Want to create interactive content? It’s easy in Genially!

Over 30 million people create interactive content in Genially.

Check out what others have designed:

Transcript

urbanistiche

Opere

Antonio D'Onofrio, Mara Passero, Elisa Caso, Sifo Davide, Leone Francesco

iniziamo!!

più immagini!!

Molto si è discusso sul tracciato e la consistenza di questa cinta, arrivando a dubitare della sua reale esistenza, ma oggi si tende a riconoscere come molto probabile la storicità dell'evento, grazie anche ai reperti archeologici. Esistono infatti alcuni reperti come i tratti di mura a piccoli blocchi di tufo su diversi colli. Sul Quirinale e sull'Aventino invece la fortificazione doveva essere costituita da un più semplice terrapieno, alto cinque metri, ovvero il tratto descritto minuziosamente dalle fonti antiche ed oggi scomparso. La forma mista (mura-terrapieno) è d'altronde riscontrabile in altre città laziali e dell'Etruria meridionale, come Ardea, Lavinio o l'acropoli di Veio.

Le Mura serviane sono le prime mura di Roma del VI(sesto) secolo a.C., fatte costruire da Tarquinio Prisco, secondo la tradizione, poi ampliate e dotate di un ampio fossato dal successore, Servio Tullio, dal quale presero il nome. Le prime difese unitarie di Roma erano rappresentate da un massiccio terrapieno costruito nelle zone più esposte della città e dall'unione delle difese individuali dei colli, ed è attribuito al sesto re romano, Servio Tullio, alla metà del VI secolo a.C.. La recinzione con le mura fu il culmine di un'intensa attività urbanistica, fondata sulla delimitazione territoriale della città in quattro parti (la "Roma quadrifaria"). Si tratta di una cinta muraria di almeno 7 km, in blocchi squadrati di tufo del Palatino che fu poi utilizzato come appoggio per la fortificazione di un paio di secoli più tarda. Su questa struttura si apriva, probabilmente, una porta per ognuna dei 7 famosi colli di Roma.

Le mura serviane a roma

I tipi di opus (opere)

Opus incertum

realizzato con piccole pietre di svariate forme

Opus reticulatum

è composto da elementi troncopiramidali affogati nel calcestruzzo di cui vediamo solo le basi maggiori quadrate

Opus vittatum

blocchi di pietra parallepipedi congruenti su basi orizzontali

Opus testaceum

ogni opera che fa uso di mattoni

Opus spicatum

pietre sagomate inclinate di 45 gr. dall'orizzontale e 90 tra loro, invertendo l'inclinazione

Opus mixtum

opera mista con vari tipi di muratura o materiali

Domanda 1

Domanda 2

Una delle più grandi eredità lasciate dalla civiltà romana è senza dubbio la grande rete di strade che si ramificava su tutto il territorio controllato da Roma. Le strade erano larghe dai tre ai Sei metri ed erano formate da quattro strati che andavano a conferire un metro e mezzo di profondità in uno scavo chiamato agger. Lo strato Inferiore formato da pietre grosse era chiamato statumen, sopra di questo c'era il rudus formato da pietrisco e Cocci. Lo strato successivo era il nucleus formato da sabbia e ghiaia sopra al quale c'era il suo momodorssum formato da lastre di pietre alle quali si conferiva una forma convessa per permettere di far defluire l'acqua in un apposito scolo

Le strade a roma

La via Appia era una strada romana che collegava Roma a Capua. I suoi lavori di costruzione iniziarono nel 312 avanti Cristo per volere del censore Appio Claudio cieco che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente che collegava a Roma ai Colli Albani, prolungandola fino a Capua. Alla metà del terzo secolo avanti Cristo Il tragitto fu esteso fino a maleventum, che in quel periodo mutò il proprio nome in Beneventum. I lavori di costruzione continuarono durante la seconda metà del III secolo a. C. , Quando fu raggiunta Tarentum, e poi fino al 190 a. C. , e poco in cui fu completato il percorso fino al porto di Brundisium. La via Appia è stata la prima strada romana ad essere costruita ed è talmente importante che nel luglio 2024 è stata riconosciuta patrimonio dell'umanità dell'Unesco

Gli internventi nel tempo

Fu così oggetto di innumerevoli ricostruzioni e anche il suo nome mutò spesso nel corso dei secoli: “ponte Massimo”, poi ponte di Santa Maria, in seguito ponte Senatorium.

Interventi e restauri si susseguirono anche nei secoli successivi ,originariamente aveva quattro arcate, ma oggi ne rimane visibile solo una parte, poiché il ponte è stato gravemente danneggiato da inondazioni e terremoti nel corso dei secoli. La sua forma era semplice, con una base solida e arcate a tutto sesto, progettate per permettere il passaggio delle acque del Tevere, ma la struttura si è deteriorata nel tempo, specialmente dopo la devastante inondazione del 1598.

Era il ponte più lungo della città e con una importante posizione strategica ma la sua fu una storia travagliata: posto in un punto dove l’acqua è particolarmente impetuosa, fu molto spesso travolto dalla potenza del Tevere.

