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Transcript

presentazione di Giada Flisi

i diritti delle

donne

quote rosa
analfabetismo nel mondo
mutilazioni dei genitali

Le mutilazioni genitali femminili, talvolta chiamate escissioni o circoncisioni femminili anche se questa terminologia è ancora fonte di dibattito, sono pratiche tradizionali che vengono eseguite in vari paesi con finalità non terapeutiche, e possono ledere fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne che vi sono sottoposte.

introduzione

Si parla di quote rosa per indicare il numero di posti riservati alle donne nell'organico di determinate strutture pubbliche e private: imprese, istituzioni educative, organismi decisionali… Sono misure che vengono introdotte per garantire la rappresentatività femminile in ogni settore della società

Si stima che nel mondo ci siano circa 750 milioni di adulti e 617 milioni di bambini e adolescenti che non sanno né leggere né scrivere ma l'87% sono uomini e il 77%sono donne.

la tratta delle donne, è uno dei temi su cui da tempo più antico si è misurato il diritto internazionale, con convenzioni già all’inizio del secolo, e poi nel 1949.E' oggi riconosciuto che la tratta rappresenta un grave problema relativo ai diritti umani: una violazione specifica e globale dei diritti umani delle donne.

traffico di donne

mutilazioni dei genitali

La mutilazione genitale femminile è una procedura che consiste nella rimozione parziale o totale degli organi genitali femminili esterni per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche. Ogni anno più di 3 milioni di bambine africane sono costrette a subire una delle diverse forme di mutilazione genitale, ancora oggi praticata in oltre 30 Paesi al mondo.Le mutilazioni genitali costituiscono un atto estremamente traumatico ed hanno gravi conseguenze sulla salute fisica, psichica e sessuale delle bambine e delle giovani ragazze che le subiscono. L'OMS stima che sono più di 200 milioni le donne che hanno subito mutilazioni genitali nei paesi in cui si concentra la pratica, e sono a rischio di mutilazione circa 3 milioni di ragazze ogni anno, la maggior parte delle quali prima dei 15 anni.

L'Onu, nel 2012, ha dichiarato il 6 febbraio Giornata internazionale della tolleranza zero contro le Mgf, in seguito al discorso tenuto dalla first lady della Repubblica Federale di Nigeria, Stella Obasanjo, alla conferenza del Comitato interafricano sulle pratiche tradizionali che inficiano la salute delle donne e dei bambini , in cui ha condannato ufficialmente le Mgf e ha parlato di tolleranza zero verso tali pratiche. Anche nel nostro Paese è sorta l’esigenza di affrontare, da un punto di vista normativo, il problema delle Mgf. La Legge 9 gennaio 2006, n.7 recante “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”, si propone di “prevenire, contrastare e reprimere le pratiche di mutilazione genitale femminile quali violazioni dei diritti fondamentali dell’integrità della persona e della salute delle donne e delle bambine”. La Legge ha introdotto un nuovo articolo al codice penale, che punisce con la reclusione da 4 a 12 anni chiunque “in assenza di esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili”, ovvero pratica una “clitoridectomia”, una “escissione”, una “infibulazione” e qualsiasi altra pratica che cagioni effetti dello stesso tipo”.

La tratta di esseri umani è espressamente punita nel nostro ordinamento dall'entrata in vigore della legge n. 228 del 2003 con la quale sono stati riscritti gli articoli del codice penale già relativi alla riduzione in schiavitù.

