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Transcript

L'arte fiamminga

JUDITH LEYSTER

michaelina Wautier

tecnica pittorica

Caratteri generali

ll periodo di nascita e sviluppo dell’arte fiamminga risale al Quattrocento. Nelle prosperose città dei Paesi Bassi si nota un forte sviluppo economico e culturale, terreno fertile per la diffusione di questa corrente pittorica, incentrata sul realismo, che diverrà una vera e propria tradizione artistica e prospererà anche nei secoli successivi, evolvendosi fino al Seicento e al Settecento. Il nome “arte fiamminga” è dato da un riferimento alle Fiandre, come luogo di origine ed espansione. In realtà, la sua diffusione coinvolgerà tutti i Paesi Bassi, in particolare le città di Bruges, Gand e Anversa. I tratti principali del movimento sono la tecnica della pittura olio su tela, l' attenzione per i dettagli più infinitesimali, la resa della luce e dei contrasti estremamente realistica insieme all'uso della prospettiva modulato proprio da luci e ombre. Altra tipicità dell'arte fiamminga sono i ritratti di tre quarti per evidenziare la fisicità del volto.

Michaelina Wautier

Nacque nel 1617 a Mons e si trasferì poco dopo a Bruxelles con il fratello Charles. Si dedicò ad opere di piccole e grandi dimensioni che ritraevano scene genere a tema storico, religioso e mitologico, minuziose raffigurazioni di mazzi di fiori e una serie di ritratti. Il carattere distintivo della sua produzione è la fedele e spudorata riproduzione dell'anatomia del corpo umano, dimostrandone così un'approfondita conoscenza e un chiaro riferimento a modelli reali , divenendo la prima pittrice a dipingere un nudo maschile. Un altro elemento distintivo è la tecnica, ideata da Filippo Lippi, di autoritrarsi con lo sguardo rivolto verso lo spettatore. La sua fama crebbe tanto da riuscire a vendere quattro dei suoi quadri a Leopoldo D'Austria. In seguito alla sua morte, però, il suo nome cadde nell'oblio delle false attribuzioni dei suoi lavori al fratello, per poi essere riportato alla luce dal Kunsthistorisches Museum con una mostra tenutasi nel 2005.

PITTURA OLIO SU TELA I colori ad olio, già conosciuti nell'antica Roma e utilizzati nel Basso Medioevo, avevano alcuni difetti poiché asciugavano male rimanendo a lungo appiccicosi e le vernici utilizzate tendevano a sbiadire. Nel XV secolo, grazie a Jan van Eyck (secondo una leggenda riportata da Giorgio Vasari) perfezionarono e svilupparono la tecnica della pittura ad olio trovandovi un rimedio. Al contrario della tempera, che asciugava rapidamente e permetteva di effettuare sfumature e passaggi di toni con molta difficoltà, i colori nel nuovo legante oleoso si lasciavano sfumare uno nell'altro più facilmente per strati di colore più o meno trasparenti, che rendevano il dipinto brillante e lucido e permettevano di definire la diversa consistenza delle superfici fin nei più minuti particolari avendo anche la possibilità di cancellare eventuali errori.

LA TECNICA PITTORICA:

La scena rappresentata è uno dei motivi più ricorrenti della storiografia cristiana: l'educazione di Maria, istruita dal padre San Gioacchino e dalla madre Sant'Anna. Lo sfondo, così come la tecnica del panneggio richiamano il classicismo; il chiaroscuro riempie le zone vuote, conferendo risalto alle figure; i soggetti sono estremamente realistici e lontani dall'idealizzazione divina, anzi, sembrano quasi riportati in un ambito terreno grazie alla quotidianità della scena. Al centro, la Vergine bambina è raffigurata con un libro nella manina, nell'atto di proferire ad alta voce i concetti scritti. La madre, con un gesto affettuoso le accarezza il polso con una mano e le cinge le spalle minute con l'altra, invogliandola a continuare. Il padre, invece, sembra immerso nella propria dimensione spirituale mentre, con la mano sul petto volge lo sguardo verso l'alto