A Roma è comunemente conosciuto come Ponte Rotto, ma è in realtà ciò che resta dell’antico Pons Aemilius, realizzato per la prima volta in legno già nel III secolo a.C. e ricostruito in muratura un secolo dopo.

Ponte rotto o emilio

ponte di notte!!!

Il Ponte Milvio è uno dei ponti più celebri di Roma, situato a nord della città, sul fiume Tevere. Dal punto di vista architettonico, il Ponte Milvio è un esempio di ponte romano in pietra, caratterizzato da una struttura a più arcate. Originariamente costruito in travertino, il ponte si sviluppa con una serie di tre arcate principali (di cui due laterali più piccole e una centrale più ampia) e altre arcate minori. La sua costruzione risale al 109 a.C., ma nel corso dei secoli ha subito numerosi restauri e modifiche, che hanno aggiunto elementi di marmo e mattoni. Oggi è noto anche per la tradizione dei lucchetti dell’amore, che i fidanzati appendono alle sue ringhiere. Il Ponte Milvio è un punto di riferimento nel quartiere omonimo e rappresenta un simbolo di Roma.

Ponte Milvio

Il Pont du Gard, situato nel sud della Francia, è un altro esempio emblematico di ingegneria romana. Costruito nel I secolo d.C., questo acquedotto si sviluppa su tre livelli di arcate e attraversa il fiume Gardon, con una lunghezza di circa 50 km. Nonostante la sua funzione originaria di trasportare l’acqua alla colonia romana di Nîmes, il Pont du Gard è oggi una delle meraviglie meglio conservate, simbolo della maestria tecnica dei Romani nell’integrare estetica e funzionalità.

Gli acquedotti romani sono tra le realizzazioni ingegneristiche più straordinarie dell’antichità, costruiti per trasportare l’acqua da fonti lontane fino alle città, garantendo il rifornimento per le terme, le fontane e le abitazioni. Queste strutture hanno contribuito in modo decisivo al benessere e al progresso della civiltà romana. L’Aqua Appia, inaugurato nel 312 a.C., fu il primo acquedotto di Roma. Correvano per circa 16 chilometri, portando l’acqua dalle colline a est di Roma fino al centro della città. Essendo costruito per la maggior parte sotterraneo, l’Aqua Appia rappresentava una soluzione innovativa per superare gli ostacoli naturali e garantire l’approvvigionamento idrico alla popolazione crescente.

Gli acquedotti romani

Lo sbocco della Cloaca Massima nel 1968.Sebbene Tito Livio la descrivesse come scavata nel sottosuolo della città dalle notizie di altre fonti antiche e dal percorso seguito si ritiene che in origine si trattasse per lo più di un canale a cielo aperto, che raccoglieva le acque dei corsi d'acqua naturali che scendevano dalle colline, drenando la pianura del Foro Romano e il Velabro, allora acquitrinosi, per riversarle poi nel fiume Tevere. Questo canale, comunque scavato al di sotto del livello del suolo, sarebbe stato progressivamente coperto per le esigenze di spazio del centro cittadino.La Cloaca Massima fu accuratamente mantenuta in buono stato per tutta l'età imperiale. Si ha addirittura notizia di un'ispezione e di lavori di drenaggio e spurgo ad opera di Agrippa nel 33 a.C. Le indagini archeologiche rivelano tracce di interventi di epoche diverse, con diversi materiali e tecniche costruttive. Si hanno notizie certe del suo funzionamento anche molto tempo dopo la data tradizionale della caduta dell'Impero romano nel V secolo d.C.Il condotto era sotto la protezione della dea Cloacina: a "Venere Cloacina" era dedicato un piccolo sacello circolare. I racconti degli storici riportano casi in cui i corpi di alcuni personaggi furono gettati nelle fogne invece di ricevere adeguata sepoltura: fu questo il caso dell'imperatore Eliogabalo e di San Sebastiano

La Cloaca Massima dell'antica Roma è una delle più antiche condotte fognarie, il cui nome,, significa letteralmente "la fogna più grande". Fu costruita alla fine del VI secolo a.C. al tempo degli ultimi re di Roma; in particolare il re che ne ufficializzò la costruzione fu Tarquinio Prisco. La Cloaca Massima usufruiva dell'esperienza sviluppata dall'ingegneria etrusca, con l'utilizzo dell'arco a volta che la rendeva più stabile e duratura nel tempo. Aveva origine nella Suburra e si scaricava nel Tevere nei pressi di Ponte Emilio.

Le fognature a Roma: la "Cloaca Maxima"

Grazie per l'attenzione!

Chi fece costruire le mura serviane?

Su quali monti c'era un semplice terrapieno?

Do you have an idea?

With Genially templates you can include visual resources to leave your audience speechless. Also highlight a specific phrase or data that will be engraved in the memory of your audience and even embed surprising external content: videos, photos, audios... Whatever you want! Need more reasons to create dynamic content? Well: 90% of the information we assimilate comes through our sight and, furthermore, we retain 42% more information when thecontent moves.