Presentazione Art Nouveau
arianna
Created on November 7, 2024
Over 30 million people build interactive content in Genially.
Check out what others have designed:
PRODUCT MANAGEMENT IN MOVIES & TV SHOWS
Presentation
ESSENTIAL OILS PRESENTATION
Presentation
VEGETARIANISM
Presentation
EIDIKO JEWELRY
Presentation
ANCIENT EGYPT FOR KIDS PRESENTATION
Presentation
A GLIMPSE INTO CAPE TOWN’S PAST
Presentation
ALTERNATIVE DIETS
Presentation
Transcript
Arianna VizzielloSara Coretti5Asa
inizio
Art Nouveau PRESENTAzione
23. sedia rosso - blu
22. weimar e dessau
21. la bauhaus
20. piet mondrian
19. vasilij kandinski
18. L'astrattismo
17. René Magritte
06. James Ensor
05. L'Espressionismo
08. Cubismo Tempo e spazio fatti a pezzi
07. Edvard Munch
indice
16. Salvador Dalí
15. Il Surrealismo
14. Max Ernst
13. Il Dada
10. Il Futurismo
09. Pablo Picasso
12. Antonio Sant'Elia
11. Umberto Boccioni
04. Henri Matisse
03. Fauves ed Espressionismo Le prime Avanguardie storiche
02. Gustav Klimt
01. L'esperienza delle arti applicate a Vienna
Il processo di adattamento dei prodotti industriali alle esigenze e possibilità economiche di vastistrati della popolazione ebbe due effetti contrastanti: • da un lato portò allo sviluppo di numerose attività, dalla falegnameria alla vetreria, dallaceramica alla siderurgia leggera, dalla tessitura fino alla grafica (per esempio, con la realizzazione di cartoline pubblicitarie)• dall'altro lato la produzione di manufatti a basso costo portò a sacrificare la cura nella lavorazione; in altre parole, la quantita e l'economicità dei manufatti andarono a scapito della qualità. Innalzare il livello qualitativo dei prodotti industriali significava rispondere a due esigenze: innanzitutto la domanda sempre maggiore di tali prodotti da parte del ceto medio: per gli appartenenti alla piccola e media borghesia, infatti, i prodotti di alto artigianato erano irraggiungibili in quanto troppo costosi, mentre quelli industriali erano ritenuti troppo scadenti, adatti a un utilizzo estremamente popolare. La seconda esigenza era quella di porre le basi per un'arte diversa e moderna, in linea con il progresso dei tempi e con le nuove aspettative dell'uomo. L'Art Nouveau rappresenta la risposta artistica a queste due esigenze e diventò in breve il gusto di un'epoca: essa esprime infatti nel modo più vero e profondo lo spirito e le contraddizioni di una società che si avviava al nuovo secolo e in ogni Paese d'Europa l'Art Nouveau si sviluppò in modo diverso e assunse anche nomi diversi, Ecco i più importanti: Art Nouveau, come abbiamo visto, in Francia; deriva dall'insegna di un negozio di arredamento aperto a Parigi nel 1895; Modern Style (stile moderno) o Glasgow Style (in relazione alla città dove prima si diffuse), in Inghilterra; Stile Libety in Italia, dalla ditta di arredamenti moderni «Liberty & Liberty Co.», attiva a Londra fin dal 1875; Jugendstil (stile giovane) in Germania, in riferimento anche alla rivista d'avanguardia «Jugend» («Giovinezza»), che aveva iniziato le pubblicazioni a Monaco di Baviera nel 1896; Secession (Secessione) in Austria e Ungheria, dal nome dell'innovativo movimento artistico formatosi a Vienna nel 1897.
ART NOUVEAU
Il gusto dell'Art Nouveau è caratterizzato dalla predilezione per le forme morbide e sinuose, tratte dal mondo della natura (soprattutto foglie, steli e fiori) e poi stilizzate e rielaborate a fini decorativi. Ogni campo della vita quotidiana fu influenzato da questo gusto. Con l'Art Nouveau fiorirono tutte le arti applicate, ossia quei settori di produzione di oggetti di tipo artistico che erano sempre rimasti in ombra in quasi tutti gli altri periodi storici: l'arredamento, gli accessori per l'edilizia, la produzione di tessuti, la moda, la ceramica, la porcellana e i vetri. Anche l'arte orafa e la produzione di oggetti preziosi ricevettero nuovo e vivace impulso. Nel settore della grafica e della riproduzione di immagini a colori i progressi dovuti al perfezionamento delle tecniche di stampa consentirono la realizzazione in grande tiratura di manifesti, locandine, riviste e cartoline illustrate postali e pubblicitarie. Da tutte queste manifestazioni artistiche il gusto dell'Art Nouveau si diffuse via via anche alla pittura e all'architettura. Quando questo avvenne, il grande pubblico era già culturalmente preparato ad accogliere le nuove opere in quanto aveva già imparato a conoscere (e ad apprezzare) negli oggetti di uso quotidiano o nei particolari costruttivi e d'arredo le forme e i colori tipici del nuovo stile
ART NOUVEAU
+ info
La Vienna della fine dell'Ottocento è la vera e propria culla della cultura e del gusto art nouveau. In particolare, sono due gli avvenimenti che, in campo artistico, rinnovano e condizionano la vita culturale viennese degli ultimi decenni del secolo:-la creazione della Kunstgewerbeschule («Scuola d'arte e mestieri»)Entrata in funzione nell'ottobre del 1868, la Kunstgewerbeschule è una struttura pubblica per l'istruzione artistica. Il principio sul quale la Kunstgewerbeschule basa i suoi insegnamenti è che le arti applicate debbano imitare le «arti maggiori» (architettura, scultura, pittura).-Secession (Secessione). Esso ha origine nel 1897, per iniziativa di un gruppo di giovani artisti con a capo Gustav Klimt. Nel gennaio del 1898 essi pubblicano il primo numero di una rivista innovativa, tramite la quale arebbero diffuso il loro programma e i loro ideali. la rivista, intitolata «Ver Sacrum», ha un formato insolito: essa infatti è quadrata. La copertina del primo numero esprime già da sola la forte volontà di cambiamento che anima gli artisti della Secessione: in essa è rappresentato un alberello che, crescendo, frantuma simbolicamente con le sue radici il vaso che lo contiene
L'esperienza delle arti applicate a Vienna
Palazzo della Secessione
Il Palazzo della Secessione, costruito a vero tempo di record tra il 1898 e il 1899, è realizzato dal giovane e promettente Joseph Maria Olbrich. Architetto e designer, Olbrich è uno degli esponenti principali della Secessione viennese. Il Palazzo ha una struttura semplice: Olbrich parte da una pianta quadrata per dare origine a un edificio dalle pareti lisce e quasi prive di decorazioni: l'unico ornamento, è costituito da un fregio dorato con disegni di fiori, sotto il cornicione.Lungo le pareti si aprono porte e finestre dalla forma semplice, prive di cornici o timpani. La grande invenzione decorativa è costituita da un'ampia ma leggera struttura di forma quasi sferica. Essa è realizzata con motivi di foglie di alloro in rame dorato e contrasta vivacementecon la chiara e compatta struttura muraria sottostante. L'interno del Palazzo non è suddiviso da muri o da elementi strutturali fissi. In questo modo esso si rivela uno spazio espositivo estremamente funzionale: essendo libero da ingombri, può infatti essere organizzato, tramitetramezzi e pannelli mobili, a seconda delle varie necessità di allestimento.