Dapprima attribuito al fratello, poi ad Artemisia Gentileschi, lo stesso Gunter Heinz nel 1967, studioso austriaco e allora curatore della Galleria dei dipinti del Kunsthistorisches Museum di Vienna, non poteva credere che tale capolavoro fosse stato dipinto da una donna. Il protagoista è il dio del vino, visibilmente ubriaco mentre si sdraia in maniera scomposta sopra una carriola coperta da una pelle di leopardo, e pietosamente trainata da un satiro con l’aspetto d’un vecchio dignitoso, che rivolge al giovane Bacco uno sguardo di compassionevole rimprovero. Attorno, una folla di varî personaggi: Sileno, il compagno di Bacco, che sta spremendo un grappolo d’uva direttamente sulla bocca del dio, dietro l’asino di Sileno, sul lato opposto una menade a seno scoperto che porta un tirso con intrecciati alcuni pampini di vite, ed è l’unico personaggio a guardare verso l’osservatore, sotto ancora tre bambini che giocano con una capra e a sinistra un altro satiro che suona una tromba.

“Michaelina Wautier fecit” è riportato sul retro della tavola. In questo quadro il soggetto è San Gioacchino, padre della Vergine Maria secondo la tradizione cristiana. Esso è rappresentato nell'atto di leggere: lo sguardo accigliato denota concentrazione e il libro dalle pagine sgualcite e tenuto da una sola mano è simbolo di vasta erudizione. Il santo è rappresentato con estremo realismo, che sembra contrastare con la simbologia della figura, l'illuminazione radiale ne offre una visione più ampia e dettagliata, mentre il lieve panneggio dei vestiti e delle pagine del libro contribuisce a creare un effetto di tridimensonalità

L'EDUCAZIONE DELLA VERGINE

IL TRIONFO DI BACCO

SAN GIOACCHINO CHE LEGGE

Ottava figlia del birraio e tessitore Jan Willemszoon, nata ad Haarlem nel 1609, si appassiona da subito al mondo dell'arte, divenendo la seconda donna ad entrare nella gilda di San Luca (una corporazione di artisti e artigiani con scopo di mutue difesa e assistenza, la cui iscrizione era necessaria per effettuare vendita di quadri e la cui partecipazione era appannaggio quasi solamente maschile) e ad aprire una propria bottega. Nel 1636 si sposa con il pittore Willem Wouters e da quel momento in poi si perdono le sue tracce ufficiali nel campo artistico, anche se continuerà a dipingere sotto la firma del maestro affiancata però da una stella. Il suo contributo al mondo dell'arte fu quello di riportarla ad una dimensione più popolare e quotidiana, fare dei propri quadri un'espressione della realtà. E per questo la sua produzione si specializza principalmente in dipinti di piccole dimensioni che ritraggono scenari comuni alla classe medio-bassa, restituendole dignità, oltre ad una serie di rappresentazioni di natura morta. La sua tecnica pittorica volta all'attenzione dei particolari e al gioco con le ombre le valsero una citazione in un testo nell'ambito culturale della propria città a soli diciotto anni.

JUDITH LEISTER

Il tema presentato in questo quadro è lo stesso dell'"Allegra compagnia", tanto che uno dei soggetti sembra essere uguale ad uno degli amici, probabilmente ispirato da un modello reale. Lo sfondo come al solito appare spoglio da ogni decorazione, per focalizzare l'attenzione sui tre soggetti: due allegri ragazzi che suonano uno il liuto e l'altro il violino e che volgono lo sguardo verso lo spettatore e una ragazza che perde lo sguardo in quello di uno dei due, quasi ammaliata dalla sua maestria. L'atmosfera permane quella di festa e leggerezza giovanile.

La rappresentazione si svolge in un ambiente tetro e lugubre, forse a simboleggiare la natura maligna della scena: un uomo appoggiato con i gomiti ad un tavolo sembra stare facendo una proposta indecente alla giovane ragazza seduta di fronte a lui offrendole dei soldi. Essa, disturbata dal contatto della mano estranea sul suo braccio prova ad ignorarlo concentrandosi sul ricamo che sta facendo e dondolandosi sulla sua sedia. Il volto dell'uomo, colmo di lussuria è rappresentato sotto una luce di malizia e malvagità, mentre l'espressione della donna è contratta in una smorfia di acceso tormento interiore e accennata paura

La scena proposta si svolge in un contesto giocoso di festa e allegria: tre giovani amici si scagliano al centro del quadro mentre, in chiaro stato di ebrezza (deducibile dalle espressioni sornione in volto) si godono la compagnia l'uno dell'altro suonando e cantando. La porta, socchiusa, lascia intravedere le teste di tre figure: un uomo anziano, probabilmente il padre di uno dei tre, una donna che potrebbe essere la madre e un bambino tenuto in braccio da quest'ultima. Tutti loro sembrano essere allietati dall'atmosfera di libertà e leggerezza tipiche giovanili e guardano con piacere facendo da secondo piano alla rappresentazione. L'elemento che sembra spiccare di meno invece è proprio lo sfondo, il quale appare scarno di qualsiasi elemento di decorazione, scelta della pittrice la quale voleva far cadere l'attenzione dello spettatore solo sui soggetti.