traffico di donne

Le donne migranti vittime di tratta e sfruttamento accolte dalla Casa delle donne nell’ambito del progetto Oltre la strada sono in primo luogo vittime di violenza. La loro esperienza migratoria è stata infatti caratterizzata da violenze fisiche, sessuali economiche e psicologiche. Spesso la condizione di violenza sussiste anche nel Paese d’origine all’interno del proprio contesto familiare. La fase dell’elaborazione del progetto migratorio e della decisione di partire è spesso caratterizzata da uno stato di assoggettamento; a volte le donne sono sollecitate dalle stesse famiglie che vedono nella loro partenza una possibilità di guadagno. Il viaggio può avvenire con varie modalità, più o meno rischiose e violente; in questa fase le donne perdono ogni diritto e si affidano alle organizzazioni che si occupano del transito per poi passare nelle mani di chi sfrutterà la loro situazione di vulnerabilità legale ed economica nel Paese di destinazione. E’ qui che si realizza pienamente la condizione di assoggettamento e sfruttamento sessuale e di conseguenza l’esposizione al rischio di violenza fisica, economica, sessuale e psicologica…

analfabetismo nel mondo

Si stima che nel mondo ci siano circa 750 milioni di adulti e 617 milioni di bambini e adolescenti che non sanno né leggere né scrivere. I dati sull'analfabetismo nel mondo sono preoccupanti e Le donne rappresentano i due terzi sul totale degli analfabeti adulti.l'Asia Meridionale ospita quasi più della metà degli analfabeti nel mondo, seguita da Afghanistan, Benin, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Ciad, Costa d'Avorio, Etiopia, Guinea, Haiti, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, ...Il 4,6% degli italiani residenti con più di 9 anni è analfabeta .

uso della figura femminile nelle pubblicità

Attraverso i grandi mezzi di comunicazione, la figura e la relativa concezione della donna è cambiata radicalmente negli ultimi sessant’anni, dopo la sua comparsa prima in televisione, poi sulle reti private, fino ai social media. Potrebbe sembrare alquanto denigrante ripercorrere alcune fasi, ma queste sono la testimonianza della lotta contro gli stereotipi femminili.

anni 50: ossessivo domestico

Già a partire dagli anni ’50, la donna veniva rappresentata quasi esclusivamente come una moglie, madre, casalinga dall’aria borghese la quale, attraverso i prodotti che promuoveva, cercava di far leva sul suo bisogno di gratificazione da parte del suo uomo. Ecco infatti come si presentavano nel secolo scorso le pubblicità sulle riviste, icone chiarissime di una marcata supremazia maschile.

anni 70: oggetto sessuale

Negli anni ’70, invece, si comincia a parlare di “donna-oggetto”. La figura femminile si trasforma nella protagonista delle pubblicità, con il suo essere femminilità sensuale e tentatrice. Molti affermano che ci sia stata in questo periodo una frammentazione del corpo femminile, ma anche un annullamento della donna stessa in quanto persona. L’aumento della concorrenza in pubblicità in quegli anni ha spinto varie aziende a compiere scelte di marketing aggressive, dando vita a campagne pubblicitarie spudoratamente provocanti.

anni 90: dea irraggiungibile

La donna in questo tipo di pubblicità appare come un essere perfetto ed è trasformata in una proiezione del desiderio dell’uomo. Di conseguenza, la donna già da ragazza impara che deve spendere un’immensa quantità di tempo, energia e soprattutto soldi sforzandosi di raggiungere quel ideale di donna, e al contrario vergognarsi quando invece non rappresenta o raggiunge questo ideale.

anni 2000: semplicemente sé stessa

Con il nuovo millennio, e aziende iniziano a prestare attenzione alla rappresentazione dei molteplici aspetti della vita reale delle donne. Assumono notorietà le donne che lavorano, che restaurano e che riformano, di età, fisicità e nazionalità diverse. Questo cambiamento ovviamente è dovuto ad un cambio radicale del consumatore e della società. In generale, inizia ad essere importante per il consumatore vedersi rappresentato da personalità e da situazioni di vita reali, abbandonando categorie stagne e abbracciando la multi-dimensionalità di ognuno. Alcuni brand nel caso specifico della donna, ad esempio, hanno iniziato ad impiegare concetti quali l’“empowerment” e il “body positivity” come strategia di marketing, per la promozione di indumenti adatti a tutti i tipi di corpi. Viene messa da parte, così, la ricerca della perfezione.

grazie per la visione