati a dotarsi di PRG, di utilizzare il Programma di Fabbricazione, come strumento di pianificazione comunale (attualmente soppresso dalle normative regionali)L'art. 34 stabilisce che il PF deve indicare:- la zonizzazione, ciè i limiti di ciascuna zona già in atto o da adottarsi;- le tipologie edilizie di ciascuna zona;- le direttrici di espansione.

REGOLAMENTO EDILIZIO

Disciplinato dal T.U. in materia edilizia (DPR 380/2001).Contiene le modalità costruttive per ogni ZTO definita dal PRG, nel rispetto delle normative tecnico-estetiche, igienico-sanitarie, di sicurezza e di vivibilità (altezze, distanze tra i fabbricati e aspetto).Per uniformare le norme nel settore delle costruzioni e gli adempimenti è stato introdotto il Regolamento Edilizio Tipo (RET).

PIANI ATTUATIVI (O ESECUTIVI)

Sono gli elaborati tecnico-amministrativi che entrano nel dettaglio delle previsioni e prescrizioni dettate in modo generale dal PRG.Riguardano solo alcune parti del territorio comunale.

PIANO PARTICOLAREGGIATO (Pp)

Disciplina gli interventi pubblici e privati di una parte di territorio, definendolo in modo dettagliato.Ha validità a tempo determinato, per al massimo 10 anni.

CONTENUTI

  • Reti stradali;
  • Dati altimetrici principali;
  • Masse e altezze delle costruzioni lungo le vie principali e le piazze;
  • Spazi riservati a opere pubbliche;
  • Edifici destinati a demolizione o ricostruzione;
  • Suddivisione degli isolati in lotti edificabili;
  • Elenchi catastali delle proprietà da espropriare o vincolare;
  • Profondità delle zone laterali a opere pubbliche (esigenze future)

ELABORATI

  • Stralcio del PRG;
  • NTA;
  • Planimetria dello stato attuale;
  • Planimetria del progetto in scala 1:500 o 1:1000 su planimetria catastale;
  • Planimetria con la lottizzazione delle aree edificabili in scala 1:500 e relativi indici;
  • Tipologie edilizie;
  • Profili regolatori altimetrici degli edifici lungo le vie principali e le piazza, scala 1:500 o 1:200;
  • sezioni tipo (sedi stradali e alberature)
  • Elenchi catastali delle proprietà da espropriare o vincolare;
  • Relazione massima delle spese

PIANO DI LOTTIZZAZIONE (PL)

Regola l'urbanizzazione di nuove aree e completa l'edificazione delle zone di espansione.Si differenzia dal Piano Particolareggiato perchè il PP è di iniziativa pubblica mentre il Piano di Lottizzazione è di iniziativa privata.

CONTENUTI

  • Zone di interesse della lottizzazione (già disponibili, non da espropriare);
  • Reti stradali, di allacciamento e aree di parcheggio;
  • Delimitazione dell'area a dei singoli lotti;
  • Aree per opere di urbanizzazione primaria e secondaria e aree a verde primarie;
  • Computo del volume costruibile e distribuzioni planivolumetrica;
  • Tipologia, destinazione d'uso e localizzazione degli edifici da realizzare;
  • Aree per uso pubblico;
  • Opere di urbanizzazione esistenti, previste e proposte per il miglioramento dell'area.

ELABORATI

  • Documento di convenzione tra il Comune e il privato (chi vuole lottizzare), con cui quest'ultimo si impegna a:
- Realizzare gli interventi previsti in progetto entro la data stabilita (massimo 10 anni);- Prestare le garanzie finanziarie necessaria;- Cedere a titolo gratuito le aree indispensabili per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria; - Realizzare a sue spese le opere di urbanizzazione primaria e parte di secondaria;- Realizzare gli allacciamenti ai servizi pubblici (se esistenti)

PIANO PER L'EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE (PEEP)

Tutti i Comuni con più di 50.000 abitanti, capoluoghi di Provincia e i Comuni con elevato numero di abitazioni malsane e incremento demografico devono redigere il PEEP.Ha come fine l'acquisizione di aree per edificare edilizia pubblica residenziale.La realizzazione avviene o a carico di enti pubblici o con il contributo di enti pubblici e privati, in modo da contenere i tassi di interesse dei mutui e aquisire le aree a prezzi calmierati.Hanno validità a tempo determinato per 18 anni, prorogabili.

