Fatto da Pierpaolo Ambra e Mattia
Dante Alighieri
LA VITA DI DANTE
Dante Alighieri nacque in una famiglia della piccola nobiltà fiorentina. La sua vita si svolse in un periodo di grande turbolenza politica a Firenze, dove le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini si scontrano per il controllo della città. Dante apparteneva alla fazione dei Guelfi bianchi, che si oppose ai Guelfi neri, sostenitori del papa. Nel 1302, Dante fu esiliato da Firenze a causa di conflitti politici, e non vi fece mai più ritorno. Trascorse il resto della sua vita in diverse città italiane, tra cui Verona e Ravenna, dove morì nel 1321.
LA DIVINA COMMEDIA
La sua opera più famosa, La Divina Commedia, è un poema epico che descrive il viaggio immaginario di Dante attraverso tre regni dell'aldilà: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Questo viaggio è guidato da Virgilio, il poeta latino, e poi da Beatrice, la donna amata da Dante nella vita terrena, che lo conduce nel Paradiso.Durante il viaggio incontra vari personaggi storici che si raccontano. È scritta in volgare fiorentino, il che contribuì a consolidare la lingua italiana. La divina commedia è composta da 100 canti, essi sono suddivise in 3 cantiche e a sua volta comprendono 33 canti si può notare la presenza del numero 3 simbolo della perfezione divina.
DIVINA COMMEDIA L'INFERNO
L'Inferno si sviluppa attraverso un girone infernale che è diviso in 9 cerchi concentrici. Ogni cerchio rappresenta una categoria specifica di peccato e di punizione, con la gravità del peccato che aumenta mano a mano che Dante scende verso il centro della terra.
Il primo cerchio (Limbo) è il luogo dove sono condannati coloro che sono vissuti senza battesimo, Il secondo cerchio accoglie i lussuriosi,
Il terzo cerchio ospita i golosi Il quarto cerchio è quello dei misuratori dell'avarizia e della prodigalità
Il quinto cerchio è la palude Stigia, dove sono puniti gli iracondi e gli accidiosi.
Il sesto cerchio ospita gli eretici,
Il settimo cerchio è suddiviso in tre gironi, ognuno dei quali ospita un tipo diverso di violenza.
L'ottavo cerchio è il luogo dei fraudolenti, divisi in dieci bolge
Il nono cerchio è il più profondo e terribile: è il luogo dei traditori
I Cerchio (LIMBO)
Nel primo cerchio troviamo i bambini e gli uomini non battezati. La loro pena inflitta è la nostalgia, perchè desideravano invano di poter conoscere Dio
II Cerchio
il secondo cerchio ospita i lussuriosi.La loro pena inflitta è che sono trascinati senza tregua da un vento vorticoso
III CERCHIO
il terzo cerchio ospita i golosi. La pena inflitta è che sono coperti da un incesante pioggia di fango
IV CERCHIO
IL quarto cerchio ospita gli avari e i prodighi. La loro pena inflitta è che devono spingere enormi massi
V CERCHIO (STIGE)
Il quinto cerchio ospita gli iracondi e gli accidiosi. La pena inflitta è che devono immergersi nel fango, i primi sono condannati ad aggredirsi a vicenda, mentre gli altri a sospirare in eterno
VI CERCHIO
Il sesto cerchio ospita gli eretici che rifiutano la fede cristiana
VII CERCHIO
Il settimo cerchio ospita i violenti. La loro pena inflitta è che sono immersi nel sangue bollente del fiume Flegetone
VIII CERCHIO
L'ottavo cerchio ospita i flaudolenti. La loro pena inflitta è che corrono nudi e sono frustati dai diavoli
IX CERCHIO
Il nono cerchio sono ospitati i traditori.La loro pena inflitta è che si trovano immersi tra i laghi ghiacciati
VERSI 1-27
ANALISI
PARAFRASI
S.oscura : allegria, vita peccati Diritta via : metafora
Nel mezzo del cammin di nostravita mi ritrovai er una selva oscura chè la dirittavia era smarrita
A 35 anni mi ritrovai nel mezzo perchè la viadel bene
hai quanto a dir qual era cosa dura esta selva selvaggia e espra e forte che nel pensier rinova la paura!
hai...è cosa dura:qunto è difficile descrivere aspra e forte: inticata difficile da attraversare nel pensier: a ripenzarci
Hai l'opportunità di dire ciò che è difficile in questa foresta selvaggia, aspra e forte, rinnovando la paura nei pensieri!
tent'è amara che poco è più morte ma per trattar del ben ch'i'v'ho scorte. dirò de l'altre cose ch'i'v'ho scorte
È un sentimento amaro non diverso dalla morte, ma per parlare delle cose belle che vedo in te, ti parlerò delle altre cose che ho visto in te.