Gustav Klimt (1862-1918)
Gustav Klimt è nato a Baumgarten (un sobborgo di Vienna) il 14 luglio 1862 sceglie di non iscriversi all'Accademia di Belle Arti, ma frequenta la meno prestigiosa Kunstgewerbeschule di Vienna. Klimt diventa presto famoso e nel 1897 è il principale esponente della Secessione di Vienna, di cui è anche il primo e più prestigioso presidente. Klimt collaboraanche a «Ver Sacrum», l'importante rivista della Secessione. A partire dal 1900 circa Klimt si dedica con grande successo al paesaggio. Inizialmente si tratta di dipinti nei quali è presente la sola natura in seguito l'artista raffigura anche edifici. Klimt studia le possibili vedute guardando attraverso il suo «trova-immagini» o «mirino», un cartoncino rettangolare, in una parte del quale aveva ritagliato una superficie perfettamente quadrata; il formato quadrato, come egli stesso afferma, «consente d'immergere il soggetto in un'atmosfera di pace. Il formato quadrato, inoltre, dà l'impressione che il soggetto raffigurato prosegua oltre i margini della tela. Questo effetto è ottenuto anche non lasciando spazio al cielo o a vuoti e ponendo molto in alto la linea dell'orizzonte. L'artista, inoltre, riempie solitamente la tela con piccole pennellate che riprendono la tecnica divisionista
Questa opera appartiene al periodo in cui Klimt abbandona gradualmente l'uso dell'oro per privilegiare il colore. Soggetto dell'opera è Danae, un personaggio del mito il cui grande corpo della giovane è avvolto su se stesso, in una spirale ellittica; esso pare adattarsi, deformandosi, al formato della tela, che non è più quadrato ma leggermente rettangolare. Danae, abbandonata nel sonno, è nuda. Una grande massa di capelli rossi le incornicia testa e spalle; il tronco è delicatamente sfiorato da un velo violaceo ornato da disegni circolari. Le gambe sono flesse verso il ventre. Le cosce sono sproporzionatamente grandi, ma, al pari delle labbra rosse e carnose, dei capelli rosso rame e dei seni turgidi, tendono a sottolineare il significato erotico del dipinto. Una copiosa pioggia d'oro (metamorfosi di Zeus), sensuale e portatrice di nuova vita, scivola su Danae. Danae:
La tela mostra due amanti abbracciati che si stanno baciando. Le due figure sono inginocchiate su un prato ricoperto di fiori, quasi in bilico su un vuoto dorato. L'uomo (il cui modello è l'artista stesso) è piegato verso la donna (che ha i tratti di Emilie Flöge, la compagna di Klimt), che si abbandona all'abbraccio socchiudendo gli occhi e cingendo le spalle dell'amato. Le due figure sono circondate da un'aura d'oro a girali (disegni a forma di volute); da questa discendono dei filamenti che si mischiano ai fiori azzurri, gialli e viola sul prato. Gli elementi naturalistici sono ridotti all'essenziale: Klimt raffigura infatti solo le teste e le mani di entrambi i personaggi, e le gambe e i piedi della donna.
Questo dipinto è stato eseguito con la foglia d'oro (ossia 'oro in lamine sottilissime). L'opera ritrae Adele Bloch-Bauer, moglie di un ricco industriale e collezionista viennese, riccamente ingioiellata; l'abito che indossa è ornato con motivi a occhi entro triangoli, quadrati, spirali e piccoli triangoli a forma di goccia.. Gli unici elementi naturalistici della figura sono il volto, le spalle, le braccia e le mani della giovane donna; essi sono trattati in modo da amalgamarsi con il resto della composizione, che è bidimensionale (ossia impostata su due sole dimensioni, priva di profondità) e basata sulla combinazione di minute forme geometriche. La signora pare seduta su una poltrona riccamente decorata e dalle linee curve che quasi si confonde con il prezioso abito. La spalliera sembra infatti un'espansione della parte superiore del vestito. L'unico elemento che interrompe la superficie dorata è una fascia di due colori che separa la parete dal pavimento verde.
danae
il bacio
Adele Bloch-Bauer
Opere di Klimt
L'Espressionismo è una tendenza dell'avanguardia artistica del Novecento. Esso si sviluppa nell'Europa centro-settentrionale, soprattutto in Germania, negli anni tra il 1905 e il 1925. Gli artisti espressionisti esprimono i loro sentimenti e stati d'animo in modo immediato, senza seguire alcun criterio prestabilito: non si preoccupano, per esempio, della prospettiva, né nel chiaroscuro. I temi trattati nelle opere degli Espressionisti si ispirano fondamentalmente alla realtà sociale della Germania dei primi anni del Novecento: la realtà amara della guerra, delle contraddizioni politiche, della perdita di valori ideali, dell'aspra lotta di classe. Dal punto di vista tecnico, prevalgono colori violenti e forme approssimative. Due dei più significativi precursori della pittura espressionista sono il belga James Ensor e il norvegese Edvard Munch.
Durante il primo decennio del Novecento accanto all'ottimismo e all'entusiasmo che caratterizzano la Belle époque iniziano a manifestarsi forti tensioni che avrebbero poi portato alla Prima guerra mondiale. In questo clima di incertezza e contraddizioni due importanti eventi in campo scientifico contribuiscono a far emergere una nuova visione del mondo: la formulazione della teoria della relatività di Albert Einstein, e la nascita della psicanalisi con gli studi di Sigmund Freud. La psicanalisi apre nuovi orizzonti di ricerca anche in campo artistico: l'arte inizia a indagare la realtà interiore e il sogno, gli artisti non cercano più ispirazione solo nella realtà visibile. In questo contesto nascono le prime Avanguardie storiche. «Avanguardia» è un termine preso in prestito dal linguaggio militare: allude a innovatori che procedono in avanscoperta, aprendo alle arti nuovi spazi di ricerca. L'aggettivo «storiche» è usato per distinguere queste nuove tendenze dai movimenti artistici di avanguardia fioriti successivamente in diverse parti del mondo. Le Avanguardie storiche si sviluppano in vari centri europei, ciascuna con fisionomia e intenti diversi. Ciò che le accomuna è la rottura con idee, forme e convenzioni precedenti. La contestazione di valori artistici consolidati e tradizionali è spesso collegata a quella delle società che avevano stabilito questi valori. Tra le avanguardie storiche si collocano: i Fauves e l'Espressionismo, il Cubismo, il Futurismo, Dada e Surrealismo, la Metafisica.
L'ESPRESSIONISMO
Il 18 ottobre 1905 venne inaugurata a Parigi la terza edizione del Salon d'Automne.Sulle paretidella settima sala erano esposte opere di Matisse, André Derain (1880-1954),Maurice deVlaminck (1876-1958), Albert Marquet (1875-1947) e Henri Manguin (1874-1949).mentre al centro erano state collocate due sculture tradizionaliste nello stile del Quattrocento fiorentino. Il contrasto fra le statue classiche e i dipinti, così aggressivamente nuovi, colpì un critico a tal punto da indurlo a usare l'espressione: «Donatello chez les fauves» («Donatello fra le belve»). Il dispregiativo fauves, «belve», venne accettato dagli stessi artisti che avevano esposto nella settima sala del Salon. Il gruppo dei Fauves, pur non essendo sorto come movimento definito e unitario, si fondava su alcune comuni convinzioni: -non bisogna più dipingere seguendo le impressioni, ma esprimendo le proprie sensazioni interiori; -si deve esprimere se stessi e rappresentare le cose solo dopo averle fatte proprie; -la pittura, dando corpo alle sensazioni dell'artista di fronte all'oggetto da riprodurre, deve essere istintiva e immediata; -il dipinto va costruito attraverso superfici intensamente colorate che esprimono il senso della luce; -il colore non deve più essere conforme alla realtà che rappresenta. L'interesse dell'artista, dunque, non deve mai essere indirizzato verso la riproduzione realistica della natura; egli non deve temere che la sua opera possa apparire antinaturalista. Da tutto questo appare chiaro come, con il movimento dei Fauves, la pittura si distacchicompletamente dall'Impressionismo e dal Divisionismo postimpressionista.
I Fauves
I Fauves
Matisse lavorò a lungo a questa opera di cui realizzò una prima versione nel 1909. Soggetto del dipinto sono 5 ragazze nude ritratte mentre danzano in circolo a un ritmo vertiginoso, tenendosi per mano. A causa della velocità, alla ragazza in primo piano, al centro, sfugge la mano della compagna di sinistra; essa allora si slancia per riprenderla e ricomporre così il cerchio. La compagna a sinistra, a sua volta, le va incontro inarcandosi e tendendo il braccio verso di lei
La Danza
La Donna con cappello
La Donna con cappello venne esposta, insieme ad altre 9 opere dell'artista, al Salon d'Automne del 1905. L'opera parve a un critico che visitò l'esposizione «una pentola di colori rovesciata in faccia al pubblico». Un altro parlò di «giochi barbari e ingenui di un bimbo che si trastulla con una scatola di colori». La donna (Amélie, la moglie di Matisse) è ritratta di 3/4 e volge lo sguardo verso l'osservatore. Il suo ricco e sovrabbondante abbigliamento borghese è dominato da un fastoso e monumentale cappello. Un lungo guanto le avvolge la mano e il braccio destri e un ventaglio aperto, in primo piano, le copre la parte superiore del busto.