CONTENUTI

  • Medesimi contenuti del Piano Particolareggiato (PP)

ELABORATI

  • Planimetria con le previsioni del PRG (zone destinate ad ediliza popolare);
  • Planimetria su mappa catastale con indicati: rete stradale, delimitazione degli spazi per opere o impianti di interesse pubblico, edifici pubblici e di culto;
  • Suddivisione in lotti delle aree con indicata la tipologia edilizia;
  • Profondità delle zone laterali alle opere pubbliche;
  • Elenchi catastali delle proprietà comprese nel piano;
  • Norme urbanistiche ed edilizie per buona esecuzione del piano;
  • Relazione illustrativa;
  • Relazione con previsione di spesa (sistemazioni generali per attuare il piano)

PIANO PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI (PIP)

E' lo strumento, facoltativo, finalizzato alla realizzazione di impianti produttivi di carattere industriale, artigianale, commerciale e turistico.E' di iniziativa pubblica: avviene per cessione di proprietà o per concessione del diritto di superficie per le aree precedentemente espropriate.L'obiettivo è incentivare le imprese offendo le aree ad un prezzo calmierato per realizzare il loro impianto o per la loro espansione.

CONTENUTI

  • Rete stradale e delimitazione degli spazi per pubblico interesse;
  • Suddivisione in lotti e loro utilizzazione;
  • Ubicazione, tipologia e modalità costruttive degli edifici;
  • Relazione di spesa;
  • Elenchi delle proprietà catastali comprese nel piano.

ELABORATI

  • Inquadramento territoriale;
  • Stralcio del PRG;
  • Elaborati grafici in scala 1:1000 o 1:2000 contenenti: zonizzazione, planimetria, profili regolatori, sezioni stradali, rete dei servizi;
  • NTA;
  • Elenco delle proprietà catastali e di quelle da espropriare;
  • Relazione illustrativa e criteri di spesa.

PIANO DI RECUPERO (PR)

Ha come scopo il recupero edilizio o urbanistico.Può prevedere interventi di trasformazione edilizia o urbanistica, prevedendo anche demolizioni totali e ridisegno degli isolati e della rete stradale.La formazione del PR può essere sia di iniziativa pubblica che privata.Nel caso in cui si tratti del privato, proprietario di immobili o aree comprese nelle zone di recupero, la formazione del PR avviene mediante convenzione con il Comune.

CONTENUTI

  • Rete stradale, arredo urbano e sistemazione esterna degli edifici;
  • Edifici da demolire, ricostruire, restaurare, risanare o ristrutturare;
  • Nuove costruzioni e aree libere;
  • Spazi per opere pubbliche, verde, parcheggi;
  • Proprietà da espropriare;
  • Caratteri architettonici degli edifici;
  • Reti tecnologiche e viarie.

ELABORATI

  • Relazione contenente gli obiettivi, criteri e priorità per attuare gli interventi previsti dal piano;
  • Elaborati grafici e cartografici in scala e numero adeguati, con rappresentate le zone e le trasformazioni che si intendono apportare;
  • Regolamento di attuazione del piano, con le norme che devono essere applicate.
  • Licenza di costruzione: chiunque voglia eseguire nuove costruzioni, ampliare, modificare o demolire quelle esistenti, deve chiedere apposita licenza.
  • Elenca i contenuti per i Regolamenti Edilizi.
  • Indennità di espropriazione.
  • Disposizioni generali e transitorie

https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1942-08-17;1150

Legge Urbanistica nazionale

1942: l'Italia è distrutta dalla Guerra. Non c'era nè il tempo nè lo spazio per applicarla.

  • Introduce la formazione dei Piani Territoriali di Coordinamento
  • Il Governo del territorio spetta ai Comuni, che hanno l'obbligo di redigere un Piano Regolatore Generale, dove il territorio viene zoonizzato ovvero viene data una destinazione d'uso.
  • Il PRG si attua mediante piani particolareggiati.

Legge 710/1938

Conferma l'obbligo, su tutto il territorio comunale, di richiedere l'autorizzazione preventiva per gli interventi di nuova costruzione e per i lavori eseguiti su edifici esistenti.Verrà modificato dalla L.1150/42, limitando questa prescrizione solo al centro abitato e alle zone di espansione (per i comuni che hanno il PRG)

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Autorizzazione preventiva

In tutti i Comuni vige l'obbligo, nei centri abitati, di chiedere "l'autorizzazione preventiva per svolgere l'attività edificatoria".I lavori che venivano eseguiti senza titolo potevano essere sospesi. Contro tale ordinanza, l'interessato poteva presentare ricorso al Prefetto, che decideva con un provvenimento definitivo. Se, nonostante la sospensione, venivano proseguiti i lavori, si ordinava la demolizione di quanto edificato a spese dell'interessato.

