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S.Sozzi

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M.Gallo

LA GESTIONE DEI RIFIUTI SPAZIALI

Introduzione
Pinze orbitali e stazioni laser
I numeri dei rifiuti spaziali

Index

La crescente attività spaziale ha portato ad un aumento significativo dei rifiuti orbitanti, chiamati anche rifiuti spaziali. Questi detriti possono comprendere pezzi di satelliti, razzi esausti e altri oggetti non più funzionanti. La gestione dei rifiuti spaziali è diventata una questione cruciale per garantire la sicurezza delle missioni spaziali e la sostenibilità dell'ambiente orbitale. Oppure, in futuro, potremmo trovarci chiusi sulla Terra, senza possibilità di andare nello spazio.

Introduzione

L'Angenzia Spaziale Europea (ESA) stima che ci siano circa 34 mila rifiuti spaziali più grandi di 10 cm, mentre quelli di un centimetro o più sono almeno 900 mila. E se scendiamo di un millimetro ce ne sono quasi 130 milioni. In genere, i detriti decelerano un po' alla volta, fino a precipitare di nuovo in atmosfera nel giro di settimane, mesi o anni. Ma ad altitudini elevate, sopra gli 800km, la resistenza della pochissima aria rimasta è cosi bassa che i rifiuti spaziali possono rimanere in orbita anche pre decenni, o addirittura per secoli. Senza provvedimenti, nei prossimi decenni le probabilità di collisioni aumenteranno, e renderanno più difficile mettere in orbita nuovi satelliti o lanciare missioni spaziali. Per questo le agenzie spaziali stanno studiando soluzioni per monitorare e catturare i rifiuti in orbita.

I numeri dei rifiuti spaziali

In Europa l'ESA ha lanciato il programma Clean Space per studiare come rendere le attività più eco-friendly. Hanno definito delle linee guida per ridurre i rifiuti spaziali. Ci sono varie tecnologie che potrebbero contribuire a ridurre il problema: per esempio, dotare ogni megacostellazione di dispositivi con il compito di far rientrare in sicurezza in atmosfera i satelliti che smettono di funzionare. Non tutte le operazioni per controllare i rifiuti spaziali avvengono in orbita: a terra, i frammenti più pericolosi è fondamentale per poter evitare collisioni. Secondo lESA Izaña-1 è un esempio di una nuova serie di infrastrutture che diventeranno necessarie in questa nuova era delle megacostellazioni di satelliti: stazioni che regoleranno il traffico spaziale.

Pinze orbitali e stazioni laser