Presentazione romani
ginevra botte
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Transcript
RITI FUNEBRI DELL'ANTICA ROMA
Lavoro di DILETTA BENAZZATO, REBECCA PICCIRILLI, AURORA SANTINELLO
Start
la cerionia del rogo
esposizione del cadavare
elogio funebre
il corteo
la morte
domandine
differenze tra uomo e donna
index
LA MORTE NLL'ANTICA ROMA
La morte nell'antica Roma era una faccenda pubblica, più grande era il funerale, più importante era il defunto. Seppellire decorosamente i morti era un principio fondamentale per i romani: il destino dell’anima di un defunto sovrastava su familiari e amici, se un cadavere non veniva sepolto, o la cerimonia non veniva celebrata secondo il rituale specifico, si pensava che l’anima del defunto non trovasse pace e continuava a vagare sulla terra spaventando i vivi.
esposizione pubblica del cadavere
Al momento del decesso, avveniva il rito dell'ultimo saluto: uno dei familiari coglieva l'ultimo respiro del moribondo con un bacio e gli chiudeva gli occhi, ripetendo tre volte il suo nome.
Il corteo è una processione ed era ordinata e diretta dal “Dissignator”. Lo spettacolo era di grande magnificenza e solennità, era preceduto da suonatori di flauto, mimi e danzatori, ma anche da donne chiamate Préfiche che levavano altissime grida e pianti per esprimere pubblicamente il dolore dei famigliari. Davanti al feretro, ovvero la bara coperta dal drappo funebre, andava un gruppo di uomini che rappresentavano gli antenati del defunto e ogni famiglia conservava in appositi tabernacoli negli atri delle loro case le maschere degli antenati morti. Immediatamente dietro le maschere seguiva la bara con il morto, circondata da littori con fasci e vestiti di nero e seguita dai familiari in lutto mentre a chiudere il corteo venivano i portatori di cartelli, che ricordavano ai passanti con grandi scritte i fatti illustri della vita del defunto.
il corteo
elogio funebre
L' elogio funebre è un discorso o un tributo verbale pronunciato in onore di una persona deceduta avviene quando dopo che la processione percorreva tutta la città e sostava nel Foro. La commemorazione del defunto solitamente era pronunciata dal figlio o da un parente molto stretto. La “laudation funebris” metteva in rilievo il valore e le imprese che il morto aveva compiuto durante la vita con l’obiettivo di emozionare la folla al punto che il lutto che ha colpito la famiglia del defunto appare come il lutto di tutta la città.
la cerimonia del rogo
Come aveva fatto per l’acqua, illustrando il supplizio dell’annegamento, von Hentig esordisce rilevando il valore simbolico e sacrale che fin dai tempi più antichi ha assunto l’elemento del fuoco. Non solo: come per l’elemento acquatico, anche in questo caso il fattore geografico costituisce un criterio fondamentale per comprendere il ruolo e l’utilità che il fuoco ha assunto nelle civiltà antiche. Infatti, nelle regioni vulcaniche come l’Islanda la tendenza a deificare il fuoco era più spiccata rispetto alle regioni ricche di steppe sterminate come la Persia, dove il fuoco è maggiormente sommesso alle volontà dell’uomo.
In particolare, i ricercatori hanno scoperto che rispetto alle donne romane, gli uomini mangiavano una grande quantità di carne durante la loro vita e venivano fatte più offerte ai funerali per gli uomini, evidenziando la disuguaglianza sociale per le donne.
differenza uomo\donna
“Per quanto riguarda età, sesso, offerte e dieta, si osservano alcune differenze, suggerendo che le disuguaglianze presenti nella vita potrebbero essere presenti anche nei rituali funerari“, hanno aggiunto i ricercatori.