Z.T.O. Zone Territoriali Omogenee

Sono 6, contraddistinte dalle lettere A-F; ogni PRG può prevedere delle sottozone individuate da un numero di fianco alla relativa lettera.

https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1865_2359.htm

Art. 1-86: Esproprio per pubblica utilitàTitolo II, Capo IV, art. 86-92: Piani Regolatori EdiliziTitolo II, Capo VII, art.93-95: Piani di AmpliamentoSia il Piano Regolatore che il Piano di ampliamento dovevano essere attuati entro 25 anni ma non trovarono molta applicazione (amministrazioni comunali tecnicamente impreparate e onere finanziario gravoso per l'esproprio)

https://www.professionearchitetto.it/wiki/di-cosa-tratta-la-legge-n-2359-del-1865/

Disciplina in campo urbanistico. (abrogata dal d.P.R. 327/2001

Il PRG zoonizza il territorio comunale pensando a come è occupato e come sarà in futuro. Per legge un territorio posso destinarlo a futuro esproprio per pubblica utilita.La L. 1187/68 stabilisce che le previsioni del PRG con contenuto espropriativo cessano di aver vigore se, entro 5 anni dall'approvazione del PRG medesimo, non sono approvati i piani particolareggiati relativi o le autorizzazioni ai piani di lottizzazione convenzionata.

https://eddyburg.it/archivio/1968-legge-1187-la-legge-tappo/

Legge Tampone del 1968
D.M. 1444/68

Gli standard urbanistici definiscono la quantità minima di spazi pubblici all'interno delle zone omogenee da destinare ad attrezzature di carattere collettivo o ricreativo pubblico (per sottrarli alla costruzione indiscriminata).Per le zone A, B, C (prevalentemente residenziali):- minimo 18 m2 di spazi pubblici, a verde pubblico o a parcheggio, per ogni abitante.Per la zona D:- insediamenti industriali: almeno il 10% dell'intera superficie deve essere destinata a spazi pubblici, attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi

- insediamenti commerciali/direzionale: ad ogni 100 m2 di superficie lorda di pavimento devono corrispondere 80 m2 di spazio pubblico, di cui la metà per i parcheggi.L'espansione urbanistica prevede quindi che la realizzazione di nuovi edifici o nuove destinazioni d'uso devono essere accompagnate alla realizzazione di:1) opere di urbanizzazione primaria 2) opere di urbanizzazionesecondaria.

https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1962_0167.htm

Legge 167/62

Anni '60: boom economico.Torino e Milano sono poli attrattivi per gli operai. Il problema erano gli alloggi.La Legge 167/62 introduce il PEEP, ovvero il piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare, nonché alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico.Le città sono in espansione: chi aveva un terreno per costruire, realizzava la sua abitazione. Mancano però le risorse economiche per realizzare i servizi primari e secondari (strade, fognature, scuole, ospedali).

https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1968_1404.htm

https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1968_1444.htm

https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1967-08-06;765

Legge 765/67

Denominata anche Legge Ponte perchè doveva costituire un tramite tra la legge 1150/42 e la futura riforma urbanistica.Cerca di portare ordine all'attività edilizie ed urbanistica:

  • spinge i Comuni a dotarsi del PRG: impone limiti all'attività edilizia a chi ne è sprovvisto;
  • introduce gli standard urbanistici, cioè la quantità minima di spazio che ogni PRG deve riservare all'uso pubblico e la distanza minima da rispettare nell'edificazione ai lati delle strade. Questi valori verranno fissati con il D.M. 1444/68 e il D.M. 1404/68

Durante la rivoluzione industriale, quando la popolazione, dalle compagne, si riversa nelle città. Già dal Neolitico esistevano regole di gestione degli spazi e del territorio (es. divisione equa della terra da coltura; non possibilità di costruire al di fuori delle palizzate o mura di cinta.Il passaggio dalle regole territoriali-spaziali all'urbanistica moderna è avvenuto quando sono entrate in vigore le leggi che regolano gli spazi del territorio (leggi regionali).Tutte le leggi si rifanno alla L. 1150/1942: legge fondamentale dell'urbanistica.

Quando nasce l'urbanistica

Introduce il condono edilizio.Impone ai Comuni le aereofogrammetrie per identificare gli abusi edilizi da sanare con condono, ovvero pagando un'indennizzo per evitare la demolizione.Differenza condono e sanatoria edilizia.Condono: provvedimento speciale per abusi che non rispettano le normative edilizie e urbanisticheSanatoria: regolarizzazione di abusi formali ma che potenzialmente si sarebero potuti eseguire regolarmente,

Leggi Nicolazzi

https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1942-08-17;1150

I Piani urbanistici

L'urbanistica in Italia funziona con i Piani urbanistici. Ogni piano contiene una parte descrittiva, una cartografia e una che proietta il territorio nel futuro.Esistono diversi piani in base ai livelli territoriali:1) Piani quadro o Piani di inquadramento. Sono predisposti dalla Regione, Provincia, Autorità di bacino, Ente parco o Comunità montana2) Piani comunali (PRG o PRI)3) Piani esecutivi o attuativi predisposti dal Comune

  • I Livello: il Comune prende dall'esterno (Provincia o Regione) le informazioni
  • II Livello: il Comune, recepite le indicazioni, costituisce il proprio PRG
  • III Livello: il PRG è costituito dai piani esecutivi e attuativi