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Matilde Cavicchi, Margherita Becherucci ed Annachiara Torromacco

NEL MEDIOEVO

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Educazione civica: costituzione italiana e pari opportunità

La figura della donna

STORIA

storia

Italiana

Latina

lEttERATURA

La figura della donna nelle varie discipline

dell'arte

LETTERATURA

S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo; s’i’ fosse vento, lo tempesterei; s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei; s’i’ fosse Dio, mandereil’ en profondo; s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo, ché tutt’i cristiani imbrigherei; s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei? A tutti mozzarei lo capo a tondo. S’i’ fosse morte, andarei da mio padre; s’i’ fosse vita, fuggirei da lui: similemente faria da mi’ madre. S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: e vecchie e laide lasserei altrui.

«S'i' fosse fuoco aredereï, 'l mondo»
«Becchin'amor!»«Che vuo', falso tradito?»
Cecco Angiolieri
La poesia comico-realistica

– Becchin’amor! – Che vuo’, falso tradito? – Che mi perdoni. – Tu non ne se’ degno. – Merzé, per Deo! – Tu vien’ molto gecchito. – E verrò sempre. – Che sarammi pegno? – La buona fé. – Tu ne se’ mal fornito. – No inver’ di te. – Non calmar, ch’i’ ne vegno. – In che fallai? – Tu sa’ ch’i’ l’abbo udito. – Dimmel’, amor. – Va’, che ti vegn’un segno! – Vuo’ pur ch’i’ muoia? – Anzi mi par mill’anni. – Tu non di’ ben. – Tu m’insegnerai. – Ed i’ morrò. – Omè che tu m’inganni! – Die tel perdoni. – E che, non te ne vai? – Or potess’io! – Tègnoti per li panni? – Tu tieni ’l cuore. – E terrò co’ tuo’ guai.

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STORIA DELL'ARTE

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STORIA DELL'ARTE

- Biografia ed opere

- Epigrammi principali

- La sesta satira

Letteratura latina

Marziale
Giovenale

- Biografia ed opere

La figura della donna

La donna nella letteratura appare sin dai tempi dei romani. Questi però avevano una visione complessa e variabile della donna influenzata dal contesto storico, culturale e sociale dell'epoca. Le prospettive principali erano tra loro opposte: -la donna avente un ruolo tradizionale di madre o moglie (come Lucrezia e Cornelia) -la donna come simbolo di decadenza e vizio: questa descrizione può essere trovata può essere trovata nelle opere di Marziale e Giovenale

Biografia e opere

Marcus Valerius Martialis nacque nel 38 d.C. e morì nel 104 d.C., viene ricordato come il più importante epigrammista della storia in lingua latina. Egli nacque a Bibilis, in Spagna dove ricevette una buona educazione grazie ad una famiglia ecclesiastica. Il genere dei suoi componimenti è l'epigramma, esso risale all'antica Grecia. L'epigramma è caratterizzato dalla sua brevità e viene utilizzato per esprimere un pensiero o un'opinione. Il suo scopo è quello di far riflettere oppure suscitare una risata nel lettore.

Nei suoi componimenti dipingeva in modo impietoso personaggi della società in modo tale che venissero beffeggiati. Una dei temi principali era la povertà che venne molto sofferta dal poeta. Alla fine della sua vita decise di tornare a Bibilis ma se ne pentì amaramente dato che cominciò a mancargli Roma e la popolarità che aveva acquisito. Morì nel 104 d.C. nella sua citta natìa. Le sue opere principali furono il liber de spectaculis, Xenia e Apophoreta, durante tutta la sua carriera si ispirò a Catullo.