VERSI 1-27
ANALISI
PARAFRASI
Non so come descriverti come ti ho accompagnato, avevo così tanto sonno in quel momento che non potevo dire la verità.
io non so ben ridir com'i'v''ho scorte tant'era pien di sonno a quel punto che la verace vai abbandonai.
scorte: viste
ma poi sono arrivato ai piedi della collina dove ho raggiunto il fondo di questa valle che mi ha spaventato a morte
ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto là dove terminava quella valle che m'avea di paura di cor compunto
compunto: trafitto
pianeta...calle: è il sole che aiuta gli uomini a percorrere tutte le strade
guardai in alto e vidi le ue spalle vestite già d' raggi del peneta che mena dritto altrui per ogne calle
Alzai lo sguardo e vidi che le sue spalle erano coperte di raggi del pene che trascinavano la gente in ogni strada
VERSI 1-27
ANALISI
PARAFRASI
Poi una paura piuttosto silenziosa aleggiava nel mio cuore dopo la notte trascorsa con così tanto dolore
allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m'era durata la notte ch'i' passai con tanta pietà
nel lago del cor: nel profondo del cuore pieta: angoscia
e come quei che con lena affanata uscito four de pelago a la riva si svolge a l'acqua perigliosa e guata
e come persone esauste che tornano a riva dall'oceano, rilassatevi nelle acque insidiose e osservate.
leana: respiro pelago: mare
che... persona viva: da cui nessuno uscì mai vivo. Il peccato non risparmia nessuno
così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò gia mai persona viva
Allora la mia anima, ancora in fuga, si voltò indietro a guardare il passo senza più superstiti
FATTO DA PIERPaolo Ambra e mattia
Grazie per l'attenzione
Modulo Didattico Storia
Pierpaolo Belisari
Created on November 8, 2024
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Fatto da Pierpaolo Ambra e Mattia
Dante Alighieri
LA VITA DI DANTE
Dante Alighieri nacque in una famiglia della piccola nobiltà fiorentina. La sua vita si svolse in un periodo di grande turbolenza politica a Firenze, dove le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini si scontrano per il controllo della città. Dante apparteneva alla fazione dei Guelfi bianchi, che si oppose ai Guelfi neri, sostenitori del papa. Nel 1302, Dante fu esiliato da Firenze a causa di conflitti politici, e non vi fece mai più ritorno. Trascorse il resto della sua vita in diverse città italiane, tra cui Verona e Ravenna, dove morì nel 1321.
LA DIVINA COMMEDIA
La sua opera più famosa, La Divina Commedia, è un poema epico che descrive il viaggio immaginario di Dante attraverso tre regni dell'aldilà: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Questo viaggio è guidato da Virgilio, il poeta latino, e poi da Beatrice, la donna amata da Dante nella vita terrena, che lo conduce nel Paradiso.Durante il viaggio incontra vari personaggi storici che si raccontano. È scritta in volgare fiorentino, il che contribuì a consolidare la lingua italiana. La divina commedia è composta da 100 canti, essi sono suddivise in 3 cantiche e a sua volta comprendono 33 canti si può notare la presenza del numero 3 simbolo della perfezione divina.