Henri Matisse
Nato il 31 dicembre 1869 a Cateau-Cambrésis (in Francia), Henri Matisse compie in questa cittadina i suoi primi studi. In seguito si reca a Parigi, dove segue corsi di giurisprudenza. Nel 1889 una malattia lo costringe a letto, così, per passare il tempo, comincia a dipingere. Presto Matisse si convince che la pittura è la sua vera vocazione. Si dedica allora agli studi artistici frequentando accademie private, l'École des Beaux-Arts simbolisti. di Parigi e l'atelier di Gustave Moreau (1826-1898), il maggiore dei pittori Nello studio di Moreau, Matisse conosce Albert Marquet, mentre l'amicizia con André Derain nasce nel 1899 all'Accademia Carrière. Nel 1901 Derain presenta a Matisse Maurice de Vlaminck, che egli stesso aveva conosciuto per caso. Si costituisce così il gruppo, poi detto Fauves, di cui Matisse diventerà il principale esponente.
L'entrata di Cristo a Bruxelles Il dipinto è ispirato all'episodio dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme, narrato nella Bibbia. L'artista ambienta la scena in un boulevard di Bruxelles. Al centro della tela è ritratto Gesù in atteggiamento benedicente, che cavalca un asino. Egli è soltanto un punto in mezzo alla folla che lo attornia, una massa carnevalesca immensa e variopinta che rappresenta
James Ensor
James Sidney Edouard Ensor nasce nel 1860 a Ostenda, in Belgio. In questa città compie i suoi primi studi artistici. Nel 1877 si trasferisce a Bruxelles dove frequenta l'Académie des BeauxArts, che però abbandona nel 1880, prima di aver portato a termine il ciclo di studi.Tornato a Ostenda, Ensor continua a studiare da autodidatta copiando soprattutto i grandi maestri del Seicento olandese e dell'Ottocento. Muore nel 1949. Pittore e incisore, Ensor nei suoi dipinti tratta moltissimi generi: paesaggio (soprattutto marine), ritratto (e autoritratto), scene di genere,natura morta. Gli aspetti che caratterizzano le sue opere sono:-una pittura visionaria, in cui i soggetti sono ritratti con intento satirico e raffigurati in maniera grottesca; -il rifiuto delle norme accademiche; -l'uso del colore come mezzo di espressione primario. I temi che ricorrono più di frequente nell'opera di Ensor sono: -la maschera, che per l'artista è la metafora delle ipocrisie e delle falsità che governano la società; -lo scheletro, tema ricorrente nella tradizione fiamminga, in cui Ensor proietta la sua esperienza della morte (nel 1887 scompaiono il padre e la nonna materna).
Come sempre in Munch, le forme perdono ogni verosimiglianza: l'uomo in primo piano (che rappresenta l'artista) è un essere di forma sinuosa, quasi senza scheletro. Al posto della testa, ha un enorme cranio, senza capelli; le narici sono ridotte a due fori, gli occhi sbarrati sembrano aver visto qualcosa di terribile, le labbra bluastre rimandano alla morte. Il suo urlo è l'urlo disperato di chi si è perso dentro se stesso e si sente solo, inutile e disperato anche (e soprattutto) fra gli altri; ma è anche un urlo che esprime il dramma dell'intera umanità. La figura dell'uomo è formata da filamenti colorati simili a quelli con cui sono dipinti: il cielo, che appare come infuocato, composto da onde sovrapposte di giallo e rosso inframmezzate da sottili lingue di bianco e d'azzurro; il mare del fiordo, dall'aspetto vischioso. Il ponte, la cui prospettiva si perde all'orizzonte, richiama i mille ostacoli che ciascun uomo deve superare nella propria esistenza.
Il grido
Edvard Munch nasce a Loten, in Norvegia, il 12 dicembre 1863. Nel 1868 la madre muore ditubercolosi. Nel 1877 anche la sorella appena quindicenne muore dello stesso male. Sono le prime, precoci esperienze della malattia e della morte che Munch affronterà nel corso della sua vita, e che lo indurranno a sviluppare un pensiero fortemente negativo. A partire dal 1880 Munch intraprende regolari studi artistici alla Scuola Reale di Pittura di Oslo e la sua formazione risente dell'evidente impostazione accademica dei suoi primi maestri. Nel 1892 espone a Berlino una cinquantina di dipinti e il giudizio della critica è così severo («un insulto all'arte») che dopo una sola settimana la mostra viene sospesa. Successivamente, nonostante la salute cagionevole, Munch prende parte a tutte le mostre d'avanguardia europee. Nel 1914 la sua arte, mai del tutto compresa, viene accettata anche dalla critica. Membro dell'Accademia tedesca delle arti e socio onorario dell'Accademia bavarese di arti figurative, nel 1937 Munch conosce anche le prime persecuzioni naziste. Il regime hitleriano definisce «degenerate» ben 82 sue opere, e ne ordina il ritiro dai musei o la loro distruzione. Munch muore il 23 gennaio 1944 a Ekely, presso Oslo, lasciando tutti i beni e le opere di sua proprietà al municipio della capitale che nel 1963, in occasione del centenario della nascita, gli dedica un apposito museo: il Munchmuseet.
Edvard Munch
La realtà cubista, inoltre, cerca di tenere conto anche del fattore tempo, un elemento assai difficile da rappresentare con i mezzi delle arti figurative. Il pittore cubista, per esempio, si figura di ruotare fra le mani l'oggetto da rappresentare o, se si tratta di una persona, di girarle addirittura intorno. In questo modo egli non coglie più un solo aspetto, ma ne percepisce diversi in successione. E poiché per poter assumere punti di vista diversi occorre muoversi e per muoversi si impiega del tempo, ecco che la variabile temporale entra nel processo di produzione artistica: essa consente di rappresentare contemporaneamente momenti diversi di una medesima scena. Il Cubismo viene fortemente influenzato dalla pittura di Cézanne, secondo il quale occorre «trattare la natura attraverso il cilindro, la sfera, il cono»
Le esperienze artistiche del primo decennio del Novecento maturano in un clima di grande incertezza. La Belle époque si conclude con lo scoppio della Prima guerra mondiale, che lascia un numero grandissimo di morti, invalidi e persone colpite da gravi disturbi psicologici. Le grandi aspettative nutrite dai sostenitori della rivoluzione svaniscono insieme ai loro ideali, dopo che in Russia la rivoluzione contro lo zar porta all'instaurazione di un regime dittatoriale.L'Europa si trova così ad affrontare un periodo di profonda crisi, contrassegnato dalla ricerca di un nuovo ordine, di nuove sicurezze. Le vecchie classi dirigenti non riescono a trovare risposte rapide alle domande di emancipazione,uguaglianza dei diritti e giustizia sociale che vengono espresse con sempre maggiore determinazione nelle manifestazioni che si svolgono nelle grandi città.I nuovi orizzonti aperti dalla scienza fanno intravedere realtà parallele a quella che fino ad allora si presumeva l'unica e assoluta realtà. In campo filosofico avranno notevole influenza sulle nuove esperienze artistiche le teorie delfrancese Henri Bergson (1859-1941). Il filosofo contrappone al concetto di tempo elaborato dalla scienza (una successione di momenti distinti, disposti nell'ordine passato, presente, futuro) il concetto di durata, ossia la perenne e contemporanea presenza nella coscienza del passato e del presente. La realtà interiore, secondo Bergson, è basata sul ricordo delle esperienze vissute epuò essere colta solo dall'intuizione. In questo contesto si colloca la rivoluzione cubista, che apre la strada a sperimentazioni mai tentate prima.
Cubismo Tempo e spazio fatti a pezzi
Consideriamo un cubo: in una qualsiasi veduta prospettica esso mostrerà solo 3 delle sue 6 facce, che però appariranno a forma di parallelogrammi irregolari (a). Nonostante ciò, la visione di questo cubo viene riconosciuta come perfettamente verosimile. Osserviamo ora un altro cubo. Questa volta si tratta dello sviluppo in piano del cubo precedente (b). Esso ha tutte le 6 facce perfettamente quadrate e uguali. Se si ritagliasse il cubo così sviluppato e se ne piegassero le facce si otterrebbe la costruzione tridimensionale del cubo (c). Tale sviluppo in piano del cubo, dunque, è molto più vero del precedente disegno prospettico, anche se assai meno verosimile. Quanto detto a proposito del cubo può essere esteso a qualsiasi altro possibile soggetto, compresa la figura umana. La realtà che si percepisce attraverso il senso della vista, infatti, è spesso diversissima dalla realtà vera.