Biografia ed opere

Opere: la sesta satira

La sesta satira di Decimo GIulio Giovenale, nota anche come satira contro le donne è il testo più lungo di tutta la sua produzione, costituita da quasi 700 esametri. Essa fu scritta tra il 100 d.C. e il 127 d.C., in questa Giovenale cerca di dissuadere l'amico Postumo dalle nozze. Trama in breve:-rimembranza di un'antica età dell'oro; -invito all'amico a scegliere una strada diversa da quella del matrimonio -critica alle donne cominciando con Messalina

-descrive il matrimonio come la fine della libertà per l'uomo-confronta eroine del mito (clitemnestra e Medea) alle matrone romane

-Epigramma su una donna ammirata:"Quintilla è così bella e gentile che, quando la guardi, dimentichi ogni malvagità del mondo. È una musa vivente, in un corpo di carne."(Epigrammi, VII, 69) -Epigramma sulla saggezza femminilee la moralità di una donna:"Se Roma avesse più donne come Claudia Rufina, saremmo più ricchi di virtù che di oro."(Epigrammi, XI, 3)

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In questo sonetto Cecco Angiolieri esprime tutta la sua rabbia nei confronti della società medievale e nei confronti dei suoi genitori. Riesce a fare ciò utilizzando un'anafora ricorrente in tutto il sonetto.Oltre ad altri temi importanti trattati, nell'ultima quartina appare la figura della donna. In questo caso Cecco Angiolieri la utilizza per aggiungere un tono comico al suo componimento. La donna è quasi oggettificata, poichè traspare nei vv 13-14 che l'unico interesse dell'autore sia la bellezza esteriore e la femminilità.

Questo componimento di Cecco Angiolieri presenta un dialogo a botta e risposta tra Cecco e la sua amante Becchina di cui ha tradito la fiducia. Il testo è caratterizzato da un emistichio. Qui la situazione è grottesca e rovesciata: Cecco non cerca di sedurre Becchina ma di ottenere il suo perdono, ella decide però di non concederglielo per farlo soffrire. La donna in questo caso mette in scena tutta la sua aggressività nelle risposte secche e taglienti. Viene mostrata coma abile dialetticamente e dotata di astuzia nel tenere "in pugno" il suo spasimante. Motivo per cui, la donna è messa in antitesi alla donna- angelo della corrente stilnovistica.

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Marziale trattò spesso il tema del rapporto con le donne, tendendo pur sempre ad esagerare volutamente nei suoi ritratti per divertire e sorprendere il pubblico. Marziale descrive sia donne virtuose sia infedeli, avide e vanitose. In particolare critica le donne che cercano di assumere ruoli pubblici o che tentano di uscire dalla sfera puramente tradizionalista, spesso utilizzando l'ironia. Però le donne non sono tutte descritte negativamente bensì sono presenti dei ritratti di donne che godono di rispetto ed ammirazione. Alcuni esempi di opere in cui Marziale descrive le donne: -Epigramma sulle donne che usano il trucco per sembrare più giovani: "Laide si trucca così tanto che le capita spesso di non essere riconosciuta neanche dai suoi stessi specchi."(Epigrammi, VIII, 33)-Epigramma sulla vanità femminile: "A Gellia piace essere adulata, anche quando l’adulazione è falsa: non le importa se le menti, basta che le dica che è bella."(Epigrammi, II, 41)-Epigramma sulle donne infedeli: "Lesbia piange per suo marito, ma non lo ha mai amato. Lo piange, sì, ma solo perché è morto troppo presto per lasciarle qualcosa."(Epigrammi, I, 10)

Biografia ed opere

Decimo Giulio nacque ad Aquino nel 55 d.C. La sua era una famiglia modesta ma ricevette un'educazione elevata nell'arte della retorica. La sua poetica continua la tradizione di Lucilio, Orazio e Persio, infatti attacca la cultura contemporanea e la recitationes. La sua intenzione è quella di trattare della verità (verum), però al contrario di altri poeti, come Marziale, tende ad enfatizzare il quotidiano. La sua ispirazione è l'indignazione e lo scopo delle sue opere è quello di suscitare disgusto nel lettore.

Nella sua vita scrisse 16 satire in esametri, cominciò a comporle sicuramente dopo la morte di Domiziano. Decise successivamente di dividerle in 5 libri:-critica alla moda -critica agli uomini sessuali -critica alla città troppo antica -critica alla corte di domiziano -critica alla cena di un riccone