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Transcript

Matteo Tibaldi, 4B

La resistenza sudafricana contro l'apartheid

Il Sudafrica durante il XX secolo
Nel XX secolo, il territorio del Sudafrica venne abitato da coloni di origine olandese e britannica e, soprattutto, da neri di etnia bantu, che costituivano la maggioranza della popolazione. Successivamente, si svilupparono minoranze mulatte e di origine asiatica. Nel 1910 il paese diventò dipendente dal Regno Unito, e fu da subito caratterizzato da profonde tensioni sociali. Una minoranza bianca (circa il 21% della popolazione) controllava il potere politico ed economico, mentre la maggioranza nera (oltre il 60%) aveva pochissimi diritti. A neri, meticci e asiatici fu negato l'accesso agli impieghi qualificati, la possibilità di risiedere nelle città e il diritto di voto.
L'apartheid
Dopo le elezioni del 1948, in cui vinse il Partito Nazionale, rappresentante dei bianchi, fu istituito il vero e proprio apartheid, con a capo Hendrik Frensch Verwoerd, ministro per tutti gli anni ’50 e primo ministro dal 1958 al 1966. L’apartheid (che significa separatezza) fu un sistema di segregazione razziale. I neri erano costretti a vivere separati dai bianchi, in aree sottosviluppate, i bantustan. Inoltre, per accedere a determinate località abitate dai bianchi, dovevano avere degli speciali passaporti interni. Tutte le strutture pubbliche erano separate su una base razziale e per di più i matrimoni misti e i rapporti sessuali tra etnie diverse erano assolutamente proibiti.
Nelson Mandela è stata una delle figure simbolo della resistenza contro l’apartheid. Nato nel 1918 in una famiglia del popolo Thembu, Mandela studiò legge e divenne uno degli avvocati più rispettati della sua generazione. Ben presto si affermò come leader dell’African National Congress (ANC), partito politico sudafricano, che era stato fondato nel 1912, ispirandosi alla non-violenza ghandiana, per promuovere i diritti dei neri, oltre ogni separazione etnica. Nel 1955 fu emanato dal partito un documento, il Freedom charter, che fissava come obbiettivo una democrazia multirazziale, tramite una serie di diritti fondamentali, tra cui la spartizione equa delle terre e un’educazione gratuita senza alcuna distinzione di razza, colore o nazionalità.

Nelson Mandela e l'ANC

L’ANC guidò una lotta contro l’apartheid ispirata inizialmente alla resistenza pacifica e alla disobbedienza civile, influenzata dalle teorie di Gandhi. Negli anni ’50, l’ANC organizzò, insieme al PAN (Pan Africanist Congress) campagne di protesta come la Defiance Campaign (1952), invitando la popolazione a violare apertamente le leggi segregazioniste per sottolineare la disumanità dell’apartheid. Nonostante queste azioni fossero pacifiche, la repressione da parte del governo fu brutale. Uno degli episodi più tristemente famosi fu quello di Sharpeville, avvenuto il 21 marzo 1960. Un gruppo di manifestanti si recò in una area esclusivamente per bianchi senza avere una lasciapassare, violando perciò la legge. La polizia usò diverse forme di intimidazione per disperdere la folla, fino a quando alle 13.15 fu aperto il fuoco e furono uccise 70 persone.

La resistenza civile

"Se la reazione del governo è quella di schiacciare con la forza la nostra lotta non violenta, dovremo riconsiderare le nostre tattiche. Nella mia mente stiamo chiudendo un capitolo su questa questione di una politica non violenta". Cit. Mandela

Nel 1961 Mandela e altri leader dell’ANC decisero di abbandonare temporaneamente la via pacifica e crearono il gruppo paramilitare Umkhonto we Sizwe (MK), che condusse sabotaggi e attacchi di guerriglia contro il governo dell’apartheid sudafricano dal 1961 fino al 1993, anno in cui venne ufficialmente sciolto.
La lotta all'apartheid a livello internazionale
Il governo anche questa volta reagì con brutalità, incarcerando i leader e molti membri del partito. Mandela, per esempio, rimase in carcere per ventisette anni. Con il passare degli anni, la comunità internazionale prese posizione contro l’apartheid. L’ONU impose sanzioni al Sudafrica, che venne, tra le altre cose, escluso dalle Olimpiadi. Negli anni ’80, poi, la minoranza bianca si rese conto che la reazione internazionale e le lotte dell’ANC e dell’MK rendevano impossibile continuare l’apartheid.
De Klerk, eletto nel 1989, avviò trattative con Mandela, ancora in carcere. I due trovarono un accordo che garantiva la parità dei diritti per tutti i sudafricani e la riconciliazione nazionale, senza punizioni per le azioni compiute dai bianchi. Nel 1990 Mandela fu liberato e l'anno successivo terminò ufficialmente l'apartheid. Nel 1993 fu insignito con de Klerk del premio Nobel per la pace e successivamente nel 1994 divenne presidente della Repubblica.

La fine dell'apartheid

Film riguardante l'argomento trattato
Grido di libertà (1987) Diretto da Richard Attenborough, questo film è basato sulla storia vera dell’amicizia tra il giornalista bianco sudafricano Donald Woods e l’attivista nero anti-apartheid Steve Biko, che viene arrestato e ucciso dalla polizia sudafricana. Woods decide quindi di sfidare il regime denunciando le violenze. Il film mette in luce il dramma dell’apartheid, la brutalità della polizia e il coraggio di chi ha osato opporsi al sistema razzista.
Delle fonti: www.treccani.it tg24.sky.it www.geopop.it www.nationalgeographic.it www.michiganintheworld.history.lsa.umich.edu www.sahistory.org.za medium.com Delle immagini: www.gettyimages.it www.elledicieducare.it it.wikipedia.org www.storicang.it www.corrieredellosport.it
Sitografia
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