Proprio in un'affermazione di Picasso è racchiuso il significato del nuovo movimento; l'artista scriveva: «la pittura è un equivalente della natura». Pittura e natura, per i Cubisti, sono dunque sul medesimo piano; questo significa attribuire alla pittura grandissima dignità e autonomia. I pittori cubisti si sforzano di costruire una realtà nuova e diversa, non necessariamente simile a quella che tutti conoscono. Non imitano la natura, come accadeva nell'arte classica, né tentano di interpretarne le suggestioni, come facevano gli Impressionisti. Il nome del movimento deriva dall'uso di scomporre la realtà in piani e volumi elementari (simili a cubetti, appunto). Per capire lo spirito del Cubismo, occorre soffermarsi su alcune considerazioni fondamentali. Innanzitutto, se la riproduzione prospettica di un qualsiasi oggetto può apparire verosimile, la verità di quell'oggetto è comunque assai lontana e diversa da quella riproduzione
Il cubismo
Tra il 1912 e il 1913 Braque e Picasso orientano le loro ricerche verso un nuovo obiettivo: i due artisti ricompongono gli oggetti che avevano frammentato nella fase «analitica» e danno vita a oggetti nuovi e spesso fantastici. Pur mantenendo qualche analogia con quelli originali, questi oggetti acquistano una loro realtà autonoma, caratterizzata anche dall'uso di colori brillanti e volutamente non verosimili. In questa fase il movimento assume il nome di Cubismo sintetico: pittura e natura vengono poste sullo stesso piano, diventano equivalenti.
Cubismo sintetico
Cubismo analitico
tipi di
Prende cosi forma il programma rivoluzionario di Picasso e Braque, ai quali si affianca ora anche Juan Gris (1887-1927). A questo punto l'artista arriva a creare forme e situazioni che non hanno più alcun rapporto con quelle già note, anche se di esse conservano a volte alcune caratteristiche distintive e in qualche modo sempre ben riconoscibili
Il periodo di massimo splendore del Cubismo inizia intorno al 1909, quando il sodalizio tra Braque e Picasso diventa tanto intenso che risulta difficile distinguere le opere dell'uno da quelle dell'altro. In questo periodo il movimento prende il nome di Cubismo analitico: la sua tecnica consiste nello scomporre i semplici oggetti dell'esperienza quotidiana (bottiglie, bicchieri, pipe, strumenti musicali, carte da gioco...) secondo i principali piani che li compongono. Tali piani, variamente ruotati, incastrati e sovrapposti, vengono poi distesi e ricomposti sulla tela in modo analogo a come si è osservato per il cubo. I colori impiegati sono solitamente terrosi e di tonalità neutra, in modo da mantenere chiara l'individuazione delle forme
cubismo
- Il periodo blu: Nel 1901 Picasso dà inizio al cosiddetto «periodo blu», che si protrarrà fino a tutto il 1904. Come suggerisce la definizione, in questi anni l'artista fa uso esclusivamente di colori freddi (blu, azzurro, grigio, turchino) e ritrae personaggi poveri ed emarginati, segnati dal dolore e sconfitti dalla vita.
- Il periodo rosa: A partire dal 1905 Picasso usa tiepide gradazioni di rosa, ocra e arancione. Ha così inizio il secondo, importante momento della sua maturazione artistica: il cosiddetto «periodo rosa», appunto. I soggetti ritratti ora dall'artista provengono in prevalenza dall'ambiente del circo e dei saltimbanchi.
- Il periodo africano: Gli ultimi mesi del 1906 segnano il cosiddetto «periodo africano». In questo periodo Picasso si interessa in modo approfondito alla scultura rituale africana e polinesiana.
- II periodo del Cubismo: Nel 1907, infine, l'artista espone Les demoiselles d'Avignon, opera considerata la capostipite indiscussa del movimento cubista. Alla fase analitica (1909-1911), segue quella sintetica (1912-1913). È quest'ultima la fase più intensa e felice del Cubismo picassiano: i colori si sono fatti brillanti e le superfici perfettamente piatte.
Picasso nasce il 25 ottobre 1881 a Malaga, in Andalusia (una regione nel 5 c della Spagna). Fin da ragazzo dimostra uno straordinario talento, tanto che ottenendo il meravigliato consenso della critica. ad appena 14 anni espone già un suo primo dipinto a una mostra di Barcellona, Nel 1895 Picasso viene ammesso all'Accademia di Belle Arti di Barcellona, Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid. città alla quale rimarrà sempre legato. Due anni dopo frequenta anche la Real D'animo fantasioso, irrequieto e indipendente, l'artista si allontana ben presto dalla famiglia e compie numerosi viaggi nell'amata Catalogna (regione nel Nord-Est della Spagna, di cui Barcellona è il capoluogo). Tornato a Madrid, Picasso frequenta assiduamente il Museo del Prado, dove si applica in modo particolare allo studio dei grandi pittori spagnoli del passato, soprattutto Velázquez e Goya. Nel 1901 si stabilisce a Parigi dove rimarrà per quasi mezzo secolo. La sua ricerca non conoscerà interruzioni fino a tarda età, quando, ormai universalmente celebrato e famoso, continuerà febbrilmente a sperimentare tecniche e materiali sempre nuovi e diversi. Pablo Picasso muore a Mougins, in Costa Azzurra, 1'8 aprile 1973. Inizialmente lo stile del giovane artista oscilla tra l'ammirazione per Cézanne e le tematiche impressioniste e postimpressioniste. Nell'autunno del 1901, però, la sua pittura conosce una prima decisiva svolta. Vediamo in questo schema l'evoluzione dello stile di Picasso.
pablo picasso
L'opera rappresenta il drammatico momento del bombardamento della citta di Guernica(una città nel Nord della Spagna), avvenuto il 26 aprile 1937, durante la Guerra civile spagnola. Uomini, donne e animali sono raffigurati mentre fuggono e urlano come impazziti, accomunati dallo stesso dolore e dalla stessa Violenza: all'estrema sinistra della composizione, in alto, è raffigurato un toro, simbolo di violenza e bestialità; sotto di lui una madre lancia al cielo il suo grido Straziente, mentre stringe fra le braccia laborivere del figlio.
Les demoiselles d'Avignon (Le signorine di Avignon è un dipinto di grandi dimensioni a cui Picasso ha lavorato per molti anni, realizzando molti schizzi preparatori e correggendolo poi innumerevoli volte. L'opera, che inaugura il periodo cubista, raffigura 5 prostitute all'interno del bordello di via Avignon a Barcellona Picasso stravolge non solo tutte le regole della prospettiva ma anche quelle del senso comune, che dà sempre per scontato un punto di vista unico. In questo modo l'artista intende proporre una nuova e diversa percezione della realtà, che viene ora colta con la mente, e non più con gli occhi. La visione riprodotta dall'artista rappresenta tutto quello che c'è e non soltanto quello che si vede. In questo senso non deve meravigliare se di un personaggio si vedono contemporaneamente due o più lati: è come se si girasse attorno a esso e si tentasse poi di ricostruire le varie vedute sovrapponendole l'una all'altra. Lo stesso procedimento viene applicato anche alla natura morta con frutta e tovagliolo, posta sul tavolino al centro in basso. Anche in questo caso, infatti, tutto viene portato davanti agli occhi di chi osserva in modo immediato e indifferenziato. In questa ottica, anche lo spazio viene materializzato e diventa anch'esso un elemento da raffigurare e da scomporre, secondo piani geometrici: esso appare costituito della stessa materia solida delle figure femminili, cosicché ogni differenza tra contenuto (i personaggi) e contenitore (lo spazio) viene automaticamente annullata.
Guernica
Les demoiselles d'Avignon
opere di picasso
Il Futurismo è un movimento artistico, letterario e politico. Nel 1910 Umberto Boccioni, Giacomo Balla e altri artisti firmano il Manifesto dei pittori futuristi, al quale faràseguito il Manifesto tecnico della pittura futurista. Nel Manifesto dei pittori futuristi vengono ribaditi alcuni dei punti che caratterizzano in generale il pensiero futurista:-il rifiuto di ogni forma di classicismo e di accademismo;-il disprezzo per ogni forma di imitazione; -l'esaltazione di ogni forma di originalità, anche se temeraria e violenta; l'impegno a ritrarre ed esaltare la vita contemporanea e quotidiana, trasformata, a un ritmo tumultuoso, dalle nuove conquiste della scienza e della tecnologia.Relativamente alla pittura, nei due manifesti vengono enunciati i seguenti 3 criteri: -il primo è quello della simultaneità della visione: uno degli aspetti più drammatici e affascinanti della moderna vita metropolitana è il manifestarsi simultaneo di più eventi e la pittura futurista vuole catturare ed esprimere al meglio questa condizione;-il secondo criterio è quello della sintesi tra la visione ottica (percezione) e la visione mentale (comprensione); la nostra conoscenza del mondo esterno, infatti, si compone di due fasi distinte: quella della percezione diretta degli oggetti per mezzo della vista e quella della memoria, ovvero la serie di configurazioni e movimenti che un determinato oggetto ha assunto nel tempo;-il terzo criterio, il più tipicamente futurista, è la compenetrazione dinamica, ossia l'estrema vicinanza e sovrapposizione tra gli oggetti che nell'osservatore sollecitano più sensi contemporaneamente. La finalità ultima è quella di «portare lo spettatore nel centro del quadro». La pittura, in altre parole, non vuole più essere descrizione di una determinata realtà, ma diventa essa stessa evento. In tal modo lo spettatore si rende partecipe di quel particolare evento e nonne è più solo un osservatore passivo.