ALLEGRA COMPAGNIA
LA PROPOSTA
IL CONCERTO

Nato a Bruxelles, Belgio, nel 1400, divenne globalmente conosciuto nel contesto pittorico delle Fiandre dai suoi contemporanei.La mancanza di opere firmate portarono numerosi storici a speculare sull'attribuzione di alcune delle sue opere ad un altro artista: Maestro di Flémalle (il cui nome veniva da tre pannelli ritrovati in un'abbazia vicino la città di Flémalle) e con il quale riscontrarono numerose somiglianze a livello artistico. Le teorie riguardo la vicenda sono tre: che Flémalle in realtà fosse il discepolo di der Weyden, che egli fosse il maestro dello stesso o che, addisrittura, i due fossero la stessa persona. Nonostante nessuna delle tre tesi sia ancora stata data per certo, molti ritengono che non sia possibile far coincidere le due persone poichè documenti attestano che, mentre Flémalle ancora si stava formando come apprendista in bottega quando Van der Weyden stava iniziando a conoscere la fama. Le caratteristiche che contraddistinguono lo stile del pittore Belga sono: l'espressività emotiva dei soggetti che determina la drammatizzazione delle scene presentate, la messa in risalto dei personaggi secondari e l'estremo realismo nella realizzazione dei quadri, con un'ostentata attenzione ai minimi particolari. Nel 1450 scese in Italia per il Concilio indetto da Papa Niccolò V e si lasciò influenzare dallo stile artistico con cui entrò in contatto. Morì nel 1464 e, per molto tempo sarà dimenticato, fino al 19simo secolo, quando i suoi dipinti saranno riscoperti.

Rogier Van der Weyden

La scena raffigura il momento in cui Cristo viene fatto scendere dalla croce, quando la morte ormai ha invaso il suo corpo, sorretto da Giuseppe d'Arimatrea e circondato da una serie di personaggi a lui devoti. Prima di tutti la Madonna che, disperata, è assistita da San Giovanni. A sinistra, le tre Marie sono affrante e rappresentate con espressione di lutto per infondere nello spettatore un senso di commiserazione e accrescere il sentimento di fede. Un vescovo, la cui identità probabilmente coincide con il committente del quadro (appartenente alla famiglia de Medici) ha invece un'aria di serena accettazione in volto. Altri personaggi riconoscibili sono San Pietro con in mano le chiavi del paradiso e San Paolo raffigurato secondo l'iconografia cristiana con la sua spada. Lo stile pittorico dello sfondo, dei soggetti e l'utilizzo realistico della luce rivelano la natura fiamminga del quadro, dove l'emozione e il pathos delle figure traspare grazie alla cura ai dettagli

COMPIANTO E SEPOLTURA DI CRISTO

In quest' opera viene raffigurato San Luca, santo patrono dei pittori, mentre ritrae su un foglio la Vergine Maria che allatta il bambino Gesù. Quasi sicuramente il volto di Luca è un autoritratto di Rogier Van Der Weyden, cosa molto frequente a quell’epoca ogni particolare è minuziosamente rappresentato. Il pathos dei personaggi, i gesti, gli sguardi, tutto è in equilibrio e in armonia con l’ambiente; alcuni personaggi inseriti nel paesaggio sono talmente piccoli che è quasi impossibile guardarli a occhio nudo. La scena è allo stesso tempo a carattere intimo, poichè la Madonna è ritratta in un moment abbastanza personale, ma allo stesso tempo universale, avvicinando così il carattere divino dei personaggi alla quotidianità del popolo. I due giovani fidanzati affacciati sui merli del palazzo permettono all'osservatore del quadro di immedesimarsi nei loro sguardi persi nell'infinito e nell'amore innocente pieno di sogni e speranze.

SAN LUCA DIPINGE LA VERGINE

GRAZIE PER L'ATTENZIONE