DIVINA COMMEDIA L'INFERNO
L'Inferno si sviluppa attraverso un girone infernale che è diviso in 9 cerchi concentrici. Ogni cerchio rappresenta una categoria specifica di peccato e di punizione, con la gravità del peccato che aumenta mano a mano che Dante scende verso il centro della terra. Il primo cerchio (Limbo) è il luogo dove sono condannati coloro che sono vissuti senza battesimo, Il secondo cerchio accoglie i lussuriosi, Il terzo cerchio ospita i golosi Il quarto cerchio è quello dei misuratori dell'avarizia e della prodigalità Il quinto cerchio è la palude Stigia, dove sono puniti gli iracondi e gli accidiosi. Il sesto cerchio ospita gli eretici, Il settimo cerchio è suddiviso in tre gironi, ognuno dei quali ospita un tipo diverso di violenza. L'ottavo cerchio è il luogo dei fraudolenti, divisi in dieci bolge Il nono cerchio è il più profondo e terribile: è il luogo dei traditori
I Cerchio (LIMBO)
Nel primo cerchio troviamo i bambini e gli uomini non battezati. La loro pena inflitta è la nostalgia, perchè desideravano invano di poter conoscere Dio
II Cerchio
il secondo cerchio ospita i lussuriosi.La loro pena inflitta è che sono trascinati senza tregua da un vento vorticoso
III CERCHIO
il terzo cerchio ospita i golosi. La pena inflitta è che sono coperti da un incesante pioggia di fango
IV CERCHIO
IL quarto cerchio ospita gli avari e i prodighi. La loro pena inflitta è che devono spingere enormi massi
V CERCHIO (STIGE)
Il quinto cerchio ospita gli iracondi e gli accidiosi. La pena inflitta è che devono immergersi nel fango, i primi sono condannati ad aggredirsi a vicenda, mentre gli altri a sospirare in eterno
VI CERCHIO
Il sesto cerchio ospita gli eretici che rifiutano la fede cristiana
VII CERCHIO
Il settimo cerchio ospita i violenti. La loro pena inflitta è che sono immersi nel sangue bollente del fiume Flegetone
VIII CERCHIO
L'ottavo cerchio ospita i flaudolenti. La loro pena inflitta è che corrono nudi e sono frustati dai diavoli
IX CERCHIO
Il nono cerchio sono ospitati i traditori.La loro pena inflitta è che si trovano immersi tra i laghi ghiacciati
VERSI 1-27
ANALISI
PARAFRASI
S.oscura : allegria, vita peccati Diritta via : metafora
Nel mezzo del cammin di nostravita mi ritrovai er una selva oscura chè la dirittavia era smarrita
A 35 anni mi ritrovai nel mezzo perchè la viadel bene
hai quanto a dir qual era cosa dura esta selva selvaggia e espra e forte che nel pensier rinova la paura!
hai...è cosa dura:qunto è difficile descrivere aspra e forte: inticata difficile da attraversare nel pensier: a ripenzarci
Hai l'opportunità di dire ciò che è difficile in questa foresta selvaggia, aspra e forte, rinnovando la paura nei pensieri!
tent'è amara che poco è più morte ma per trattar del ben ch'i'v'ho scorte. dirò de l'altre cose ch'i'v'ho scorte
È un sentimento amaro non diverso dalla morte, ma per parlare delle cose belle che vedo in te, ti parlerò delle altre cose che ho visto in te.
VERSI 1-27
ANALISI
PARAFRASI
Non so come descriverti come ti ho accompagnato, avevo così tanto sonno in quel momento che non potevo dire la verità.
io non so ben ridir com'i'v''ho scorte tant'era pien di sonno a quel punto che la verace vai abbandonai.
scorte: viste
ma poi sono arrivato ai piedi della collina dove ho raggiunto il fondo di questa valle che mi ha spaventato a morte
ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto là dove terminava quella valle che m'avea di paura di cor compunto
compunto: trafitto
pianeta...calle: è il sole che aiuta gli uomini a percorrere tutte le strade
guardai in alto e vidi le ue spalle vestite già d' raggi del peneta che mena dritto altrui per ogne calle
Alzai lo sguardo e vidi che le sue spalle erano coperte di raggi del pene che trascinavano la gente in ogni strada
VERSI 1-27
ANALISI
PARAFRASI
Poi una paura piuttosto silenziosa aleggiava nel mio cuore dopo la notte trascorsa con così tanto dolore
allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m'era durata la notte ch'i' passai con tanta pietà
nel lago del cor: nel profondo del cuore pieta: angoscia
e come quei che con lena affanata uscito four de pelago a la riva si svolge a l'acqua perigliosa e guata
e come persone esauste che tornano a riva dall'oceano, rilassatevi nelle acque insidiose e osservate.
leana: respiro pelago: mare
che... persona viva: da cui nessuno uscì mai vivo. Il peccato non risparmia nessuno
così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò gia mai persona viva
Allora la mia anima, ancora in fuga, si voltò indietro a guardare il passo senza più superstiti
FATTO DA PIERPaolo Ambra e mattia
Grazie per l'attenzione