Il Futurismo
Il 20 febbraio 1909 a Parigi il poeta Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) pubblica il Manifesto del Futurismo nel quale vengono espressi i principi estetici della prima Avanguardia storica italiana. Marinetti intende promuovere un profondo cambiamento nella cultura italiana attraverso un nuovo modo di fare arte e di comunicarla al pubblico. Il rinnovamento promosso dai Futuristi avviene attraverso atteggiamenti provocatori; Marinetti incita alla distruzione dei musei, delle biblioteche, del moralismo scagliandosi in particolare contro il classicismo e il Decadentismo. In particolare Marinetti esalta: il coraggio, l'audacia e la ribellione; la bellezza della velocità, che trova la sua più alta espressione nell'automobile; l'aggressività e la guerra. Le idee dei Futuristi trovano in Italia un terreno fertile grazie al nazionalismo e all'aggressiva richiesta di rinnovamento che dominano il clima generale. Molti si illuderanno di poter soddisfare queste aspirazioni con la guerra e sosterranno quindi l'intervento dell'Italia nel primo conflitto mondiale. Il Futurismo fu profondamente influenzato dai progressi compiuti dalla tecnica: il 'mito' della macchina, in tutte le sue diverse tipologie (in particolare l'automobile), simbolo delle idee di movimento, forza, velocità, comparirà spesso nelle opere dei Futuristi. Dopo la pubblicazione del Manifesto di Marinetti, altri ne furono redatti anche in campo artistico: il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista, entrambi firmati da Umberto Boccioni (> p. 176), Giacomo Balla (> p. 180) e altri artisti.
Futurismo La bellezza della velocità
Soggetto di questo dipinto, uno dei più significativi di Boccioni, è un cantiere edile: in primo piano sono raffigurati, come in un turbine, figure di cavalli da tiro condotti a fatica da alcuni operai; sullo sfondo, in lontananza, si distinguono le alte impalcature di alcuni edifici in costruzione.
Lo scenario è dunque quello della periferia urbana in espansione, con ciminiere fumanti (in alto a destra) e tram elettrici (in alto a sinistra). La forte differenza tra oggetti e personaggi vicini e altri molto lontani produce una grande profondità di campo; questo influisce sul punto di vista dell'osservatore, che si trova a essere collocato vicino agli avvenimenti descritti, «al centro del quadro». In un primo momento lo sguardo viene attratto dall'intensità dei colori, e solo successivamente anche le forme, pur prive di contorni riconoscibili, emergono dall'insieme. Con questa opera Boccioni intende andare oltre la pura raffigurazione degli oggetti e dei personaggi, al fine di comunicare in maniera diretta un'emozione, uno stato d'animo.
La città che sale
Nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, Umberto Boccioni si stabilisce a Roma nel 1900. Qui frequenta lo studio di Giacomo Balla. Nel 1907 Boccioni si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia, ma poco dopo si trasferisce a Milano. Nei dipinti di questo periodo l'artista usa la tecnica divisionista, appresa da Balla, e fa riferimento alla pittura impressionista e postimpressionista. Nel gennaio 1910 Boccioni conosce Marinetti e poco dopo collabora alla stesura del Manifesto del pittori futuristi. In seguito diventa il principale ispiratore del Manifesto tecnico della pittura futurista, nel quale esprime in maniera sempre.
Umberto Boccioni
FORME UNICHE NELLA CONTINUITA' DELLO SPAZIO
Essa non deve più puntare alla verosimiglianza o a riprodurre forme in qualche modo riconoscibili. Figura umana possente:-avanza a grandi passi-non ha né volto né braccia -Veduta posteriore -Sensazione di forte dinamicità
La figura si amplia così oltre gli stessi limiti del suo volume, per fondersi con l'ambiente: la sua forma rappresenta il puro movimento e la sensazione che comunica è di forte dinamicità. In questa opera Boccioni cerca di trasporre gli stessi principi della pittura futurista: simultaneità, sintesi tra visione ottica e visione mentale, scomposizione ed espansione delle forme nello spazio circostante.
In questa scultura in bronzo Boccioni rappresenta una possente figura umana che avanza a grandi passi. Essa non ha né volto né braccia. Il suo profilo segue linee frammentate e irregolari, che si protendono e sembrano fluttuare, come scie che si sono solidificate nello spazioPer Boccioni la nuova scultura deve fondarsi sul carattere tridimensionale delle forme, sul loro incessante svolgersi ed espandersi nello spazio.
In questo disegno Sant'Elia propone una visione monumentale di una centrale elettrica, vista come il simbolo più innovativo della tecnica moderna. 3 alte ciminiere svettano su una struttura possente, circondata da alti muraglioni. In basso l'intero blocco è delimitato da una serie di robusti contrafforti simili alle mura di una fortezza. Alle spalle della struttura principale sono collocate le condotte forzate, i grandi tubi che portano l'acqua alle turbine. La loro brusca discesa dall'alto verso il basso conferisce all'insieme un forte dinamismo.
La centrale elettrica
Antonio Sant'Elia
Antonio Sant'Elia
Antonio Sant'Elia nasce a Como il 30 aprile 1888. Dopo aver frequentato le scuole tecniche a Cantù e a Como, nel 1907 si trasferisce a Milano. Dal 1909 al 1911 frequenta l'Accademia di Brera. Nel 1912 consegue il diploma di professore di Disegno architettonico all'Accademia di Belle Arti di Bologna e inizia la propria attività professionale di architetto. Nel 1914 Sant'Elia aderisce al Futurismo firmando il Manifesto dell'architettura futurista. Anch'egli, come altri artisti futuristi, parte volontario per la guerra, morendo in battaglia presso Monfalcone il 10 ottobre 1916. Il contributo di Sant'Elia al Futurismo è costituito da un ampio gruppo di disegni e schizzi dai tratti netti e vigorosi, di intensa forza espressiva, che propongono la visione di una metropoli proiettata nel futuro.
In campo artistico le idee e le aspirazioni degli aderenti al movimento Dada si tradussero nella ricerca di un'arte nuova, eiscattari dalla follia creare agli tomiss la forza di essere ancora uomini, e di riscattarli dalla follia che li aveva condotti alla guerra. Occorreva azzerare tutte le ideologie e tutti i valori del passato, in quanto preprio questi avevano creato i presupposto caratterizzaroera mondiale. Anticonformismo, provocazione e nonsenso caratterizzarono così le manifestazioni artistiche del Dada. Nel 1918, uno dei principali esponenti del movimento, Tristan zara, scrisse il Manifesto Dada a imitazione di quello del Futurismo, L'opera d'arte, egli afferma, non deve più «rappresentare la bellezza, che è morta» e non deve essere «né gaia né triste, né chiara né oscura».
Nei due decenni successivi alla Prima guerra mondiale la situazione in Europa rimane profondamente instabile. Le tensioni aumentano sempre di più fino a sfociare nella Seconda guerra mondiale, ancora più terribile e sanguinosa della precedente. Nel 1916 un gruppo di intellettuali, artisti e scrittori pacifisti- tra cui molti fuggiti dal proprio Paese per non dover andare al fronte - si ritrova in Svizzera, un Paese in cui gli orrori della guerra arrivano attutiti. A Zurigo essi aprono il Cabaret Voltaire, un luogo in cui ritrovarsi per mettere a confronto le proprie esperienze ed esprimere l'unanime condanna della guerra. Alle 'serate' del Cabaret Voltaire partecipano anche giovani artisti provenienti da vari Paesi. Nasce così il movimento Dada, un termine che non significa nulla e che è stato inventato a caso:è stato aperto un vocabolario tedesco-francese a una pagina qualsiasi ed è stata individuata la parola «dada»: in tedesco significa due volte «questo»; in francese (come in italiano) è una delle prime parole che i bambini pronunciano; in russo significa due volte «si». Dada, dunque, è tutto ed è nulla, è arte e, al tempo stesso, negazione dell'arte. Motivo conduttore di tutta l'esperienza dada sarà proprio il gusto per il paradosso e il nonsenso. In Europa le città dove il Dada riesce maggiormente a radicarsi sono, oltre a Zurigo, Berlino, Colonia, Hannover (tutte e 3 in Germania) e Parigi.
DADA
Fontana
Fontana è un esempio di ready-made, letteralmente «prefabbricato», «pronto all'uso». Questo tipo di sperimentazioni, a cui Duchamp si dedica a partire dal 1913, consiste nell'impiegare oggetti della vita quotidiana in campo artistico, cioè fuori dal loro abituale contesto. Il significato profondo di questa provocazione sta proprio nel riproporre tali oggetti come oggetti d'arte, e disorientare così l'osservatore che si trova di fronte a un qualcosa che mai si sarebbe aspettato di vedere, un qualcosa che non corrisponde alla sua idea di «opera d'arte». Quando nel 1917 Duchamp espone Fontana, con lo pseudonimo di R. Mutt, scoppia un grande scandalo. La fontana, infatti, altro non era che un orinatoio rovesciato, di quelli che si usano nei gabinetti pubblici maschili
Marcel Duchamp nasce a Blainville, nel Nord della Francia, il 28 luglio 1887. All'inizio del suo percorso artistico frequenta gli ambienti cubista e futurista, dei quali condivide lo spirito innovativo e rivoluzionario. Personaggio complesso e irrequieto, vive e lavora soprattutto fra Parigi e New York, dando un contributo fondamentale alla maturazione dell'esperienza dada. Muore a Neuilly-sur-Seine, vicino a Parigi, il 2 ottobre 1968.
Marcel Duchamp
Marcel Duchamp
- Duchamp dissacra uno dei miti artistici più consolidati della storia, quello della Gioconda;
- le lettere maiuscole del titolo
- L.H.0.0.Q., se sillabate secondo la pronuncia francese, danno origine a una frase volgare (Elle a chaud au cul: «Ella ha caldo al sedere») e gratuita, cioè assolutamente estranea al contesto.
L.H.O.O.Q. è un ready-made rettificato, ossia un oggetto sul quale l'artista ha apportato qualche piccola modifica.E una riproduzione della Gioconda di Leonardo alla quale Duchamp ha aggiunto baffi e pizzetto, dandole il titoloL.H.O.O.Q. La provocazione qui è doppia in quanto:
L.H.O.O.Q.
L'arte surrealista nel suo insieme è un'arte figurativa e, salvo che per Joan Miró, non astratta: questo vuol dire che le forme rimangono sempre e comunque figure facilmente riconoscibili e identificabili. I modi e le tecniche elaborati dai pittori surrealisti per arrivare a una pittura automatica, cioè libera dal controllo della ragione, furono numerosi. Fra essi sono da ricordare il frottage («strofinamento»), il grattage («grattatura»), il raclage («raschiatura») e il collage. Il frottage consiste nello sfregare una matita, un gessetto, o un qualunque altro materiale per colorare, su un supporto (carta, tela o altro) messo a contatto con una qualunque superficie che presenti delle rugosità (un pavimento in legno o dei sacchi di luta). L'immagine che ne deriverà, e che non dipenderà dalla volontà dell'artefice, può essere usata per richiamare alla mente oggetti e forme diverse. Il grattage e il raclage sono le azioni del grattare e del raschiare il colore steso sulla tela, con un qualsiasi strumento, in modo da far emergere o un colore sottostante, oppure la tela grezza. Il collage consiste nell'accostare in modo casuale ritagli di giornali, di riviste tecniche, di stampe, di cataloghi, di pubblicità e altro ancora, in modo da ottenere un'associazione irrazionale di forme che, proprio per questo, diventano surreali.
Il Surrealismo
Il Surrealismo affonda le radici nelle teorie esposte do studine Freud nell'opera L'interpretazione dei sogni. Con i suoi studi Freud porta alla conclusionr me che ciascuno ha nel proprio desiderio e pressia volte, riesce a manifestarsi proprio sol attraverso i soario per la mcostruzione draud considera il sogno lo strumento più adatto e prezioso per la ricostruzione dell'attività psichica inconscia. Nel a 1924 il poeta e intellettuale francese André Breton scriveva nel Primo manifesto del Surrealismo: «Molto opportunamente Freud ha concentrato la propria critica sul sogno. È inammissibile, infatti, che su questa parte importante dell'attività psichica ci si sia soffermati ancora così poco». Breton nota che per ogni essere umano il sonno e il sogno costituiscono una sorta di parentesi all'interno dell'attività quotidiana. Egli pensa però che esista un modo affinché il sogno possa entrare a far parte di una realtà superiore, in cui la veglia (ossia la realtà) e il sogno coesistano. Questa realtà è «una specie di realtà assoluta, di surrealtà, se così si può dire». Da qui si sviluppa il concetto di Surrealismo, ossia di un processo automatico che si realizza senza il controllo della ragione e fa sì che l'inconscio emerga e si esprima anche mentre si è svegli. In tal modo il pensiero è libero di vagare e raccogliere immagini, idee, parole, senza i limiti imposti da regole o obiettivi prestabiliti.
Il dipinto raffigura una pipa e reca una scritta: «Ceci n'est pas une pipe», cioè «Questa non è una pipa» Magritte vuole così sottolineare la differenza fra l'oggetto reale (la pipa) e la sua rappresentazione (la pipa dipinta). L'oggetto reale e la sua rappresentazione hanno proprietà e caratteri diversi. Eppure chiunque, guardando una pipa disegnata o dipinta, alla domanda «Che cos'è?» risponde «E una pipa». Scopo dell'opera è dunque infrangere le consuetudini (nel caso specifico quella di legare un oggetto a un determinato nome). Per sottolineare questo intento, l'artista, per la scritta sotto la pipa, usa un corsivo molto scolastico, simile alla calligrafia di un bambino che impara a scrivere i nomi delle cose sotto alla loro immagine. L'artista sfrutta quindi un metodo di insegnamento (scrivere la parola «pipa» sotto l'immagine) per uno scopo del tutto opposto; egli cioè nega che quanto è raffigurato (una pipa) sia l'oggetto che nella realtà di tutti i giorni viene chiamato con un determinato nome («pipa», appunto). Questa contraddizione genera uno stato di shock che costituisce la poesia dell'opera. Inoltre il contenuto, il messaggio che il dipinto trasmette, è di tipo filosofico e invita a riflettere. Per la prima volta, pertanto, scopo dell'opera d'arte non è più l'arte di per sé, ma una riflessione sull'arte stessa.
René François-Ghistain Magritte nasce a Lessines, in Belgio, il 21 novembre 1898. Studia dapprima a Bruxelles all'Académie Royale des Beaux-Arts. Trasferitosi a Parigi nel 1927, entra in contatto con i Surrealisti e stringe amicizia con André Breton. Già nel 1930, però, lascia il gruppo francese e si stallizie definitivamente a Bruxelles. Qui, attorno a lui, si coagula il gruppo dei Surrealisti belgi. Nel maggio 1940, a seguito dell'occupazione nazista del Belgio, Magritte si rifugia a Carcassonne, nel Sud della Francia. Rientrato in Belgio riprende la sua prolifica attività. Muore improvvisamente a Bruxelles il 15 agosto 1967. Dopo aver sperimentato tematiche e tecniche postimpressioniste, futuriste e cubiste, Magritte si volge al Surrealismo. Questo passaggio avviene dopo che l’artista ha conosciuto, nel 1925, le opere di Giorgo de Chirico), considerato dallo stesso André Breton il precursore del Surrealismo.La ricerca dell'artista, da quel momento, verterà quasi esclusivamente sui rapporti tra visione e linguaggio, sulla creazione di situazioni inattese e impossibili, sulla valorizzazione degli oggetti usuali che, sottratti al loro contesto (ambiente) naturale consueto, si mostrano in tutta la loro novità e magia.
René Magritte
Salvador Dalí
Salvador Dali nasce l'11 maggio 1904 a Figueres, in Catalogna (regione nel Sord-Est della Spagna)Nel 1922 li st reca per la prima volta a Parigi, dove incontra e frequenta Picasso surrealisti, nei confronti dei quali mantiene sempre un certo altezzoso distacco, L'anno successivo, tramite l'amico Miró, entra in contatto con i pur condividendo molte delle loro motivazioni artistiche. Durante questo perio di Dali costruisce il proprio personaggio: imprevedibile ed enigmatico, dal modo di vestire estroso e dal comportamento stravagante. Dal 1940, a causa dell'occupazione nazista della Francia, l'artista si rifugia negli Stati Úniti, dove rimane per quasi un decennio diventando uno degli artisti più amati e richiesti. Dali muore a Figueres il 23 gennaio 1989. L'adesione di Dalí al Surrealismo è, almeno all'inizio, sincera e motivata. Egli inventa addirittura una sua particolarissima tecnica di pittura automatica (metodo paranoico-critico) che consiste nell'interpretare le allucinazioni e i fenomeni deliranti prodotti dall'inconscio e nel tradurli in pittura nel modo più diretto e impersonale possibile. Ma è solo grazie alla ragione che le immagini prendono forma pittorica. Nelle opere di Dali, grazie all'elemento razionale, le visioni oniriche affiorano dall'inconscio e prendono forma sulla tela con grande nitidezza e perfezione tecnica. lo scorrere del tempo assume una consistenza molle, plasmabile, ed è simboleggiato da 3 orologi che si liquefanno lo spazio assume una consistenza rigida, traducendosi in un desolato paesaggio marino con due solidi geometrici, un quarto orologio divorato dalle formiche e la porzione di un volto con un occhio dalle lunghe ciglia. Il delirio trova le più significative espressioni nella raffigurazione di esseri ripugnanti, animali mostruosi, frammenti anatomici, rifiuti d'ogni tipo, forme ambigue dai mille possibili significati. Si tratta evidentemente di un linguaggio artistico estremamente complesso ed elitario, la cui comprensione, ricca anche di simboli e di citazioni colte, non è mai semplice e, talvolta, non è nemmeno possibile.
Come dice il titolo, tema dell'opera è un sogno che l'artista ha avuto nel momento in cui, mentre dormiva, è stato punto da un'ape. con automatismo tipico dei Surrealisti, Dali cerca di fissare le molticato straordinarie visioni attraverso le quali il suo inconscio gli ha comunicato la percezione della puntura. In basso è raffigurata una donna bellissima nella sua sensuale nudità: si tratta di Gala, la compagna dell'artista. La donna riposa sospesa magicamente sopra un piatto scoglio frastagliato. mezz'aria. Sotto di lei, sulla destra, un'ape ronza intorno a una melagrana sospesa a Sopra la donna una baionetta sta per trafiggerle il braccio destro: essa allude all'imminente puntura dell'ape, ma costituisce anche un evidente simbolo Al centro del dipinto sono raffigurate due tigri feroci: esse rappresentano u ingigantendola, la percezione della puntura dell'ape. La tigre a sinistra balza fuori dalla bocca di un pesce a sua volta fuoriuscito da una rossa melagrana spaccata. Sullo sfondo un inverosimile elefante dalle zampe sottilissime regge un obelisco sulla groppa, reinterpretazione surrealista dell'Elefante della Minerva, realizzato a Roma da Gian Lorenzo Bernini nel 1667
Sogno causato dal volo di un'ape
KANDINSKIJ
Wassily Kandinsky è stato un influente pittore e teorico dell'arte russo, noto principalmente per essere stato uno dei pionieri dell'arte astratta nel XX secolo. Nato il 16 dicembre 1866 a Mosca, in Russia, Kandinsky ha vissuto in un periodo di grandi cambiamenti culturali e politici. La sua formazione artistica è iniziata con lo studio di legge ed economia a Mosca, ma nel 1896 ha deciso di intraprendere una carriera artistica e si è trasferito a Monaco di Baviera, in Germania, per studiare pittura. Kandinsky ha sviluppato una teoria dell'arte che ha rivoluzionato il modo in cui comprendiamo e interpretiamo le opere d'arte. Nelle sue opere, ha cercato di trasmettere una profonda esperienza emotiva e spirituale attraverso l'uso del colore, della forma e della composizione. Kandinsky credeva che la musica e la pittura fossero arti strettamente correlate, e ha spesso fatto riferimento alla sinestesia, una condizione in cui un senso (ad esempio, l'udito) può evocare un altro senso (ad esempio, la vista). Nelle sue opere più celebri, come "Composizione VII" e "Giallo-Rosso-Blu," Kandinsky ha abbandonato la rappresentazione figurativa in favore di forme e colori astratti. Ha cercato di catturare l'essenza spirituale della realtà attraverso l'astrazione, credendo che il colore e la forma potessero evocare emozioni e concetti più profondi senza bisogno di raffigurare oggetti o scene specifiche. Kandinsky ha cercato di trasmettere attraverso le sue opere un'esperienza spirituale, una connessione emotiva con il mondo e una comprensione più profonda dell'arte stessa. La sua ricerca dell'arte astratta ha aperto nuove possibilità di espressione artistica e ha influenzato in modo significativo il panorama artistico del XX secolo.
l'astrattismo
L’astrattismo è quell’avanguardia che si va a delineare a partire dalle premesse stilistiche ed artistiche che appartengono alla breve stagione artistica fondata da Franz Marc, Kandinskij e Javlenskij del Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro). L’astrattismo giungerà poi alla completa destrutturazione dell’immagine, con una geometrizzazione dell’espressione artistica. L’astrattismo poi verrà diversamente interpretato: a volte sarà esclusivamente geometrico, altre più figurativoL’astrattismo viene anche denominato “espressionismo lirico”: per gli astrattisti, infatti, soprattutto per Kandinskij, la rappresentazione pittorica deve elevare la spiritualità di ciascuno, deve cogliere quell’aspetto interiore e spirituale che comunica l’elemento cromatico. È una rappresentazione molto sensibile di una natura bella, di aspetti idealizzanti. All’interno dell’astrattismo sono raccolta tutte quelle esperienze che l’uomo vive e che procurano piacere spirituale: la musica, la religione, l’arte e tutte quelle componenti che portano ad una dimensione superiore.
Per Kandinsky la musica era una sorta di ossessione: i colori venivano da lui avvertiti come un "coro" da fissare sulla tela. "In generale il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull'anima. Il colore è il tasto, l'occhio il martelletto, l'anima il pianoforte dalle molte corde. L'artista è una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l'anima umana....". Era affascinato dalla totale astrazione che si può raggiungere tramite la costruzione musicale. "Per noi pittori il più ricco ammaestramento è quello che si trae dalla musica. Con poche eccezioni e deviazioni la musica, già da alcuni secoli, ha usato i propri mezzi non per ritrarre le manifestazioni della natura, ma per esprimere la vita psichica dell'artista attraverso la vita dei suoni musicali...". "Infinitamente bene va ai musicisti, con la loro arte tanto progredita. Davvero ARTE, che già possiede la felice capacità di rinunciare appieno a scopi meramente pratici...". La sua concezione di un universo armonico di suoni e colori congiunti lo portò a stabilire una connessione tra il timbro di alcuni strumenti musicali, colori, sensazioni.
il colore della musica
il colore della musica
Composizione con rosso, giallo e blu è un dipinto che appartiene al periodo più noto di Mondrian. L’opera è risale al 1929, l’epoca, a cavallo delle due guerre mondiali, che consentì all’artista di svolgere in modo più sereno le sue ricerche artistiche e spirituali. All’interno della superficie dipinta le righe spesse nere sono ortogonali tra loro e creano delle campiture rettangolari e quadrate. La composizione non ha un centro geometrico Ma si può scalare all’infinito. Infatti il bordo del dipinto taglia di netto le campiture che si presuppone possano continuare al di fuori dal campo dipinto.
Composizione in rosso, blu e giallo
piet mondrian
piet mondrian
Pieter Cornelis Mondriaan, conosciuto come Piet Mondrian è nato il 7 marzo del 1872 ad Amersfoort, in Olanda. La sua prima professione fu quella di insegnante di italiano, ma contemporaneamente praticò la pittura insieme allo zio Fritz, in uno stile naturalista o impressionista. Nel 1892 entrò nell'Accademia di Belle Arti di Amsterdam, dove acquisì una formazione accademica. Nel 1917 Mondrian e Theo van Doesburg fondarono il “Neoplasticismo”, un movimento artistico nato intorno alla rivista De Stijl (“Lo stile”), strumento di divulgazione delle loro idee. Alla nascita della rivista partecipò anche Bart van der Leck, pittore indirizzato verso la pittura astratta e abituato ad usare solamente colori primari.Nel 1918 Mondrian tornò in Francia e si spinse verso un'arte fatta di pura astrazione; le sue tele ora ospitavano linee perpendicolari e campiture geometriche di colori primari (rosso, giallo, blu) col bianco, il nero o il grigio. A metà degli anni Venti risalgono le cosiddette "losanghe", tele quadrate appese con un'inclinazione di 45°, in modo da assumere la forma di rombi. Le opere finali dell'artista sono il "Broadway Boogie-Woogie" e il "Victory Boogie-Woogie", incompiuto, dove le linee sono formate da rettangoli di piccole dimensioni, ottenuti anche con nastri di carta colorata. Sono quadri luminosi, che riflettono la musica allegra cui si ispiravano, oltre che la città in cui sono stati realizzati. Mondrian non riuscì a completare la sua ultima opera, poiché morì di polmonite a New York il 1° febbraio del 1944, a 71 anni.
l Bauhaus e le sue realizzazioni a Weimar e Deissau è Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1996. L’architettura razionalista di inizio Novecento trovò nel Bauhaus la sua massima espressione. Fondato nel 1919 da Walter Gropius a Weimar, fu poi trasferito a Dessau e, infine, nella capitale Berlino. Hannes Meyer e Ludwig Mies van der Rohe furono i successori di Gropius alla guida della scuola, che si proponeva di superare il distacco ottocentesco tra arte e artigianato, affrontando i problemi della produzione industriale sia nei suoi aspetti sociali (vedasi la perdita della qualità artigianale nel lavoro massificato) sia in quelli espressivi.L’arte della costruzione razionale sostenuta dal Bauhaus nacque a Weimar a opera quasi esclusivamente di architetti; in seguito si unirono anche alcuni pittori, come ad esempio Kandinskij, Klee e Moholy-Nagy.
La sedia è formata da tredici elementi di legno squadrato (listelli), due assicelle (braccioli) e due tavole (seduta e schienale). Gli elementi squadrati e le assicelle non sono collegati fra loro nella maniera tradizionale, ma sovrapposti e tenuti insieme in modo invisibile con l’uso di tasselli, mentre le tavole sono fissate con chiodi. La prima versione di questa sedia ha ancora due tavolette laterali al di sotto dei braccioli, ma queste sono state presto identificate come superflue ed eliminate. L’intera costruzione assomiglia a un’ossatura, a una poltrona che è ancora da rivestire. La scelta cromatica e caduta sul rosso, blu, giallo e nero, i colori impiegati nelle contemporanee tele di Piet Mondrian e Bart van der Leek; il rosso e il blu sono stati usati per la seduta e lo schienale, il nero per gli elementi squadrati e ii giallo per le estremità dei listelli.
Lo Staatliche Bauhaus, Istituto Nazionale della Costruzione, conosciuto più semplicemente come Bauhaus, attraversò tre fasi fondamentali. La prima si sviluppò a Weimar tra il 1919 e il 1924. La seconda si spostò a Dessau e arrivò fino al 1932. Infine, alcuni seguaci proseguirono la loro attività a Berlino ma, dopo l’avvento del nazismo, sciolsero la scuola e si trasferirono negli USA.L’Istituto ebbe tre direttori. Fu fondato da Walter Gropius (1883-1969). A lui succedette Hannes Meyer (1889-1954), che legò la sua attività a Dessau, dove introdusse la fondamentale tematica del rapporto tra necessità storiche della società e progettazione architettonica. Nel 1932 l’Istituto venne chiuso e tutti i docenti vennero licenziati. Tentò di ricostituirsi i forma privata sotto la direzione di Ludwig Mies van der Rohe (1886-1972), ma nel 1935 i nazisti ne decretarono la definitiva soppressione. Con il Bauhaus l’architettura rompe con la tradizione e con ogni riferimento alla natura negli elementi ornamentali. Alla tecnica, ai nuovi materiali e alla funzionalità si unisce la plasticità, memore di reminiscenze cubiste e geometrie perfette. La retta, le parallele, i piani, l’intersezione di linee, gli angoli retti sono gli elementi fondamentali di questo nuovo equilibrio. Il Bauhaus, inoltre, si propone di abolire ogni barriera tra l’arte monumentale e quella decorativa.
sedia rosso-blu
weimar e dessau
la bauhaus
Arianna VizzielloSara Coretti
GRAZIE per la visione!
Donna
- ha i tratti della compagna di Klimt
- si abbandona all'abbraccio socchiudendo gli occhi e cingendo le spalle dell'amato
- la sua veste è ornata da ovali di colore contenenti piccoli anelli
Uomo
- il modello è Klimt stesso è piegato verso la donna
- la sua veste è ornata da rettangoli dorati alternati ad altri ora scuri, ora grigi
- Aura d'oro a girali
- quella dell'uomo è ornata da rettangoli dorati alternati ad altri ora scuri, ora grigi;
- quella della donna è ornata con ovali di colore contenenti piccoli anelli.
Queste parti dei due corpi sono le uniche nel dipinto ad avere un volume; il resto dell'opera è bidimensionale ed è costituito dal colore, soprattutto dall'oro. Le vesti che avvolgono i due amanti sono trattate in modo diverso:
La composizione, apparentemente caotica, è invece organizzata in 3 fasce verticali: le due laterali sono più strette, fra loro uguali e simmetriche rispetto a quella centrale; in quest'ultima, molto più larga, è ammassato il maggior numero di personaggi, attorno alla figura gigantesca del cavallo. In questo dipinto Picasso riesce mirabilmente a superare e fondere Cubismo analitico e Cubismo sintetico. Tutto è movimento, convulsione, dramma. Il brusco alternarsi di luci (rese con il colore bianco) e ombre (rese con il colore nero e con l'intera gamma dei grigio-azzurri) sottolinea il susseguirsi delle esplosioni, il caotico spargersi della polvere e delle macerie e l'improvviso divampare degli incendi. Questa capacità di far sentire, attraverso i soli strumenti della pittura, il rombo della guerra e le grida delle vittime innocenti mostra tutto il carattere e la grandezza del Picasso maturo, che non esita a schierarsi con la democrazia e la civiltà, contro ogni forma di fascismo e di dittatura.
- al centro un cavallo ferito fugge impaurito;
- simbolo del laborioso e onesto popolo spagnolo, nitrisce dolorosamente protendendo verso l'alto una lingua aguzza come una scheggia di vetro;
- a destra un altro personaggio femminile grida, fra gli edifici in fiamme, alzando le braccia al cielo in segno di orrore e disperazione;
- accanto a lei un'altra donna si affaccia disperata a una finestra reggendo una lampada a petrolio, simbolo della regressione alla quale la guerra inevitabilmente conduce;
- a sinistra giacciono cadaveri straziati: una mano protesa mostra, nel palmo, la linea della vita simbolicamente spezzata in minuti segmenti;
- un'altra mano stringe ancora una spada spezzata;
- sullo sfondo è visibile un fiore intatto;
- a destra, una donna si slancia diagonalmente verso il toro al lato opposto della tela.
«tra "arti maggiori" e "arti minori", tra arte per il ricco e arte per il povero».
Il dipinto, di notevole superficie, è realizzato con l'uso di 3 soli colori principali:
- il blu per il cielo;
- il rosso per i corpi delle fanciulle;
- il verde brillante per il prato.
- abbandonata nel sonno
- nuda
- Grande massa di capelli rossi
- Labbra rosse e carnose
- Danae avvolta su se stessa come in una spirale
- Seni turgidi
- Velo violaceo ornato da disegni circolari
- Tela leggermente rettangolare
Vicino al margine sinistro del dipinto sono visibili le figure degli amici dell'artista che continuano a camminare; con la loro indifferenza nei confronti dello sgomento dell'artista, essi rappresentano la falsità dei rapporti umani. -essere di forma sinuosa, quasi senza scheletro - figura formata da filamenti colorati simili a quelli del cielo e del mare -Cranio enorme, senza capelli -Occhi sbarrati -Narici ridotte a due fori Fiordo- mare dall'aspetto vischioso-Uomo che raffigura l'artista
«Camminavo lungo la strada con due amici - quando il sole tramontò - il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue - mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto - sul fiordo neroazzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco - i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura - e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura»
- Le tinte accese e applicate con violenza sulla tela sono il modo impiegato dall'artista per
- affermare se stesso e la propria personalità.
- I colori sono utilizzati sia puri, sia in unione con altri.
- il giallo al violetto
- il rosso al verde
- il blu all'arancio
- La donna ritratta è la moglie di Matisse
- Cappello fastoso e monumentale
- Sguardo rivolto verso l'osservatore
- Ombre verdi e azzurre
- Chiazze di colore intenso
- Ventaglio aperto
- Linea scura e sfrangiata
- Ombre arancioni
Il dipinto, di notevole superficie, è realizzato con l'uso di 3 soli colori principali:
- il blu per il cielo;
- il rosso per i corpi delle fanciulle;
- il verde brillante per il prato.